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Autore: Hitsuki    22/12/2014    2 recensioni
{ introspettivo; malinconico; hurt/comfort? | missing moments; sono presenti due avvenimenti del videogame descritti più dettagliatamente e/o leggermente modificati }
— Garry annuì, esterrefatto; s'era reso conto che Ib stessa, con la sua inespressività tanto criptica ma soprattutto artistica, rappresentava il mondo dei suoi sogni. Era un mondo composto da così tanti colori che non se ne poteva distinguere nessuno, o forse non c'era nessun colore o ancora tutto era di un colore ancora sconosciuto, Garry ancora non lo capiva. L'unica cosa che importava veramente erano le emozioni inespressive di Ib, le rose, quelle vere, che amano fino all'ultimo usando le loro spine per difendersi e non per attaccare. ×
L'Arte di Ib rappresenta una speranza dal gusto tanto inespressivo quanto sentimentale, e Garry un giorno darà vita al colore della loro Promessa.
[ • Garry!centric; implicit!Garry/Ib ]
[ • spoiler! dell'ending Promise of Reunion ]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Garry, Ib, Mary
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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 NOTE A U T R I C E 
Voi non sapete quanto questa fanfiction m'abbia dato filo da torcere. Per mesi non l'ho sfiorata, più volte ho avuto la tentazione di abbandonarla, ma finalmente l'ho finita. E non sapete quanta emozione stia provando, quanta soddisfazione, nell'aver composto il mio quadro di rose rosse, blu e gialle. 
So che non sarà il migliore degli inizi ma parto col scrivere che per comprendere appieno alcuni pezzi - più precisamente sui quadri pitturati di bianco o accenni simili - e perciò l'intera one-shot è consigliato leggere questa mia precedente one-shot su Mary; certo non è obbligatorio, la fanfiction può tranquillamente essere letta lo stesso.
Andando avanti, se notate un cambiamento di stile è perché ho appunto reso "orfana" per un po' questa mia one-shot, ma ho apportato varie modifiche per rendere il tutto il più uniforme possibile. Devo dire che come fanfiction non c'è male, il mio intento è quello di far trasparire il mio sudore - perché gh, quante ne ho passate per completarla! - e spero che la fanfiction verrà apprezzata. È introspettiva al massimo sebbene potreste interpretare i pensieri di Garry come una Garry/Ib implicita (+ Mary se proprio volete) quindi non ci sarà particolare azione o colpi di scena abnormi, solo Ib vista sotto gli occhi di Garry.
I due avvenimenti del videogame precisati nella presentazione sono la seconda e terza parte (i flashback, ecco), la prima e l'ultima sono di pura fantasia. La terza è leggermente modificata per renderla volutamente più breve, l'idea di rendere il flashback un papiro non rientrava assolutamente nei miei piani. Ah, spiegatemi una cosa: com'è che inespressività me lo segna come errore? Srysly,, Ho perfino cercato nel vocabolario ed è una parola che esiste, diamine!
È un po' corta, ad essere sincera… la volevo fare più lunga. Ma ho comunque scritto una one-shot e più che la lunghezza, è importante il significato. È solo che dopo un luuuungo periodo di pausa (un anno circa?) pensavo di scrivere un qualcosa di colossale— ahah no, però boh, sono proprio contenta di questa fanfiction ma mi sento un po' arruginita (??) e quindi non so. Mh. Buona lettura e
chu~ per la vostra pazienza. {nota ; probabile che dopo le vacanze modifichi leggermente la grafica, per me è stato un Inferno editare il tutto e pubblicare.}
  ~ Hitsuki.


 
L'arte dell'Inespressività
continuo ad attendere una Rosa mai sbocciata del tutto
 
Garry aveva sempre amato il suo sguardo, le sue labbra sottili, la pelle candida e nivea composta da petali rosei che teneva fra le mani una contrastante rosa cremisi, i suoi occhi vividi solo se vicini all'anima; infatti, se scrutava attentamente le sue iridi apparentemente inespressive, notava un barlume di speranza che a poco a poco scemava in un tripudio di sentimenti. Quella bambina, una mente tanto contorta imprigionata in un fragile corpicino, era forte. Forte come le spine sulla sua rosa che lei evitava con gesti delicati delle dita, a differenza sua - spesso Garry si pungeva e la rosa blu rideva, divertita.
   Ib era bella. In tutto.
  «Garry». I suoi pensieri si accartocciarono nella sua mente, pudici, affogando nella melma dell'ansia, poiché a Garry pareva che Ib leggesse nel pensiero. Si rizzò in piedi con la giacca adorna di molteplici pieghe, poi sorrise imbarazzato e poggiò le ginocchia sul pavimento per arrivare all'altezza della bambina. Ancora ella scagliava e rigurgitava con forza le sue emozioni, ma alcune di esse riuscivano a fuggire per risplendere nelle sue iridi vermiglie. Spostò la testa di lato, incuriosita, sempre con le labbra serrate. «… Hai paura?» una bambina che trae conclusioni in fretta ed eccellentemente, non c'era dubbio. Fingeva ancora di essere impassibile. Prese i lembi della sua gonna e la osservò attentamente analizzandone il colore uniforme alla rosa fra le sue mani, peccaminosa nel suo rosso sangue, quasi ci fosse qualcosa che non andasse in essa. Sulle guance spuntarono due pennellate di rosso chiarissimo e limpido, una cascata di imbarazzo che affiora inevitabilmente dalla superficie rosata. Ib non voleva aver paura perché altrimenti avrebbe trasmesso il suo terrore a chi gli stava accanto, o almeno questo era il suo pensiero; si sentiva in colpa come se avesse infettato Garry con un'ansia che in realtà non aveva mai avuto, sicura che la personalità di qualcuno si poteva riflettere nell'anima di qualche caro.
   Lui avvicinò la mano al capo chino di Ib, accarezzandole lentamente i capelli bruni e lucidi, continuando a sorridere. Si placò, la bimba era come un bel quadro rilassante - un quadro costellato da rose rosse senza spine e il cielo chiaro e privo di nuvole. «Non ti preoccupare per me».
   «Ripeto, hai paura?».
   Silenzio. Forse quel quadro di rose rosse mai ci sarebbe stato, se non sostituito da fiori gialli e sfondi disegnati con la gelosia. E probabilmente, per avvicinarsi di più al dipinto dei suoi sogni, avrebbe dovuto collaborare ed essere sincero. Ib non sarebbe certo marcita per mano sua.
   «… Un po'». Metà paura l'aveva occultata, l'altra l'aveva fatta notare ad Ib.
  Ella non rispose a sua volta ma si limitò a dargli di spalle, le mani dietro la schiena che spiegazzavano maggiormente la gonnellina, mentre la rosa ricadeva fra le sue dita per tentare di pungere le gambe pure ed immacolate della padrona; ma lei non si lasciava mai sopraffare, infatti la tese ritta cosicché le spine avrebbero reso vano il tentativo di macchiarla. Nella rosa Garry vedeva un nemico più pericoloso di ogni altro, pronto a far stillare lacrime e sangue quando la scintilla della pazzia avrebbe inglobato completamente la galleria. I quadri agghiaccianti, le braccia lunghe e nere che frastagliavano i corridoi, il pavimento puntellato da occhi indulgenti non lo spaventavano ai livelli di quella rosa, tinta di falsa flemma rossa a differenza dell'esile Ib sempre tranquilla e genuina.
   Non era eccessivamente immerso in quei dubbi, poiché subito percepì un calore invadergli il petto e poi salire verso la gola ed evadere infine dalle labbra sotto forma di singulto, mentre sentì la schiena cinta dalla sorpresa di due braccia piccole ma avvolte dalla tenerezza; abbassò lo sguardo e vide Ib abbracciarlo il più disperatamente possibile, assorbendo tutto il freddo e la paura da lui emanata. L'inespressività di Ib confluì verso la rosa in quel momento irritata, mentre gli occhi erano chiusi con tanta forza che qualche lacrima ribelle riuscì a fuggire lungo le sue guance.
   «Ib…» intanto Garry aveva accennato un sorriso, ricambiando l'abbraccio.
   Fra qualche singhiozzo la fanciulla rispose e gli parve che si stesse addirittura aggrappando ai suoi vestiti per cercare un rifugio - rimaneva pur sempre fragile, nella sua forza - e al contempo trasmettergli sicurezza, una danza in cui entrambi riescono a vivere solo con l'appoggio dell'altro. «Non hai più paura, vero? Non avere paura. Usciremo di qui. Teniamoci sempre per mano, stiamo sempre insieme, facciamo il possibile: noi vivremo». "Sì, noi vivremo", avrebbe replicato Garry, ma non ce n'era il bisogno. Amplificò la stretta tentando di racchiudere Ib in un morbido guscio di speranza, creando una lastra di cristallo invisibile fra la galleria e lei.
   Il suo corpo venne privato velocemente da quel tepore rimasto impresso in lui, Ib s'era staccata dall'abbraccio in modo brusco e continuava ora a proseguire verso una via ove chiazze d'ossidiana davano vita all'oscurità più abissale.
Garry barcollò per qualche istante, poi raggiunse Ib addentrandosi assieme a lei nella via che non era gelida né calda, o meglio, era proprio lui non più conscio dell'atmosfera circostante. Riusciva solamente a contemplare l'inespressività artistica plasmata da Ib, proprio lei, straripante di emozioni ma sempre alla ricerca di un modo per velarle con grazia.
 
***
 
Poco prima di quell'abbraccio al sapore di rose rosse - rosse come l'amore, semplice e puro amore -, il quadro divampò proprio di rosso. Braccia vermiglie attanagliavano il corpo di Mary, lacerando speranze illusorie e sogni folli e più il fuoco ardeva più i suoi occhi si spegnevano. Ib era rimasta imperterrita di fronte a quella scena raccapricciante, eppure Garry sapeva che lei fosse avvolta da una violenta onda di sofferenza. L'acqua può spesso far più male del fuoco: ti annega, ti soffoca, le lacrime si confondono con esso e non sai più quali veramente siano le tue emozioni, diventi poi una goccia inconsistente nella distesa di disperazione. E Ib si ricordava bene di come era entrata nella galleria, Garry si ricordava bene.
   Mary era ormai una vera e propria candela, fatta di cera ormai sciolta. 
   Ib la strinse a sé, chiudendo le sue palpebre con un gesto lento e trattenendo qualche singhiozzo, chinandosi così tanto da far divenire la sua schiena un'arcata. Nel momento in cui si rialzò apparve pallida, ma sorrise impercettibilmente. «Quando usciremo fuori di qui dipingeremo un prato di rose gialle, rosse e blu» anche in quel momento aveva stretto i lembi della gonna, con la stoffa che le scivolava fra le dita deboli. «Magari lasciando lo sfondo bianco. Incoroneremo la nostra amicizia nel mondo parallelo dell'arte. Che ne dici?».
   Garry annuì, esterrefatto; s'era reso conto che Ib stessa, con la sua inespressività tanto criptica ma soprattutto artistica, rappresentava il mondo dei suoi sogni. Era un mondo composto da così tanti colori che non se ne poteva distinguere nessuno, o forse non c'era nessun colore o ancora tutto era di un colore ancora sconosciuto, Garry ancora non lo capiva. L'unica cosa che importava veramente erano le emozioni inespressive di Ib, le rose, quelle vere, che amano fino all'ultimo usando le loro spine per difendersi e non per attaccare. Garry avrebbe voluto raccogliere qualche rosa di quel mondo per poter porgerla a Ib, magari prenderne un paio gialle e posarle accanto a Mary, ma arrivò alla conclusione che sarebbe stata un'eresia. L'arte va contemplata, così come le Rose dell'Arte devono essere ammirate ma non colte; Garry aveva già ricevuto il dono della Speranza da parte di Ib. «Certamente, mentre fuori dalla galleria inizieremo il nostro dipinto di amicizia stringendoci i mignoli e dando vita a questo nostro patto segreto». Senza un perché, s'era ritrovato a pronunciare quelle parole e vide la bambina colmare gli occhi di lucida riconoscenza.
   Scarlatta era la loro sensibilità, blu la loro sincerità, gialla la forza anche dopo aver dato vita a un dramma.
 
***
 
La galleria era ritornata con le pareti pitturate di bianco e Garry quasi pensò di trovarsi in un ospedale, ma si ricredette quando davanti a lui vide una rosa rossa sanguinante; la contemplava proprio come faceva poco prima di entrare nella galleria degli orrori, rendendosi conto che per lui era passata un'eternità. I petali venivano sostenuti dalla corolla, erano le spine che cedevano di fronte alla loro vittoria scivolando lungo lo stelo per poi accasciarsi al suolo in un attimo. 
   Sentì delle scarpette tastare ritmicamente il pavimento verso la sua direzione e più il rumore quasi angelico s'avvicinava, più lui s'affannava rendendo offuscata la composizione davanti a lui - come se plasmata da un'entità che, vedendo l'angoscia di Garry, regolava la nitidezza della galleria facendo cadere foschia dal soffitto.
   «Garry!» udendo il suo nome pronunciato da quella voce, si voltò. E lì la vide; camicetta bianca - ma d'un bianco rassicurante, a differenza di quello delle pareti -, gonna rossa striata di pieghe, lunghi capelli d'ebano inspiegabilmente morbido, occhi intinti di falsa apatia. Solo le mani erano diverse. Nessuna rosa le manipolava ed apparivano più rosee, più delicate, l'intero corpo emanava una maturità rinnovata. Proprio una mano si fece strada nell'aria, trafiggendo l'imbarazzo; si chiuse in modo che solo il mignolo fosse visibile completamente, ritto più d'uno stelo di una rosa ma privo di spine. «Per dar vita al nostro patto» si limitò a commentare, muovendo il capo a destra e a sinistra, una cantilena di impazienza.
   Garry intrecciò il suo mignolo a quello di Ib percependo nuovamente il calore della bambina, un calore ancora più accogliente sotto la luce bianca come lo sfondo dei loro sogni di rose rosse e blu e gialle, un calore travolgente che permeava il suo cuore. «L'ho compreso tardi, ma il nostro non è un patto: è una promessa». Sorrisero, spezzando completamente tutte le catene che attanagliavano alle loro emozioni e al loro rapporto; si creò una nuova catena, dello stesso colore indefinito che Garry vedeva nell'anima di Ib, creata da mille anelli così come i petali danno vita a una rosa. Le promesse si mantengono sempre, e sempre loro avrebbero creduto nella Promessa di Riunione. La loro Promessa sarebbe sbocciata, un giorno, fra i loro mignoli intrecciati come due steli.
 
***
 
Garry aveva ancora quel lato bambino che cresceva all'interno di sé e ancora s'ostinava a una possibile riunione fra lui ed Ib. Da anni dipingeva nel tempo libero, il tempo al sapore di primavera ancora acerba; in particolare intingeva i propri pennelli di acquerello per immortalare rose rosse, blu e gialle. La sua tavolozza era composta da colori così confusionari dal crearne uno solo, ma Garry usava solo quella per poter attingere colore. Li posava lentamente sulla tela ed essi scivolavano lungo una via invisibile ma già segnata, colorando il nulla. Affinava la sua tecnica lamentandosi della complessità delle rose, petali che solo uniti davano vita a una composizione di arte - meravigliosa nella suo inespressivo sentimento. Guardando fuori dalla finestra i movimenti delicati dei fiori e assaporandone il profumo quando le sue narici tastavano i petali di seta Garry pensava ad Ib, Ib con il suo sorriso e i suoi abbracci, Ib che era silenziosa, sincera, amabile ma soprattutto Ib che no, non era una rosa: era un'Arte. Rimembrava le labbra incurvate all'insù e il suo sorriso, dipinto finalmente di puro affetto cremisi nel volto di porcellana; rimembrava il suo mignolo e il suo arrivederci. Avrebbe atteso nel mentre della sua ispirazione maggiore - si erano promessi di riunirsi, dopotutto - allenandosi a dipingere le rose, e quando Ib sarebbe arrivata portando l'amore vero sarebbe riuscito a raffigurare anche quel colore tanto enigmatico che traspariva dal loro mondo parallelo. Sapeva già il nome da attribuire a quel colore, perché quel colore era la loro Promessa di Riunione.
  
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