Mi guardai allo specchio.
Capelli acquamarina, occhi verdi, pelle chiara, labbra carnose, piercing al labbro inferiore. Così ero diventata. Da una semplice ragazza a quella che, probabilmente, voleva sempre essere. Indossavo una maglia nera con una camicia a quadri nero-rossi, i miei amati jeans e le vans abbinate alla maglietta. Presi la borsa che si trovava buttata in un angolo della stanza, lo skate e scesi, senza salutare nessuno. Acida e stronza, così ero per tutti, perché vedono ciò che lasci vedere, senza cercare di capire chi sei realmente. Ma a me sta bene, in questo modo non devo dare troppe spiegazioni.
Cinque minuti dopo mi ritrovai in un parco, seduta su una panchina a fumare e guardare il cielo, vedevo solo puntini luminosi, ma andava bene, probabilmente quelle stelle sono come noi. Quando le guardiamo vediamo solo un puntino luminoso, mentre dietro c’è un mondo.
Finii un’altra sigaretta e mi alzai, girai un po’ per la città, troppe luci colorate. Tornai a casa. Odio il natale.




 

-----------------------------------------------------------------------

Anche se questo è solo un prologo,
ci tenevo a dirvi che prima di scrivere questa storia
sono stata lettrice anche io, di molte altre
e per questo ho cercato di non scrivere il solito romanzo
dove accadono sempre le stesse cose.
Anche se è molto complicato, spero di riuscirci
e che vi piaccia ciò che scrivo.
In caso contrario, accetto tutte le critiche.
Arrivederci.