Prima ff che posto sui Jonas
Brothers. Chi l’avrebbe mai detto?
Prendo in prestito le parole di
beautiful_disaster: se una cosa mi fa sentire bene perché non farla?
Così eccomi qui.
L’idea sarebbe di una trilogia dal punto di vista di ogni fratello, che racconta come sono nati i loro ruoli
nel video. Per ora esiste solo quella di Kevin però (ma va? xD).
Buona lettura,
spero.
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I'm
slippin' into the lava
And I'm tryin' keep from goin' under
Baby, who
turned the temperature hotter?
'Cause I'm burnin' up, burnin' up for you
baby
Burnin' up, burnin' up for you baby
Mentre il videoclip sfumava sullo
schermo, il giornalista si rivolse di nuovo ai Jonas Brothers, in particolare a
Kevin.
“Com’è nata l’idea di interpretare
un karateka?”
La domanda del giornalista gli
strappò un sorriso enigmatico, che non sfuggì al
conduttore.
“C’è qualche segreto sotto?” lo
incalzò.
Per un momento tornò indietro, con
la mente, a più di un mese fa. Si ricordava come fosse ieri il giorno in cui si
erano riuniti per discutere del video di Burnin’up. L’idea di base aveva
suscitato subito l’entusiasmo di tutti. Joe si alzato battendo le mani mentre
lui e Nick avevano cominciato ad annuire con
convinzione.
Passato l’iniziale euforia si era
discusso dei singoli ruoli. Ognuno doveva interpretare un personaggio abbastanza
diverso dalla realtà, esagerando gli atteggiamenti. C’erano state varie
proposte, un po’ scontate, finché Nick non si era alzato in piedi, atteggiandosi
a James Bond, con la classica mano ad imitare una pistola.
“Sarò un agente segreto – affermò
sicuro puntando poi il braccio in direzione di Big Rob, come se volesse
sparargli – e salverò una bond girl”
Il regista aveva riflettuto per
qualche minuto e poi, battendo il pugno contro l’altra mano aperta, aveva
annuito.
“Mi piace! Nick sarà James Bond e
voi – squadrò i due fratelli più grandi – avete tempo fino a domani per farvi
venire qualche idea abbastanza originale o deciderò io” concluse minacciandoli
divertito.
Lui e Joe si erano guardati negli
occhi, rabbrividendo davanti a quell’ipotesi. Infine la riunione si era conclusa
per riprendere il giorno successivo.
Il suo compito per il pomeriggio,
quindi, era trovare qualcosa da proporre che fosse divertente e facesse colpo.
Forse provare dei vestiti lo avrebbe
aiutato.
Schioccando le dita della mano
destra decise di raggiungere gli Studios dove si servivano abitualmente per i
costumi di scena dei loro concerti. Entrò nel grande magazzino che fungeva da
deposito.
“C’è
nessuno?”
Dopo qualche secondo udì un rumore
di passi che si avvicinavano.
Da una fila di vestiti, emerse una
ragazza che non aveva mai visto. Notò immediatamente i lunghi capelli lisci e
neri ma, quello che veramente lo colpì, furono i due grandi occhi azzurri che lo
stavano fissando.
“Scusa, stavo cercando Martha, la
signora Stephens”
“Non c’è oggi. Dato che non aveva
nessun appuntamento si è presa un giorno di ferie”
“E tu chi
sei?”
Lei si fece avanti, spostando i
capelli dietro l’orecchio sinistro, e allungando l’altra
mano.
“Lil, assistente costumista di
Martha. Approfittavo della giornata per riordinare un po’ tutti i capi di
vestiario”
“Kevin Jonas,
piacere”
Le loro dita si erano sfiorate
suggellando il loro incontro.
“Come posso aiutare uno della famosa
band dei Jonas Brothers?” scherzò amichevolmente.
Il suo modo di fare era riuscito a
metterlo a proprio agio. Trovarsi davanti persone che cercavano di compiacerlo
con mille complimenti, oppure che si sentivano in soggezione, non mancava mai di
metterlo a disagio. Era stato fortunato a sfondare con i fratelli nel mondo
della musica, ma restava sempre lo stesso Kevin un po’ timido e riservato e
desiderava essere trattato come una persona normale.
Le aveva spiegato, in poche parole,
come sarebbe stato sviluppato il video e aveva concluso allargando le braccia
sconsolato.
“Non so che personaggio
fare”
La ragazza aveva inclinato la testa,
squadrandolo da capo a piedi. Kevin aveva un fisico niente male e, ammise tra
sé, era un piacere guardarlo. Lasciando da parte queste considerazioni personali
cominciò a pensare ai vestiti.
“Che ne dici di fare qualche prova?
Non ci disturberà nessuno oggi pomeriggio”
Kevin assentì, era proprio quello
che lui aveva in mente quando si era recato lì.
“Ok”
Si erano spostati in una stanza più
piccola e arredata meno spartanamente. Un’intera parete era coperta da un lungo
specchio, mentre al centro una pedana circolare serviva per provare gli abiti e
facilitare il lavoro delle costumiste.
Lei accese la luce la luce e fece
entrare Kevin.
“Tu aspetta qui mentre cerco
qualcosa di adatto”
“Ok”
Ritornò con un portabiti a rotelle,
carico di indumenti. Avvicinandosi lui li guardò, spostando gli attaccapanni.
Alcuni erano veramente estrosi.
“Non sono un po’ esagerati?” domandò
dubbioso.
Furbescamente lei sorrise.
“L’hai detto tu che serve qualcosa
di originale no? Fidati, è il mio lavoro”
“Senti Lil… A proposito, è il tuo
nome o solo un diminutivo? – aveva fatto quella domanda per pura curiosità non
immaginando di vederla arrossire – scusa non volevo
offenderti”
Cercando di nascondere il viso
mentre slacciava i bottoni di una giacca gli rispose.
“Non preoccuparti. Il mio nome
completo è Leyla” ammise e la reazione che si aspettava non tardò ad
arrivare.
“Leyla?”
Alzando gli occhi al cielo gli aveva
sorriso, stringendo le spalle per un momento.
“I miei genitori sono dei fans
sfegatati di Star Wars”
“Quindi ti hanno chiamato come la
principessa?” le chiese sgranando gli occhi per lo
stupore.
Come risposta gli diede colpetto
alla spalla simulando un broncio.
“Ehi, hai qualcosa da ridire? Parli
proprio tu che hai lo stesso nome di tuo padre”
“Colpito e affondato – si passò una
mano tra i riccioli – tra tutt’e due non so chi sia messo
peggio”
Scoppiarono entrambi a ridere
divertiti.
Tornando a guardare i vestiti lui
ebbe un’idea.
“Perché non te ne provi qualcuno
anche tu? Dai, non è divertente se lo faccio da solo!”
“Tu sei
matto”
Una dei tratti distintivi di Kevin
era la cocciutaggine. Lo sapevano bene i suoi genitori, che molte volte si erano
dovuti arrendere davanti alla sua determinazione e anche i suoi fratelli. Così
pure a Leyla non restò che capitolare. Con il sottofondo di una radio che
trasmetteva musica rock’n'roll anni 70, avevano cominciato a travestirsi.
Gli aveva fatto mettere uno smoking
alla James Bond e mentre si rimirava davanti allo specchio era arrivata lei, con
un lungo vestito da sirena rosso fuoco e si era appoggiato alla sua spalla
sinistra con espressione sensuale.
Dopo qualche attimo lui aveva scosso
negativamente la testa.
“Purtroppo Nick si è già scelto
questo ruolo”
Arricciando il naso lei si era
allontanata regalandogli una splendida visione del suo
fondoschiena.
Avevano provato diversi ruoli.
Il cowboy con
l’indiana.
L’uomo della pietra con la sua
donna.
Un maggiordomo e una
cameriera.
Un’astronauta e
un’aliena.
Ma nessuno sembrava adatto.
Infine si trovò vestito da Re Luigi
XVI e ammirò Leyla vestita da Regina Maria Antonietta. Non poté fare a meno di
rimirare la scollatura generosa del vestito mentre si avvicinava. Quel
pomeriggio passato insieme era stato incredibile. Avevano discusso di musica, di
film e aveva notato che rispondeva alle sue battute senza lasciarsi
intimidire.
“Madame, mi consente questo
ballo?”
“Con vero
piacere”
Danzarono insieme, seguendo il ritmo
della canzone trasmessa dalla radio. Leyla si sentiva bene tra le sue braccia.
Conosceva abbastanza i Jonas Brothers dai racconti di Martha, anche se non li
aveva mai visti personalmente. Kevin era un ragazzo fantastico. Non era vanitoso
né sembrava far pesare di essere famoso, anzi era gentile e simpatico.
Ed era bello, le suggerì una vocina
nella mente.
Non poteva sapere che il ragazzo
stava pensando le stesse cose. Leyla l’aveva stregato con i suoi occhi azzurri e
il suo sorriso.
Fu naturale per lui avvicinare il
viso e baciarla, come fu spontaneo per lei rispondere a quel
bacio.
Quando si staccarono però
l’imbarazzo calò fra loro.
“Forse è meglio se proviamo altri
costumi…” cominciò lei, non sapendo cosa dire.
“Scusa, non volevo approfittare
della situazione” affermò lui credendo di averla
offesa.
Leyla capì il malinteso e arrossì di
nuovo.
“Hai frainteso… Io intendevo… “
purtroppo non era facile riuscire a spiegarsi e quindi, prendendo coraggio, lo
afferrò per il merletto dell’abito stampandogli un bacio a fior di labbra.
Kevin, rincuorato, le sorrise.
“Ti prego togliamoci questi vestiti”
lo pregò lei, stanca di portare quell’abito pesante, con la sottogonna che ormai
minacciava di farla cadere a terra.
Ovviamente la sua frase equivoca
suscitò l’ilarità di Kevin che non si lasciò sfuggire la possibilità di una
battuta.
“Non ti sembra di correre troppo? In
fin dei conti ci conosciamo da poco – alzò il braccio mostrando la fede
d’argento che indossava – e ho un voto da rispettare”
L’espressione sbalordita di lei lo
divertì immensamente e quando le sue guance si colorarono di rosso le prese il
viso tra le mani baciandola di nuovo.
“Non ti conviene prendermi in giro
sai? Sono campionessa di karatè, posso metterti al tappeto in cinque secondi” lo
minacciò piegando le braccia in posizione di difesa.
“Ecco! – urlo lui colpito da
un’ispirazione – sarò Karate Kid”
Lei lo guardò cercando di
immaginarselo in quella veste e poi annuì saltellando.
“Può funzionare. Aspetta che vado a
cercare qualcosa di adatto”
Rimasto solo Kevin si slacciò la
ridicola camicia che indossava sentendosi al settimo cielo. In realtà la sua
euforia non dipendeva dall’aver trovato l’idea giusta ma, piuttosto,
dall’incontro speciale con Leyla.
Era ancora voltato quando la vide
rientrare indossando un kimono cinese azzurro. In mano teneva un completo
bianco, che allungò verso di lui facendo un inchino.
“Oh mio prode, indossa la divisa e
impara la sacra arte del karatè”
Assecondandola Kevin lo prese
appoggiandoselo al petto.
“Lo farò per te, mia dolce
fanciulla, per… – pensò ad una giustificazione – salvarti da quelli che ti hanno
rapito”
Si erano fissati negli occhi
accorgendosi che così, con delle semplici battute scherzose, erano riusciti a
trovare l’idea giusta.
Tornando al presente, Kevin rispose
alla domanda.
“Nessun segreto, è nato tutto per
caso”
Intuendo che non desiderava dire di
più, il giornalista cambiò argomento.
“Un’ultima domanda. Ci sono rumors
riguardo la lavorazione del video, sembra che tu e la tua partner, Jennifer
Stubbs, siate diventati più che amici… tutte le fans si chiedono se c’è qualcosa
di vero”
Ormai era abituato a quella domanda.
Era normale che, dopo ogni video oppure uscita pubblica, i giornali si
inventassero una storia romantica per lui e i suoi
fratelli.
“Jennifer è una ragazza molto bella
e simpatica ma non è scoccata nessuna scintilla fra noi”
“Quindi non sei innamorato in questo
momento?” lo incalzò di nuovo il cronista.
Questo era il momento che aspettava.
Guardò direttamente la telecamera ammiccando.
“In realtà sì”
“Cosa sentono le mie orecchie?
Signori e signore, stiamo per avere un grande scoop. Di chi è innamorato Kevin
Jonas?”
Si concesse qualche secondo di pausa
prima di sorridere allegramente. Sapeva cosa sarebbe successo dopo la sua
risposta. Non faceva fatica ad immaginarsela a casa, a guardare la tv, e poi
scoppiare a ridere dopo aver sentito la sua dichiarazione. Quasi sicuramente si
sarebbe anche arrabbiata. L’avrebbe sgridato, non c’era dubbio, ma lui non
vedeva l’ora di essere con lei per baciarla e zittire ogni
protesta.
“Ho un debole per Star Wars e devo
ammettere che impazzisco per la principessa Leyla”