Emmalyn Holden ci aveva pensato a lungo prima di decidersi a farlo.

Quella scala e quella porta chiusa che affacciavano al soffitto erano una sorta di protezione. Di protezione dal passato, dal dolore.

Michael Holden aveva riposto in quello spazio sovraffollato e impolverato i giochi appartenuti alle figlie quando erano bambine, i libri di diritto e tutto quanto parlava di Claudia Joy.

Con uno spintone deciso Emmalyn scostò la porta. Si aspettava di essere pervasa da qualcosa di mistico e, invece, avvertiva soltanto una mite nostalgia. Rammentava tutte le volte che Amanda e Jeremy l'avevano sfidata a prove di coraggio e le avevano ordinato di salire fin lassù.

"In soffitta ci sono i fantasmi Emmalyn. Sicura di volerci andare?"

Alle risate scanzonate del giovane Sherwood, la piccola Emmalyn stringeva più forte il suo orsetto di peluche e dopo un

"Taci stupido!"

Si avventurava in quello spazio misterioso e ricco di cimeli.

Emmalyn intravide il suo vecchio orsetto penzolare da uno degli scatoloni. Sdrucito, nonostante i rattoppi che Claudia Joy gli aveva applicato, e logorato dalle troppe coccole, dalle troppe nanne fatte insieme, dalle troppe contese che c'erano state tra la sua piccola padroncina e Amanda.

Proseguendo in quella miniera di ricordi Emmalyn si imbatté in uno scatolone colorato di rosso e decorato a festa. All'interno c'erano tutte le decorazioni natalizie con cui gli Holden avevano abbellito la loro casa durante i Natali passati.

Le formine di pasta di sale che lei e Amanda preparavano insieme a Claudia Joy per poi dipingerle con colori sgargianti prima di appenderle all'albero. I vestitini da elfi che la mamma aveva cucito per loro perché fossero le più belle in una recita fatta a scuola, la videocassetta di Cenerentola che aveva portato Babbo Natale e che Amanda aveva consumato a furia di mandarla avanti e indietro nel videoregistratore. Le collane di pasta che la mamma aveva fatto per loro, due palle di neve che Jeremy aveva regalato alle sue sorelle quando erano più grandicelli...

Allora era tutto favoloso. Le feste valevano la pena di essere celebrate con i baci zuccherosi di Claudia Joy, le risate allegre di Michael e i dispetti di Amanda.

Amanda che le diceva che Babbo Natale non esiste ricevendo in cambio una stizzita tirata ai suoi lunghi capelli neri.

Amanda che cantava insieme a lei Jingle Bell e le forniva, furtivamente, leccornie durante la messa di mezzanotte.

Amanda al sicuro nella preziosa bomboniera che era la loro casa. Amanda così lontana dall'Hump Bar.

Claudia Joy con il suo grembiule annodato con un grande fiocco sulla schiena intenta a preparare l'arrosto, la Lumberjack pie e a rimpinzare le sue bambine che si offrivano sempre per aiutarla ad impastare le torte per avere la ciotola da ripulire con un cucchiaino a testa.

Claudia Joy impeccabile padrona di casa. Clauda Joy giovane, bella e sana, stretta tra le braccia di papà e pronta a ballare con lui anche tutta la notte.

Uno scalpiccio improvviso fece voltare Emmalyn. Tra le mani stringeva una cornice: raffigurava loro quattro vicino all'albero addobbato in uno degli ultimi Natali che avevano passato insieme.

"Mi dispiace non ti ho sentito arrivare papà!"

Emmalyn cercò di riporre tutto in fretta. Certo per lei i ricordi erano dolorosi ma per suo padre erano insopportabili.

"Cosa stavi facendo?"

Il tono di Michael Holden, nella sua divisa da sergente, non era adirato.

"Stavo guardando...Oh niente lascia perdere: è stupido."

Michael sorrise carezzando sulla foto il ritratto di sua moglie.

"Ricordo una volta che tu e Amanda vi imponeste di restare sveglie tutte la notte per veder arrivare Babbo Natale giù dal camino. Vi addormentaste abbracciate sul divano."

"Non potevamo sapere che proprio Babbo Natale ci avrebbe coperte con quel caldo plaid che raffigurava le principesse Disney."

"Eravate così belle. Le mie ragazze perfette."

"Mi manca papà. Mi mancano. Mi mancano Amanda e la mamma!"

Emmalyn cercò rifugio nell'abbraccio del padre.

"Lo so tesoro. E ci mancheranno sempre ma non possiamo vivere per sempre nel passato e rendere doloroso il loro ricordo...Dobbiamo tornare a vivere."

Emmalyn sapeva che sarebbe stato difficile ma che era la cosa più giusta da fare. Per sua madre, per sua sorella.

Per sé stessa.

Si avvicinò all'albero sintetico e ne carezzò gli aghi finti.

"Forse quest'anno potremo portare questo in soggiorno ed abbellirlo, che ne dici papà?"