24/12/2014
0 recensioniSorprese nel frigorifero
Prompt di Damn Jawn: a San Valentino, Sherlock è determinato a farsi perdonare per tutti i bulbi oculari che ha lasciato nel frigo nel corso dell’anno (393 parole, scritta in occasione della Drabble Event su faccialibro.
“John, controlleresti una cosa in frigo per me, per piacere?”, chiese Sherlock in tono distratto, intento ad osservare qualcosa al microscopio.
“Non ci penso nemmeno, Sherlock.”, rispose deciso John. Ormai aveva imparato che il suo coinquilino era solito conservarvi dentro un barattolo pieno di bulbi oculari, e a nulla erano valse le sue proposte e le sue intimidazioni: Sherlock si rifiutava categoricamente di spostarli, sostenendo che lo studio approfondito di questi gli sarebbe tornato molto utile durante una delle sue future indagini. Per questo motivo John aveva fatto voto solenne di non aprire mai il frigorifero per evitare spiacevoli sorprese.
A volte il dottore aveva l’impressione che il consulente investigativo nutrisse un particolare piacere nel conservare parti di cadaveri, piacere non molto dissimile da quello provato da certi uccisori seriali a cui davano la caccia.
“John, è importante. Non posso permettermi di allontanarmi di qui nemmeno per un secondo.”, spiegò pazientemente Sherlock. “Tutto quello che devi fare è prendere una cosa che si trova nel ripiano in alto a destra.”
Ripiano in alto a destra, proprio il posto in cui conservava quel maledetto barattolo: a John la cosa cominciò a puzzare parecchio. Ciò nonostante, s’impose di alzarsi dal divano e di avvicinarsi a quel dannato frigorifero. Giusto per precauzione, tenne gli occhi chiusi e, con un sospiro, si decise ad aprire lo sportello.
“L’hai trovato?”, domandò Sherlock.
“Non ancora.”, borbottò John, tastando la superficie fredda del ripiano in alto. Le sue dita incontrarono qualcosa, ma non era ciò che si aspettava: era basso e piano, e avanzando, sentì anche qualcosa di morbido. Involontariamente aprì gli occhi, e vide che si trattava di un piatto con un’invitante torta al formaggio poggiata sopra.
“Non è un barattolo.”, si lasciò sfuggire, sorpreso.
“Non avevo mai detto che lo fosse.” fece notare Sherlock. “Cosa ne pensi?”
Il dottore si confuse, prese delicatamente il piatto e lo osservò, incapace di formulare un pensiero coerente. “Penso che per dare un giudizio completo dovrò prima assaggiarla.”, disse infine, sentendosi incredibilmente stupido. Era evidente che Sherlock avesse architettato tutto: ad avvalorare la sua tesi, mentre prendeva una forchetta e un coltello da un cassetto in cucina, sentì una risatina compiaciuta provenire indubbiamente dall’investigatore. E probabilmente si trattava di una coincidenza che avesse scelto proprio il 14 Febbraio per fargli una sorpresa del genere, ma ripensandoci, non ne era poi così sicuro.
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