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Autore: Ginny_theQueen    22/12/2014    3 recensioni
((No spoiler di Blood of Olympus, tranquilli))
Durante l'impresa dell'Atena Parthenos, Reyna incontra una semidea molto speciale di nostra conoscenza... come si comporteranno le due? Cosa penserà Reyna di Thalia? Leggete per scoprirlo.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nico di Angelo, Reyna, Talia Grace
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Reyna aveva tutto sotto controllo.

La manticora la stava schiacciando al suolo, ma lei era convinta che non sarebbe morta. La sua missione era troppo importante, non poteva fallire. Ma la sua lancia di oro imperiale era intrappolata sotto la coda da scorpione del mostro e sapeva che non l’avrebbe mai raggiunta.

Il tempo rallentò.

Lanciò un’occhiata alla statua gigantesca dieci metri più in là e mandò una preghiera silenziosa a Miner- Atena.

Reyna cercò di afferrare il pugnale che aveva in tasca, ma le sue mani erano un tantino occupate a tenere lontane le fauci della manticore.

Improvvisamente sentì un tuono e vide lo sbrilluccichio del metallo infilzarsi nella schiena del mostro. Si polverizzò in qualche secondo, e Reyna poté finalmente alzarsi.

Guardò la persona che l’aveva salvata: era una ragazza. Solo una ragazza vestita di nero, tra le mani una lancia di bronzo celestiale e uno scudo spaventoso. Una coroncina argentata era posata sui suoi capelli corvini.

“Grazie,” disse Reyna. Si piegò per riprendere la sua lancia caduta.

“Figurati,” rispose l’altra.

Le due ragazze considerarono la situazione per un po’, lentamente ruotandosi attorno come felini.

La ragazza aveva qualcosa… qualcosa di familiare che Reyna non riusciva a decifrare. I suoi occhi erano di un blu tempestoso e sembrava molto potente, ma la figlia di Bellona non aveva di certo paura. Lei non aveva mai paura.

Hedge e Nico avevano trovato un posto per riposare al sicuro, non lontano da dov’era la statua, e le avevano detto di svegliarli dopo un’ora. Quell’ora era quasi passata. Reyna sperava profondamente che la ragazza di fronte a lei non avesse voglia di combattere. Forse era meglio cominciare in maniera amichevole: abbandonò la posizione di difesa, sperando che l’altra facesse lo stesso. Ripose il pugnale e alzò le mani per mostrarle che era disarmata.

“Sono Reyna. Io e i miei amici stiamo trasportando l’Atena Parthenos al Campo Mezzos-“

“Aspetta, quella è l’Atena Parthenos?”

Non era una nemica. Reyna cominciò a rilassarsi. “Proprio lei.”

L’altra fischiò. “A proposito, sono Thalia Grace,” si presentò.

I suoi occhi…

“Grace?” chiese Reyna, confusione visibile sul suo volto.

“Sì, forse hai sentito parlare di mio fratello Jason? E se non hai mai sentito parlare di me… vieni dal Campo Giove?”

Come poteva essere? Conosceva Jason da anni, erano stati così legati, e lui non aveva mai menzionato una sorella, nemmeno una volta. Forse era un trucco di Gea. Ma le aveva appena salvato la vita. E… la forma del volto di Thalia. Il modo in cui parlava. I suoi occhi, dannazione.

“Puoi dirlo forte. Io e Jason siamo stati pretori insieme,” rispose, con una punta di orgoglio. “Beh, tecnicamente io sono ancora pretore, ma…”

Thalia parve curiosa. “Ma?”

“Sospetto che quell’idiota di Octavian si sia impadronito della legione in mia assenza. L’esercito aveva innalzato Jason e me sugli scudi dopo la guerra con i Titani, ma poi Jason è scomparso, è arrivato Percy Jackson e la folla ha proclamato lui pretore, poi una settimana fa Jason ha rinunciato alla sua posizione e ha promosso un figlio di Marte, Frank Zhang durante una battaglia. Io ho infranto la legge attraversando il Mediterraneo – il Mare Nostrum – fino alle Terre Antiche, quindi tecnicamente avrebbero potuto togliermi il pretorato senza un processo, ma spero che non sia andata così. Quindi nonostante Jason si sia formalmente dimesso, ci sono ancora tre pretori, e questo viola la nostra legge. Quell’augure potrebbe essersi autoproclamato dictator.”

Thalia aveva ascoltato attentamente e una volta che Reyna ebbe finito, chiese: “Percy è stato nominato pretore? Sul serio? Credevo che voi Romani foste un po’ più intelligenti… la testa di Percy è piena di alghe e Annabeth, nient’altro.”

“Conosci Percy di persona?”

“Certo che sì. Abbiamo fatto un paio di imprese insieme… cose da figli dei tre Pezzi Grossi,” rispose Thalia.

“Quindi sei una figlia di Zeus?”

“Già.”

“Ma come è possibile che tu e Jason…?”

“Per fartela breve, Zeus si faceva nostra madre, ma poi Hera l’ha scoperto e si è incazzata e quindi lui è tornato dopo qualche anno in forma di Giove e… ed è nato Jason.”

“Dopo qualche anno? Rischio di sembrare scortese, ma quanti anni hai? Non sembri più grande di lui.”

Thalia rise. “Altra lunga storia. Sono morta quando avevo dodici anni e Zeus mi ha trasformato in un pino… sei anni dopo sono stata guarita con il Vello d’oro. Quindi in anni mortali, dovrei averne ventitrè. Ma non importa: ho l’aspetto di una sedicenne e ce l’avrò per sempre, mi sono unita alle Cacciatrici di Artemide.”

“Beh, la tua storia non sembra meno complicata della mia. Ti piace la Caccia?”

Thalia indicò la sua coroncina, sorridendo. “Beh, sono la prima luogotenente di Artemide, è epica.”

Questa Thalia era fantastica. Reyna si trovò a continuare la conversazione.

“Mia sorella Hylla è la regina delle Amazzoni,” disse casualmente.

“Wow! So che le Amazzoni non voltano le spalle alla compagnia degli uomini come facciamo noi Cacciatrici?”

“No, ma sono comunque grandi femministe. Traggono piacere dalla, ehm, compagnia maschile. Poi sono le proprietarie di Amazon.”

“Scherzi? Credevo che fosse di Hermes!”

“Lo so, è una follia…” Dopo un attimo di silenzio, Reyna riprese a parlare. “Hai fatto il nome di Annabeth prima…”

“La conosci?”

“Sì, ho incontrato la rappresentanza dei Greci dell’Argo II prima che salpassero. Annabeth mi è sembrata la più - amichevole. Andiamo molto d’accordo. E’ una guerriera, mi piace. Sono una figlia di Bellona, quindi…”

“Dea della guerra?”

Reyna annuì.

“Aspetta, hai detto che stavi trasportando la statua –“

“Sì, Nico ed io la stiamo portando al Campo Mezzosangue. Annabeth sognato che sua madre le diceva che la Parthenos deve essere portata alla Collina Mezzosangue dalla Romana. Che sarei io.”

“Nico di Angelo? Non vedo quel ragazzino da un’eternità.”

Conosce proprio tutti? Certo, figlia di Zeus… deve essere stata una celebrità al Campo Mezzosangue.

“Sì, ne ha passate di brutte.”

“Come siete finiti tu e Nico a portare la statua, poi? Io non sento Chirone da mesi… Gli promisi che le Cacciatrici ci sarebbero state in caso di necessità, ma non mi ha mai contattata. Dimmi che succede.”

“Cosa sai dell’impresa dell’Argo II?”

“Solo che dovevano salpare a giugno.”

Reyna aggrottò la fronte. “Allora sarà una storia molto lunga.”

“Ho tutto il giorno.”

“Io no.”

“Allora dimmi – dimmi solo di Annabeth. E mio fratello. Stanno bene? Hanno bisogno di aiuto?”

“Senti, Thalia, devo dirti una cosa. Però non impazzire, okay?”

Annuì.

“Percy ed Annabeth sono caduti nel Tartaro.”

Thalia impallidì visibilmente, poi cominciò a gridare. “CHE CAZZO –“

“Calma, ne sono usciti vivi, stanno entrambi bene!”

Thalia si rilassò.

“Come diamine è successo?”

“Arachne ha tirato Annabeth nel baratro e Percy non ha voluto lasciarla andare, quindi è caduto con lei.”

“Ho sempre saputo che quel ragazzo era pazzo.”

“E’ stato eroico. Stupido, certo, ma –“

“Pazzo di Annabeth. Avresti dovuto vederli quando avevano tredici anni. Arrossivano costantemente quando si trovavano insieme… se non escono vivi da questa fottuta guerra per poi sposarsi, mi incazzerò così tanto che ucciderò un paio di Giganti da sola.”

Reyna realizzò di stare ridendo. Quando era stata l’ultima volta che si era fatta una bella risata? Onestamente non riusciva a ricordare. Le risate erano riservate agli amici, e lei non aveva amici. Solo nemici ed alleati. Aveva imparato a sue spese di non fidarsi di nessuno.

Nonostante tutto, voleva ascoltare Thalia. Era la sorella di Jason – e quello era un altro motivo per non affezionarsi – ma sembrava così simile a lei, forte ed indipendente, irradiava potere. Ma Reyna doveva svegliare Nico ed il Coach Hedge. Dovevano andare. Questa impresa era troppo importante, non potevano fallire.

“Ascolta, Thalia, mi piacerebbe rimanere qui un altro po’ a chiacchierare con te, ma devo proprio andare. Tra qualche ora il Campo Giove attaccherà la Collina Mezzosangue e si distruggeranno a vicenda se non arrivo lì in tempo. Faranno il lavoro di Gaia per lei.”

L’espressione di Thalia cambiò. “Il tuo campo ci attacca?”

“Non su mio ordine. Avevo detto di non tirare la lancia della guerra. E’ stato il mio ultimo comando.”

“Come farete a viaggiare con la statua di Atena?”

“Io e Nico stiamo viaggiando nell’ombra dalla Grecia.”

“A scopo informativo, vorrei dirti che una volta è accidentalmente finito in Cina. Sul serio però, povero ragazzino. Sarà esausto,” commentò Thalia.

E’ esausto. Questa statua è un enorme peso, e abbiamo anche un satiro con noi. Vorrei poter fare qualcosa per aiutare Nico. Ogni volta che ci fermiamo deve riposarsi, quindi io procuro del cibo e faccio la guardia e tengo lontani i mostri finché lui non riguadagna abbastanza energie per viaggiare nell’ombra.”

“Non vi muovete abbastanza velocemente.”

“Che ti aspetti –“

“So che non potete andare più veloce. Ma se ci sarà una guerra tra i due campi, devo andare a proteggere la Collina Mezzosangue. Non voglio che ci sia una battaglia, ma –“

“Vuoi difenderla, certo. E’ la tua casa.”

Thalia scosse la testa. “Non è la mia casa. Le Cacciatrici sono la mia casa. Ma lo è per Annabeth e Percy. Devo farlo per loro.”

“Quindi credi che siamo spacciati? Non arriveremo in tempo?”

“Potrei avere una specie di piano in mente,” disse Thalia e poi sorrise.

Il cuore di Reyna perse un battito. “Sentiamo.”

“Prima di tutto, quanto è determinata la tua legione?”

L’ultima volta che Reyna aveva risposto ad una domanda simile c’era stato orgoglio nella sua voce, ma ora era svanito. “Combatteranno finché non ci sarà più nessuno in piedi. Vogliono sangue, a loro non importa –“

“Quanto sono determinati ad attaccare adesso? Intendo, come fai a sapere che attaccheranno stanotte?”

“L’ho visto e l’ho sognato.”

“Sì, ma perché proprio stanotte?”

“Hanno messo su campo circa una settimana fa. Hanno appena spostato una legione intera, avevano probabilmente bisogno di qualche giorno per organizzare tutto e riunire le nostre – cioè, le loro – forze. Non so, potrebbero aver studiato le condizioni del Campo Mezzosangue e avranno deciso che stanotte era il momento migliore per attaccare.”

“Molto bene,” disse Thalia. Reyna non vedeva cosa andasse molto bene, ma rimase in silenzio.

“Posso creare un po’ di trambusto, qualche anomalia. Tuoni. Così vicini all’Olimpo… gli aùguri potrebbero anche pensare che Zeus stesso non approva le loro azioni. Posso creare una tempesta così fitta che non potranno mettere piede fuori dalle tende, figuriamoci attaccare il mio Campo.”

Se non possono marciare sul Campo Mezzosangue… sì, potrebbe funzionare.

“Sembra grandioso. Sono sicura che tu sia in grado di fare cose… tempestose. Ma come farai ad arrivare a Long Island in tempo?”

“Questa è la parte in cui dovrai fidarti di me. Io viaggio nell’ombra con Nico al Campo Mezzosangue, senza la statua. Ci vorrà un minuto, e molta meno energia da parte sua. Quando arriviamo lì, io farò il mio lavoro e Di Angelo ottiene un po’ di meritato riposo. Ti manderò qualcuno con una biga alata per portare la statua. E poi speriamo che una volta arrivati, la nostra gigante amica Atena possa far cessare l’ostilità tra Greci e Romani. E non parlo solo dei Campi, ma anche degli dei. Loro staranno a guardare, lo so.”

Reyna prese tutto in considerazione per un minuto. Era grandioso. Anche se c’erano migliaia di ragioni per non fidarsi di Thalia e di quel piano. Ma questa era probabilmente la loro unica possibilità. E poi, non sarebbe stata una decisione alla cieca. Thalia diceva di conoscere Nico, e Reyna poteva fidarsi del suo giudizio. Avrebbe lasciato a lui la scelta.

“D’accordo,” disse infine. “Credo che il tuo piano possa funzionare. Ma prima fammi parlare con Nico.”

Thalia scosse il capo. “Glielo diciamo insieme. Lo conosco. Quando era piccolo lo spaventavo a morte. Ma conoscevo sua sorella e so che si fiderà di me.”

Non poteva certo riferirsi ad Hazel quando parlava di una sorella, Reyna lo aveva intuito. Era tentata di chiedere spiegazioni, ma tenne la bocca chiusa.

 

 

Il Coach Hedge era sveglio e stava facendo la guardia. Gli spiegarono tutto velocemente. Intanto, Nico russava sonoramente, sul suo giubbotto da aviatore usato come cuscino.

“Sembra più piccolo quando dorme,” disse piano Thalia. Gli scompigliò i capelli.

Da vicino, Reyna si accorse che i suoi occhi non erano identici a quelli di Jason. Le iridi di Thalia erano di un blu elettrico con delle pagliuzze argentate. Come un cielo sereno pieno di stelle.

“Okay, svegliamolo. Coach?”

Il satiro annuì. “Ti uccido, malefica creatura! MUORIIIIIIIIIIIII!”

Nico si sedette di soprassalto ed afferrò la sua spada stigiana. “Che c’è?” Si guardò intorno e non identificò nessuna minaccia. Poi sgranò gli occhi quando vide “Thalia!”

“Ciao, pivello. Da quanto tempo…”

“Che ci fai qui? Dove sono le tue Cacciatrici?”

A Reyna sembrò di vedere qualcosa contrarsi sul volto di Nico quando menzionò le Cacciatrici.

“Non è importante. Ma ascolta, abbiamo un piano…”

 

 

“Sei sicura che non hai bisogno di niente?” Thalia chiese per la quinta volta.

“Sono apposto.”

“Ha me, starà benone,” si intromise il Coach.

Reyna tentò di nascondere un risolino e vide che anche Thalia stava sorridendo.

“Fate buon viaggio. Buona fortuna,” disse Reyna.

“Grazie,” mormorò Nico.

“Non preoccuparti, ti farò guadagnare il tempo necessario. Devi solo stare qui e tenere d’occhio l’Atena Parthenos,” le disse Thalia.

Lei annuì. “Ci vediamo sulla Collina Mezzosangue,” disse Reyna con sicurezza.

Entrambe sorrisero.

Reyna li guardò scomparire. Quando se ne furono andati, Reyna si sedette con la schiena contro la statua.

Si sorprese a pensare che Thalia Grace era una ragazza interessante. Una persona con cui non le sarebbe dispiaciuto vivere un’avventura. Come Annabeth, una potenziale amica.

Questi semidei greci non erano niente male. Reyna chiedeva soltanto che anche i ragazzi del suo Campo potessero vederlo.

 

 

Angolo autrice: salve!

Ho scritto questa storia secoli fa e l’avevo pubblicata su fanfiction.net prima dell’uscita di Blood of Olympus. Poi me ne sono completamente dimenticata e l’ho ripescata solo oggi perché è il compleanno di Thalia e quindi mi sono messa a scavare nel computer per vedere se avevo qualcosa su di lei da pubblicare, ed è saltata fuori questa. Insomma, eccola qui.

Diciamo che in Blood of Olympus le cose non sono andate esattamente così (xD) ma mi piace come avevo immaginato il rapporto tra Reyna e Thalia. Okay, lo ammetto, segretamente le shippo tantissimo. Un Grace vale l’altro, e visto che Jason è tanto preso da Piper…

Spero che la storia vi sia piaciuta. Mi fate sapere che ne pensate? Magari fangirliamo insieme su quanto sia fantastica Reyna? (che voi abbiate letto Blood of Olympus o meno, prometto che non spoilero nulla!)

Ci vediamo in recensione (se qualcuno recensisce lol) o comunque alla prossima storia. Grazie di essere arrivati fin qui.

 

Ginny_theQueen ♥ 

   
 
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