Anime & Manga > BeyBlade
Segui la storia  |      
Autore: kimala_driger    17/12/2014    1 recensioni
Fanfiction ambientata, temporalmente, a partire dalla fine della prima stagione.
I BB sono pronti ad accogliere nuovi membri in squadra, ma nessuno sembra essere pronto per combattere coi campioni del mondo, fino all'arrivo della bellissima Ayame, che svelerà a Rei delle curiosità riguardo il suo Bit Power, legato a quello del ragazzo secondo un'antica leggenda cinese.
Un nuovo campionato in vista, molte difficili decisioni da prendere, e moltissimi cambiamenti.
Genere: Azione, Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Era un pomeriggio di aprile particolarmente assolato, quando lei arrivò all’associazione.
Ricordava tutto di quel momento, ogni dettaglio. Anche le chiome degli alberi che vedeva di fronte a sé, e i rumori della strada, il latrare dei cani, le risate dei bambini.
Aveva sentito come una scarica dentro, non appena i loro occhi si erano incrociati, sentiva l’enorme potere sprigionato dal suo Bit Power, sembrava quasi le scorresse nel sangue, o che le splendesse sulla pelle. Non aveva mai provato una sensazione simile.
Il presidente Daitenji la scortava, e parlava con lei mentre si avviavano all’interno dell’associazione; l’aveva vista arrivare dal tetto, era scesa da una lunga auto blu, ed aveva rifiutato l’aiuto dell’anziano uomo che voleva portarle il bagaglio, un trolley nero che trascinava senza grossa difficoltà, nonostante la corporatura esile.
Ripensò alle parole che il presidente aveva detto loro qualche settimana prima, riguardo l’ingresso di nuovi membri nella squadra, lei doveva essere una tra gli altri selezionati, non riusciva a smettere di fissarla, e di pensare a ciò che sentiva e alla curiosità di scoprire qualcosa in più sul suo potere.
Gli altri ragazzi arrivati all’associazione nei giorni precedenti erano stati praticamente cacciati dopo una serie di poche e piuttosto deludenti prove, non erano certo all’altezza della squadra, ma, in generale, non capiva neppure perché il presidente continuasse a portarne tanti, infondo loro bastavano.
 
Lei sembrava diversa da tutti quelli che avevano varcato il cortile della sede centrale della BBA col loro sogno e il bagaglio pieno di vestiti; aveva capito che era in gamba, basandosi sui suoi occhi, sul suo modo di camminare.
Poco prima di entrare nella struttura, lei alzò il viso e lo vide, seduto sulle tegole del tetto, lo aveva guardato per qualche istante, poi aveva fatto pochi passi ed era sparita nell’ingresso.
Saltò immediatamente giù ed entrò, non la vide, per cui, fece qualche passo e poi la scorse, era di spalle, in cucina, aveva i capelli biondi, lisci e lunghi fino alla spalla.
Indossava un giubbotto sportivo bianco e rosso, e dei jeans, con scarpe comode, in tela rossa, fece, senza voltarsi –Rei Kon. La prima persona che incontro alla BBA è proprio il famoso campione cinese, devo ritenermi fortunata, allora.
Non rispose nulla, rimase lì imbambolato. Poi lo guardò, e poté notare che era bellissima. Aveva dei lineamenti che sembravano quasi disegnati.
Rimase a balbettare come un cretino, mentre lei sorrideva, aveva grandi occhi acqua marina, profondi, dal taglio felino e sensuale, fece una smorfia. –Cos’è? La tua stessa fama ti sorprende? Strano, quando sei uno tra i migliori del mondo dovresti esserci abituato.
-Scusa, ma tu chi sei?
Gli porse una mano. –Ayame. Il mio nome è Ayame.
-Gran bel nome.
-Trovi? –Fece lei, ridendo.
-Beh sì…ehm, scusa se te lo chiedo ma…cosa ci fai qui?
-Sono qui perché il presidente Daitenji mi ha chiesto di entrare in squadra. La BBA ormai è famosa in tutto il mondo, e il team è alla ricerca nuovi adepti, l’associazione si espande e sempre più persone si appassionano a questo sport, dimostrandosi all’altezza delle competizioni più agguerrite, sono qui per questo.
-Sei una blader, quindi?
-Pare di sì. –Fece lei. –Ma non dirmi che non te n’eri accorto, perché non potrei crederti. Il mio Bit Power è entrato in contatto col tuo non appena hai posato i tuoi occhi su di me. Ho sentito la stessa scarica, c’è un motivo ben preciso per cui questa cosa è successa.
Rei era arrossito violentemente. –Io…io…
-Scommetto che hai una voglia incredibile di scoprire cos’è che ti incuriosisce tanto di me. Ti accontento subito, eccolo qui. –S’infilò una mano in tasca e gli mostrò un bey blade rosa e bianco, al cui centro c’era un bit. Riuscì a distinguere la forma di una tigre. Una tigre bianca. –Ti sembra familiare?
-Ma…ma…questo è il bit di Driger! Come fai ad averlo tu?
-Oh no, no, guardalo meglio. È simile, hai ragione, ma la mia Tigre è speciale. Tu sei cinese, scommetto che la leggenda della compagna della tigre non ti è nuova.
Non lo era, infatti, ma di sicuro non si aspettava di sentirne parlare da questa sconosciuta.
Nel villaggio di Rei Kon, in Cina, quando era molto piccolo, a volte sentiva le anziane signore narrare una storia, una storia che aveva origini molto antiche, raccontava della compagna della Tigre che li proteggeva.
La loro amata Tigre Bianca aveva, secondo questa leggenda, una compagna fedele, una seconda Tigre dal manto albino, forte e coraggiosa, di cui aveva però perduto la vicinanza, nel corso del tempo, poiché ella aveva abbandonato il compagno, balzando tra le stelle, dopo un furioso scontro che li aveva divisi, in seguito al desiderio di lei di lasciare il posto in cui abitavano per girare l’universo e scoprire tutto il firmamento, e il bisogno contrario del compagno di restare lì, dove si era stabilito, e scoprire le meraviglie della terra.
Quindi, le due Tigri andarono per le loro differenti strade, e seppure il forte legame non si sarebbe mai spezzato, le fiere si separarono, così, lui restò sulla terra e governò sugli uomini, e lei saltò tra gli astri e governò le notti e i giorni.
Era una delle leggende che amava di più, ed era stato convinto per tutta la vita che si trattasse solo di una favola per bambini, non credeva di certo che avrebbe mai visto il Bit dell’altra Tigre Bianca, era quasi sconvolto, non poteva crederci. Avrebbe dovuto parlarne a Lai, mandare un messaggio agli anziani perché scoprissero la verità, guardò la ragazza e fece –Mi prendi in giro? La Tigre Bianca risiede in Driger. È la leggenda del mio villaggio…io…come fai a possedere quel Bit?
-Mia nonna aveva origini cinesi, i suoi trisavoli provenivano dallo stesso villaggio in cui sei nato e cresciuto anche tu, ma quando andarono via, la tribù li rinnegò. La mia prima antenata era la custode del Bit della tigre stellare, le apparteneva, lo ricevette in dono, così come le sue antenate, nel corso delle generazioni, ed ora è stato tramandato a me. Come sai, la compagna della Tigre si tramanda di madre in figlia.
-Sono sempre stato convinto che si trattasse solo di una favola…è tutto così incredibile…
-Beh, posso dimostrarti che non è così. E il loro potere si è sprigionato non appena la distanza tra i Bit è diminuita, ho sentito la forza della tua Tigre non appena sono entrata in questo cortile.
-Per me è stato lo stesso. Ayame, mi piacerebbe sfidarti.
-Wow, passiamo subito al sodo? –Disse lei, ridendo; le parole erano uscite talmente spontanee che Rei si era quasi sorpreso di se stesso, non aveva mai chiesto una sfida in modo così precipitoso.
Dal canto suo, lei lo guardava dritto negli occhi, non sembrava intimorita da lui e dalla lunga serie di incontri e vittorie che poteva decantare, neanche un po’, ed il suo atteggiamento gli piaceva.
-Sì. Sai, non capita tutti i giorni di incontrare l’altra Tigre, te l’ho detto, pensavo che il tuo Bit fosse solo una favola, che non fosse reale, scopro che invece esiste e ora sono impaziente di vederti in campo.
-Perfetto, non me lo faccio dire due volte. Non dico mai di no ad una sfida.–Lasciò il bagaglio a terra e si avvicinò a lui. –Dove vuoi che combattiamo?
-C’è una palestra, qui nell’associazione.
-Mostrami la strada, che aspetti?
-Certo, andiamo.
Mentre camminavano, la guardò e le chiese –Beh, e come hai chiamato il tuo bey?
-Proprio non lo immagini?
-Un’idea me la sono fatta. Drigress? Come il nome della Tigre stellare, nella leggenda?
Lei annuì. –Esatto.
-Sono proprio curioso di vedere come te la cavi, sai?
Entrarono in palestra, non c’era nessun altro.
Lei andò sicura dall’altro lato della sala e lasciò cadere a terra il giacchetto. Le braccia erano foderate da guanti neri, in pelle, tra le mani il dispositivo di lancio, d’un rosa accecante, si mise in posa.
-Sei pronto, campione del mondo?
-Certo che sì. –Il ragazzo si preparò a lanciare, mentre lei faceva –Tre, due, uno. Lancio.
Tirarono entrambi la leva del dispositivo di lancio con grande decisione, Rei non aveva mai visto niente del genere. Ayame si muoveva con grazia, leggerezza, e non gridava ordini al suo bey, che però si muoveva con determinazione e forza.
-Ma come fai a controllarlo senza parlare?
Lo guardò, sorridendo. –Pensavo fossi più furbo, Rei.
-Ma come osi?
Drigress attaccò Driger con un incredibile colpo che lo sbalzò lontano, il bey del ragazzo tornò ad attaccare la trottola che turbinava mescolando il bianco ed il rosa di cui era dipinta. –Dovresti sapere che dare ordini al tuo bey permette all’avversario di sapere cosa stai per fare, invece, creando un legame mentale con il Bit che vi risiede all’interno, non c’è nulla che possa intromettersi tra voi due. Che tipo di rapporto hai col tuo animale sacro?
-Ma chi ti credi di essere per darmi consigli sul mio rapporto con Driger?
-Beh, pensaci, il grande Rei Kon battuto da una ragazzina. Non sarebbe umiliante?
-Adesso basta, ATTACCA DRIGER, ARTIGLIO DI TIGRE!
Lo spirito della Tigre terrestre si librò dal bey, e vide che, contemporaneamente, la Tigre stellare faceva lo stesso. Le auree si scontravano, quella velata di verde di Driger, e quella velata di rosa di Drigress iniziarono a colpirsi, e la luce diventava sempre più accecante, lei non diceva nulla ma era come se il suo Bit sapesse già ogni cosa, Rei l’attaccava, senza demordere, ma sembrava sempre più forte di lui.
No, decisamente non aveva mai combattuto contro un avversario simile.
La porta della palestra si aprì dopo pochi istanti, entrarono Takao, Max e il professor Kappa. –Rei! Abbiamo visto la Tigre e quel Bit…oh, cavoli…
Tutti e tre restarono a bocca spalancata, fissavano i due Bit Power che si combattevano con ferocia, scontrandosi senza esclusione di colpi. Max fece –E’…è assurdo! È un’altra Tigre Bianca! È uno scherzo?
-Ma chi è questa ragazza, che ci fa nella nostra palestra? Che sta succedendo qui?–Chiese allarmato il professor Kappa, Rei lanciò loro uno sguardo e gridò –Chiudete il becco voi tre!
-Ti lasci distrarre da così poco?
-Vuoi smetterla di provocarmi?
-Dovresti essere un esempio di calma e razionalità, eppure mi sembri davvero agitato. Cosa ti spaventa, eh? Perdere? Oppure il fatto che Driger venga sconfitto da Drigress? E che la leggenda continui con la tua Tigre terrestre sbalzata via dal campo di gioco?
Drigress lanciò fuori dalla piattaforma di lotta Driger che si fermò, ancora fumante per il movimento rotatorio a quella velocità, ai piedi del ragazzo, che lo guardava con gli occhi dorati spalancati, era allibito, lei gli si avvicinò, sollevò Driger e glielo porse, sorridendogli. -La prossima volta vorrei che tu fossi più concentrato. Credo di meritare d’essere presa sul serio, no?
-Lo ero, ero concentrato io…. –Prese il suo bey, e lei guardò altrove, dicendo -No, non abbastanza. Sono la tua fan numero uno al mondo, conosco ogni tua tattica e so quando ti lasci distrarre. Stavolta l’hai fatto. Non era così che volevo vincere, scontrandomi per la prima volta con te. Non sono felice nemmeno io per come si è concluso il nostro scontro.
-Sapevi che mi sono distratto e mi hai attaccato comunque?
-Sì.
-E’ una mossa piuttosto sporca.
-Non avrei dovuto farlo, è vero, e ti chiedo scusa. –Lo baciò su una guancia e si allontanò, verso gli altri, lui era rimasto di nuovo lì fermo come un idiota, era arrossito, lo sentiva dal calore sparso sulla sua faccia.
-Ma tu chi sei? …e…che ci fai qui? Come hai fatto a battere Rei? –Le chiese il professore, lei gli porse una mano. –Il tuo Bit Power è una Tigre Bianca!
-Mi chiamo Ayame, sono appena stata selezionata per prendere parte ai Blade Breakers, dovrò sostenere una serie di prove, spero di superarle, e sono arrivata poco fa.
-Caspita, è bravissima a giocare, ed è anche carina…piacere! Io sono Max! –Disse il loro amico, porgendole la mano, con un gran sorriso, lei la strinse. -So chi sei, Max Mizuhara, il campione che ha sbalordito tutti sul suolo americano. E tu, invece, sei Takao.
-Piacere di conoscerti. –Fece lui, grattandosi la testa. –Cavolo, sei brava sul serio. Hai battuto Rei, non è mica facile.
-Ha solo avuto fortuna. –Si difese lui, Takao gli lanciò un sorriso imbarazzato in segno di scuse, lei alzò le spalle. –Beh, sì, ho avuto una discreta fortuna. Ora scusate ragazzi, cerco il presidente Daitenji, mi assegnerà la mia stanza. Ci si vede a cena, ciao.
 
Quella sera a cena, Ayame entrò e prese posto accanto a Rei. –Ti scoccia se siedo qui?
-E’ uguale.
Di Kai non c’era ancora nessuna traccia, il presidente stava presentando Ayame a tutti, raccontando del suo percorso da blader di periferia ad aspirante Blade Breaker. –Ayame ha vinto ben dieci tornei prima di essere scelta per le prove d’ammissione alla squadra. Inoltre, il suo Bit Power è incredibilmente affine a quello del nostro Rei, e immaginavo fossi curioso di conoscere la persona che possiede l’altra Tigre Bianca, mi sbagliavo?
-Affatto. –Rispose lui, con poco entusiasmo.
-Presidente, Rei era curiosissimo, così curioso che ha chiesto uno scontro ad Ayame e ha perso. –Disse il professor Kappa, il presidente scoppiò a ridere.
-Oh ho! Allora è tutto ancora più divertente!
Kai fece il suo ingresso in cucina e prese posto.
-Ciao, Kai! Dove ti eri cacciato? –Chiese Takao, Kai sbuffò.
-Ad allenarmi. Sono l’unico che se ne preoccupa, a quanto pare voi siete impegnati a fare altro.
-Sempre simpatico, eh? –Disse Takao, poi si concentrò sulla sua cena. Il presidente aveva fatto sushi rolls, sashimi, e carpacci, tempura e una gran quantità di altre pietanze. Ayame si versò della salsa di soia nel piatto, poi si voltò verso Rei –Ne vuoi?
-No, grazie.
-Ce l’hai ancora con me? –Gli chiese sotto voce, lui scosse la testa.
-Sai che me ne importa di una sconfitta, e poi è stato un caso.
-Rei, ma perché reagisci in questo modo? Credi sia stato un caso? Se vuoi, dopo cena posso anche concederti la rivincita, e allora scopriremo se è stato un colpo di fortuna o no. E sarò ancora più felice di batterti.
-Ci sto.
-Di cosa parlate voi due? –Chiese Takao, guardandoli di sottecchi, Rei alzò il viso, con un’espressione neutra. –Nulla.
-Non ci credo, ahm…Ayame, mi passeresti la salsa di soia?
-Certo, tieni Takao.
-Ayame oggi è stata incredibile! Presidente, deve credermi, è stata davvero eccezionale! –Disse entusiasta Max, l’uomo rise sotto i suoi grossi baffi bianchi e gli rispose –Beh, Ayame è stata selezionata dopo un lungo torneo, durante il quale non ha avuto rivali. Inoltre immaginavo che il suo Bit avesse attinenza con le origini di Rei e il loro potere unito scommetto sarà un’arma vincente per la nostra squadra.
-Le ragazze sono deboli. –La voce di Kai gelò l’atmosfera nella stanza, tutti si voltarono a guardarlo.
-Kai!
Lui teneva gli occhi chiusi e le braccia conserte. –E’ una ragazza presidente, e per quanto possa essere abile, si lascerà sempre dominare dagli istinti e dalla passionalità. Non riuscirà ad essere distaccata.
-Dovresti metterla alla prova, avresti dovuto vedere come ha spazzato il Driger di Rei fuori dal campo oggi pomeriggio. –Disse il professor Kappa, quella storia iniziava ad innervosirlo.
-Potete smetterla di ripeterlo ogni secondo? Okay, mi ha battuto, è in gamba, assodato, ora cambiamo argomento.
Ayame sorrise, poi guardò il professor Kappa. –Ha ragione lui, professore. Inoltre…Rei è stato distratto dalle vostre chiacchiere, in palestra. Scommetto che lo scontro sarebbe durato ancora parecchio.
La ragazza fissò lo sguardo su Kai e poi aggiunse, con un mezzo sorriso. –E poi non è detto che sia una particolarità delle ragazze, quella di lasciarsi sopraffare dalle emozioni. A volte gli stessi pregiudizi sono una sorta di emozione, se lasci che abbiano la meglio su di te, ti comporti da debole. Ottima cena, signor presidente, credo che adesso andrò a disfare il mio bagaglio. A dopo, ragazzi.
-Tu le piaci, te lo dico io. –Disse Takao, dando una gomitata a Rei.
-Che cosa? Ma smettila. –Rispose lui, paonazzo.
-E sai cosa? Penso che anche lei piaccia a te, anzi, ne sono sicuro. –Continuò lui, Rei lo guardò male e continuò a mangiare il suo sushi.
Non sapeva se e quando Ayame si sarebbe presentata per lottare ancora, sentiva quasi Driger scalpitare nella sua tasca, rimase seduto sul suo letto per ore, intorno alle undici sentì qualcuno bussare alla porta, quando aprì se la trovò davanti, -Scusa se ci ho messo tanto, avevo bisogno di fare una lunga doccia.
-Figurati, solo che a quest’ora sveglieremo tutta l’associazione. Speravo riuscissimo a lottare da soli, senza interferenze, ma se faremo baccano sarà un problema tenere la cosa per noi.
-Che ne dici se rimandiamo tutto a domani, e per stasera andiamo a dormire?
-…paura, ragazzina?
-Ti ho battuto, ricordi? I ragazzi ci hanno tenuto a ripeterlo ogni volta che potevano.
-L’ho notato. –Fece lui con una smorfia, Ayame si alzò sulle punte e gli baciò di nuovo una guancia.
-Non prendertela, campione del mondo. A domani.
-…a…a domani.
E la ragazza con gli occhi del colore del mare si allontanò nella notte, lasciando Rei a guardarla imbambolato.
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > BeyBlade / Vai alla pagina dell'autore: kimala_driger