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Autore: Adeia Di Elferas    19/12/2014    0 recensioni
Edna viene cacciata da Downton, dopo che Branson si è confidato con la signora Hughes. Thomas, ovviamente, è al settimo cielo quando lo viene a sapere e subito comincia a pensare ad una sostituta dell'odiata cameriera personale di Lady Cora.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Charles Carson, Thomas Barrow
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Upstairs & Downstairs Abbey'
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 Gli spiaceva solo di non essere stato lui a trovare il pretesto per farla cacciare. Quella maledetta Edna avrebbe potuto essere una seconda O'Brien, se solo non fosse stata così stupida.
 Non aveva capito che quello che stava invadendo era un terreno che non faceva per lei. E adesso avrebbe pagato.
 “Oh, ve ne state andando finalmente?” disse Thomas, malevolo, mentre la donna trascinava la sua valigia lungo il corridoio della servitù.
 Lei lo guardò un momento, poi proseguì come se nessuno le avesse rivolto la parola. Thomas la lasciò scivolare via, senza provare a dirle altro.
 Quando aveva provato a tirarla dalla sua parte, ad averla come alleata, lei aveva sottovalutato la cosa e questa era una punizione sufficiente.
 Inoltre... Ah, come aveva osato pensare anche solo lontanamente di poter sedurre Branson e rimanere impunita?
 Thomas guardò ancora un po' in direzione di Edna, che stava definitivamente uscendo di scena. Si lisciò con calma il risvolto della giacca e sorrise compiaciuto.
 Era un vero sollievo vedere qualla vipera uscire da Downton, sapendo che non vi avrebbe mai più fatto ritorno.
 Aveva addirittura cercato di fargli capire che a breve sarebbe stata in condizione di dare ordini a tutti. Aveva detto che sarebbe venuto il giorno in cui tutti loro della servitù sarebbero stati felici di non averla avuta come nemica. Ma chi si credeva di essere?
 Beh, poteva credere quel che voleva, alla fine era stata smascherata e buttata fuori in quattro e quattr'otto!
 Con un passo più leggero ed un'espressione stranamente compiaciuta in volto, Thomas cominciò ad aggirarsi per i locali della servitù.
 Adesso doveva giocare al meglio le sue carte. Doveva sfruttare il fatto che Lady Cora ora si fidava di lui. Doveva proporre qualcuno da infiltrare ai piani alti così come ai piani bassi. E soprattutto qualcuno che non tentasse Branson.
 L'ultima cosa che voleva era una matrigna per la piccola Sybbie. Nessuno doveva sosituire Lady Sybil. Pensare che avevano rischiato di vedere Branson impalmare quella maledettissima Edna...
 Thomas fece un breve sbuffo, scuotendo il capo tra sé. “Barrow. Avete del tempo da perdere a gingillarvi, vedo.” disse Carson, piombandogli alle spalle.
 Thomas si schiarì la voce, cercando di ritrovare il suo solito contegno: “Ho un momento libero, sì.” “Momento che si potrebbe utilizzare meglio, immagino.” disse Carson, impettito.
 Thomas strinse il morso e fece un lieve sorriso, senza sapere come rispondere. Erano passati anni, eppure quando Carson gli parlava a quel modo si sentiva ancora un semplice cameriere.
 Carson gli fece un impercettibile cenno, che stava a significare di mettersi al lavoro e basta. Non avendo voglia di sfoderare una delle sue frasi al veleno, ed ancora galvanizzato dall'idea di aver sventato un'orribile futuro per la piccola Sybbie, Thomas girò sui tacchi e si allontanò, pensando ancora a che nome proporre a Lady Cora.
 Quando arrivò nella sala domestici, Thomas sorrideva ancora. Incrociò la signora Patmore, che vagava senza meta con un foglio in mano. Stava cercando qualcosa, forse un ingrediente che mancava nella ricetta, e quando vide Thomas all'inizio non vi fece caso. Poi, però, si accigliò e lo fissò: “Oh buon Dio, signor Barrow... Non vi vedo così felice da quando la signora West è stat mandata via...”
 Thomas allargò il proprio sorriso e per una volta decise di non essere sgradevole con la cuoca: “Esattamente, signora Patmore. La sensazione che provo in questo momento è la stessa di quella volta. Sì. La sensazione è quella.”
 La signora Patmore lo guardò sospettosa ancora per qualche secondo, poi alzò una mano e le sopracciglia e borbottò: “Valla a capire, certa gente...” e tornò a concentrarsi sulla sua lista di ingredienti che portava con sé.
 Quando se ne andò, lasciando di nuovo Thomas da solo, il vice maggiordomo stava ancora sorridendo da solo. Si sentiva quasi stupido. Non riusciva a togliersi quel segno di soddisfazione dal volto.
 Si specchiò nella teiera e intravide il proprio volto trasfigurato, in parte per la superficie irregolare, un po' per il sorriso. Tentò di tornare serio, ma la faccia di Edna che raccoglieva alla chetichella le sue cose continuava a tornargli in mente.
 Non ci fu nulla da fare, quel sorriso non se ne andò fino a che non si coricò, quella sera, nel suo letto.
 Solo allora la sua mente riuscì a sbarazzarsi dell'immagine liberatoria di quella streghetta che se ne andava.
 Anche se per tutto il giorno aveva cercato di togliersi dal viso quel sorriso, adesso che era scomparso avrebbe tanto voluto poter farlo tornare. I pensieri positivi erano stati travolti dai ricordi e da sensazioni che odiava. Come ogni sera, i suoi fantasmi tornavano a tormentarlo.
 “Oh, avanti...” sussurrò da solo, cercando di non pensare più a niente e basta. Siccome non ci riuscì, decise di convogliare gli sforzi della sua mente, che non ne voleva sapere di mettersi a tacere, alla rierca di una candidata per prendere il posto di Edna come cameriera personale di Lady Cora.
 Si stava quasi per addormentare, pensieri e ricordi intrecciati insieme come un cuscino in parte accogliente e in parte insopportabilmente rigido, quando un volto apparve prepotentemente nella sua testa. Un volto diverso da quello giovane e fresco di Edna. Il volto di una donna non più giovane ed affidabile, almeno per lui.
 “Ma certo...!” disse, spalancando gli occhi nel buio: “Phyllis!”
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