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Autore: miry_funnysummer    17/12/2014    10 recensioni
Era la mia strana, stupida, vita.
Con un fratello sempre in mutande in giro per casa, un migliore amico dai capelli color arcobaleno, un amico di vecchia data di nome Ashton.
E poi arrivò lui, quello che mi avrebbe dato delle ripetizioni, quello che mi avrebbe cambiato la vita.
Luke Hemmings.
"Presi Luke per mano e lo trascinai con me verso la riva. Aspettate tutti, gli stavo davvero tenendo la mano?
All’improvviso lui attorcigliò le sue dita nelle mie, cercando di sigillare quella presa. Iniziammo a camminare in silenzio, così dopo qualche minuto decisi di rompere il silenzio.
-Allora, quando facciamo lezione?- Lui scosse la testa e si girò verso di me.
-Non sono qui per parlare delle ripetizioni. Volevo solo mettere in chiaro un paio di cose: tu sei una ragazza straordinariamente sexy, io sono un ragazzo sexy, tu sei una brava ragazza...io no. Però ti prometto che cercherò di comportarmi meglio... a meno che tu non ti faccia trovare coperta solo da un’asciugamano molto corto. In quel caso finiresti a letto con me, ma sarebbe solo colpa tua...- Disse mordendosi il labbro con quel maledetto piercing. "
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Corsi in casa a perdifiato, seguita da mio fratello. Per quanto lui e Luke non andassero perfettamente d’amore e d’accordo, probabilmente aveva capito che c’era qualcosa che non andava. Arrivata in casa, avevo una voglia matta di entrare e allo stesso tempo di restare fuori. E se quello che era successo non mi fosse piaciuto? E se fosse stato meglio rimanere soli? Da quando i miei sono morti penso sempre al peggio, ho paura di perdere le persone a cui tengo, e magari anche per una parola posso andare in crisi . Alla fine presi un respiro ed entrai, dovevo sapere cosa fosse successo. Entrata, scoppiai a ridere come un’isterica. Ecco cosa era successo: Michael aveva fatto cadere del succo per terra e Luke (ancora in mutande, per l’appunto) ci era scivolato sopra cadendo per terra.

-Luke, che mi combini? – Risi e gli andai a dare una mano a rialzarsi, poi si sedette sulla poltrona.

-Tutto bene pinguino? – Gli scompigliai i capelli con una mano e poi gli portai un bicchiere d’acqua. In realtà, non sembrava stare benissimo, aveva il viso pallido e rispondeva con cenni del capo. Lui si stese sulla poltrona senza dire una parola, stringendomi la mano con forza.

-N-non… non respiro. Mi fa male… il… il… - Si toccò il torace con una mano, respirando a fatica. Cosa stava succedendo?

-ASHTON! – Urlai, poco dopo lui arrivò correndo e appena vide suo fratello spalancò gli occhi.

-Oh Luke, non di nuovo, era tanto che non ti succedeva… - Si affrettò ad aprire una cassetta di primo soccorso e prese delle pillole blu, ne diede una a Luke che la ingerì forzatamente. Ero così spaventata, non l’avevo mai visto così, stare VERAMENTE male. Osservai Ashton con sguardo interrogativo, intanto Luke riprese a respirare in modo più calmo e regolare.

- A volte, quando era bambino, aveva questi , ehm, come dire… attacchi di panico. – Lo guardai stupefatta: attacchi di panico. Luke Hemmings il pervertito soffriva di attacchi di panico.

-Ma… perché? Cioè, perché gli succede? – Lui si grattò leggermente la testa e sorrise a suo fratello che si stava lentamente riprendendo.

-Perché si, non ho mai capito il perché. A volte mi succede e basta, non posso farci niente, di solito succede in periodi in cui sono stressato oppure quando mi spavento per qualcosa. – Lo guardai seria.

-Come per esempio in questo periodo, dato quello che è successo ieri sera. – Dissi alzando un sopracciglio. Lui annuì debolmente, per poi guardare Ashton.

-Erano anni che non mi succedeva più, credevamo che io fossi guarito, ma a quanto pare mi porterò questa cosa ancora per molto. Fortunatamente non è grave. – Presi un sospiro di sollievo e lo abbracciai. Non potrei sopportare di perdere anche lui, per niente al mondo. Comunque, sentivo che c’era qualcosa che non mi avevano detto, ma preferii non fare altre domande a riguardo. L’importante era che Luke stesse bene.


Qualche giorno dopo, mi svegliai come al solito, doveva essere una giornata come le altre. Avrei dovuto fare ripetizioni con Luke quel giorno, altrimenti potevo dire addio al nuovo anno scolastico. Mi svegliai tra le calde braccia del mio ragazzo (amavo chiamarlo “il mio ragazzo”) e lo baciai dolcemente. Erano le dieci di mattina, tutto normale, si prostrava una giornata che non avrebbe avuto nulla di diverso dalle altre, eppure avevo un cattivo presentimento, dal giorno in cui Luke aveva avuto la crisi di panico. Ed in quel momento, tutte le mie paure diventarono realtà. Tutto quello che avevo sempre temuto, tutto quello che avevo sempre odiato, tutto quello che mi aveva sempre tormentato.
Rumori provenienti dalla cucina. Credevo che stessero tutti dormendo.

-Calum? Michael? Ash? – Urlai senza ottenere risposte. Mi alzai, Luke mi stava guardando confuso.

-Dove vai piccola?- Gli feci segno di stare zitto e presi una mazza da baseball che era in camera. BASEBALL. Andiamo, stiamo scherzando?  Avevo intenzione di andare incontro a due ladri o non so cosa con una mazza da baseball e la maglia del mio ragazzo addosso. Certo Rachel, così conquisterai il mondo.
Camminai in silenzio senza farmi sentire, ma quando li vidi iniziai a tremare. Li avrei riconosciuti tra mille, e non avrei mai scordato ogni singolo particolare di quegli uomini. Non dopo quello che era successo.
Stavano frugando tra i cassetti, alla ricerca di qualcosa, probabilmente qualcosa che avrebbe potuto arricchire le loro sudicie tasche. Non volevo chiamare i ragazzi, avevo paura, dovevo vedermela da sola. Era ora di affrontare questi “fantasmi del passato”, gli assassini dei miei genitori.

-FERMA DOVE SEI! – Uno dei due si era accorto di me, io rimasi ferma vicino al muro e li guardai.

-Tu mi ricordi qualcuno… uh si, qualche anno fa, avevamo fatto una rapina finita male se non ricordo… e tu sei arrivata dopo. Conoscevi quei tizi? – Avevo gli occhi lucidi, ma allo stesso tempo le vene che pulsavano per la rabbia. Se qualcuno crede che Rachel Hood sia piccola e indifesa si sbaglia di grosso, ma loro avevano… le pistole. E poi, per quanto volessi essere forte… erano il mio punto debole. Pensare che era colpa loro se io ero rimasta orfana, se avevo perso le persone più importanti della mia vita, se il mio destino era così incasinato… se avevo preso debiti a scuola, se avevo conosciuto Luke. Ma soprattutto non avevo più i miei genitori per colpa loro. E cosa volevo fare con una stupida mazza da baseball contro due omoni armati?

-Ah guarda, erano solo i miei genitori niente di che… che coincidenza rincontrarvi così. Mi siete mancati proprio tanto, sapete? Ho sempre sperato di rivedervi per dirvi tutto quello che penso. Non farò la bambina questa volta, non mi metterò a fare discorsi lunghissimi perché so che per voi  è solo una perdita di tempo. Prima mi fate fuori meglio è, no? Quindi, uhm, avete ammazzato brutalmente i miei genitori. Mi avete rovinato la vita, e questo è il risultato. Non sapete neanche quante volte ho pensato di farla finita, tante volte, forse troppe. – Gli mostrai le ferite sul braccio, avevo preso tutto il coraggio che mi era rimasto. Tutto quello che non avevo mai detto, neanche a me stessa, tutta la rabbia e l’odio repressi per lungo tempo. THIS IS EVERYTHING I DIDN’T SAY.

-Oh, scusa ragazzina, ma è il nostro lavoro. L’unico modo che abbiamo per vivere. Sai, tu saresti un gran bel bocconcino, sei cresciuta dall’ultima volta che ti ho vista… - Disse l’altro avvicinandosi e premendo sulle mie ferite.

-L’unica cosa che voglio dirvi è che dovreste perfezionare la vostra tecnica. Sapete, irrompere in casa della gente e ucciderla non è molto… anonima come cosa. Forse dovreste limitarvi a pianificare meglio, entrare in casa, rubare ed uscire. –

-Stai forse cercando di pararti il culo con queste frasi? Ormai sei già morta, piccolo essere arrogante. Sei morta dal giorno in cui hai visto i nostri volti e non siamo riusciti ad uccidere te e… quel ragazzo era tuo fratello? Prima o poi toccherà anche a lui.

– Lo guardai con rabbia e cercai di dargli una botta in testa con la mazza da baseball, ma venni trattenuta dal suo compagno che mi prese da dietro e mi immobilizzò.

-LUKE! – Urlai con tutta la voce che mi era rimasta, prima che mi chiudessero la bocca con le mani. L’uomo mi mise un fazzoletto con uno strano odore davanti, nel giro di qualche secondo vidi tutto più sfocato, un paio di occhi celesti, il rumore di uno sparo e delle voci confuse. Poi il buio.
 

‘POV CALUM’

Avevo sentito delle voci ancora mezzo intontito dal sonno, credevo che fossero i ragazzi ma poi… mia sorella aveva urlato. Un urlo di quelli che non sentivo da quando erano morti i nostri genitori, un urlo… disperato. O forse, semplicemente, liberatorio.
Corsi in fretta in soggiorno, sbadigliando nel frattempo. Arrivato, spalancai gli occhi alla scena che mi trovai davanti. Non mi sarei mai, mai e poi mai aspettato quello che avevo visto.
Mia sorella stava cadendo per terra intontita da chissà cosa, Luke stava cercando di salvarla, ma… si stava accasciando sul pavimento con lo sguardo vuoto, una mano sul petto che stava sanguinando. UNA MANO SUL PETTO CHE SANGUINAVA?
Due uomini, invece, impugnavano una pistola e stavano indicando me. Non so come, in un’azione tipo quei film di avventura all’Indiana Jones, diedi un calcio nelle parti basse di uno dei due ladri, lui si accasciò per terra. Poi gli presi la pistola che era caduta e la puntai alla gamba del suo compagno. Calum, ce la puoi fare. Se lo meritano. Sono… gli assassini dei miei genitori.
Sparai alla gamba dell’uomo con la mano tremante, lui cadde sul pavimento poco distante dal suo compagno, che si stava contorcendo per il dolore. Michael comparse in stanza probabilmente spaventato dai rumori degli spari, io ero ancora sconvolto.

-Chiama un’ambulanza e… e la polizia. – Furono le uniche cose che riuscii a dire, poi andai verso Luke e mia sorella. Lei sembrava essere solo stordita da qualche sostanza, Luke invece… continuava a perdere sangue. Sangue su sangue. Non potevo perdere anche lui per colpa loro, no!
Michael si affrettò a prendere un telefono, nel giro di qualche minuto anche Ashton, Grace, Mindy ed Haley erano in stanza, tutti scioccati.

-LUKE! No…no… non è possibile. Luke cazzo, sono Ash, apri gli occhi, sono tuo fratello, ti ho cresciuto! – Ash gli prese una mano, lui la mosse un po’. Le ragazze erano sconvolte, non sapevamo cosa fare prima: due criminali sul pavimento, mia sorella che era stesa per terra sotto l’effetto di chissà quale sostanza chimica, e Luke era stato colpito da un proiettile al petto…
Quelle ore furono molto confuse: spiegammo tutto alla polizia, nel modo meno confuso possibile (per quanto fossi sconvolto, raccontare una favoletta alla polizia era l’ultima cosa che volevo fare in quel momento), Luke venne portato in ospedale d’urgenza, non era morto solo per poco, il colpo era arrivato vicino al cuore e non si svegliava… era al limite. E poi mia sorella… lei era ancora stordita, le avevano fatto odorare del cloroformio, ma non aveva niente di grave. Era nel letto a riposare, sotto la sorveglianza di Michael e della sua ragazza. Mi fidavo di loro.
Io stavo parlando al commissariato da due ore e mezzo, ero stanchissimo e preoccupato. Non sapevo nient’altro di quello che stava succedendo là fuori da quando stavo parlando con la polizia.

-Va bene, può andare signor Hood. – Mi alzai finalmente e corsi fuori, chiamando Ashton.

-Come sta? – Lui restò in silenzio un po’ troppo, qualcosa non andava.

-Vieni in ospedale Calum. Ho bisogno di te. - 

 
*Spazio autrice*

THAT'S WHAT I LIKE ABOUT YOU!!! 

Allora, vi devo dare un annuncio, non volevo dirvelo così all'improvviso ma.... questo è il penultimo capitolo. Si, finirò la storia il prossimo capitolo, saranno in tutto 30 capitoli. Sto lavorando duramente già da ora per un ultimo capitolo indimenticabile, spero che vi piaccia davvero. Quindi, uhm... in questo capitolo è successo un po' un casino, sinceramente ha fatto male anche  a me scriverlo. 
In ogni caso, non voglio stare molto a ripensare a quello che ho scritto, cioè, Rachel mezza rincoglionita, Luke mezzo... mezzo morto. Ma non pensiamociiii, cioè, non fa niente no? LOL non ammazzatemi xD 
Niente, ci vediamo nel prossimo capitolo che è l'ultimo capitolo e... uhm... alla prossima!! 
P.S. Cosa vorreste in particolare per l'ultimo capitolo? :) 

   
 
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