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Autore: FairyQueen78    24/12/2014    21 recensioni
Secondo voi potevo risparmiarvi l'ennesima FF-sequel di Inuyasha? Ovviamente no! :-P
In tanti prima di me hanno detto la loro e io non potevo essere da meno! ;-)
Si fa presto a dire “E vissero tutti felici e contenti”, ma che succede in realtà dopo la parola FINE di una storia. Ciò che sulla carta è una fine, nella vita reale è un nuovo inizio e allora perché non provare a dare una sbirciatina in quello che ci è stato presentato come “il futuro” dei nostri personaggi preferiti? Sarà davvero tutto rose e fiori?! Felici e contenti per tutta l'eternità?! O dietro l'angolo li aspetterà qualche nuova avventura?!
Mettetevi comodi perché, vi avviso, non sarà una storia breve! Questa volta ho proprio voglia di fare le cose con calma. Spero di non annoiarvi troppo. ^_^
RATING ARANCIONE a partire dal capitolo 12.
Genere: Avventura, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Inuyasha/Kagome
Note: Lemon, Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Sango e la vecchia Kaede tornarono dentro casa, richiudendosi la porta alle spalle, con tutto l'occorrente per lavare il piccolo e la sua mamma, ancora un po' provata dal lungo travaglio.

- Beh... allora... io aspetto fuori... - mormorò a malincuore Inuyasha dispiaciuto all'idea di separarsi da suo figlio proprio quando si stava abituando a tenerlo in braccio.

- Ma come?! Hai fatto carte false per restare finora e vuoi uscire proprio adesso?! - lo rimproverò Sango – Perché non lo fai tu il bagno a tuo figlio, mentre io aiuto Kagome?! -

- I-io ma... non lo so... - balbettò preoccupato, ma infondo l'idea non gli dispiaceva affatto, così avrebbe potuto tenerlo in braccio ancora un po'

- Non preoccuparti, Inuyasha, ti aiuto io! - lo tranquillizzò Kaede

Anche Kagome guardò stupita Sango: non si aspettava una proposta del genere proprio da lei, che voleva spedirlo fuori a calci solo poche ore prima. Ma la sterminatrice si voltò verso di lei e le sorrise, facendole l'occhiolino, e, ammiccando appena verso la porta, le fece segno di stare zitta.

Kagome la guardò perplessa, che stava cercando di dirle?! E allora Sango mosse appena le labbra per dire “Compleanno”. Kagome la guardò stupita, se ne era completamente dimenticata! E dire che per giorni non aveva pensato ad altro. Poi Sango la guardò dubbiosa e le chiese:

- Te la senti o preferisci rinunciare?! - bisbigliò

- Rinunciare?! Oh no! No-no-no! - esclamò allarmata poi vide Inuyasha guardarla perplesso – Non rinuncerei mai a un bel bagno, Sango, che ti salta in testa! - proseguì incerta

Sango le sorrise divertita:

- Ok, allora procediamo! -


 

Mentre lavava piano Masaru, aiutato da Kaede, Inuyasha rivolgeva occhiate perplesse a Kagome e Sango che si lanciavano strani sguardi, mentre sua moglie si lavava, e di quando in quando si voltavano appena verso di lui per poi distogliere subito lo sguardo:

- Bah! Le donne... - mormorò – Chissà che avranno da guardare?! Di sicuro mi stanno prendendo in giro per come ti lavo, Masaru... meno male che sei un maschietto, almeno tu starai dalla mia parte, vero?! - chiese sorridendo a suo figlio che si godeva tranquillo il suo bagno muovendo appena la bocca come se succhiasse qualcosa.

- Mmmhhh... mi sa che qui qualcuno inizia ad avere fame... - ridacchiò la vecchia Kaede.

Kagome guardò Sango preoccupata, ma lei annuì soddisfatta come per dire:

“Perfetto così guadagniamo altro tempo!”


 

- Ehi! Allora è vero che avevi fame! - esclamò stupito Inuyasha guardando suo figlio succhiare avidamente dal seno di Kagome.

- Sì... sembra te davanti a una ciotola di ramen! - lo canzonò Kagome

- Ahhhh... il ramen... non me lo ricordare! È una vita che non lo mangio... è la cosa che mi è mancata di più del tuo mondo... a parte te, ovviamente – si corresse prontamente guardandola felice – Perché non me lo prepari una volta?! -

- Perché ci vuole un sacco di tempo... e poi trovare tutti gli ingredienti qua... sarebbe un'impresa, fidati! - ridacchiò Kagome

- Ma quando Masaru sarà più grande ce lo prepari, vero mamma?! - insistette speranzoso – Vedrai piccolo, sono sicuro che ti piacerà! - esclamò convinto guardando suo figlio che con le manine abbracciava deciso il seno di Kagome, come se temesse che qualcuno glielo portasse via – Anche se il contenitore non sarà altrettanto invitante... - bisbigliò con aria complice in direzione di suo figlio

- Inuyashaaa... -


 

- Sango, ma Miroku è ancora fuori che aspetta?! - chiese distrattamente Kagome alla sua amica, che rientrò in casa proprio in quel momento, mentre Inuyasha teneva Masaru sulla sua spalla per fargli fare il ruttino.

- In effetti, sì... - rispose la sterminatrice ridacchiando

- Bah! Quell'idiota! Ma perché non viene dentro, allora?! - sbottò Inuyasha

- Inuyasha, non sta bene! - lo rimproverò la vecchia Kaede – Tua moglie ha appena partorito e ha bisogno di riposo, un po' di rispetto! Dovresti essere tu ad uscire per mostrargli tuo figlio. Credo ci sia anche Shippo, che aspetta... e forse anche qualcun'altro. - ridacchiò.

- Baaahhh... e va bene... - brontolò alzandosi in piedi – Vieni Masaru, adesso papà ti farà conoscere quello scemo dello zio Miroku! Ricordati: se un giorno avrai una fidanzata, tienigliela lontana! -

Inuyasha aprì tranquillamente la porta scorrevole e un coro di grida festanti lo travolse, urlando all'unisono:

- SORPRESA!!! -

- Ma che diavolo... - esclamò Inuyasha stupefatto guardando la scena assurda che gli si parava davanti:

Sul grande prato davanti a casa loro era sistemata una lunga tavolata con una scritta appesa sopra, di cui Inuyasha capì solo il suo nome, intorno alla tavola c'erano Miroku con i suoi figli, Shippo, Kohaku, Rin, la gente del villaggio, Jinenji, Royakan, addirittura Koga e Ayame con la loro bambina e...

- Sesshomaru???!!! - esclamò vedendo suo fratello che lo guardava serio e impettito come sempre, con Jaken al suo fianco, per poi spostare lo sguardo sui suoi cugini e gli altri capifamiglia del clan – Ragazzi??!!! Zio Goomon??!! Ma che cavolo ci fate tutti qua?! Vi hanno già informato?!!! -

Kagizume scoppiò a ridere:

- Chiedi a tua moglie. E' tutta opera sua, cugino! - esclamò appoggiato alle spalle di Kiba e Gyakusatsu.

Inuyasha si voltò a bocca spalancata verso Kagome, che si era rimessa in piedi e camminava piano aiutata da Sango, e gli si avvicinava sorridendo:

- Buon Compleanno, tesoro! - gli disse raggiante

- Compleanno?! Vuoi dire che oggi... oggi è il mio compleanno?! - chiese stupito Inuyasha che si ricordava bene cos'era successo con quello di Kagome e ne aveva mentalmente preso nota per l'anno successivo - E come fai a saperlo?! -

- Ho i miei informatori... - rispose lei allusiva – Dai, andiamo a tavola, cosa aspetti?! Non so te, ma io sto morendo di fame. -

Raggiunsero la grande tavolata, insieme a Sango e Kaede, e si sedettero al centro tra Miroku e Sesshomaru che subito batté deciso le mani. A quel comando, da dietro casa, spuntarono alcuni Komainu, capeggiati da Chibiki e Atsuko e diretti (o per meglio dire “ostacolati”) da Jaken, che si apprestarono a servire gli ospiti.

- Piccoletto! Ci sei anche tu?! - esclamò stupito Inuyasha – Sesshomaru, li hai portati tu? - chiese al fratello.

- Mi sembra ovvio. - rispose freddo come al solito, ma per una frazione di secondo le sue labbra si incresparono leggermente: stava ridendo sotto i baffi, Inuyasha era pronto a giurarlo! Tornò ad osservare i servitori e si accorse del profumino che veniva dai vassoi che trasportavano: un mix di tutti i suoi odori preferiti tra cui quella roba che cucinano i Komainu e...

- Ramen!!! - gridò euforico

Kagome scoppiò a ridere:

“Sembra un bambino la mattina di Natale!” pensò sistemando Masaru, che dormiva sazio e tranquillo, nella fascia che si era legata a tracolla.

- Non ci credo, piccoletto, sai cucinare quella roba?! - chiese a Chibiki che gli metteva i piatti davanti

- Oh no, mio Signore. - si schermì Chibiki – Questa prelibatezza, che ho l'onore di servirvi, è stata preparata personalmente dalla Signora Kagome appositamente per voi e per il vostro genetliaco. -

- Cooosaaa???!!! - esclamò sconvolto voltandosi a guardarla – Ma come... quando... Non è possibile!!! Hai qualche altro potere che non conosco?! -

Kagome rise di nuovo:

- No, tesoro. Sei tu che hai tanti amici che ti vogliono bene e che sono stati ben felici di aiutarmi a preparare tutta questa festa per te, nonostante un piccolo meraviglioso inconveniente dell'ultimo momento che ha rischiato di mandare tutto a monte – gli spiegò sorridendo al suo bambino – Il ramen l'ho preparato ieri, mentre qualcuno ti ha distratto... - aggiunse poi ammiccando verso Miroku che gli sorrideva soddisfatto.

- Non ci credo, mi avete fregato! Mi avete preso tutti in giro e io non me ne sono accorto! - esclamò Inuyasha felice e un po' commosso.

- Dai, mangia il tuo adorato ramen, adesso, prima che si freddi. - lo canzonò Kagome

Si misero tutti a mangiare allegramente.

Sesshomaru rimase a fissare dubbioso la sua scodella di ramen.

- Guarda che se non lo vuoi lo mangio io... - lo rimproverò Inuyasha guardandolo di sottecchi.

- Lo assaggi, Signor Sesshomaru, è buonissimo! - esclamò allegra Rin, seduta di fianco a lui con la bocca piena di spaghetti - La Signora Kagome è una cuoca eccezionale e poi l'ho aiutata anch'io! - gli disse convinta

Sesshomaru la guardò con la coda dell'occhio e finalmente si decise a portare alle labbra la sua scodella per sorbire un piccolissimo sorso di brodo.

- Allora?! Di' la verità, fratellone, non è la cosa più buona che tu abbia mai mangiato?! - lo incalzò Inuyasha entusiasta.

Sesshomaru alzò appena un sopracciglio come per dire:

“Passabile”

- Che cosaaa??!! - gridò scandalizzato Inuyasha – Molla quella ciotola! Tu non lo meriti!!! - aggiunse cercando di strappargliela di mano.

- Sta' zitto, Inuyasha. - lo ammonì Sesshomaru con un'occhiataccia indifferente, prendendo le bacchette e cominciando a mangiare il suo ramen – E tu cosa hai fatto, Rin? Hai preparato gli spaghetti? - chiese poi alla bambina

- No, io le passavo gli ingredienti. - rispose tranquilla

Sesshomaru si bloccò per un attimo con gli spaghetti a mezz'aria:

- Ah! - mormorò semplicemente – Sei stata brava, Rin. - aggiunse senza tradire nessuna emozione e rimettendosi a mangiare come se niente fosse

- Visto?! Lo sapevo che gli sarebbe piaciuto! - esclamò Rin soddisfatta, guardando Kagome che si tratteneva a stento dal ridere.


 

Passarono a tavola il resto della giornata, festeggiando allegramente. Tra una portata e l'altra Inuyasha fece il giro della tavola presentando a tutti suo figlio, felice e orgoglioso:

- La senti questa puzza, Masaru?! E' quel lupastro di Koga! - scherzò Inuyasha sedendosi vicino a Koga e Ayame, insieme a Kagome.

- Stai lontano, cagnaccio! - gli rispose il Demone Lupo – La mia piccola Sayuri ha il nasino delicato! Tu invece vieni pure Kagome, il tuo buonissimo profumo le piacerà di sicuro. - aggiunse sorridente

- Sei solo invidioso! - ribatté Inuyasha – Avessi visto come si vantava dei calci di suo “figlio”! - esclamò rivolto ad Ayame

- E tu invece hai smesso di fare lo stupido e dire assurdità alla povera Kagome?! - ribatté Koga stizzito

- Basta ragazzi! - li rimproverò Ayame

- Non cresceranno mai! - mormorò Kagome scuotendo la testa, mentre Koga e Inuyasha continuavano a guardarsi in cagnesco, ringhiando sommessamente – Sono contenta che siate riusciti a venire. - aggiunse poi rivolta ad Ayame e decidendo di ignorarli – Ma sei sicura che non sia troppo stancante per te e la piccola? -

- Ma figurati Kagome. Siamo demoni! Ci riprendiamo in fretta! - rispose Ayame con un sorriso – Tu piuttosto, sei sicura che ce la fai? Non preferiresti riposarti un po'? -

- Più tardi magari... ma ci tenevo troppo a questa festa. Per fortuna era già tutto pronto e i Komainu stanno pensando al resto. Piuttosto, mi ha detto Sango che avete dato tutti una mano a traslocare la festa dal villaggio a qua... Sono mortificata! Ho costretto i miei ospiti a lavorare! Che pessima padrona di casa! - esclamò scoppiando a ridere.

Anche Ayame scoppiò a ridere:

- E invece è stato divertente! - ammise divertita – Fare tutto così di nascosto... -

- Complimenti! E' proprio una bimba bellissima! - disse Kagome, cambiando argomento e ammirando la piccola Sayuri tra le braccia della mamma – Ha i capelli scuri come Koga! -

- Già! - ammise Koga – Ma ha anche i bellissimi occhi verdi di sua madre! - aggiunse orgoglioso cingendo affettuosamente le spalle di sua moglie che arrossì imbarazzata da quel complimento.

- E' vero, è una bambina bellissima! - ammise anche Inuyasha – Infatti somiglia alla mamma! -

- Ehi! Che vorresti dire?!!! - rispose offeso Koga

Kagome e Ayame risero di nuovo, mentre i loro mariti continuavano a battibeccare.

- Inuyasha, se volete picchiarvi almeno ridammi Masaru... - lo rimproverò Kagome, che in realtà ridacchiava sotto i baffi, riprendendosi suo figlio. - Mi domando per quanto ancora fingeranno di non andare daccordo... - mormorò poi di nuovo rivolta ad Ayame.

- Lasciali perdere! - rispose lei – Sono fatti così! È il loro modo di dimostrarsi affetto... Piuttosto, complimenti anche a te, Kagome, il tuo Masaru è davvero un bel bambino. -


 

Mentre Kagome continuava a chiacchierare con Ayame, Inuyasha riprese suo figlio e ricominciò il giro tra amici e parenti, che chiacchieravano allegri intorno alla lunga tavolata riuscendo persino a rompere il ghiaccio con alcuni degli abitanti del villaggio, soprattutto Kiba che non perdeva occasione per lanciare sorrisini e strizzatine d'occhio alle ragazze più giovani e carine, mentre le gemelle ammiravano a bocca spalancata le orecchie di Gyakusatsu, ma non avrebbero mai osato nemmeno avvicinarsi, di fronte alla sua espressione cupa, se Kagizume non le avesse istigate di nascosto. Rin invece teneva banco con Igen, Kunou e Fusawashi, su quanto fosse forte, buono, gentile e generoso il suo adorato Signor Sesshomaru, ricevendo in cambio sguardi increduli e pressanti domande.

- Rin, basta così – la interruppe alla fine Sesshomaru, evitando di incrociare lo sguardo dei giovani cugini di suo padre.

In mezzo a tutto questo Inuyasha parlottava con suo figlio, che lo fissava coi suoi occhietti ancora un po' vacui e velati, attirato dal suono della sua voce, come una calamita:

- E questo demone imponente è lo zio di tuo nonno... non farlo mai arrabbiare, fa davvero paura! - spiegò Inuyasha a Masaru

- Bah! Sciocchezze! - si schermì burbero il vecchio Goomon per poi cambiare completamente espressione tendendo le braccia verso Masaru – Vieni, piccolo, vieni dalla zio Goomon. - mugugnò con una vocetta amorevole strappando quasi il bimbo dalle braccia di Inuyasha che lo guardava sconvolto – Eccolo qua, il mio piccolo guerriero! Somigli proprio a tuo nonno, sai?! Mi aspetto grandi cose da te, giovanotto! - esclamò con l'aria di un nonno orgoglioso.

Inuyasha lanciò un'occhiata preoccupata al sake di Yakurodokusen, che aveva davanti il vecchio demone, ma vedendo che c'era quasi tutto rivolse la stessa occhiata a Igen, seduto davanti a lui, che scosse appena la testa con aria rassegnata, mentre Fusawashi, vicino a lui, gli mise una mano sulla spalla e gli bisbigliò in un orecchio:

- Fa sempre così! Ha un debole per i bambini! Comincia a trattarli male solo dopo la prima battaglia... ma solo se reputa che non abbiano abbattuto abbastanza nemici. - spiegò ridacchiando.

Ci volle un po' ma finalmente Inuyasha riuscì a tornare in possesso di suo figlio e riprese ancora il suo giro tra i parenti:

- Vedi Masaru, quello scemo coi capelli strani è Kagizume. – bisbigliava a suo figlio - Quello accanto è Gyakusatsu, lui è a posto e se mai qualcuno ti prenderà in giro per le orecchie ti difenderà lui. L'altro invece è Kiba, mi raccomando tienilo d'occhio e se si avvicina troppo alla mamma mordilo! E infine questo tipo sempre serio e musone è lo zio Sesshomaru. - concluse fermandosi davanti a suo fratello e tornando a sedersi vicino a lui, concludendo il suo giro.

- Non riesco a credere che Kagome sia riuscita a coinvolgerti in una cosa così assurda, riuscendo persino a farti sedere a tavola con degli umani! - esclamò ironico rivolto a suo fratello maggiore

- Quando si ha la sfortuna di avere un fratello mezzodemone... - commentò indifferente Sesshomaru – E così questo è tuo figlio! - aggiunse poi freddamente lanciando una strana occhiata al bambino che dormicchiava di nuovo tranquillo tra le braccia di Inuyasha

- E' proprio carino! Vero Signor Sesshomaru?! - esclamò allegra Rin

- Non si è mai visto un Demone Cane coi capelli neri. - ribatté con aria vagamente contrariata – ma almeno si è dimostrato più sveglio e intelligente di suo padre... Se non altro, nascendo oggi, mi ha fatto risparmiare un viaggio. -

- Ma guarda tu che roba! - sbottò Inuyasha – Non dico che tu debba fare i salti di gioia, ma potresti essere un po' più gentile! E' solo un bambino e, anche se ti da fastidio, è pur sempre tuo nipote! Insomma ci vuoi nel clan o no?! Io ancora non l'ho capito! Se noi mezzodemoni ti diamo tanto fastidio basta dirlo e ce ne stiamo a casa nostra! - concluse arrabbiato alzandosi e dirigendosi verso casa.

Kagome lo notò e fece segno a Rin di aiutarla a rialzarsi per raggiungerlo:

- Scusateci un attimo, ma credo che per Masaru sia l'ora della pappa... - mormorò scusandosi con i suoi ospiti e allontanandosi lentamente insieme a Rin.

Quando raggiunse Inuyasha, sulla veranda, lo trovò che parlottava con suo figlio:

- Non dargli retta, piccolo! I tuoi capelli non hanno niente che non va! Sono bellissimi, come quelli della mamma... magari le orecchie, eh... potevi scegliere anche quelle dalla mamma, io te l'avevo detto...-

- Inuyasha, che stai dicendo?! - gli chiese divertita Kagome – E' successo qualcosa? - aggiunse poi preoccupata, vedendolo serio.

- E' successo che ho un fratello odioso... Non mi importa niente di cosa dice di me, ma non sopporto che tratti male mio figlio! - sbottò arrabbiato.

- Che è successo? Ha detto qualcosa di Masaru? - chiese stupita Kagome, per qualche strana ragione non pensava che Sesshomaru potesse trattar male un bambino, forse perché lo vedeva sempre così gentile con Rin.

- L'ha criticato! Come critica sempre me! - abbaiò Inuyasha

- Ma no, Signor Inuyasha, avete frainteso... - mormorò Rin dispiaciuta

Inuyasha e Kagome si voltarono entrambi a guardarla:

- Cosa c'è da fraintendere, Rin?! - le rispose scocciato il mezzodemone – Ha detto che non gli piacciono nemmeno i suoi capelli e... -

- No, ha detto che è un Demone Cane! - lo interruppe seria Rin – E che lo trova anche sveglio e intelligente e che se non fosse nato oggi sarebbe comunque tornato, ci teneva ad essere presente. -

Inuyasha rimase a fissarla a bocca aperta senza riuscire a ribattere. Kagome sorrise alla bambina e le chiese semplicemente:

- Rin, puoi ripetermi esattamente le parole di Sesshomaru? -

- Certo! - rispose con un sorriso poi si schiarì la voce e con la faccia seria e la voce grossa recitò:

- Non si è mai visto un Demone Cane coi capelli neri, ma almeno si è dimostrato più sveglio e intelligente di suo padre. Se non altro, nascendo oggi, mi ha fatto risparmiare un viaggio. - dopo di che sorrise di nuovo.

- Visto, che t'avevo detto! - borbottò Inuyasha a Kagome.

Kagome sorrise e scosse un po' la testa:

- Sai tesoro, credo che Rin abbia proprio ragione... infondo nessuno capisce Sesshomaru meglio di lei. -

- Che vorresti dire?! - le chiese incredulo

- Che quello è stato il suo modo per dire che ha accettato Masaru come Demone Cane, non si preoccuperebbe del colore dei suoi capelli altrimenti o di quanto sia intelligente e non direbbe di essere stato pronto a tornare fin qua solo per vederlo nascere. Ti ricordi?! Me lo disse anche quel giorno, che era curioso di conoscere suo nipote. Credo che già allora lo avesse accettato, anzi aveva accettato anche me... quella è stata la prima volta che mi ha chiamata per nome. E sicuramente ha accettato anche te o non ti avrebbe chiesto di restare al suo fianco. Non devi prendertela tesoro, Sesshomaru è fatto così: è abituato a non mostrare mai le sue emozioni; non puoi aspettarti che ti parli apertamente, ma a modo suo credo che stia cercando di farti sapere cosa pensa. Non si è mai visto un Demone Cane coi capelli neri, non significa Questo non è un Demone Cane, al contrario significa Anche se ha i capelli neri, è un Demone Cane. - concluse Kagome con un sorriso.

Inuyasha abbassò lo sguardo pensieroso:

- Non si è mai visto un Demone Cane coi capelli neri... - mormorò tra sé.

Di colpo quella frase gli suonò familiare e ripeté:

– Non si è mai visto un Demone Cane... piangere... - bisbigliò sollevando lo sguardo incredulo davanti a sé – Ma allora... anche quella volta... - sentì un nodo stringergli la gola e non riuscì a proseguire.

Un vagito indispettito di Masaru lo strappò ai suoi pensieri.

- Che c'è, piccolo?! - gli chiese sorridendo

- Credo che abbia di nuovo fame... - rispose Kagome – Dallo a me e torna dai tuoi ospiti. - lo incoraggiò con un sorriso.


 

- E il bambino?! - gli chiese Sesshomaru quando lo vide tornare insieme a Rin e sedersi di nuovo di fianco a lui.

- Kagome lo sta allattando... - rispose Inuyasha, senza il coraggio di guardarlo in faccia.

- Vi voglio nel clan. - disse in tono piatto Sesshomaru fissando dritto davanti a sé – Tu... e tuo figlio... è più chiaro adesso. -

Inuyasha lo guardò stupito e lanciò uno sguardo a Rin che gli sorrideva soddisfatta, seduta di fianco a suo fratello.

- Sì... - rispose Inuyasha sorridendo appena poi tornò serio – Senti Sesshomaru... ma davvero ti va bene essere qui oggi? Voglio dire... se oggi è il mio compleanno significa che è anche il giorno in cui papà... - non ebbe il coraggio di finire la frase.

- Chi credi che sia stato a rivelare a tua moglie questa data?! - gli chiese Sesshomaru indifferente – A quanto pare hai la sua benedizione. -

- Capisco... - mormorò Inuyasha – Probabilmente, se fosse qui, avrebbe organizzato tutto lui! - ammise con un sorriso malinconico.

- Sicuramente. Per me lo faceva sempre, anche se non volevo. - rispose di nuovo Sesshomaru – Per lui ogni scusa era buona per far festa. -

- Per te invece è solo una scocciatura, vero?! Non eri obbligato a venire... - precisò Inuyasha

- No, non lo ero. - rispose semplicemente Sesshomaru

Inuyasha lo guardò di nuovo storto, ma poi vide Rin sorridere di nuovo e allora capì il senso di quella risposta:

“Non gli piacciono queste feste e non era obbligato a venire, ma è venuto lo stesso...”

- Grazie, fratellone. - rispose.

Sesshomaru si limitò di nuovo a sollevare appena un sopracciglio, guardandolo con la coda dell'occhio.

- Signor Sesshomaru... - lo chiamò Rin tirandogli piano una manica – Quando qualcuno le dice “Grazie” dovrebbe rispondere “Prego” - lo rimproverò dolcemente.

- Davvero?! - le chiese il demone guardandola con una strana luce negli occhi

- Già! - ammise seria Rin

- Allora... Prego, Rin. -

- Ma... - cercò di ribattere Rin presa alla sprovvista

- Lascia perdere, Rin. - disse Inuyasha sghignazzando – E' senza speranze! -


 

Mentre erano ancora tutti a tavola, Kagome terminò di allattare Masaru e, camminando piano, tornò verso la lunga tavolata. Senza farsi vedere, fece un cenno a Miroku e Shippo che sparirono dietro casa per poi tornare insieme ai Komainu che trasportavano un grosso ripiano di legno con sopra qualcosa che, Inuyasha se ne accorse solo allora, mandava un odorino davvero invitante, ma che era stranamente coperto di candele.

- Ma che roba è?! - chiese stupito mentre i Komainu mettevano quella cosa gigantesca sul tavolo davanti a lui e anche gli altri ospiti ammiravano stupiti e incuriositi quello strano oggetto.

- E' la tua torta! - rispose orgogliosa Kagome – Purtroppo è solo una torta di mele, scusami, con quello che ho trovato qui non sono riuscita a fare niente di meglio... - mormorò rammaricata

- E tutte quelle candele? - chiese ancora confuso Inuyasha

- Ah! Quelle sì che sono state un'impresa! Sono esattamente 205! Una per ogni tuo anno di vita! Ehm... Sesshomaru... - mormorò Kagome a suo cognato che chiamò deciso:

- Jaken! - il piccolo demone capì al volo e si fece subito avanti col suo bastone a due teste e accese tutte le candele in un colpo solo, con il suo fuoco.

- Ma che significa? - chiese preoccupato Inuyasha ritraendosi – Vuoi dar fuoco a tutto il bosco?! -

- No, scemo, devi soffiarci sopra ed esprimere un desiderio. Se le spegni tutte in un soffio il desiderio si avvererà, capito?! - gli spiegò come se fosse ovvio - Guarda bene, Masaru, adesso papà ti farà vedere come fa il lupo cattivo a demolire la casa dei porcellini! - mormorò sorridendo divertita ed emozionata al suo bambino che adesso aveva aperto gli occhietti e la fissava imbambolato.

- Stai scherzando, vero?! - mormorò sconvolto Inuyasha

- Mai stata più seria! Muoviti o la torta si brucia! - lo incalzò Kagome indicando la torta, che emanava un calore impressionante

- Non ti invidio, amico! - ridacchiò Miroku

Inuyasha lanciò un'altra occhiata dubbiosa a sua moglie che lo guardava tranquilla e fiduciosa con in braccio il loro bambino, sospirò felice di fronte a quell'immagine e gli venne in mente un unico desiderio:

- Posso usare Tessaiga?! - scherzò

- Scordatelo! - rispose Kagome scoppiando a ridere

- E va bene! Stai a vedere, Masaru! - esclamò prima di prendere un enorme respiro, mentre Kagome iniziava a cantare una strana canzoncina che parlava di auguri, e soffiò sulla torta con tutte le sue forze.

- Che mi venga un colpo! - esclamò Miroku quando si accorse che Inuyasha le stava davvero spegnendo tutte. Solo sull'ultima gli mancò il fiato, ma Kagome si chinò di fianco a lui e l'aiutò a spegnerla con un soffio leggero.

Mentre tutti applaudivano festanti Inuyasha le bisbigliò dubbioso:

- Ma così il desiderio non si avvera... -

- Sì, invece! Perché io e te, adesso, siamo una cosa sola! - gli rispose sorridente, stringendo a sé Masaru.


 

Era ormai calata la sera, su quella lunga giornata. Gli ospiti se ne erano andati mentre Sango, Miroku e gli altri, aiutati dai Komainu, si erano attardati a riordinare e smantellare i resti della festa, prima di congedarsi e lasciare finalmente tranquilla la neo famigliola.

Kagome si era addormentata, distrutta ma felice, dopo essersi occupata di nuovo del suo bambino, Inuyasha invece era ancora sveglio e seduto sulla porta di casa ammirava il panorama all'esterno e, di quando in quando, sua moglie, sorridendo felice con suo figlio tra le braccia che, nonostante fosse ancora notte fonda, si era svegliato e non sembra intenzionato a riaddormentarsi, però se ne stava tranquillo, sgambettando piano nella sua copertina e lottando con i suoi pugnetti nel tentativo di piegarli al suo volere e farli entrare in bocca, mentre fissava come ipnotizzato la veste rossa di suo padre con i suoi grandi occhi scuri, come quelli di Kagome, ma nei quali, a guardarli bene, sembrava di notare qualcosa: dei puntini dorati.

“Quei piccoli occhietti sembrano un cielo stellato” pensò Inuyasha sorridendo orgoglioso.

Il tenue mugolio di Kagome lo costrinse a distogliere l'attenzione da suo figlio e a voltarsi verso di lei, la vide sollevare la testa dal cuscino e stropicciarsi gli occhi assonnata:

- Siete già svegli voi due? - farfugliò non riuscendo a trattenere uno sbadiglio

- A noi mezzodemoni basta poco, lo sai... - le rispose dolcemente Inuyasha – ma tu dormi, tesoro, ne hai bisogno... ti sveglio io se Masaru ha fame. -

- Siete incredibili! - lo canzonò Kagome – Masaru ha pisolato tutto il giorno, ok, ma tu... sei stato sveglio con me tutta la notte e tutto il giorno... pensavo fossi stanco almeno un po'... - disse uscendo da sotto le coperte e avvicinandosi a lui, appoggiando la testa alla sua spalla mentre sorrideva dolcemente al loro bambino.

- Ehi, non sono io che ho passato giorni a organizzare una festa, dato alla luce uno splendido bambino e intrattenuto un sacco di ospiti. - la canzonò dandole una bacio sulla fronte.

Kagome gli sorrise e alzò lo sguardo su di lui:

- Ti è piaciuto il tuo compleanno? Ti ho fatto una bella sorpresa? -

- Stupenda, amore mio! - le confessò felice – Il regalo, poi... è stato il più bello del mondo... - aggiunse sorridendo emozionato a Masaru che, nel frattempo, era riuscito da acchiappare un dito di Kagome.

- Beh... doveva essere il ramen il tuo regalo – ridacchiò - ma... sì, è proprio bello il nostro Masaru... come il suo papà! - ammise Kagome sospirando felice

- Ma se è identico a te! Di mio ha solo le orecchie... e gli artigli... - sbottò a metà tra il deluso e l'orgoglioso.

- Adesso forse, ma da grande sarà identico a te, fidati, l'ho visto! - ribatté Kagome convinta

- Nel tuo sogno? - chiese Inuyasha

Kagome annuì, tornando a guardare il suo bambino.

- Sono contenta di aver fatto quel sogno... - mormorò – Almeno l'ho visto... che bel ragazzo diventerà il mio bambino... - aggiunse in un sussurro, ma non riuscendo a proseguire con la gola stretta da un nodo.

- Ehi! Che cavolo vorresti dire?! - sbottò Inuyasha.

- Oh... andiamo, Inuyasha! - sbottò con gli occhi velati di lacrime - Anche se non ne parliamo mai, sappiamo entrambi cosa succederà... la nostra felicità non durerà per sempre... tra dieci anni io ne avrò trenta e tu ne dimostrerai ancora venti... sembrerò una tardona che se la fa con un ragazzino, ma pazienza! Ma tra altri dieci... ne avrò quaranta e allora sembrerò tua madre... e tra altri venti, tua nonna... ma per allora ti sarai già stufato di me e a giusta ragione! E Masaru?! Quanto ci metterà a diventare il bel ragazzo che ho visto? Cento anni?! Centocinquanta?! Per allora io sarò solo un pallido ricordo... - ammise triste – Ma tu... Tu sarai sempre con lui, vero?! - gli chiese tornando a rivolgere verso di lui il suo sguardo pieno di lacrime.

Pensava che si sarebbe arrabbiato, che le avrebbe urlato contro dandogli di stupida, invece lo vide chinare il capo serio e mormorare:

- Sì, certo che ci sarò... e ci sarai anche tu! - esclamò deciso tornando a guardarla negli occhi – Tra cento anni, centocinquanta, duecento... non importa quanti, tu ci sarai! Sarai ancora qui, coi nostri figli! E... con me... saremo sempre insieme... a contarci le rughe a vicenda, se proprio non avremo niente di meglio da fare! -

- Inuyasha... - mormorò commossa Kagome accarezzandogli una guancia.

- Non sto scherzando, Kagome! - riprese lui serio bloccando la mano di lei – Io... devo dirti una cosa... non volevo dirtela ma... dopo la nostra ultima litigata... Beh! Ho promesso di non nasconderti più niente, no?! Quindi anche se mi odierai... -

- Inuyasha, ma che stai dicendo? - lo interruppe Kagome confusa

- Lasciami finire, ti prego! Poi potrai arrabbiarti, mandarmi a cuccia... quello che vuoi... - ribatté deciso, con un tono che non ammetteva repliche – Tu lo sai, no, che io ero pronto a diventare umano per vivere con Kikyo... Ebbene sarei stato pronto a fare lo stesso per te, ma purtroppo non è stato possibile e io mi sono dovuto rassegnare a rimanere un mezzodemone... -

- E a me va benissimo! Io ti amo così come sei! - lo interruppe Kagome con un sorriso triste

- E anch'io mi vado bene così... grazie a te... ma non potevo... non volevo rassegnarmi a un destino come quello che hai descritto tu: pochi anni di felicità e centinaia di solitudine. Kagome, i duecento anni che ho passato senza di te sono stati niente rispetto ai tre che ho trascorso nell'attesa del tuo ritorno... averti conosciuta e poi averti persa... No! Non lo sopporterei di nuovo! - esclamò stringendo la mano di lei nella sua e guardandola disperato - Per questo... per questo quando ti ho chiesto di sposarmi... io... io ho deciso di dividere la mia vita con te! Letteralmente! -

Kagome lo guardò confusa, senza riuscire a capire cosa lui stesse cercando di dirle e Inuyasha proseguì:

- Kagome, l'anello che ti ho dato, non ti protegge solo dagli attacchi di mostri e demoni ma... anche e soprattutto dal nemico più insidioso di tutti, l'unico che prima o poi c'avrebbe sconfitto: il tempo. - spiegò abbassando lo sguardo sull'anello di sua moglie e sfiorandolo piano col suo dito artigliato – Quest'anello è una sorta di tramite, tra te e me. Dal momento in cui te l'ho messo al dito, il tuo tempo e il mio hanno iniziato a scorrere all'unisono... grazie a quest'anello la tua vita sarà più lunga di quella di un normale essere umano. -

- Stai dicendo che... vivrò quanto un mezzodemone?! - gli chiese sbalordita

- No... questo no... vivremo un po' meno, non so quanto di preciso, ma sarà comunque per molto tempo! Più di un normale essere umano! Il tempo sufficiente a far sì che i nostri figli diventino grandi e indipendenti e non abbiano più bisogno di noi, mi auguro. - rispose con un mezzo sorriso.

- “Vivremo”?! Che significa “vivremo”?! Tu sei un mezzodemone... tu... - si bloccò di colpo quando il significato delle parole di Inuyasha le fu finalmente chiaro – No... no... tu stai dicendo che... la mia vita sarà più lunga di quella di un umano e la tua più breve di quella di un mezzodemone... perché la stai dividendo con me... cioè la stai dando a me??!!! Da quando ho questo anello al dito io... io... ti sto uccidendo... poco alla volta... giorno dopo giorno??!!! - esclamò disperata

- No! No, amore mio! Tu ogni giorno mi rendi felici, mi fai sentire vivo, rendi la mia vita degna d'essere vissuta! - ribatté Inuyasha con fervore

- Ma te la sto strappando via!!! - gridò Kagome sgomenta

- Non m'importa! - ribatté con ancora più forza Inuyasha - Sono un egoista, te lo dissi allora e te lo dico adesso: io ti voglio al mio fianco sempre! E ciò che sto facendo con quest'anello è semplicemente pagare il piccolo prezzo necessario per realizzare questo desiderio egoista, lo stesso desiderio che ho espresso oggi. Preferisco una vita più breve, ma con te, che l'eternità da solo... Non devi sentirti in colpa, è una mia decisione, tu non mi rubi niente, sono io che ti regalo la mia vita perché non so che farmene se tu non sei con me. E' la mia vita e posso farne ciò che voglio, me lo ha detto anche mio padre! E se lo dice lui che ha sacrificato la sua per me... - concluse in un sussurro.

Kagome lo guardò senza più riuscire a ribattere:

- Era per questo che volevi che lo riprendessi, l'altro giorno? - mormorò tra le lacrime – Anche se avevamo litigato... anche se ti avevo detto che era finita... che non volevo più vederti... anche in quel caso tu eri pronto a... - si interruppe soffocata da un singhiozzo.

Inuyasha annuì abbassando lo sguardo su Masaru, che sembrava guardarli tranquillo, senza capire i complicati discorsi degli adulti:

- Sì, se lo togli per un po' non succede niente, ma se lo rifiuti del tutto... - mormorò

- Allora potrei ancora salvarti... - ribatté lei

- No! Potresti solo uccidermi più in fretta! - rispose deciso – Se ti perdessi, Kagome, credi davvero che me ne starei a guardare? Non voglio vivere in un mondo dove tu non ci sei! - concluse semplicemente.

Quelle parole la colpirono al cuore: era la stessa cosa che aveva pensato lei ed era quel pensiero, quella consapevolezza, ad aver riaperto il pozzo e ad averle permesso di tornare da lui.

- E se ti succede qualcosa? Che ne sarà di me? Sarò io a passare i secoli da sola? - chiese tristemente

- No, venendo meno la mia energia vitale torneresti ad usufruire solo della tua e ad invecchiare come una qualsiasi umana. - rispose Inuyasha

- E Masaru? Che ne sarebbe di Masaru? Io me ne andrei presto e lui?! Crescerebbe solo, come te?! - chiese ancora Kagome guardando preoccupata il loro bambino.

- Sesshomaru l'ha accettato, l'hai detto anche tu, e poi... io gli tengo d'occhio la sua cara Rin... me lo deve un favore, no?! - provò a scherzare.

Kagome lo guardò e gli sorrise appena:

- Perché... perché non me l'hai detto subito? - gli chiese ormai rassegnata, tra le lacrime

- Avresti accettato, se te l'avessi detto? - le chiese a sua volta lui con un sorriso

- Certo che no, scemo! - rispose lei mentre una nuova ondata di lacrime le rigava le guance.

- Lo sapevo... per questo non te l'ho detto. - mormorò Inuyasha con un sorriso ancora più ampio – Ti amo, Kagome. Ti amo più della mia stessa vita. Davvero! - aggiunse semplicemente

- Anch'io, brutto scemo! - ribatté lei gettandogli le braccia al collo – Scemo... scemo, scemo, scemo!!! - bisbigliò con il viso nascosto contro il suo collo – Ti chiamerò scemo per il resto della vita, che per colpa tua sarà lunghissima, scemo! -

- E' questa la mia punizione?! - le chiese Inuyasha felice stringendo lei con un braccio e Masaru con l'altro.

- Sì, sarà la mia nuova formula contro di te! Scemo! - ridacchiò lei tra le lacrime.


 


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Angolo dell'autrice

Innanzitutto ringrazio Yasha26 per “l'usufrutto” del nome Sayuri (che significa giglio) ;) Nella mia mente malata le femmine di Demone Lupo hanno tutte nomi di fiori (ed era a questo che pensavo quando mi sono imbattuta nella sua storia, che m'ha servito la soluzione su un piatto d'argento XD) e, sempre nella mia testa, portano tutte il suddetto fiore tra i capelli, finché non si sposano e lo affidano al loro compagno, come una sorta di fede nuziale, un modo per dire a tutti “lui appartiene a me” (spiegazione tardiva della cerimonia di Koga e Ayame, ma non sono riuscita a far emergere la cosa nella storia, scusate ^^).

EDIT: Gravissima dimenticanza! Devo ringraziare anche LittleDreamer90, che mi ha dato l'idea per alcuni dei siparietti con i parenti a tavola... devo ammettere che inizialmente li avevo un pò trascurati, in questo capitolo :P ma parlando con lei ho capito che forse i miei personaggi erano più apprezzati di quanto credessi e allora gli ho concesso un pò più di spazio ^^

“Non s'è mai visto un Demone Cane piangere”, se non ve lo ricordate, è una delle cose che Sesshomaru dice a Inuyasha durante il loro viaggetto nell'aldilà. Come vedete, già allora gatta ci covava, ma il caro Sesshy non era ancora disposto a farci entrare nella sua testa ;P (ma, in realtà, la colpa è nostra che non abbiamo capito! -.-' )

E infine... Sì, dopo lunga e sofferta riflessione, ho deciso di affrontare l'annosa questione dell'età di Inuyasha e il relativo problema di come conciliarla con l'agoniato lieto fine. Agli albori di questa storia avrei voluto ignorare caldamente il problema, l'idea di un Inuyasha ultracentenario non mi è mai piaciuta, è la prima cosa che mi ha fatto storcere il naso ne “La spada del dominatore del mondo”... ma alla fine ho deciso di cedere “alla violenza” e al fatto che oramai sembra cosa universalmente riconosciuta e accettata da tutti i fan. Ho scelto questa soluzione “sbrigativa”, che tenevo nel cassetto, perché personalmente non amo particolarmente quelle storie dove Inu (ma soprattutto Sessh) partano alla ricerca dell'elisir di lunga vita per la loro bella. Ma è anche vero che sono una fervente sostenitrice dello “scambio equivalente”, non si può avere niente per niente, c'è sempre un prezzo da pagare e il prezzo per una vita non può che essere un'altra vita, e ovviamente questa soluzione avrà comunque conseguenze poco piacevoli che potete facilmente immaginare. Spero che la cosa non vi rattristi troppo.

Buon Natale e alla prossima ^_^

PS. Ormai ci siamo! Il prossimo capitolo sarà l'ultimo di questa lunga storia...


 

o forse no :P

   
 
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