Serie TV > Once Upon a Time
Segui la storia  |       
Autore: ThousandyearsThousandmore    23/12/2014    2 recensioni
Outlaw Queen;
Che cosa sarebbe successo se anche Robin Hood fosse caduto vittima del sortilegio lanciato da Regina e avesse perso memoria della sua identità?
Niente percorso di redenzione alle spalle della cattiva della storia; solo un uomo che la fissa da subito in un modo diverso, con i suoi occhi irritanti e magnetici, e una donna che per il gusto della vendetta, ha perso di vista quello che la renderebbe davvero felice.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Regina Mills, Robin Hood, Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Regina non poteva sentire la sabbia mentre piano piano lasciava sopra di essa le sue orme sottili.
Poteva percepire la brezza marina, sentire i suoi occhi affaticarsi per via del sole accecante, ma quegli stivali di pelle nera non gliela facevano sentire, nessun granello osava infiltrarsi in quelle scarpe rigide.
Camminava nel suo cappotto scuro, livida per via della rabbia, con andatura lenta ma sicura, anche se qualvolta zoppicando; la mora non aveva previsto di ritrovarsi sulla spiaggia quando aveva scelto che cosa avrebbe indossato per la sua giornata.
L'idea che quella biondina fosse piombata nella vita che si era cucita addosso, le stava scombussolando tutti i piani, vederla sempre vicina a quello che lei considerava unicamente suo figlio, la rendeva instabile, cominciava davvero a temere che con i suoi modi e la sua testa dura, Emma Swan le avrebbe portato via tutto.
E così Regina si era trovata sulla spiaggia.
Non aveva mai avuto grandi motivazioni per sentirsi così frustrata da quando aveva con se il suo piccolo, ma adesso era diverso e le era parso il luogo perfetto per sfogarsi.
I ciottoli lucidi perché bagnati, scintillavano grazie al riflesso dei potenti raggi solari del primo pomeriggio e attirarono la sua attenzione.
Lei adesso pensava che avrebbe potuto lanciarli, uno per uno in acqua, immaginando al posto di quello specchio cristallino, la faccia di quella stupida biondina, appena scelta come vice sceriffo e sulla buona strada di rovinarle la vita.

Ripensava all'espressione del suo bambino, nel silenzio provocato dalla fine delle sue urla.
"Tu sei la regina cattiva, non mia madre!"
Aveva urlato, così forte da permettere al suono di superare le mura di casa e infrangersi come un eco in tutto il verde di quel giardino perfettamente curato.
Ripensava a quante volte aveva finito per perdere le staffe in poche settimane, a quanto avesse bisogno di sentire il fuoco crescere sul palmo della sua mano, la magia scorrerle nelle vene per fare del male a chi invece, meritava solo uno dei colpi che ormai non poteva più sferrare.
Ripensò a Henry, che dei suoi divieti ne aveva fatto una specie di scherzo, di sicuro adesso era con lei, e nell'evitare che accadesse, Regina stava precipitando ancora più in basso, si sentiva non amata da lui, ma non voleva perderlo, era la persona più importante della sua vita.
Poteva anche essere la regina cattiva, la sua intelligenza viva aveva permesso a Henry di accorgersi dell'impossibile, ma il bambino non si era mai spinto riuscendo a vedere più di così.
Lei era ancora desiderosa di quello che il sortilegio le aveva offerto, ma non per questo non aveva voglia di provare a dare tutti i brandelli positivi che le erano rimasti, al suo ometto.
Emma Swan era una minaccia doveva essere eliminata, solo a questo riusciva a pensare, mentre una raffica di pietroline affondavano in acqua, seguite da altre ancora, non si era fermata nemmeno per un secondo.

"È una così brutta giornata, signor sindaco?"

Una voce sconosciuta le arrivò alle orecchie, lei si voltò lasciando cadere per terra l'ennesima pietra destinata a sprofondare nel fondale marino.
Si chiese perché non ricordasse minimamente di aver mai incontrato quell'uomo.
Aveva due occhi chiari e vispi, davvero coraggiosissimi considerando il fatto che avesse parzialmente consapevolezza della persona con cui stava parlando.
Regina non sopportava quando qualcuno osava rivolgersi a lei con quell'atteggiamento di sufficienza, il sorrisetto che sfoggiava era tipico di chi non aveva cara la vita, anche se in questo caso, non avrebbe mai potuto fargli del male...
Fantasie, solo fantasie che le ronzavano in testa da quando avevano cominciato a guardarsi.

"Non penso che siano affari che la riguardano signor..."

E si interruppe, sorridendo a bocca larga, come stava facendo quello sconosciuto tanto sfrontato, come riteneva fosse necessario per controbattere a tanta sfacciataggine. 

"Robin Locksley, qui al suo servizio,milady"

Quell'uomo parve fregarsene dell'atteggiamento intransigente del sindaco, aveva sorriso e incassato il colpo guardando i ciottoli sotto di loro, poi aveva allungato la mano; era da tempo che desiderava incontrarla.
Lei dal canto suo, strinse la mano fissando quella stretta salda; non avrebbe sopportato un secondo di più in sfida con quegli occhi, non senza desiderare di strappargli il cuore e sgretolarlo nella sua mano.
Qualcosa di quell'uomo la faceva sentire tremendamente irritata, non aveva detto ancora molto ma era come se sapesse; non c'era da fidarsi.
A giudicare dai suoi abiti doveva aver fatto jogging da poco, Regina non si sarebbe mai avvicinata di un passo, impaurita dal probabile cattivo odore di chi visibilmente, aveva bisogno di una doccia.

"Signor sindaco, penso sia perfetto."

E strizzò gli occhi, sorrideva ma così falsamente da provocare una piccola risatina di lui, incuriosito dalla tanta durezza della bellissima donna che faceva da sindaco a Storybrooke.

"Allora... Signor sindaco."

Robin si abbassò, scelse una pietra umida e la lanciò, come per imitare i gesti che prima aveva fatto lei.

"Cos'è che la turba tanto?"

Regina alzò gli occhi al cielo, non aveva la minima voglia di parlare con nessuno del problema Swan, solo Sidney avrebbe soddisfatto ogni suo desiderio senza tradirla, quel biondino doveva andare via così come era arrivato.
Lo avrebbe davvero scacciato in malo modo se non lo avesse temuto.
Così come la signorina Swan, anche lui poteva essere un intruso pronto a toglierle tutto, aveva bisogno di sapere chi fosse la persona che le veniva di fronte, che la spingeva a voler puntare due delle sue dita, dritte negli occhi tanto magnetici che non riusciva a togliersi dalla testa senza provare un forte senso di nausea e livida rabbia.  
Lei in quella città conosceva tutti, lei aveva scelto il destino di chi dovesse  per sempre sentirsi incompleto, senza memoria e lontano dagli affetti, non era possibile che non si ricordasse di lui.
Più lo guardava, più si convinceva del fatto che non fosse un viso facile da dimenticare, fra l'altro.

"Il compito di sindaco ha anche i suoi contro, immagino sappia che qualsiasi lavoro comporti dei nervosismi, lei ne ha uno?"

Domandò, sperando di ottenere in maniera indolore una risposta e di sentirsi così soddisfatta da non essere costretta a chiedere di compiere delle ricerche nei suoi confronti.
Non voleva le interessasse molto, ma adesso le sue intenzioni erano quelle di scoprire tutto quello che uno sguardo così limpido poteva nasconderle.

"Ooh... Sono un avvocato, signor sindaco."

Regina inclinò di un po' la testa, com'era possibile che non conoscesse la sua identità?

Quell'uomo si avvicinò, accompagnato ovviamente da un sorrisetto beffardo, così vicino da farle sentire il suo respiro sulla pelle.
Regina era esterrefatta, si chiese come mai qualcuno dovesse prendere il suo spazio così, non voleva che continuasse a comportarsi in quel modo, ma non si spostò di un millimetro, sforzandosi di non chiudere gli occhi per non cedere a una vera e propria provocazione.
Delle dita le si poggiarono fra i capelli, le sue iridi cedettero ai suoi propositi e si chiusero, si presero un momento per recepirlo, quell'uomo non aveva capito niente se pensava di poter fare in quel modo, ma lei era così incuriosita che decise di capire che cosa cavolo volesse fare.
E in un attimo se lo ritrovò di nuovo d'avanti, aprii gli occhi e si accorse che stringeva fra le dita una spiga, probabilmente frutto del vento che l'aveva accompagnata lì.

"Ecco qui."

Disse lui, lei scosse un po' la testa, avrebbe potuto perfettamente convivere con quell'erbetta piantata in testa, piuttosto che subire...quello.
Se la riprese e ci giocherellò, tenendola fra indice e pollice, continuò a guardarlo severamente.

"Allora... Non vuole proprio dirmi cosa ci fa una così bella donna tutta sola sulla spiaggia?"

Regina si lasciò scappare una risata, quell'atteggiamento così galante la faceva sentire presa in giro, ridicolizzata da lui.
Che del flirt, non aveva proprio il dono a suo parere, non era così che qualcuno poteva prenderla, forse però non era in nessun altro modo.

"Potrei farle la stessa domanda. Che cosa ci fa qui?"

"Sono andato a correre a pochi passi da qui, milady."

"Bene."

Bofonchiò lei, che sembrava essere già stanca di lottare con il pensiero contro di lui e desiderava andarsene via, senza obbiettare a quello stupido soprannome da lui affibbiatole.

"Posso offrirle qualcosa da bere?
Magari potrebbe trarne giovamento. Una brutta giornata è una brutta giornata."

Regina alzò all'altezza del petto di lui la spiga che si stava ripassando fra le dita, poi la lasciò cadere delicatamente per terra e sorrise a lui per l'ultima volta.

"Io non bevo di giorno."

Prese a muoversi di nuovo, in direzione opposta, lasciando l'uomo appena conosciuto da solo, evidentemente a bocca asciutta e senza niente in mano.
Robin sorrise, abbassandosi riprese quella spiga, emulando poi il gesto di giocarci del sindaco, sapeva già che quella non sarebbe stato l'ultimo loro incontro, l'aveva vista piegarsi nel momento in cui si era avvicinato e aveva sentito lo stesso, era come una certezza ma non l'avrebbe per nulla al mondo mollata così.
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Once Upon a Time / Vai alla pagina dell'autore: ThousandyearsThousandmore