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Autore: Rixbob    23/12/2014    3 recensioni
Piccola ff senza pretese, continuo di BoO, sulla Caleo e sulla Liper, e sul ritorno di Leo al Campo.
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Non poteva farsi ammazzare dalla versione femminile del Coach Hedge!
Neanche se era la versione femminile con le ali di Coach Hedge
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-Leo- avrebbe riconosciuto quella voce tra mille
-Ciao Reginetta di Bellezza-
Genere: Comico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Calipso, Leo Valdez, Piper McLean
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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The right choise


Precipitare non gli era mai piaciuto.

Precipitare in mezzo al mare, senza nessuna isola nelle vicinanze con un dragone di metallo gli piaceva ancora meno.

E gli scogli acuminati e minuscoli su cui stavano precipitando gli piacevano meno di tutti.

- Andiamo amico! Sveglia!- urlò

- Leo fai qualcosa!-

- Ci sto provando Raggio di Sole! Non mettermi fretta!-

- Non sto ti mettendo fretta, sbrigati!-

Ormai l’oceano era vicinissimo, pochi secondi ancora e si sarebbero schiantati, cercò ancora di sistemare i circuiti di Festus, senza grandi risultati

- Andiamo! Andiamo!-

Gli mancava solo un filo per far ripartire i circuiti del drago, e meno di venti secondi prima dello schianto.

Quando ormai la punta dello scoglio era a pochi metri dalla pancia del drago, quello si riattivò con un rumore meccanico che fu musica per le orecchie del giovane semidio.

Un potente battito delle ali, e furono fuori dalla traiettoria dello scoglio, altri due, e rallentarono la discesa, altri tre, e Festus riuscì a riprendere quota.

- E ANDIAMO! CHI Ѐ IL MIGLIOR MECCANICO DI DRAGHI DEL MONDO? L’UNICO, INIMITABILE LEO VALDEZ!-

- Ci sei riuscito!- esclamò Calypso abbracciandolo da dietro

- Avevi qualche dubbio Raggio di sole?- disse quello –Non rispondere-

La ragazza si mise a ridere, quel sorriso che Leo amava più di ogni altra cosa al mondo, e lo baciò, un bacio breve e leggero, ma bastò a farlo arrossire.

– Solo uno? Ti ho appena salvato la vita-

- Il resto dopo, quando mi avrai fatto scendere da questa cosa infernale-

Festus aprì le fauci in un suo personalissimo ruggito – Non dire queste cose davanti a lui, è permaloso-

 

Quando riuscirono ad atterrare, fortunatamente senza altri incidenti, si era fatta sera. Avevano passato giorni interi sul dorso di Festus e il suo fondoschiena non ne era per niente felice. Non sapeva se avessero attraversato tutto l’Atlantico o fosse solo colpa di Ogigia che non li lasciava andare via.

Per quanto ne sapeva potevano essere a Tokyo così come in Egitto.

Non c’erano piramidi in vista, quindi poteva escludere l’Egitto, ma qualcosa gli diceva che le piramidi non si vedevano dalla costa, quindi non poteva esserne sicuro.

-Dove siamo?- chiese Calypso

Un sorrisetto furbo si aprì sul viso del ragazzo –Andiamo e scopriamolo-

- Odio quando fai così-

- Così come?-

- Così.. lascia perdere. Odio quando fai così- ripeté

- Io avrei scommesso che ti piace, invece-

- Oh, stai zitto-

Non dovettero camminare molto, ben presto alla costa si sostituirono le prime strutture, fin quando Leo non riuscì a vedere ciò che c’era in lontananza.

- Non può essere- sussurrò. Con tutto il mondo a disposizione, quante probabilità c’erano di finire proprio .

- Cosa… - ma Leo stava già correndo

- Leo! Aspetta!-

Ma Leo non aspettava. Si era detto che doveva capire le sue priorità, e che Calipso era una priorità assoluta, ma adesso quei ragionamenti erano scomparsi.

Non sapeva quanto tempo fosse rimasto morto, per quanto tempo avesse volato con Festus, e Calipso non sapeva dirgli per quanto tempo lo avesse aspettato. Poteva essere passato un giorno dalla battaglia con Gea, così come potevano essere passati mesi o ancor peggio anni. Doveva sapere che fine avevano fatto i suoi amici.

E infine arrivò.

Il Campo.

Si bloccò. - Leo! Mi vuoi spiegare che succede?- chiese Calipso con il fiatone, arrivando di corsa

- Io… questo è il Campo, qua ci sono tutti i miei amici-

Lei lo guardò scettica – E c’era bisogno di correre così? Il Campo aspetta, non va da nessuna parte- poi sbuffò, guardando la spiaggia – Non sembra niente di eccezionale- ma Leo non la ascoltava già più

- Vieni?-

- Che altro posso fare?-

Leo annuì, incamminandosi.

Più si avvicinava e più tutto gli appariva familiare: i templi lungo la strada, la foresta, il sentiero; c’erano dei nuovi altari, molti nuovi altari in realtà, ma non ci fece caso.

La foresta piano piano lasciò il posto al lago, poi al campo di fragole e infine, in lontananza, Leo vide la Casa Grande.

Non sembrava cambiata dall’ultima volta che l’aveva vista: stessa vernice scrostata alle pareti, stesso porticato malandato.

C’era anche il bosco, uguale a come lo ricordava, e lì, da qualche parte, il Bunker 9, casa sua.

Si diresse verso le cabine, con Calipso al seguito che guardava curiosa, ogni tanto commentava.

- Guarda che sporca quest’acqua!-

- Oh, ma che belle fragole!-

- Perché non c’è nessuno?-

La maggior parte delle volte erano commenti negativi, ma, davanti al silenzio di Leo, smise ben presto di parlare.

C’erano molte altre cabine oltre quelle che ricordava, probabilmente Annabeth era andata avanti con i lavori, forse li aveva finiti… ma quanto tempo fa?

- Leo, non c’è nessuno-

- Ci deve essere qualcuno- ribatté lui –Il Campo non è mai deserto. Ne sono sicuro-Calipso non rispose – Vieni-

- Dove?-

- Ti porto in un posto-

- Che posto?-

- La mia cabina-

Calipso si bloccò – Leo… io non credo che… -

Il ragazzo la guardò, capendo un attimo troppo tardi cosa volesse dire –No! No! Non intendevo… io non volevo dire… non cercavo di… - era decisamente in imbarazzo, e odiava essere in imbarazzo.

-INTRUSI! SEMIDEI FUORI DALLE CABINE DOPO IL COPRIFUOCO!- gracchiò una voce da qualche parte dietro di loro. Ringraziò silenziosamente gli dei per quell’interruzione, capendo troppo tardi di cosa si trattasse.

- Cos’è stato?- chiese Calipso

– Arpie, corri!-

Non se lo fece ripetere due volte, iniziarono a correre, cercando di raggiungere le cabine prima di venire catturati. Leo si voltò giusto un attimo, in tempo per vedere una figura metà donna metà uccello inseguirlo e avvicinarsi rapidamente.

Se l’avesse preso gli avrebbe fatto tante cose orribili che non osava neanche immaginare, e lui non aveva intenzione di finire in questo modo.

Per gli Dei dell’Olimpo, era sopravvissuto a Gea! Non poteva farsi ammazzare dalla versione femminile di Coach Hedge!

Neanche se era la versione femminile con le ali di Coach Hedge, il che era abbastanza figo, però no.

Forse li inseguivano per urlargli “METTETEVI QUALCOSA ADDOSSO!”, non voleva scoprirlo.

Superò la prima fila di cabine, quelle per gli dei minori progettate da Annabeth, senza osare voltarsi indietro, aveva paura che, facendolo, se le sarebbe trovate addosso.

-Ci stanno raggiungendo!- urlò Calipso

Leo non ci pensò due volte, fiondandosi nella Casa più vicina che, fortunatamente, era aperta.

Sperava che, in questo modo, avrebbero smesso di inseguirli, ma non poteva esserne certo.

Entrò di corsa, inciampando su una lunga tenda bianca e finendo irrimediabilmente impigliato. Si sarebbe voluto liberare della tenda, non voleva fare la figura del salame, letteralmente, davanti a Calipso,  ma non ne ebbe il tempo.

Era nella cabina di Afrodite, su questo non aveva alcun dubbio, specchi e poster tappezzavano le pareti e una lunga fila di letti era addossata alla parete.

E Drew Tanaka era davanti a lui nel su pigiama di seta rosa, sveglia.

Leo non credeva si potesse urlare così forte.

In un attimo tutta la casa di Afrodite fu sveglia, imprecazioni e movimento di coperte riempirono la stanza. Percepì Calipso dietro di sé farsi piccola piccola mentre decine di ragazzi mezzi addormentati si affollavano intorno a loro, e altrettante ragazze si coprivano con le coperte, fissandoli.

Alcuni erano sconvolti, altri divertiti, la maggior parte delle ragazze era spaventata, qualcuno era semplicemente troppo insonnolito per mostrare una qualunque espressione

-MANIACO!- urlò Drew coprendosi ancora di più con la coperta

-Bel pigiamino, dolcezza- alcuni ragazzi, e anche qualche ragazza, risero sotto i baffi, venendo immediatamente fulminati dalla ex capo cabina.

-Questo non è diverten..- sbraitò ancora

-Leo-

Avrebbe riconosciuto quella voce tra mille; Piper era in piedi, vicino al suo letto, aveva gli occhi lucidi, ma Leo finse di non notarlo,  anche i suoi, probabilmente, lo erano.

-Leo- ripeté ancora –sei tu?-

-Ciao Reginetta di Bellezza-

Gli corse incontro, abbracciandolo, e se si era sentito in imbarazzo per quell’intrusione, adesso non gli importava più. Era Piper, la sua migliore amica, non importava nient’altro.

Durante il viaggio si era chiesto continuamente che fine avessero fatto tutti i suoi amici, sebbene avesse cercato di non pensarci e di non far vedere la sua preoccupazione. Piper era lì davanti a lui adesso, stava bene, e solo gli dei sapevano quanto fosse contento.

-Dove diavolo sei stato tutto questo tempo?- chiese senza lasciarlo andare

-Scusate- li riprese Calipso, si era completamente dimenticato della sua presenza

 -Oh, giusto- si riscosse, allontanandosi velocemente dall’amica –Calipso, questa è Piper… Piper, Calipso-

Piper sorrise alla giovane –Felice di conoscerti, Leo mi ha parlato tanto di te-

Calipso prese la mano tesa della ragazza con riluttanza –Vorrei poter dire lo stesso-

L’occhiataccia che gli lanciò sarebbe bastata a spaventare Gea, probabilmente, e Leo sentì odore di disastro – Signore, ci sarà tempo per queste sciocchezze dopo…-

-Esattamente!- disse Drew

-Schiocchezze?!- urlò Calipso nello stesso momento

Leo le ignorò -.. adesso è tardi e dovremmo tutti andare a dormire-

-O forse tutti gli altri vanno a dormire, perché sono tanto stanchi, mentre io e Leo parliamo- disse, lanciando occhiate ai suoi fratelli e sorelle mentre quelli, come per magia, si avvicinavano ai rispettivi letti e si mettevano a dormire come se nulla fosse accaduto, seguiti da Calipso che, nello stesso stato di trance, si era raggomitolata a dormire.

-Cosa…-

-Stai tranquillo, so controllarlo- rispose lei

Leo guardò preoccupato Calipso, decidendo cosa fare, alla fine disse –Possiamo almeno metterla in un letto? Non voglio che si svegli sul pavimento-

Piper annuì –Certo-

Leo la prese in braccio e la mise in un letto vuoto, spostandole dolcemente i capelli dal viso, russava sommessamente.

-Ti piace molto, vero?- chiese Piper, accanto a lui

-Sempre di più ogni volta che la vedo- rispose –Allora, cosa avete combinato, oltre adorarmi e disperarvi, durante la mia assenza?-

Piper rise – Abbiamo combattuto mostri, rischiato la pelle un paio di volte, le solite cose insomma -

- Da come ne parli sembra quasi che non vi sia mancato, ma è impossibile che il magnifico Leo non vi sia mancato, quindi… -

Lo spinse scherzosamente –Ma piantala!-

-Che ne è stato degli altri?-

Piper si buttò sul suo letto, poco distante - All’inizio è stata dura, senza di te intendo, ma poi siamo andati avanti: Frank è pretore, Hazel centurione. Jason è diventato Pontefice, Percy e Annabeth studiano a Nuova Roma… come ti ho detto, siamo andati avanti.  Solo io e Nico siamo ancora al Campo, ma va bene così, so che è meglio così, li vedo spesso… non era facile riunirci senza di te, ci mancavano le tue battute stupide, ma ci siamo abituati, dopo un po’, siamo…-

-Siete andati avanti-

Sorrise –Si, direi di si-

Fece una pausa, l’espressione improvvisamente stanca –Dove sei stato negli ultimi tre anni Leo? Perché non ci hai contattato? Ti credevamo morto, Nico aveva detto che…-

-Sono qui adesso, sono vivo. Conta solo questo, no?-

Annuì –Immagino di si- guardava Calipso, tranquilla nel sonno che le aveva indotto, con aria assente, strinse i pugni –No, no. Non è vero. Io devo saperlo Leo, devo sapere cosa è successo-

Si sedette accanto a lei, con una serietà che sembrava non appartenergli Non posso continuare a far finta di niente

- Credo di essere rimasto morto per la maggior parte del tempo, in realtà, quando sono… quando mi sono svegliato non aveva idea di quanto tempo fosse passato. Potevo solo immaginare che voi aveste sconfitto Gea, ma nient’altro. Non sapevo se foste morti, se foste diventati vecchi o se aveste appena finito di combattere-

- Come sei tornato in vita?- chiese

- Alt il gioco Reginetta di Bellezza, una domanda ciascuno, tocca a me- disse –Il mio piano ha funzionato? È morto qualcuno?-

- Vuoi dire oltre decine di Greci e Romani, Octavian e un bel po’ di pegasi? No, direi di no-

- Hai ragione, domanda stupida-

- Come sei tornato in vita?- ripeté la figlia di Afrodite

- Festus- disse semplicemente – Lo avevo programmato affinché mi desse la pozione quando avesse trovato Ogigia. Come si è risolta la cosa tra Greci e Romani?-

- Bene direi, grazie a Reyna, ha fatto quasi tutto lei, tra l’Atena Partenone e la coordinazione dei Campi. Adesso possiamo muoverci liberamente tra i Campi e ci facciamo spesso visita, singolarmente o in gruppo. Da quanto sei tornato?-

- Una settimana, giorno più giorno meno.- era una bugia, o almeno, una mezza verità. Non ne aveva idea-  Gli altri cosa combinano? Nel senso, ci sono problemi nel gruppo o cose così?-

Scosse la testa –Direi di no, Percy e Annabeth potrebbero essere eletti coppia dell’anno, e Annie continua a progettare le case per gli dei; Hazel e Frank stanno ancora insieme, gli manchi molto, soprattutto a Frank, il che è strano, una volta ha detto ti avrebbe voluto rivedere anche se avessi bruciato il legnetto per sbaglio, Hazel si è arrabbiata moltissimo- sorrise al ricordo – Con Jason è complicato, perché stiamo lunghi periodi senza vederci, con questa cosa del Pontefice, ma va bene; e Nico sta con Will Solace, il figlio di Apollo-

-Solace… e il nostro re dei Fantasmi?-

- Si, beh… in realtà è un rapporto strano il loro, si lasciano ogni tre settimane e si rimettono insieme dopo due giorni, ma ormai ci siamo abituati tutti a loro, non è più uno scandalo-

- Wow… cioè, per me è ok, però… wow-

- Lo so, è strano, non me lo aspettavo neanche io, il che è tutto dire. Ma stanno bene insieme, e non posso fare a meno di adorarli, colpa di mia madre- scherzò lei – Tocca a me, cosa è successo dopo l’esplosione?-

- Non è successo niente credo, sono andato a fuoco praticamente subito, non ho avuto il tempo di notare altro-

- Adesso cosa farai?-

- Frena Pipes, una a testa, ricordi?-

- Ma tu me ne hai fatte due!-

Sorrise malizioso -E infatti devi stare più attenta Reginetta- stavano parlando della morte e “resurrezione” di uno di loro, e lo facevano con una tranquillità disarmante.

- Mi eri mancato da morire… non letteralmente s’intende-

- Lo so, non puoi resistere senza Leo Meraviglia Valdez-

- Meraviglia?-

- Sono abbastanza sicuro che fosse quello il mio secondo nome- risero di nuovo, mentre un primo, timido raggio di sole entrava dalla finestra, rischiarando la casa 10.

 

Un raggio si posò sul viso addormentato di Calipso, che si girò, cercando di non svegliarsi, ma il danno ormai era fatto.

Si stiracchiò, non ricordando di essersi addormentata: Leo stava parlando con la ragazza mora e con quella isterica e poi… niente, non ricordava neanche di essersi messa a letto, ma evidentemente si ci era messa, perché era distesa su qualcosa di morbido, molto più morbido di ciò a cui era abituata.

Aprì gli occhi e si tirò su, e quel che vide non le piacque.

Leo era lontano dal letto, la tenda che doveva separarli era aperta, e stava parlando con la ragazza mora… Piper, si, si chiamava così.

Si mise in piedi di corsa, quei due parlottavano in un modo che non le piaceva, sembravano così intimi. Leo non parlava mai con lei in quel modo.

- Leo- disse quando si fu avvicinata

Il suo sguardo s’illuminò – Calipso! Ti sei svegliata!-

- Si, di solito le persone si svegliano dopo aver dormito- non le era sfuggito lo sguardo preoccupato che Leo aveva quasi lanciato a Piper

- Scusa se ti ho addormentata, ma dovevo parlare da sola con Leo- disse quest’ultima con un sorriso

- Tu mi hai cosa?!-

Solo allora Piper si rese conto di quello che aveva detto, probabilmente –Volevo dire… non che tu non potessi sentire o cose così, ma pensavo fossi scossa per Drew e le Arpie e tutto il resto- tentò di salvarsi in extremis, senza riuscirci.

Calipso la ignorò e si rivolse a Leo – Quando ripartiamo?- disse con la voce più dolce che aveva, non voleva che stesse ancora con quella Piper, c’era qualcosa che non le piaceva in lei.

- In realtà stavo programmando con Piper di andare al Campo Giove, te ne ho parlato no? Lì ci sono tutti i miei amici e…-

- No, non me ne hai parlato, e comunque non ho intenzione di andare in un campo o cose così-

- Puoi rimanere qui, ci metterò solo qualche gior…-

- Tu non vai da nessuna parte senza di me-

- Allora andiamo-

- Non andrai neanche in quello stupido campo-

E allora Piper fece l’errore di mettersi in mezzo –Sono i suoi amici Calipso, non voglio mettermi contro di te, ma per tre anni lo abbiamo creduto morto e adesso che è tornato vogliamo vederlo, ed è anche normale-

-Stai zitta, non sono cose che ti riguardano-

Nell’aria volavano scintille, mentre le due ragazze si fronteggiavano –In realtà questi sono fatti miei! Non puoi costringerlo a non vederli se lui vuole farlo!-

- Non sono andata via da Ogigia per andare alla ricerca dei suoi amichetti perduti! Non ho intenzione di girare tutti i campi di semidei!-

- Signore io direi di…- cominciò Leo

- STAI ZITTO- urlarono insieme per poi riprendere subito a litigare.

- Può fare quello che vuole e se tu non vuoi fare qualcosa non sei costretta a seguirlo! Non è il tuo schiavetto personale! Non scappa mica se li va a trovare! Anche se ne avrebbe tutto il diritto!-

- Non mi interessa se sono i suoi amici oppure no! Possono essere gli dei in persona, lui non li vedrà! Da un momento all’altro potrei essere rispedita su Ogigia e non ho intenzione di perdere tempo con queste stupidaggini!-

Ben presto tutta la cabina di Afrodite si svegliò, circondando le due litiganti –Che succede qui?- chiese una ragazzina bionda a Leo

- Credo che la mia migliore amica e la mia ragazza stiano per uccidersi a vicenda- rispose, quella tornò a guardare la lite.

Ad un tratto la porta della cabina si spalancò con un boato, e un armadio a quattro ante entrò infuriato, indossando un ridicolo pigiama a pois.

Pur essendo sempre stata un armadio, Leo dovette ammettere che si era fatta ancora più gigantesca e paurosa.

E la sua voce lo spaventò più di Gea in persona – COSA STA SUCCEDENDO QUI?!-

I capelli spaghetto di Clarisse La Rue svolazzavano per la stanza, mentre la ragazza prendeva Piper e Calipso e le sollevava ad almeno dieci centimetri da terra

- Lasciami! Lasciami ho detto!- si lamentava Calipso divincolandosi.

Clarisse guardò prima Calipso, poi Piper, che alzò le spalle, e infine vide Leo. Lasciò subito andare le ragazze.

- Leo Valdez? Ma tu non eri morto?-

- Sono felice pure io di rivederti, Clarisse-

- Hai fatto scoppiare tu questo casino?-

- Pensavo sarebbero andate d’accordo-

- Leo! Chi è questa qui? Che sta succedendo?- chiese Calipso

- Oh, giusto. Calipso Clarisse, Clarisse Calipso-

- Quindi sei tu quella che si voleva fare Percy Jackson- se non fosse stata Clarisse a dirlo, probabilmente ci sarebbe stata una rissa con i fiocchi

- Non pronunciare quel nome-

- E perché non dovrei? Ne avevo sentite tante su di te, ma non pensavo che avresti anche rapito Valdez subito dopo la battaglia con Gea-

- Tu non sai niente- disse, gli occhi iniettati di sangue, come osava parlarle in quel modo –Leo, andiamocene da qui. Non ho intenzione di stare un minuto di più con queste… persone –

- Leo…- disse Piper.

Il figlio di Efesto la guardò, confuso, cosa stava succedendo? –Calipso aspetta, è un malinteso-

- Leo andiamo via, puoi venire con me o rimanere qui senza di me-

- Calipso- ma la ragazza era immobile, lo guardava fisso, i pugni stretti, le nocche bianche. Perché non veniva con lei? Perché non voltava le spalle a quelle ragazze? L’avevano tutte trattata malissimo, perché non prendeva le sue difese? Perché non veniva con lei?

Leo rimase fermo al suo posto, guardando a tratti lei, a tratti Piper – Leo- lo chiamò ancora

- Non posso Calipso- disse dopo secondi interminabili.

E allora capì.

Credeva che con Leo la sua maledizione sarebbe finita, che avesse finalmente trovato un uomo che non la deludesse, che non l’abbandonasse, ma si era illusa, lui era come tutti gli altri.

- Addio Leo-

Quando varcò la porta e andò a cercare Festus non si stupì di non essere fermata.

 

- Leo stai bene?- chiese Piper, avvicinandosi all’amico

- Penso di si-

- Mi dispiace così tanto- disse abbracciandolo, ma lui la respinse.

L’aveva lasciata andare, perché l’aveva lasciata andare?

- Un bel melodramma di prima mattina, proprio quello che mi ci voleva- sbuffò Clarisse – Ditemelo quando avete finito- poi uscì

L’aveva lasciata andare.

- Ci vediamo dopo Piper –

- Leo- ma lui era già fuori.

 

Andò nel bosco, e se qualcuno lo riconobbe durante il tragitto, lui non lo notò.

L’aveva lasciata andare.

Per la seconda volta in poco tempo aveva dovuto scegliere tra Calipso e i suoi amici, perché non aveva scelto Calipso?

Era con lei che voleva stare, quando non era con lei la pensava sempre, l’aveva definita una priorità, ma allora perché non l’aveva inseguita?

Perché, in quella cabina tra i suoi vecchi amici e lei, non aveva scelto lei?

Eppure Piper non gli aveva fatto pressioni, non l’aveva costretto a rimanere al Campo, a lasciarla andare, non le aveva fatto pressioni.

Perché l’aveva lasciata andare?

Perché non si sentiva in colpa?

Non vedeva i suoi amici da anni, loro credevano che fosse morto, gli mancavano, voleva vederli, ma lei era Calipso.

Perché l’aveva lasciata andare? Perché l’aveva delusa?

Perché lo aveva costretto a scegliere?

Perché lo aveva costretto a una scelta impossibile?

Perché lo aveva costretto a una scelta comunque sbagliata?

Perché sentiva di aver fatto la scelta giusta?

   
 
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