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Autore: cyberludo    17/12/2014    1 recensioni
Alex e Jess hanno litigato.
E cosa è successo a quell'adorabile bambina? Ora indossa costantemente una maschera felice e spavalda, dietro di essa tristezza e terrore.
E cosa è successo al bambino che aveva paura del buio? Adesso è diventato un uomo.
Genere: Fluff, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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"Stasera serata film?" chiedo al mio migliore amico, sorridendo. I suoi capelli castani ricadono sulla sua fronte in morbidi ricci disordinati e devo trattenermi dal sistemarglieli, odia quando lo faccio.

Sorrido involontariamente; quando parlo con Alex sono sempre di buon umore.

"Non potremmo rimandare a domani? Ho promesso a Matt che saremmo andati al bowling oggi." Il ragazzo si mette le mani in tasca e continua a camminare, lo sguardo basso, calciando i sassi che gli ostacolano la strada durante il nostro tragitto fino a casa. "Se vuoi puoi uscire con noi." Continua, riportando lo sguardo su di me e forzando un sorriso con quelle labbra piene che fin dal primo istante mi hanno stregata.

"No, grazie" Rispondo, forse in modo troppo brusco perché lui abbassa di nuovo lo sguardo e sta zitto. Alex è il mio migliore amico da quando ne ho memoria. Lui è un anno più grande di me, ma siamo sempre andati d'accordo. Non abbiamo mai litigato, se non per decidere chi doveva avere più caramelle dopo essere ritornati dal nostro giro, ad Halloween. Siamo sempre stati come fratello e sorella, inseparabili. L'anno scorso abbiamo deciso che ogni venerdì avremmo organizzato una serata film, noleggiando un film, comprando pizza e patatine e incontrandoci a casa mia. Ma poi è arrivato lui, Matt, che mi ha portato via la mia unica fonte di felicità. Alex ha iniziato a saltare gli incontri, trovando mille scuse. All'inizio ero felice per lui, come me non ha mai avuto molti amici e mi faceva piacere sapere che ci fosse qualcuno su cui potesse contare. Quando ha iniziato a trovare scuse più frequentemente gli ho chiesto se potevamo parlarne. Abbiamo chiarito e per le prime tre settimane è tornato tutto come prima. La quarta settimana Matt ha ricominciato con le sue telefonate e io mi sono arresa al fatto che per lui la nostra amicizia non è così importante come credevo.

"A noi farebbe piac-"

"Non importa." Lo interrompo bruscamente quando inizia a parlare. Cerco di ignorare quanto mi senta ferita, cerco di non pensare alla voragine che si sta lentamente aprendo nel mio petto, cerco di essere felice per lui, ma fallisco miseramente.

Camminiamo ancora un po' Alex avanti e io che lo seguo. Se le nostre case non fossero così vicine e questa non fosse l'unica strada per arrivarci, mi sarei allontanata il più possibile da lui; ho davvero bisogno di un po' di tempo da sola.

Quando all'improvviso lui si ferma, io quasi gli vado addosso.

"Jess, devo dirti una cosa." Si volta di scatto e mi guarda, quei meravigliosi occhi verdi mi fissano, smeraldi bellissimi che ho sempre amato. "Io..." La sua frase viene interrotta dal suono del suo cellulare. Lo tira fuori dalla tasca dei jeans. Guarda lo schermo e dall'espressione imbarazzata che compare sul suo viso capisco che si tratta di Matt. Sa che non mi piace che Matt chiami anche durante quei pochi minuti che trascorriamo insieme, non gli basta passare con lui ogni pomeriggio?

Alex sposta sistematicamente lo sguardo da me al telefono, come stesse decidendo cosa fare. Sembrava che stesse per dirmi qualcosa di importante, ma evidentemente non lo era abbastanza.

"Lascia perdere, rispondi a quello stupido telefono." Sono stanca di lottare per un'amicizia non ricambiata.

Lui porta lo sguardo sul terreno. Il cellulare ha smesso di suonare, ma lui resta in silenzio. Possibile che non abbia nulla da dire?

Quando il cellulare riprende a squillare, Alex mi guarda come per chiedermi il permesso di rispondere.

"Fallo" sentenzio in fine a voce così bassa che non credo mi abbia sentito.

Il ragazzo che consideravo mio amico scorre il dito sul display e avvicina l'oggetto all'orecchio.

Una lacrima calda riga la mia guancia, solo una, prima che io decida che non piangerò mai più, che non sprecherò più lacrime per nessuno.

"Addio" sussurro al vento sempre più forte che soffia sulla polverosa strada. Guardo Alex un'ultima volta, cercando di memorizzare ogn dettaglio. Muove le labbra, adesso piegate in un sorriso, e sembra che mi abbia già dimenticata. I suoi occhi brillano, sembra felice. Cercando di trattenere quel briciolo di dignità che mi é rimasta, mi volto e cammino verso casa mia, senza voltarmi indietro. Per la prima volta in vita mia so cosa significa essere soli.

   
 
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