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Autore: DreamAngel24    21/12/2014    1 recensioni
Difficilmente avrebbe creduto che un uragano come lui sarebbe stato in grado di scombussolargli la vita piu' di quanto gia' non lo fosse. Un uragano di spensieratezza senza freni che riusciva a farla sentire meno sola di quanto credesse. Si somigliavano. Si completavano. Come avrebbe mai potuto dire di no a quel sorriso da bambino? Come avrebbe mai potuto vivere, dopo quel giorno, senza Rei Shingetsu?
[ AVVERTENZE: all'interno e' sicuramente piu' allegra di quanto sembri - almeno spero - per questo si consiglia di non mangiare, guidare o bere durante la lettura, probabile rischio di soffocamento ]
Genere: Comico, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Rei Shingetsu, Un po' tutti, Yuma/Yuma
Note: OOC, Raccolta | Avvertimenti: Gender Bender, Triangolo
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Hurricane


Il sole splendeva alto nel cielo. Il profumo delle mille goloserie dei bar e delle pasticcerie si diffondeva nell'aria senza alcuna pieta' per i lavoratori, perennemente a digiuno a causa delle loro continue corse per raggiungere l'autobus e le chiamate improvvise, che abitavano nella citta'. Perfino lei che era riuscita a battere il suo record di " abbuffate " di inizio giornata, anche dette colazione uno, due e tre, non riusciva a rimanere indifferente a quel cosi' spudorato e invitante odorino. I cani giocavano felici per le strade rincorrendosi e facendo le feste ai vari passanti quanto ai loro padroni, sotto gli occhi sorridenti dei bambini e delle loro mamme. Gli uccelli volavano alti saltellando da un albero all'altro e diffondendo il loro dolce cinguettare, in grado, nonostante il volume assai basso ma comunque squillante, di spegnere all'orecchio ogni genere di inquinamento acustico. Niente poteva andare storto.

Magari... Infatti, nonostante il clima piacevole e quasi fiabbesco, i presagi di quella giornata non erano affatto dei migliori: era di nuovo in ritardo. Le abitudini erano dure a morire, soprattutto con lei. Mai una volta che non si fosse ritrovata a fare a gara con il tempo pur di non beccarsi una strigliata dal professore di turno e il solito concerto di risate da parte dei suoi compagni di classe. Quando Kari e certe volte anche Tori venivano a svegliarla - la prima con modi che avrebbero fatto rabbrividire qualsiasi capitano dell'esercito - era facile per lei arrivare in orario, pero' se,  come quel giorno, la sorella era gia' al lavoro per via di una riunione e l'amica invece era in dirittura di arrivo insieme a quel ragazzo, che da piu' di una settimana le chiedeva di uscire o di accompagnarla a scuola, la cosa risultava alquanto difficile. Al danno poi non poteva che essere aggiunta, anche se involontariamente, dato il soggetto, la beffa. Infatti era stato Astral a svegliarla con quel suo solito " Yuma? Credo che tu sia di nuovo in ritardo... " facendola finire a terra di faccia con le mutandine di Baby Tyragon in piena vista, sotto lo sguardo atono dell'astrale - il quale era troppo casto per poter fare allusioni in proposito. Mentre scendeva le scale si era perfino persa la gonna per strada, cosa che le faceva credere che qualche pervertito senza il piu' che minimo gusto, essendo lei - oggettivamente - l'ultima classificata nella lista delle " Belle belle " della scuola, stesse pregando affinche' la giornata le andasse di traverso il piu' possibile. Perfino Astral ci stava dando dentro quel giorno, infatti, dopo l'ennesima affermazione sul suo essere pigra e fannulona, era stato rispedito nella chiave a suon di urli e pugni a mezz'aria.

Positiva com'era, decise di prendere un bel repiro iniziando a fare il labbiale di quelle sette parole che chiunque sapeva non dover essere mai pronunciate in situazioni di quel genere:
<< Tranquilla. Non puo' andare peggio di cosi'. >>.

Mai l'avesse fatto! Allo svoltare l'ennesimo angolo, infatti, si ritrovo' all'improvviso scaraventata a terra, con una forza pari a quella di un treno in corsa, e sovrastata da qualcosa del peso pari a quello di dieci Tori con tanto di borsa ciascuna. Il mondo ce l'aveva veramente con lei quel giorno.

<< Uhm... Mamma che botta... >> mugugno' massaggiandosi la testa.

Provo' ad alzarsi ma non ci riusci' e fu proprio in quel momento che si rese conto di non avere addosso l'esercito delle Tori bensi' un ragazzo della sua stessa eta' e, per quel che ne deduceva - data la divisa -, della sua stessa scuola nonche' della sua stessa classe. Lui era completamente sdraiato sopra di lei con tanto di faccia ben affondata nel suo petto, cosa che la metteva abbastanza a disagio nonostante la sua circonferenza toracica fosse troppo ridotta per una della sua eta'.

<< Ohi... Ohi... Ohi... Questa lascera' il segno... >> gemmette il ragazzo alzando la testa a pochi centimetri da dove era stata collocata << Perfortuna sono atterrato sul morbido. >>

A quella affermazione la corvina arrossi' fino alle punte piu' alte dei capelli facendosi sfuggire un lamento, il quale, proprio grazie alla sua acutezza, desto' le attenzioni del ragazzo facendogli osservare con piu' attenzione quello che per lui non poteva essere altro che un copri-seggiola di piumino. Sgrano' gli occhi e li ando' a puntare sul viso stralunato della ragazza per poi andarli a ripuntare sulla zona incriminata, ripetendo il gesto almeno una ventina di volte, finche', resosi conto di quello che era successo e del fatto che la stava letteralmente schiacciando in una posizione che avrebbe lasciato facilmente spazio alla fantasia, salto' all'indietro terrorizzato dando una sederata da copione sul marciapiede.

<< Ahhhhhhhhhh?! Ahh... Scusami! Scusami! Non volevo! Mi dispiace tanto! >> piagnucolo' lui chiedendo perdono in ginocchio con le mani giunte in preghiera.
<< No. No. E' stata colpa mia. Ero distratta. >> rispose lei imbarazzata e dispiaciuta agitando le mani.
<< Ma?! M-ma tu?! Tu sei Yuma Tsukumo?! La campionessa di Duel Monster?! Non ci posso credere. Che figuraccia! >> balbetto' lui indicandola con il dito tremante e rosso in volto prima di maledirsi e afferrarle la mano in un impeto di gioia prendendola alla sprovvista e iniziando ad agitarla quasi fosse stata un milkshake << Sono il tuo piu' grande fan! Mi sono iscritto nella tua scuola proprio per conoscerti e ora?! Ora ti ho davanti! Questo e' il giorno piu' bello della mia vita. >>

La ragazza tiro' fuori uno dei suoi sorrisi piu' solari di fronte a quella visione: era davvero adorabile con quei capelli - gia' abbastanza buffi per la forma e il colore - scompigliati e la bocca intenta ancora a blaterare senza prendere fiato, come quella di un ragazzino di sei anni. Un ragazzo molto carino, ma non carino come Shark o come Kite, loro nell'attuare le loro conquiste involontarie potevano contare sul carattere irascibile e il fascino da maschio alfa, insomma su una bellezza aggressiva, invece lui sembrava un bambino in un negozio di giocattoli aperto dalla mattina fino alla sera ogni giorno dell'anno, quindi di una bellezza innocente, proprio come la sua, anche se lei non lo sapeva. Non credeva di poter trovare qualcuno in quell'universo in grado di competere con il suo entusiasmo e la sua goffaggine. Era sicura che dopo averlo conosciuto Shark, per la disperazione, si sarebbe chiuso in un monastero o dato alla vita da eremita pur di evitarli entrambi.

<< Io sono Rei! Rei Shingetsu! >> esclamo' il ragazzo sorridendo e continuando ad aumentare la stretta sulla sua mano con le stelline, anzi, i fuochi d'artificio negli occhi.
<< Piacere di conoscerti Rei. >> disse lei cercando di rincambiare la stretta e sorridendo cosi' dolcemente da riuscire a sentire il cuore del ragazzo perdere un battito.

La corvina si mise a posto i codini e guardo' verso l'orologio che avevano posizionato sopra il cartello della metro a scivolamento magnetico, per poi esclamare terrorizata alla vista delle quattro cifre meno amate dagli studenti non in cerca di rogna, mettendosi le mani tra i capelli:
<< Oh no! E' tardi! Le lezioni cominceranno tra soli dieci minuti e siamo ancora a meta' strada! >>

A quelle parole l'arancione scatto' in piedi con un balzo felino e tenendo i pugni stretti al petto con fare cavalleresco e lo sguardo serio e di sfida puntato verso il vuoto disse:
<< Finche' ci saro' io in questo mondo nessuno mettera' piu' nei quai Yuma-chan, neanche il tempo! >>
<< Ehm... Gentile ma... Credo che questa volta solo un miracolo potrebbe salvarmi, anzi salvarci, dalla strigliata... >> disse la ragazza sorridendo forzata alzandosi.
<< Niente e' impossibile per me! Soprattutto se ci sei tu! >> esclamo' lui fiducioso.
<< E come vorresti fare scusa? Spiccare il volo? >> chiese lei sconvolta.
<< Niente domande e salta su! >> disse Rei posizionandosi di schiena davanti alla ragazza con le gambe piegate e le braccia pronte per sorreggerla.
<< C-Come?! >> urlo' lei sconvolta arrossendo fino alle scarpe.

Voleva che le montasse in spalla quello li! Che cosa aveva in mente? Credeva veramente di potersela portare in spalla fino a scuola e di riuscire a farla arrivare in orario nonostante i minuti contati, probabilmente dal Prof in primis? Impossibile. Almeno cosi' credeva. Infatti bastarono pochi secondi a farla ricredere, la stessa quantita' di secondi che si frapposero tra il suo prendere posto sulla schiena del giovane - ovviamente ancora tremante e rossa in volto - e lo scatto fulmineo che quest'ultimo fece alzando una scia di vento tale da farle credere che avesse spogliato l'albero la' vicino. Altro che un ragazzo, quello era un uragano e per di piu' bello potente, dato che si era ritrovata all'improvviso a testa in giu' a fissare la strada diventare sempre piu' piccola. Aveva dovuto impiegare tutti quei pochi addominali che aveva per riuscire ad aggrapparsi di nuovo, anche se con piu' forza, alla schiena dell'arancione, il quale per giunta non si era accorto di niente. Era veramente veloce. E lei di velocita', dopo aver partecipato al carnevale dei duelli, se ne intendeva e non solo per via della famosa sfida sulle montagne russe - che  erano state in grado di lasciargli come ricordo un bell'indolenzimento di circa una settimana alla faccia - ma anche perche', soprattutto da quando era ritornata in citta', si era ritrovata piu' di una volta in moto con quel taciturno di Shark, cosa che sembrava piu' un imposizione che un favore da parte di quest'ultimo. Affrontava tutto senza rallentare neanche un secondo. Scale, cancelli, animali senza padrone, cartelli stradali, tombini, persone tutte quante superate con un'abilita' e una precisione paragonabile a quella di un atleta da medaglia d'argento.

<< Prediamo una scorciatoia! Reggiti forte! >> disse ad un certo punto lui, destandola dai suoi pensieri, con una tranquillita' quasi pietrificante.
<< Una che?! >> chiese lei terrorizzata e sicura che il passaggio attraverso questa cosiddetta " scorciatoia " sarebbe stato peggio della partenza e dello scontro di poco prima messi insieme.

Non ebbe neanche il tempo di deglutire che il ragazzo imbocco' un viale sub-cittadino superando un paio di bidoni - perfortuna da poco svuotati - dell'immondizia per poi entrare in una delle porte, che vi si affacciavano, dopo averla aperta andadoci direttamente contro. Una cucina? Tra tutte le vie che avrebbe potuto scegliere aveva deciso di attraversare una cucina, dove per di piu' sembravano non vederli impegnati qual erano, nonostante il loro percuotere involontariamente le superfici musicali di pentole e padelle di ogni forma e dimensione. Inutile dire che appena presentataglisi l'opportunita' entrambi alungarono un dito verso i dolci per poterne assoporare, di nascosto, la panna. Quel ragazzo era pieno di sorprese e sicuramente chissa' quanti infarti gli avrebbe procurato se fossero diventati amici. Lo sarebbero diventati di sicuro. Ormai era scritto anzi inciso. Come si poteva dire di no ad un faccino e ad un carattere cosi' dolce e innocente? Non aveva mai incotrato nessuno come lui. Era unico. Era speciale. Doveva esserlo per forza.

<< Ecco la scuola! >> esclamo' lei indicando l'immenso edificio con un dito.
<< Quanto manca?! >> chiese lui senza manifestare la ben piu' che minima stanchezza.
<< Un minuto e qualcosa credo... >> rispose lei appena arrivarono nel cortile, dal quale si poteva vedere benissimo le lancette dell'orologio prendere con una lentezza agghiacciante il loro posto.
<< Mi sono sufficenti. >> affermo' lui affrettando il passo dopo aver aperto la porta con un calcio.

Non fecero in tempo, pero', a superare meta' del corridoio che la mano autoritaria quanto ferma e tranquilla, nonostante si trovasse nel loro raggio di azione, di un professore fece frenare il ragazzo con una forza tale da polverizzargli gran parte delle suole delle scarpe. La ragazza sbianco' di colpo, non solo mancavano pochi secondi all'inizio delle lezioni ma erano perfino in procinto di ricevere un ammonimento da oscar con tanto di viaggetto gratis e di sola andata dal preside. Era la fine, tanto valeva chiedere asilo ad Astral nella chiave per almeno un anno, date le future torture che sicuramente la sorella le aveva preparato in visione del suo ennesimo ritardo o richiamo.

<< Non si corre per il corridoio. >> disse il professore serio.
<< Mi dispiace terribilmente professore! E' colpa mia! E' che sono nuovo! E-e... E per giunta sono in ritardo e con me lo e' anche la mia compagnia... Sempre per colpa mia. Giuro che non succedera' mai piu'! >> balbetto' Rei agitato e incredibilmente dispiaciuto alzando a abbassando la testa in segno di pentimento.

Secondi di silenzio che sebravano ore interminabili. Yuma era spaventata a morte, con il corpo paralizzato in un tremare ossessivo e infantile, e si stringeva sempre di piu' alla schiena dell'arancione il quale faceva fatica a non manifestare i sintomi di uno strangolamento precoce. Qualche stella lassu' doveva veramente provare pieta' per loro perche', prima che la ragazza potesse serrare gli occhi pronta per ricevere l'ennesima e monotona sfuriata, il professore sbuffando rispose pacatamente:
<< D'accordo... Ma solo perche' sei nuovo. Ora andate in classe! Di corsa! >>
Qualsiasi fosse stata quella stella si sarebbe arrampicata fin sopra il cielo pur di ringraziarla.
<< Grazie! Grazie! >> dissero entrambi gli studenti con un bel sorriso a trentadue denti pronti a partire con tanto di acceleratore.
<< Ah! Ah! >> disse il professore fermandoli entrambi con un gesto autoritario del dito << Giu' la ragazza. >>

Non si era mai sentita cosi' imbarazzata in vita sua. Eppure si era abituata alle figuracce, per non parlare del fatto che era cosi' ingenua da non arrossire quasi mai, neanche di fronte alle frecciatine che da un po' di tempo le sue compagne avevano iniziato a diffondere per via delle continue attenzioni di Shark. Troppo innocente per capirle.

Non ebbe neanche il tempo di toccare il pavimento con il piede che il ragazzo, ricevuto il consenso del professore, afferrandole la mano, con una stretta pari a quella di una pressa idraulica, la strascino' via ad una velocita' supersonica costringendola a fare passi di circa un metro al secondo.

<< Quanto manca? >> chiese il ragazzo tranquillamente appena ebbe finito di salire le scale, e lei di recuperare la scarpa che si era persa ballandoci il tip tap sopra, nel tentativo di non farsi troncare i piedi dagli scalini.
<< Venti secondi. >> rispose lei ormai sicura di star per perdere tutte quelle poche facolta' cognitive che possedeva.
<< Qual'e' la classe?! >> chiese all'improvviso lui.
<< Quella! >> rispose lei indicando l'ultima porta sulla destra facendogli aumentare la velocita'.

La voce inudibile della sfortuna stava facendo il conto alla rovescia sulle teste dei due ragazzi, sicura di aver fatto ancora una volta bene il suo lavoro.

" Dieci... "

Rei strinse i denti accellerando il piu' possibile mentre la ragazza gia' pregava di scomparire in una fossa senza fondo di fronte allo sguardo minatorio del professore.

" Nove... "

Mancavano pochissimi metri. Pochissimi odiosi e " cerati " metri.

" Otto... "

L'arancione faceva fatica a reggersi sui propri piedi. Non aveva neanche ancora detto buongiorno al bidello che gia' non gli voleva piu' rivolgere la parola. Sembrava avesse ai piedi un paio di pattini. Ogni passo equivaleva ad un'agonia di terrore: o cascare in avanti con Yuma al seguito e perdere tutte le funzioni motorie o cadere all'indietro rischiando di seppellire la ragazza fino a renderla un tutt'uno con il pavimento.

" Sette... "

A quasi tre miseri passi dalla porta, gia' pronta ad aprirsi per i due ragazzi, una delle scarpe perse troppo velocemente il contatto con il pavimento constingendo il ragazzo a puntare tutta la sua fiducia sull'altro, che ora saltellava sulla superficie sportivamente inospitale affidandosi solamente alla traiettoria gia' designata difronte all'aumentare della velocita'.

" Sei... "

Yuma era sconvolta a tal punto che aveva perfino fatto un patto con il cielo: se mai entrambi fossero sopravvissuti a quel cataclisma, per lei, di dimensioni bibbliche si sarebbe finalmente decisa - non a svegliarsi in anticipo, quello neanche la morte glielo avrebbe fatto giurare - a fidanzarsi con qualcuno e far felice quelle disperate di Tori e Cathy, la cui vita da alcuni mesi era completamente dedicata al tentativo di " accasamento " - non gradito - della corvina. Se Shark fosse venuto a conoscenza di tutto questo, cosa che innocentemente non avvenne, le cose sarebbero andate in un modo completamente diverso ma sicuramente non meno traggico e spassoso.

" Cinque... "

La porta si apri' mostrando tutta la bellezza di un aula senza professori, una foresta di chiacchiere e aeroplanini di carta che qualsiasi studente ama esplorare appena il professore o chi ne fa le veci fa il suo primo passo oltre la soglia accompagnato dal bellissimo suono di quell'uccello " trillante " quale e' la campanella.

" Quattro... "

Quattro secondi. Sono bastati solo quattro secondi a Rei Shingetsu per superare la soglia dell'aula, una parte abbondante dei suoi nuovi compagni di classe e farsi l'intera piccola scalinata, che costeggiava i banchi, in distesa con la pancia, quasi fosse una pinguino, per poi atterare sul pavimento, di faccia, quasi in braccio alla cattedra sotto lo sguardo incredulo di tutti.

E Yuma? Yuma, agitata com'era, si era lasciata guidare completamente da lui tenendo per tutto il tempo gli occhi - ormai a fuoco per via delle lacrime di disperazione che non si sentiva piu' di trattenere - chiusi ed era atterrata, sempre per volere dell'arancione, sulla schiena di quest'ultimo soffocando un urlo. La campanella squillo fragorosamente facendola riinvenire di colpo. Si massaggio' la testa e il sedere abbastanza confusa. Riusciva a percepire il proprio corpo: buon segno. Apri' gli occhi tremante e quello che vide la lascio' spiazzata: tutta la classe la stava fissando in modo indecifrabile, compresi Tori, Cathy, Flip, Caswell e Bronk. Poteva capirli, pero' le sembrava comunque abbastanza esagerato reagire in quel modo, dopotutto non era la prima volta che riusciva ad andare contro le loro previsioni - era abbastanza sicura che da un po' di tempo avessero iniziato un circolo di scommesse clandestine puntando soldi sui vari orari nei quali lei sarebbe riuscita ad entrare di nascosto dalla finestra della classe - e ad arrivare in classe in orario. Le loro facce traumatizzate e incuriosite avevano, infatti, un motivo migliore, che la ragazza scopri' appena senti' il pavimento sotto il suo sedere fare un leggero movimento, brusco e abbastanza disperato, quasi la sua presenza non lo facesse respirare. E in parte era vero. Pero', da quel che ricordava, i pavimenti non erano degli esseri viventi e soprattutto il professore non era ancora riuscito ad aggiungere la vasca degli squali - che perennemente compariva nelle sue minacce agli studenti - sotto i loro piedi. Tori si fece spazio tra i compagni continuando a tenere quella sua tipica faccia confusa e si posiziono' davanti alla corvina, facendole alzare la testa, per poi dire con tono calmo e imbarazzato:
<< Ehm... Yuma? Credo che tu stia schiacciando il nuovo arrivato. >>

La giovane Tsukumo sgrano' gli occhi iniziando a sbattere le palpebre incredula, mentre con le mani andava a tastare quel povero ragazzo, che, con una dolcezza inaudita, si era strasformato in un materasso per attutirle la caduta.

<< Reiiiiiii?! >> urlo' lei zompando in aria preoccupata a morte per poi avvicinarsi il piu' possibile al corpo del reato << Rei?! Rei stai bene? Rispondi! >>
<< Altro che cuori infranti! Tu ci tieni proprio ad avere dei ragazzi sulla coscienza. >> disse Bronk comparendo alle sue spalle.
<< Non sei d'aiuto. >> ringhio' lei.
<< Ho proprio paura che sia morto. >> disse Flip punzecchiandolo con una matita finche' l'arancione non si alzo' di colpo facendolo finire con un balzo di terrore tra le braccia della corvina << Ahhhhhhhh?! Oh... Ciao Yuma. >>
<< Rei?! Sia ringraziato il cielo stai bene! Mi hai fatto preoccupare! >> esclamo' lei dopo aver lasciato cadere il piccoletto a terra senza alcuna delicatezza.
<< Preoccupata? Per cosa? Siamo arrivati in orario. >> rispose tranquillamente il ragazzo mentre si puliva i pantaloni con le mani.
<< Si comporta... Come se non fosse successo niente? >> fece Caswell alzando un sopracciglio confuso.
<< E credo che faro' cosi' anch'io. >> disse una voce autoritaria e divertita allo stesso tempo alle loro spalle.
<< Ah?! Buongiorno Professore! >> esclamarono tutti inchinandosi immediatamente per rispetto.
<< Tornate ai vostri posti ragazzi. >> disse il professore prima di fermare l'ultimo puntandogli il dito contro << Tu no. >>
<< Ma non aveva detto che avrebbe chiuso un occhio perche' sono nuovo? >> chiese Rei preoccupato girandosi di colpo insieme a Yuma, preoccupata quanto lui.
<< Si... Ma la presentazione alla classe e' obbligatoria. >> disse il professore facendogli tirare un sospiro di sollievo.

Il ragazzo dai capelli arancioni si giro' verso la dullante con uno sguardo sorridente e tranquillo ma allo stesso tempo imbarazzato e preoccupato, come quello di un bambino intento a chiedere alla mamma il permesso di comprare un nuovo giocattolo. Yuma acconsenti' con un sorriso. Era davvero felice di averlo incontrato, non tanto per il fatto che grazie alla sua folle corsa erano riusciti a bruciare letteralmente il tempo e ad arrivare in tempo per l'inizio delle lezioni, ma per il suo essere cosi' " stravagante " - unico termine che gli fosse venuto in mente in grado di descriverlo al meglio di fronte all'unione di tutte quelle caratteristiche che lo rendevano, a suo avviso, veramente speciale. Quel ragazzo era inarrestabile e allegro ma allo stesso tempo timido e tranquillo. Riusciva a farle provare qualsiasi tipo di emozione: felicita', imbarazzo, paura, stupore, perfino rabbia, dato che durante i tragitti era stata costretta ad autorianimarsi a suon di botte sulla schiena. Rei si illumino' all'improvviso e corse al centro della classe facendosi scrutare da cima a fondo dai ragazzi, intenti a ridere della sua goffaggine, quanto dalle ragazze, le quali erano intenerite quanto maliziosamente divertite da dei filmini mentali che sicuramente Shark avrebbe volentieri bruciato senza alcuna pieta' per poi occuparsi dell'arancione in ugual misura.

<< Piacere di conoscervi! Il mio nome e' Rei Shingetsu! >> esclamo' lui lanciandosi con la testa in avanti per fare un inchino, prima di rialzarsi e di aprire le braccia verso l'alto con un sorriso pieno di entusiasmo << E sono felice di essere in classe voi! >>
<< Perfetto Rei. Vai a sederti vicino a Cathy, davanti a Yuma. >> disse il professore indicandogli il posto con il dito mentre poggiava il registro elettronico e i restanti fogli che aveva in mano sulla cattedra.
<< Si. >> sussuro' il ragazzo sorridendo e portando indietro il gomito con il pugno ben in vista - come se avesse appena vinto qualcosa - facendo iniziare un brusio assai inquietante tra i banchi.

<< Certo che non posso lasciarti un attimo da sola... >> disse Tori ridacchiando.
<< Che cosa intendi? >> chiese lei innocentemente.
<< Sai a che cosa alludo. >> rispose la verde tirando fuori il sorriso piu' malizioso che gli poteva venire e indicando l'allegra giovinotto intento a raggiungere il posto a passi di due gradini ciascuno.

La corvina arrossi' di colpo: come al solito l'amica aveva colpito nel segno. Quel ragazzo era destinato a piacerle molto di piu' di quanto credesse, superando i limiti consentiti dall'amicizia. Avrebbe avuto un angolino tutto suo all'interno del suo cuore, che nessuno avrebbe mai potuto torgliergli, neanche se lui stesso avesse provato ad uscirne sia volontariamente che involontariamente. Quell'uragano umano, che era riuscito ad entrare nella sua vita senza preavviso, era destinato a diventare il simbolo della sua eterna felicita' e allo stesso tempo - cosa che nessuno avrebbe mai potuto prevedere -la causa dei suoi futuri e piu' grandi dolori.

Angolo di un'autrice golosona...
Chiedo scusa a tutti i pochi lettori per questo " obbrobrio " di una lunghezza angosciante, ma quando mi partono le dita e' la fine -.-". Ho cercato di essere il piu' comica possibile cercando il modo migliore di rivisitare - secondo i miei idioti filmini mentali - l'incontro tra Yuma, come al solito in gonnella, e Rei ( sottolineo REI >_< ). La prossima fic che pubblichero' sara' molto molto piu' piccola ( almeno spero... Con delle dita del genere! -.-" ) e fara' da intermezzo tra questa e la prossima Positive. Spero con tutto il cuore che vi piaccia e che non mi vorrete ammazzare dopo averla letta.
Bacioni
Dreamy

Ps: sono ben accette critiche di ogni tipo ( anche sull'impaginazione dato che e' orribile );
   
 
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