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Autore: bibersell    22/12/2014    3 recensioni
Un idrovolante con a bordo solo due passeggeri, Kimberly e Nathaniel, non arriverà mai a destinazione affondando nell'immenso Pacifico. La corrente porterà i due sopravvissuti sulle coste di un'isole disabitata e inesplorata delle Figi.
I due, da sempre astiosi nei loro confronti, dovranno mettere da parte le incomprensione e le insidie per cercare di salvarsi la pelle. Dovranno fidarsi per poter sopravvivere in quella foresta tanto selvaggia per i due statunitensi.
La lancetta delle ore del costoso Rolex di Nathaniel quante volte dovrà girare prima che i due potranno rivedere i loro cari?
Leggete e lo scoprirete!
Genere: Avventura, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Naufragio d'amore
Gli ultimi saluti


-Mamma, ci saró. Non preoccuparti. Prenderó l'aereo venerdì-

-Ma tesoro, il matrimonio é questa domenica, non puoi partire tra due giorni. Sam si sposa una sola volta, l'esame lo puoi dare anche il mese prossimo-

Mia sorella, Samantha, si sarebbe sposata tra pochi giorni con Jules, compagno di studi fin dai tempi del college. I due avevano partecipato ad un corso avanzato per gli studenti che eccellevano in giurisprudenza, ed era stato tra grossi tomi e leggi arcaiche che era scoppiata la passione.
La loro unione era attesa da tutto il quartiere e venivano anche considerati la prova tangibile dell'esistenza dell'amore.
Quando tre anni fa avevano annunciato il loro tanto atteso matrimonio era stato impossibile per amici e parenti contenere la gioia. Tutti avevano contribuito alla coronazione di quel sogno che non era per nulla intimo. Quella pazza di mia sorella e del mio futuro genero avevano deciso di sposarsi a Nadi, un'isola delle Figi. Per la giurisdizione americana i due giovani giá erano marito e moglie avendo firmato proprio quella mattina le carte che gli avrebbero permesso di sposarsi.
Samantha e Jules, quel mattino, non avevano voluto nessuno con loro eccetto me e Nathaniel, nonché ex compagno di agganci notturni del marito di mia sorella. Io e Nate eravamo i loro testimoni e come tali dovevamo presenziare l'unione.
Il rito religioso si sarebbe celebrato questa domenica in una piccola chiesetta dispersa nel Pacifico.

-Mamma, mi manca solo quest'esame per potermi laureare e preparare la tesi. Se tra due giorni non mi presento all'accademia posso dire addio alla possibilitá di andare a Londra tre mesi per lo stage e sai benissimo quanto ci tengo-

-Lo so tesoro, ma tua sorella si sposa dall'altra parte dell'oceano e non puoi pretendere di prendere di imbarcarti venerdí notte ed essere alle Figi domenica mattina-

Mia madre aveva ragione. Da Seattle alle Figi c'erano parecchi kilometri di distanza senza contare il fatto che avrei dovuto prendere un idrovolante per arrivare a Nadi. Ma non potevo permettermi di non dare quell'esame. Non tanto perché avrei guadagnato mesi, ma quanto lo stage atunnale di tre mesi nel Regno Unito al quale potevano lartecipare solo i laureati. Se non avessi tenuto quell'esame tra due giorni l'avrei dovuto rimandare al mese prossimo e questo significava posticipare la data della discussione della tesi a dicembre e rinunciare alla possibilità di lavorare per i piú importanti musei britannici e coi migliori insegnanti d'arte.
Per i miei, quella di intraprendere la strada dell'arte e di frequentare una vera e propria accademia era stato un azzardo, quasi una scelta campata in aria fatta in un momento di poca stabilitá mentale. Ma per me era stata la scelta migliore che avessi potuto prendere.

-Mamma ora devo andare, ci sentiamo domani e non preoccuparti. Se ho detto che domenica ci saró, niente e nessuno me lo potrá impredire. E poi sono la testimone non posso mancare-. Staccai la telefonata cercando di allegerire la tensione con quell'ultima frase.
Vidi da lontano mia sorella avvicinarsi con Jules al suo fianco.

-Allora sorellina, com'é essere sposati?-

Sorrisi ai novelli sposi che erano appena usciti dal municipio. Gli occhi chiari di Samantha brillavano e alcune lacrime di commozione facevano ancora capilinea sulle sue guance. I capelli biondi che avevo aiutato a raccogliere in una crocchia erano un groviglio scombinato per tutte le volte che ci aveva passato le dita in mezzo per il nervosismo.

-Una rottuna Kim. Non siamo sposati nemmeno da un'ora e giá pretende che gli prepari il pranzo. Il signorino non vuole prendere l'aereo a stomaco vuoto- rispose Sam alzando gli occhi al cielo e cercando di rimanere il piú seria possibile.

Jules le passò un braccio intorno alle spalle stringendola a sé.
-Ma tesoro, il tuo pollo arrosto é irresistibile- Rispose dandosi diversi colpi sulla pancia.

-Se non stai attento ti fará ingrassare in un batter d'occhio- ribadii conoscendo ormai fin troppo bene le meravigliose doti culinarie di mia sorella. I due sposini risero felici e spensierati.
Erano proprio una bella coppia quei due. Giovani e bellissimi. Lei alta, magra e coi lineamenti angelici. Lui moro e dagli occhi magnetici. Era un uomo particolarmente affascinante e attraente e quel completo blu scuro faceva risaltare ancora di piú la sua bellezza.
Il cellulare di Jules suonó e lui si allontanò di qualche passo per parlare a telefono senza disturbare me e mia sorella.

-Era mamma prima a telefono?- Chiese Samantha assumendo un'espressione seria.

-Si- asserii -Ha il timore che non riesca ad arrivare in tempo al matrimonio. Ma é un'assurdità e tu lo sai. Non mi perderei per niente al mondo la mia sorellina in abito da sposa-. Sorrisi amabilmente cercando di rissicurarla.

-Lo so Kim, ma mi preoccupo lo stesso visto che dovrai affrontare un viaggio notturno di diverse ore, per altro da sola. Staremo tutti in pensiero-

Mia sorella era sempre stata estremamente protettiva con me. Fin da bambine mi proteggeva e mi riservava solo il meglio. Se andavamo al cinema mi conservava il posto migliore, se dovevo fare un compito si prodigava ad assicurarsi che avessi capito tutto. Nonostante gli anni che ci separavano io e lei eravamo sempre stati in ottimi rapporti. Non ci consideravamo solo sorelle ma anche migliori amiche, l'altra nostra metà senza la quale non avremmo potuto vivere. Quando era partira per andare a Yale, per me, era stato un duro colpo abituarmi alla sua assenza, ma quando é tornata a casa per le vacanze di Pasqua, con lei c'era anche Jules e vedere qualcuno al suo fianco prendersi cura di lei mi tranquillizzò. Era un bravo ragazzo che le avrebbe dato tutto il suo amore.
Spesso ci dicevano che avevamo un rapportò troppo morboso, ma non era vero. Io e Sam ci volevamo tantissimo bene, provavamo affetto e amore l'una per l'altra. Eravamo sorelle, sangue dello stesso sangue, era impossibile non essere strettamente legate.

-Amore, era Nate a telefono, ci ha chiesto di raggiungerlo al ristorante cinese- Jules aveva riposato il telefono nella tasca dei pantaloni e si era avvicinato alla sua consorte.
Sam annuí pensierosa e insieme ci dirigemmo a piedi al locale.


**
-Ragazzi, stamattina ho ricevuto una chiamata dal tribunale e mi hanno riferito la data dell'udienza. Venerdí, 25 luglio. Tra due giorni-

Eravamo seduti ad un tavolo del ristorante con del riso nei piatti che nessuno dei quattro aveva toccato e che dopo quella notizia sicuramente sarebbe rimasto intatto. Le facce di Sam e Jules erano il ritratto dello sconforto.

-Magnifico. Domenica ci sposiamo e alla cerimonia mancheranno i nostri due testimoni. Sembra uno scherzo del destino- esordí mia sorella abbandonandosi allo schienale della sedia.

-Dai Sam non fare la melodrammatica come nostra madre. Ne abbiamo parlato anche prima, arriveremo in tempo per il matrimonio. Cavolo, abbiamo tutto sabato per raggiungervi-. Dissi cercando di tanquillizzare mia sorella mentre Jules le accarezzava il braccio.

-Nemmeno tu non potrai partire con loro oggi?- Chiese Nate seduto al mio fianco.

-Esatto Sherlock, non riesco proprio a capire come tu abbia fatto a dedurre una cosa del genere, ne stiamo parlando solo da un mese del fatto che io non parto oggi, ma venerdí- risposi acida e ironica.

Tra me e Nathaniel, il migliore amico di Jules da quando erano in fasce, non era mai corso buon sangue. Non che ci vedessimo spesso, ma diversi anni fa mia sorella aveva provato a combinarci un appuntamento ed era stato tremendo, la peggior serata della mia vita.

-Sai, tutte le volte che parli tu tendo a staccare il cervello visto che il 70% delle cose che dici é pura noia e l'altro trenta riguarda o tua madre o tua sorella, Watson- rispose scoccando la lingua sotto il palato producendo un rumore fastidioso

-Non cominciate, per favore- intervenne Jules disperato. Ormai il rapporto tra me e il suo compagno di avventure andava avanti a furia di frecciatine e battibecchi.

-Oh ma questa é una notizia fantastica- esordí mia sorella uscendo da quel mare di tristezza in cui si era immersa. Tutti e tre la guardammo come se fosse pazza ma lei scosse semplicemente la testa. -Nate, a che ora hai detto di dover prendere l'aereo venerdí?-

-Non l'ho detto- tipica espressione di Nathaniel. Mi mandava i nervi a puttane.

-Perfetto. Prenotalo per le dieci di sera. Ti imbarcherai con kim, cosí io non staró in pensiero. Preferisco saperla con qualcuno su quell'aereo. Anche se vi scannerete- l'ultima frase, Samantha, l'aveva solo sussurrata ma era stata ben udibile a tutti.

-Alle dieci? Per me non ci sono problemi a viaggiare con questa musona, ma preferirei partire un pó prima. Non é saggio partire di notte e lo dice uno che di cazzate ne ha fatte-. Quello era il discorso piú lungo e sensato che avessi mai sentito fare a Nathaniel.

-L'altro volo era alle quindici e io a quell'ora sto all'università- placida e atona era stata la mia risposta.

Nate annuì semplicemente e la sua assenza di risposta mi stupì. Era sempre pronto a controbattere con una frecciatina. Mi aspettavo perlomeno che rispondesse con un "la musona deve stare sui libri fino all'ultimo minuto" e invece niente. Solo un cenno di assenso.
Da lí a pochi minuti si sarebbe scatenato il putiferio. Nate mi avrebbe data della pazza rifiutandosi categoricamente di sprecare la giornata appresso a me, Sam mi avrebbe difesa a spada tratta e Jules avrebbe fatto di giudice di pace non sapendo se schierarsi dalla parte della moglie o se da quella dell'amico. E invece, contro ogni mio pronostico, Nathaniel annuì nuovamente.

-Va bene. Appena torno a casa prenoto due biglietti per le ventidue di venerdí. Ci vediamo tra due giorni all'aeroporto. Otto e mezza al check-in. Puntuale, mi raccomando.- disse alzandosi da tavola e rivolgendosi direttamente a me. -Ora devo scappare- si infiló la giacca e lasció una banconota sul tavolo. -Fate buon viaggio piccioncini-. Sorrise a Jules e Sam e se ne andó.

Tipico di Nathaniel, seminare il panico per poi andarsene.

-Ma che gli é preso?- esordí mia sorella stranita quanto me.

-E' Nathaniel. Se non facesse o dicesse cose senza senso non sarebbe lui- rise Jules.

Finimmo il pranzo e poi gli accompagnai con la mia macchina all'aeroporto con i bagagli già caricati dalla mattina. Quando arrivammo all'aeroporto di Seattle, Jules scaricó la macchina e si avvió con Samantha al terminale. Parcheggiai la macchina e poi li raggiunsi.
Tutta la mia famiglia e quella di Jules era riunita intorno ai giovani sposini intenti in chiacchiere gioiose. Un gruppo di ragazzi stava in disparte. I nostri amici.
Mi avvicinai a loro e scambiai qualche chiacchiera. Tra di loro c'era anche Lucas.

Lucas era stato il mio primo vero amore, il mio primo bacio e il primo uomo al quale mi ero concessa. Eravamo stati insieme tre anni e l'anno scorso era finito tutto. Negli ultimi mesi lui si era rifatto vivo e dopo insistenti telefonate e incontri all'università gli avevo concesso un appuntamento. Eravamo andati al cinema
a vedere un film demenziale, poi mi aveva portata a mangiare in un ristorante e la serata si era conclusa con noi due che ci rotolavamo fra le lenzuola del suo letto.
Erano diverse settimane che le cose erano tornate a farsi serie tra di noi e durante quel viaggio alle Figi volevamo riprovare a tornare insieme. Lui si era offerto di partire con me nei giorni successivi, ma io avevo preferito rifiutare. Avrei avuto la possibilità di riflettere su tutto quello che avevamo passato e decidere e ributtarmi in quel buco nero con lui.

L'abbraccio di Lucas mi riportó alla realtà. -Oh amore, non sai quanto mi sei mancata in questi giorni. Non volevo partire senza salutarti e stare altri due giorni senza di te- mi scoccó un bacio leggero sulle labbra e mi sorrise dolcemente.

-Ora sono qui,no?- risposi dolcemente sciogliendo l'abbraccio.

-Hai ragione, come sempre del resto.- il resto della frase non lo sentii perché una voce metallica invase le mie orecchie stordendomi. Il volo che mia sorella e tutte le persone a cui volevo bene avrebbero dovuto prendere era in partenza. Il tempo dei saluti era finito.
Lucas si avvicinó e mi bació dolcemente e io risposi al bacio a mia volta.

-Ti amo. Non lo dimenticare mai- mi sussurró a fior di labbra prima di baciarmi nuovamente e andarsene.

Da lontano vidi mia madre mandarmi un bacio e farmi segno che mi avrebbe chiamata, mio padre mi sorrise felice prima di mandarmi in bacio a sua volta. Sam era impegnata a parlare coi suoi consuoceri, ma Jules si giró verso di me e mosse le labbra in un abbi cura di te.
Li salutai con la mano imprimendomi quell'immagine nella mente e stampandomela nel cuore.




*NOTE*
Ed eccomi qui a scrivere per l'ennesima volta le note del primo capitolo di un'altra mia storia.
Ieri sera stavo vedendo il programma televisivo Nudi e Crudi e mi sono detta: perchè non scrivere una fanfic di due poveretti dispersi e in balia di loro stessi?
Ho scritto tutta la notte e questo ne è il risultato.
Spero che questo primo capitolo vi abbia colpito e che mi farete sentire la vostra voce con pareri e opinioni. Io sono qui che vi aspetto.
Creedo che sia qualcosa di non usuale, almeno l'ambientazione non è la solita.
Spero che mi seguirete in questo pazzo viaggio all'insegna dell'avventura e che vi divertiate con me, perchè, anche se non sembra, questà sarà una storia storia dai toni più leggeri rispotto alle mie solite fic.
Un bacio e alla prossima sventura!

-Bibersell
  
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