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Autore: Miss Mistery    19/12/2014    4 recensioni
Stava solo ricordando sua sorella, la stava solo rimproverando per averlo lasciata, le stava solo raccontando la sua vita, stava solo pregando nel suo cuore di rivederla un ultima volta.
Tratto dalla storia:
"Farai il bravo bambino, vero Nico?"
Genere: Fantasy, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Bianca di Angelo, Nico di Angelo, Will Solace
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Faceva davvero molto freddo quel giorno. Piccoli fiocchi di neve cadevano delicati sul mondo cospargendolo di un manto bianco e soffice.
Un ragazzo camminava mettendo un piede dopo l'altro con cautela cercando di non cadere o di non rimanere incastrato.I capelli neri spuntavano fuori dal cappello che era calato fin sopra li occhi.Teneva le mani in tasca e borbottava qualcosa mentre procedeva a fatica.
In lontananza si scorgevano i rami di un grande albero spoglio. In qualche modo era inquietante ma caloroso allo stesso tempo. Era un albero solitario, si stagliava imponente in mezzo alla radura innevata e in giro non c'era anima viva. I rami dell'albero si prostravano alti nel cielo quasi a volerlo raggiungere, ma l'assenza di foglie lo faceva sembrare come un essere in cerca di aiuto.
La neve continuava a cadere accumulandosi sempre di più e ricoprendo quei rami spogli.
Il ragazzo si stava sempre di più avvicinando alla pianta ma ogni dieci passi si fermava e si guardava indietro in cerca di qualcosa o di qualcuno.Poi tirava un sospiro di disappunto e ricominciava a camminare borbottando, le mani sempre nelle tasche del giubbotto e i piedi che affondavano quasi di tre centimetri a ogni suo passo.
In prossimità dell'albero il ragazzo si fermò, però questa volta non si guardò indietro ma continuò a fissare un punto davanti a se. Sembrava quasi che stesse osservando l'albero ma poi si avvicinò ancora di più fino a giungere a pochi metri di distanza da una grande pietra scura di forma rettangolare.
Era una lapide. Di un colore scuro, nero pece.
Ai suoi piedi la neve era sciolta e spuntava dell'erba verde, vicino c'erano tre candele di diverso colore che ardevano nonostante il clima freddo e il venticello che soffiava in continuazione.
Si avvicinò di più questa volta però con più esitazione, si inginocchiò e tirandola fuori dalla tasca allungo una mano fino a toccare la pietra. A contatto con la pelle la pietra era fredda e ruvida ma in qualche modo, per il ragazzo, anche molto confortevole.
Fece un sorriso malinconico e ripassò con il dito le scritte e i simboli incisi sopra il monumento.
C'erano due simboli sulla pietra , sembrava quasi fossero stati incisi lì sopra con la magia per quanto erano perfettamente lineari.Il primo era un arco con una freccia,ricoperti entrambi di argento.Il secondo era un po' più grande e rappresentava un casco. Le decorazioni di quest'ultimo erano talmente minuziose e ben scolpite che sembrava quasi volesse uscire fuori dalla pietra.
Infine le dita del giovane raggiunsero il nome inciso sulla lapide. " Bianca di Angelo"
-Ehi sorellina - disse il ragazzo.
Poi si ritrasse e cominciò a ridere. Si sentiva davvero uno stupido a parlare cosi affettuosamente ad una pietra. Sopratutto perché sapeva che ormai Bianca non poteva più sentirlo e lui non poteva più invocarla o andarla a trovare.Lei si era reincarnata.
-Uff....- il ragazzo sospirò mentre si alzava e si ripuliva le ginocchia dalla neve e dal fango- tutta colpa sua. Mi ha detto che mi sarei sentito meglio se lo avessi fatto,anche se so che lei non può sentirmi. Che cosa stupida...-
Nonostante quelle parole i suoi occhi guardavano con affetto quel nome e lasciavano traspirare un misto di tristezza e pentimento.
-Sei stata davvero cattiva Bianca...- nonostante tutto cominciò a parlare- ... avevi promesso di non lasciarmi ma sei morta, ero davvero solo. Poi però ho capito che ti potevo andare a trovare quando volevo con il permesso di papà, ma tu hai deciso di abbandonarmi di nuovo,reincarnandoti...- sembrava quasi sul punto di mettersi a gridare e piangere ma mantenne lo sguardo fermo, impassibile.
Emanava una strana luce, quasi oscura. Sembrava come se fosse in continuo contatto con i morti e in effetti era cosi. Nico di Angelo era sempre in contatti con i morti di sua volontà o meno. Lui , dopotutto, era figlio di Ade.
-Ma non sono triste, affatto...- qualcosa si accese in lui mentre pronunciava quelle parole- Ho dei buoni amici. Ricordi? Percy, Annabeth, Grover e poi quelli nuovi che tu non hai potuto conoscere, i romani. Ho una nuova sorella , Hazel. E' davvero carina , proprio come te.E poi c'è...- arrossì di colpo-... poi c'è anche un'altra persona importante, davvero importante.E' stato lui ha dirmi di venire qui...- sembrava che dire quelle parole lo stesse mettendo più in imbarazzo di quanto si fosse immaginato, eppure non c'era nessuno lì che lo potesse sentire sul serio.
Si accasciò a terra mettendosi le mani sulla faccia per coprire quell'espressione imbarazzata.
-Hai male da qualche parte?- disse ad un tratto una voce sconosciuta dietro a Nico.
Il ragazzo si girò di colpo sorpreso e guardò in faccia la fonte della voce. Un forte vento gelido soffiò all'improvviso facendo cadere il cappello di Nico che chiuse per un attimo li occhi per ripararli dalla corrente.Quando gli riaprì si trovò davanti una bambina.
Una piccola e graziosa bambina. Era vestita molto pesante, con un lungo capotto rosso e un cappello dello stesso colore. I riccioli biondi le cadevano sulle spalle,cosi soffici da sembrare anche loro neve e li occhi, di un colore nero pece,entravano in contrasto con la pelle bianca come il latte.
-Tu... chi sei?- chiese il figlio di Ade rimanendo per un attimo folgorato da una strana sensazione.
- Mi chiamo Angel.Tu cosa fai qui tutto solo?- gli chiese la bambino con un'espressione curiosa.
-Dovrei chiederti io cosa ci fa una bambina cosi piccola tutta sola in mezzo al nulla.- disse Nico raccogliendo il capello.
-Ehi!- mise il broncio la bimba incrociando le braccia- io non sono piccola, ho ben SEI anni , SEI!- marcò sulla parola "sei" mostrando il numero con le piccole dita.
Il ragazzo sorrise divertito da quella bambina cosi energica.
-E poi non sono sola, sono con i miei nonni. Siamo venuti qui in visita e visto che io amo la neve mi hanno portato in questo GRANDISSIMO posto per fare un pupazzo- disse questo con un'espressione talmente felice che sembrava stesse parlando di un immenso tesoro e non di semplice neve.
-Mmh, capisco. Dove sono i tuoi nonni ? Non dovresti andare da sola per i fatti tuoi potrebbe esserci qualcuno di cattivo in giro
-Davvero? Ma tu non sei cattivo , no? Farai il bravo bambino.
Nico parve sorpreso da quelle parole, per pochi istanti gli comparve davanti una scena, la scena di un passato lontano, e si senti una voce: " Farai il bravo bambino, vero Nico?" disse sua sorella mentre lo accarezzava sulla testa.

-Ehi, ehi. Quello cos'è?- continuò la bambina saltellando in direzione della lapide. Poi si fermò d'un tratto e parve diventare triste.
-Quella è una tomba, la tomba di mia sorella maggiore. E' morta un po' di tempo fa. - mentre lo diceva si avvicinò e si mise di fianco alla bambina.
- B...Bian...Bianca di.. An... angelo- cercò di leggere la bambina- Bianca di Angelo. Si chiama cosi. Che bello! che bello! Mi piace proprio tanto.
Nico la guardò e le sorrise con calore e la bambina arrossi per un attimo.
-Si , mia sorella ha proprio un bel nome.
Si sentì un fruscio di passi in lontananza e una voce strillo.
-ANGEL, ANGEL!! DOVE SEI??! ANGEL
-E' il nonno! - strillo la bambina diventando di nuovo tutta energica.
-A quanto pare ti hanno trovata, su corri da loro prima di perderti di nuovo- disse il figlio di Ade dando una pacca sulla spalla della bambina.
-Vado, vado. Devo fare un pupazzo di neve con i nonni. Ci vediamo!- gridò la bambina corredo in direzione delle figure.

Poi a metà strada però si fermò e si girò di nuovo verso Nico, la sua espressione sembrava più adulta e determinata.
-Farai il bravo bambino, vero Nico?
Nico si sorprese, non solo per le parole della bambina ma anche perché per un attimo, solo per un attimo , gli parve di vedere dietro a Angel una ragazza dai lunghi capelli neri e dagli occhi dello stesso colore che gli sorrideva mentre impugnava un arco.
Il ragazzo si rimise il capello , tornò con le mani in tasca, riguardò la bambina e sorridendo rispose- Si.Ma non sono più un bambino ho quasi diciotto anni , sorella...
La bambina ricominciò a correre fino a raggiungere le figure che si vedevano in lontananza e poi scomparve all'orizzonte mano nella mano con la sua nuova famiglia.
-Ehi, hai fatto?
Nico si voltò e si ritrovò davanti un ragazzo dai lunghi capelli biondi e magnifici occhi azzurri.
-Si Will, come sempre hai fatto tardi però possiamo andare.- disse prendendolo per mano.
-Spero che ti senta meglio- sorrise il figlio di Apollo a Nico
- Si, grazie per aver insistito a farmi venire qui. Sai la cosa buffa? Una "figlia di Ade" che viene chiamata Angel.Angelo. Ironia della sorte direi.- rise Nico
-Eh?Di che parli?
-Ah... lascia stare. Andiamo.
I due si allontanarono nella direzione opposta presa dalla bambina.
Pochi minuti dopo il silenzio era sceso nella radura. L'albero era di nuovo un essere solitario che si stagliava sulla collina silenziosa come se non ci fosse mai stato nessuno lì. Solo le impronte sulla neve indicavano che in quel punto era avvenuto un importante incontro e un importante addio.
  
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