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Autore: Martichan97    21/12/2014    1 recensioni
« Ehi Primrose! »
« Dimmi Posy. »
« Tu lo hai un sogno? Qual è? »
« Voglio essere un medico per aiutare le persone. »
« Oooooh... Beh, allora sarò medico anch'io! Così potremo stare sempre insieme! »
Molti anni dopo la Rivolta, Posy Hawthorne ricorda una vecchia amica.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Posy Hawthorne
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prim had a dream

[Posy Hawthorne's Centric]

 

« Prim had a dream,
giving help: a doctor she wanted to be »

 

L'orologio sulla parete scandiva perfettamente i battiti della sua paura nel mentre che operava la paziente: la bambina aveva perso una gamba, inavvertitamente, su una delle mine inesplose lasciate in giro dai ribelli e stavano cercando di adattare la nuova protesi alla ferita mal risanata.
Posy temeva di non farcela, di essere inadeguata e sbagliare: aver sbagliato tanto il passato non aveva potuto che condizionare irrimediabilmente il suo presente. Fortunatamente fu un sorriso quello che vide dipinto sul volto della dormiente e non una smorfia di dolore, per cui subito si rassicurò: non aveva motivo di credere il contrario.
Pacche sulle sue spalle piovvero da tutte le parti ma non riuscì a voltarsi, rimanendo incantata a fissare la piccola che tanto le somigliava: i capelli parevano intrecciati di spighe di grano tanto erano biondi, la pelle era chiara ed omogenea come latte – la pelle di chi non aveva mai lavorato –, il corpicino sembrava un piccolo e scarno arbusto in boccio; troppo poco capitolino.
Le ricordava Prim in tutto e per tutto, quella prima della quale adesso restava solamente uno sbiadito ricordo e quel desiderio impescindibile di essere un medico; di aiutare le persone.
Fu con un sospiro amaro che scosse la testa e la alzò, liberando le mani dai guanti in lattice, prima di imporre con un unico gesto il silenzio ed uscire dalla stanza.

 

Una cresciuta Posy, scuri capelli e scuri occhi, sedeva alla propria scrivania stilando alcune ricette quando l'infante Rosie entrò nella sua stanza di corsa, lo sguardo luminoso ed eccitato quanto mille soli.
« Dottoressa Hawthorne, la mia gamba! La mia gamba funziona di nuovo! » esclamò la bambina, indicando l'arto preso in questione; incapace di trattenere la gioia.
La donna fu percorsa dal caldo sentimento di benessere tipico del suo lavoro: una sensazione semplice, di rara e pregiata fattura. La gratitudine di essere stati capaci, ancora una volta, di portare un po' più di bene nella vita di qualcun altro. Lasciò per un attimo perdere il lavoro, appoggiando pigramente il mento sui dorsi delle mani intrecciate e osservò, come a rallentatore, le labbra fini della giovane aprirsi nuovamente per parlare: « Sa cosa voglio fare da grande, signora? La dottoressa, proprio come lei! »
Il tepore dell'emozione di qualche istante prima si congelò in un battito di ciglia sotto il macigno di quelle poche parole: essere in quel posto, in quel momento, usufruendo di quel sogno non suo non era dove lei sarebbe realmente dovuta essere. Attraverso quella bambina, Primrose era venuta a reclamare indietro quanto perduto. Primrose era viva, da qualche parte, e la odiava.
« Io non volevo essere una dottoressa, sai? – esalò amareggiata, senza potersi controllare, quasi a volersi giustificare – Il mio desiderio era semplicemente non perdere mai la mia migliore amica. La mia unica amica. Però lei è morta, distrutta dal suo stesso sogno. E io sono rimasta qui. »
Se avesse posseduto ancora altre lacrime da piangere, probabilmente le avrebbe versate, pur non sentendosela di andare in pezzi di fronte ad una bambina: avrebbe dovuto essere forte, dimostrare che le nuove generazioni avevano qualcuno con la testa sulle spalle da cui prendere esempio. Eppure, nonostante questo buon proposito, l'unico suo momentaneo volere era rannicchiarsi in un angolo e gridare, come rivivendo quel lontano e scuro giorno.
Ma non poteva.
Posy Hawthorne non poteva e ne era pienamente consapevole.
« Beh, allora sei proprio una super amica! – sbottò con convinzione infantile Rosie, arrampicandosi agilmente su una delle poltrone di fronte alla scrivania, per poi poggiare i gomiti sul legno, in modo da esserle quanto più vicina possibile – Hai portato avanti il suo sogno sacrificando il tuo! Voglio dire, io immagino sia una cosa molto bella; no? Se fossi la tua amica sarei super fiera di te! »
Comico come la sincerità di una bambina di soli sette anni anni racchiudesse tutte quelle verità alle quali la più piccola dei fratelli Hawthorne non aveva mai nemmeno osato pensare. Primrose la stava perdonando attraverso quelle parole tanto semplici e innocenti, o almeno così le parve quando intravide l'ombra di un sorriso confortante attraversare il volto della paziente diventata senza preavviso il medico capace di lenire il suo cuore martoriato dal senso di colpa.
Posy non era una ladra.
Posy era una brava amica.
Soltanto questo.
Alla fin fine decise che non avrebbe pianto, non in quel momento: si sentiva troppo felice per piangere, troppo felice per avere un qualsiasi pensiero negativo. Nel mentre che si alzava per riaccompagnare Rosie dalla madre, ringraziandola per la sua premura, pensò anche che più tardi avrebbe potuto telefonare a suo fratello Gale: era giunto il tempo di perdonare quel sogno di libertà che tanto aveva dato e altrettanto aveva portato via.

 

« Ehi Primrose! »
« Dimmi Posy. »
« Tu lo hai un sogno? Qual è? »
« Voglio essere un medico per aiutare le persone. »
« Oooooh... Beh, allora sarò medico anch'io! Così potremo stare sempre insieme! »

 

« But as explosions blew up her life stream,
She knew forgiveness was the only thing she would be allowed to give. »

 

Angolo matto del Cappellaio Matto:

Non ho la più pallida idea di come sia venuta in mente questa cosa, però mi giustifico sostenendo che posso comprovare le mie teorie. Non so perché ho sempre avuto l'idea che Prim fosse l'unica vera amica rimasta a Posy prima e dopo il bombardamento del 12, per cui deve aver preso molto male la sua morte. Poi, non so perché, ho sempre l'headcanon che Posy sia diventata un medico proprio per mantenere viva la memoria della sua migliore amica nel quotidiano. Vite come la sua, cadute nella rivolta, non meritano certo di essere dimenticate quanto valorizzate: a loro modo hanno contribuito a rendere possibile il sogno di un mondo libero dove tutti potranno essere trattati come eguali e dove gli Hunger Games costituiranno solo un capitolo buio del loro passato. Per cui boh, niente. Spero che in qualche modo vi sia piaciuta e se mi lasciate qualche conferma, beh, ne sarei very very happy. c: Aloha~ 

  
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