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Autore: SheDark    20/12/2014    0 recensioni
Angel è la tipica cattiva ragazza che ama divertirsi con il suo gruppo di amici, e ultimamente si è accorta di essersi presa una cotta per il suo migliore amico, Calum. Ma è indecisa se tenerselo per se o se rivelare tutto al ragazzo.
Riuscirà a prendere una decisione? E se lo farà, come andrà a finire?
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Calum Hood, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi chiamo Angel, ma solo per nome: l’ultima cosa che si può dire di me è che sono un angelo. Nella realtà sono quella che viene etichettata come una compagnia da non seguire, la cosiddetta cattiva ragazza: marino abitualmente la scuola e quando ci vado prendo pessimi voti o mi mettono in punizione, sono sempre in giro con i miei amici e non vado per niente d’accordo con i miei genitori tanto che è da un po’ di tempo che vivo da sola poiché la mia famiglia si è stufata di dovermi mantenere; così la mia casa è diventata un po’ come il covo della mia banda.
Mi piace divertirmi, ecco tutto, e non vedo nemmeno cosa ci sia di male in questo: sono giovane e non voglio sprecare il mio tempo; sfrutto ogni momento in favore dello svago senza pensare alle conseguenze, e forse questo è il mio più grande problema. Più volte ho rischiato grosso per delle stupide scommesse con il mio gruppo di amici: adoro le sfide, le accetto volentieri e raramente perdo; ovviamente non potrei affrontarle senza avere il mio migliore amico Calum come spalla, siamo sempre insieme e devo ammettere che siamo una squadra imbattibile.
Ultimamente però mi sono accorta che, nell’ultimo periodo, l’amicizia ha lasciato il posto ad un altro sentimento: infatuazione, amore o solo una cotta adolescenziale (pensatelo come volete); ma non potevo tenermelo dentro così ho proposto a me stessa una nuova sfida (forse la più difficile della mia vita): rivelare al ragazzo i miei sentimenti e sperare di non rovinare l’amicizia o, peggio, diventare lo zimbello del gruppo.
 
Quella era la sera perfetta: la notte di Halloween, avevo appena scommesso che avrei avuto il coraggio di passare l’intera nottata nel cimitero della città, tutti mi presero per pazza ma lui no, anzi (come avevo previsto) decise persino di tenermi compagnia. Così, preparato uno zaino contenente delle coperte e un po’ di cibo per evenienza e presa la chitarra di Calum (che non poteva mancare), ci siamo addentrati nel camposanto, mentre i nostri amici fifoni decisero di rimanere i fuori dai cancelli a fare da vedetta e per assicurarsi che non barassimo.
Il cimitero era ovviamente silenzioso e statico, da brivido, e mi metteva leggermente in soggezione; Calum come accortosi della mia breve esitazione mi strinse la mano intrecciando le dita alle mie per darmi coraggio, e il gesto mi fece arrossire; fortunatamente era buio e lui non se né accorse, almeno penso.
<< Se hai paura possiamo tornare indietro >> disse comprensivo.
<< No, non ho mai perso una scommessa. Ce la posso fare… >>
<< Ce la possiamo fare! >> mi corresse con un largo sorriso sulle labbra carnose. Dio quanto adoravo quel sorriso!
<< Grazie Cal, grazie per essere qui con me >> dissi piano guardandolo nei grandi occhi scuri dalla forma allungata.
<< Ti seguirei anche in capo al mondo, Diavoletta. >> mi mise un braccio sulle spalle e io gli sorrisi riconoscente.
Ci sistemammo sotto l’unico lampione acceso che però emanava una luce gialla opaca a intermittenza, rendendo la nostra permanenza li ancora più sinistra.
Calum si mise subito a strimpellare con la chitarra e così iniziammo a canticchiare intorno ad un fuocherello che eravamo acceso per scaldarci leggermente: se non ci fossimo trovati in un cimitero nel cuore della notte di Halloween poteva pure sembrare un’uscita romantica. 
Mi persi ad osservare le fiamme che danzavano mosse dal vento fantasticando che mi resi conto che il ragazzo mi stava parlando solo quando mi sentii pizzicare. Mi girai irritata fregandomi il braccio, ma mi passo subito quando vidi il fuoco illuminare il viso squadrato di Cal, che rideva per la mia reazione.
<< Scusa, ma ti eri come imbambolata. >> Mi piaceva troppo la sua risata. << Comunque… io voglio andare ad esplorare un po’, vieni con me? >> disse coraggiosamente facendomi un leggero occhiolino.
<< Tu sei matto, non ci penso proprio. >>
<< Ok, allora ti lascio qui tutta sola soletta… >> Si stava già incamminando, molto lentamente (probabilmente immaginava che l’avrei fermato). Infatti.
<< Non puoi lasciami qui da sola. >> mi precipitai da lui tirandolo per un braccio, << Aspettami, dai… >>
<< Prima devi prendermi! >> disse facendo la linguaccia e iniziando a correre. L’odiavo e adoravo allo stesso tempo quando si comportava in quel modo tanto infantile.
Iniziammo così una specie di nascondino tra i loculi, rincorrendoci e ridendo; ad un certo punto non lo vidi più e tutto diventò improvvisamente silenzioso, mi resi conto che eravamo arrivati fino alla zona più abbandonata del cimitero. Fu allora che iniziai ad avere paura: mi giravo intorno in cerca del ragazzo, ma senza trovarlo.
Qualcuno spuntò alle mie spalle e mi cinse la vita, scostandomi i capelli dietro all’orecchio con la mano.
<< Eccoti… >> sentii dirmi in un sussurro. E mi prese il panico, iniziai a svincolarmi da quella stretta, gridando con le lacrime che iniziavano a solcarmi il viso.
<< Angel, Angel sono io, Cal… >> il ragazzo si piazzo davanti a me chinandosi leggermente per guardarmi negli occhi e mi prese il viso tra le mani, << Era solo uno scherzo. >> 
<< Calum? >> Il ragazzo mi passò delicatamente il pollice sulla guancia per asciugare una lacrima, annuendo.
<< Scusa, non volevo spaventarti… forse ho esagerato un po’ >> disse accorgendosi che quello scherzo innocente mi aveva fatto prendere un bello spavento. << Dai torniamo indietro. >>
Detto ciò e senza aspettare che gli dessi il permesso, mi prese in braccio e mi riportò al nostro accampamento improvvisato, chiedendomi mille volte ancora scusa.
Tra le sue braccia mi sentii al sicuro come mai prima d’ora, lo osservai alla luce pallida della luna e con gli occhi seguii i suoi lineamenti: la mascella squadrata, le labbra carnose, i grandi occhi a mandorla, i capelli neri sempre scompigliati, quelle labbra che avrei voluto baciare in quello stesso istante.  Mi strinsi al suo petto e chiusi gli occhi lasciandomi cullare nel suo abbraccio.
<< Hei, Angi, mi tieni ancora il muso per prima? >> Calum era mortificato e io, bastarda come sono, non gli avevo ancora rivolto la parola. << Angi? E dai cagami… ti ho già detto che mi dispiace. >>  
Un marshmallow mi colpì il viso, guardai il ragazzo che sorrideva divertito e si preparava a lanciarmene un secondo, che evitai scansandomi.
Io gli risposi imitando il suo gesto, non riuscivo a stare arrabbiata con lui. Iniziò così una battaglia a suon di masrhmallow tra le nostre risate che riempivano il silenzio del cimitero.
<< Ah è così che la metti? >> Calum lanciò alle spalle il suo pacchetto di caramelle facendole volare da tutte le parti, e scavalcato il fuocherello, si buttò su si me con tutto il suo “dolce” peso, iniziando a farmi il solletico.
<< Smettila! >> dissi travolta dalle risate.
<< Mi perdoni? >>
<< No. >>
<< Allora non smetto! >> mi rispose ridendo, ricattandomi.
<< E va bene. Mi arrendo! >> dissi cercando di togliermelo di dosso, << ti perdono, ti perdono. >>
Finalmente smise di torturarmi e tornò a recuperare il pacchetto che aveva lanciato; mi portai una mano alla bocca nascondere uno sbadiglio: erano circa le 4 del mattino.
<< Hai sonno? >> chiese il ragazzo sedendosi vicino a me con una coperta sulle spalle.
<< Un pochino… >> Si alzò un vento freddo che mi fece battere i denti.
<< Se hai freddo qui c’è posto anche per te. >> Calum allargò un braccio e mi incorporò a lui stringendomi con la coperta.
Io appoggia la testa alla sua spalla, << Cal, devo dirti una cosa… >> Era il momento!
<< Dimmi, sembra una cosa seria. >>
Ora la paura di rivelargli la mia attrazione mi lacerava: dirglielo, non dirglielo, che cosa dovevo fare?  Ma ormai non potevo più tirarmi indietro, così presi coraggio.
<< Volevo dirti che… è da un po’ che me ne sono resa conto, ehm come dire… Cal ecco tu… tu mi piaci >> dissi poi tutto d’un fiato, liberandomi di quel peso.
Ci fu un silenzio imbarazzante, scrutavo Calum per cercare di capire che ne pensava, ma il suo viso non esprimeva emozioni, il nulla. Mi sentii una merda: avevo fatto un casino!
<< Scusa, forse non avrei dovuto dir… >> iniziai a dire, balbettando leggermente, amareggiata.
<< No, no Angi… scusami te, mi hai preso impreparato. >> mi fermò lui, << Non so cosa dirti. Scusami, scusami davvero ma non so se io provo la stessa cosa per te… >>
Mi sentii crollare il mondo addosso: mi aspettavo una risposta decisamente diversa, e mi imposi di non piangere.
<< Siamo ancora amici,vero? >> mi chiese il ragazzo dopo un po’ di silenzio.
Non sapevo se volevo ancora la sua amicizia, dopo quello che gli avevo detto non sarei più riuscita a guardarlo e scherzare allo stesso modo con lui, come avevamo sempre fatto prima che io rovinassi tutto.  In quel momento presi una decisione, una decisione dolorosa sia per me che per lui. 
<< No, mi dispiace… >> dissi in un sussurro. Mi alzai asciugandomi una lacrima e mi allontanai verso il cancello del cimitero.
Non era ancora l’alba e appena i miei amici mi videro scavalcare la cancellata festeggiarono per la vittoria, non si erano nemmeno accorti che stavo piangendo.
Quella notte non solo avevo perso per la prima volta ad una scommessa ma ancora peggio, avevo perso il migliore amico che potessi mai avere.
Mi tirai fuori da quel gruppo di amici; non riuscivo a stare in compagnia di Calum senza sentirmi triste, e notai che anche lui non riusciva più a stare con me come prima: quando eravamo nella stessa stanza la tensione si poteva tagliare con un coltello, e da quel giorno non vidi mai più Calum.


Chiedo scusa per questo finale inatteso, credo vi aspettavaste una fine decisamente diversa. Comunque spero che questa OS vi sia piaciuta ugualmente e se volete lasciate qualche recenzione, mi farebbe piacere sapere che ne pensate.
   
 
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