Mamma ho
perso il mio ragazzo
Se
c'era una cosa che Nico odiava era fare shopping, e lo
odiava ancora di più quando si trattava di shopping natalizio. Tuttavia scoprì
di essere abbastanza incline ad accompagnare Percy al
Rockefeller Center a comprare dei piccoli regali di Natale per i bimbi
dell'asilo in cui insegnava. Nico si ostinava a dire di odiare i marmocchi, ma
non poteva negare che il suo cuore si sciogliesse ogni volta che vedeva Percy giocare con i suoi piccolissimi allievi, quando lo
passava a prendere di ritorno dalla facoltà di medicina. Forse, alla fine, era soltanto questione di amarezza e rammarico causati dal
fatto di non poter dare lui stesso, per ovvi motivi, dei figli al suo ragazzo.
"Percy, non puoi comprare un pistola giocattolo da 50
dollari a tutti i maschietti e una cucinetta a tutte le bambine, sono
pensierini, non regali per diciottesimi"
"Quando
ho fatto 18 anni non mi hai comprato una pistola
giocattolo"
"Quando
tu hai compiuto 18 credevo fossi abbastanza grande per
giocare... Credevo"
"Ma non so cosa comprare, devono capire che voglio bene a
tutti loro!"
"Andiamo
a cercare qualcosa nel Negozio delle Occasioni e magari chiediamo aiuto a
qualche commessa"
Percy annuì appena facendo un cenno
col capo, girandosi con
un po' di malinconia a guardare gli scaffali pieni di giochi dalle scatole
colorate, mentre uscivano da quel negozio. Passeggiavano lanciando occhiate
alle vetrine ogni tanto, ma soprattutto cercavano di sfruttare al massimo quel
momento insieme. Difatti con il lavoro di Percy e
l'università di Nico i due spesso e volentieri arrivavano a
fine giornata che sì e no si erano scambiati due frasi; quindi, se
avevano del tempo libero, di certo non lo sprecavano per prendere il tè con le
bambole. Si tenevano per mano, dopo 3 anni di
relazione Nico (finalmente, a detta
di Percy) aveva capito di potersi prendere alcune
piccole libertà con il suo ragazzo, se a qualcuno non andava bene, fatti loro.
Entrarono
in un piccolo negozio di giocattoli, sperando che potesse essere quello giusto.
Una commessa stava posizionando delle scatole su uno
scaffale molto alto, forse troppo, mentre un bambino occhialuto le tirava la
manica per attirare la sua attenzione.
"Martha,
ho fame, ho fame!"
"Tim,
sto lavorando, vai a giocare dai"
Il
bimbo sospirò mentre si allontanava, tutta via urtò le gambe della ragazza che
cadde insieme a tutte le scatole. Tim corse via, passando in mezzo a Nico e Percy, che subito corse in aiuto della malcapitata.
"Tutto apposto? Hai fatto un
bel volo" disse sollevando dei giocattoli.
Martha
si alzò sistemandosi la gonnellina che si era tirata in su.
Quando alzò lo sguardo per ringraziare Percy, Nico
pensò quasi che si fosse incantata, sembrava la scena di un film, mancava solo
la canzoncina angelica di sottofondo e i Cherubini intorno alla testa. Subito sorrise, mostrando un piccolo piercing ad anello appena
sotto il labbro superiore, davanti ai due incisivi.
"Uh!
Be' credo di stare bene in fondo, spero solo di non avere una commozione
celebrale, sarebbe una vera scocciatura"
"Oh,
se ti serve qualcosa chiedi pure. Oltretutto lui è
quasi un medico, se ti senti male può aiutarti!"
Nico
sbuffò.
"Non
credo abbia una commozione per una caduta così piccola, non ha sbattuto nemmeno
la testa"
La
ragazza lo fissò per un momento, poi decise mentalmente di ignorarlo e tornò a
guardare Percy.
"Certo ora devo mettere a posto tutto, che scocciatura! Mio fratello a volte è proprio una peste"
"E'
un bambino in fondo, comunque io sono Percy e questo
è Nico, se vuoi possiamo aiutarti noi"
Nico
sbuffò di nuovo, sperando vivamente che il suo ragazzo capisse che non ne aveva
la minima intenzione.
"Oh,
davvero mi aiuteresTI? E' un pensiero davvero carino,
grazie mille!"
Percy raccolse due scatole infilandole
nello spazio che la ragazza le stava indicando.
"Wow,
sei proprio muscoloso, hai delle braccia così toniche! Sei
uno sportivo?"
Se
Nico all'inizio credeva soltanto che lei ci stesse provando con il suo ragazzo, ora non aveva nessun
dubbio. Inizio a tamburellare le dita su uno scaffale.
Percy si grattò la nuca ridacchiando.
"Be'
ecco, quando ho tempo vado in piscina"
"Oh
sì Percy, ti tieni veramente in forma, complimenti!
Il mio ex ragazzo invece non si curava per niente del suo aspetto fisico, ho
fatto proprio bene a lasciarlo la settimana scorsa, sai? Ah,
comunque io sono Martha"
Lei
si arpionò al braccio di Percy e Nico capì che se non
avesse voluto ucciderla sarebbe dovuto uscire immediatamente da quel negozio,
tuttavia si stava divertendo forse troppo ad assistere a quella scena ridicola.
"Oh,
be' mi dispiace che vi siate lasciati, però ecco, non
lo faccio per il fisico, insomma, mi piace e basta"
"Sei
proprio un bel tipo, sai? Senti, io non voglio approfittarmene, però ho un
leggero mal di testa e non vorrei che peggiorasse, ti dispiacerebbe se mi
aiutassi tu con il negozio?"
"Umh, be', non so..."
"Per
favore, non ci metteremo molto, inoltre se sei venuto qui
ti dovranno servire dei giocattoli, no?"
"Sì,
però-"
"Allora
ti aiuto io, vieni!"
Nico
era quasi sicuro che Percy avrebbe ceduto, ma quando
vide il ragazzo girarsi verso di lui, fargli le spallucce e mimargli con la
bocca un "Ci metterò poco", la sua pazienza superò il limite concesso
ed uscì da quella brutta imitazione della bottega di
Babbo Natale.
I
corridoi del centro commerciale erano pieni zeppi di persone che correvano da
una parte all'altra con carrelli stracolmi di pacchi incartati. Sembravano un
mucchio di anguille incastrate in un barattolo troppo stretto per contenerle tutte. Nico si fece
strada fra la gente, chiedendo invano scusa a coloro con cui si scontrava, che
decidevano di ignorarlo e continuare nella loro pazza corsa ai regali.
Dopo
qualche minuto raggiunse un piccolo caffè isolato, dove nessuno si fermava per
non perdere tempo. Vi entrò ed ordinò un espresso.
Quando si sedette ad uno dei tavolini notò dalla
finestra del bar un bambino, precisamente quello che stava nel negozio di
giocattoli poco prima. Si guardava spaesato intorno, evidentemente doveva
essere sgattaiolato fuori dal negozio dopo aver fatto cadere la sorella,
Martha.
Nico
sospirò, non poteva mica lasciarlo lì con tutta quella gente. Bevve velocemente
il suo espresso ed uscì dal caffè, le mani strette a
pugno nelle tasche dei jeans.
"Ehy" si rivolse al bambino, cercando di sorridere nel
migliore dei modi.
Il
bimbo fece qualche passo indietro.
"Tranquillo,
non ti mangio" ridacchiò grattandosi la nuca "Devi
essere Tim, giusto? Ero nel negozio dove lavora tua sorella,
poco fa. Che ne dici di tornare da lei?"
Tim
esitò un poco, poi si avvicinò leggermente a Nico.
"Ma è arrabbiata con me"
Nico
gli sorrise, chinandosi alla sua altezza; era sempre
stato il più basso fra i suoi conoscenti e ora che guardava qualcuno così
piccolo dall'alto non riusciva a non provare un grande sentimento di
soddisfazione, anche se si trovava di fronte ad un bambino di più o meno 6 anni.
"Non
è arrabbiata con te, tranquillo"
Ha altro a cui pensare,
si disse mentalmente Nico con un accenno di amarezza.
"E'
solo che ho tanta fame e lei non mi ascolta mai e anche mamma e papà non mi
danno mai retta e-"
Di
Angelo gli sorrise dolcemente; se Percy
l'avesse visto così cordiale con un bambino non avrebbe creduto ai suoi occhi,
pensò.
"Allora
facciamo così: ora ti compro un bel cornetto con la cioccolata e poi torniamo
da Martha, si starà preoccupando"
Ebbe
dei seri dubbi sulla sua ultima affermazione, ma di certo non sarebbe risultato confortante se gli avesse detto che sua sorella
stava facendo la piovra con il suo
ragazzo senza fregarsene del resto.
Tim
annuì sorridendo appena e facendo spuntare due fossette sulle guance arrossate
per il freddo. Quando ebbe finito di mangiare il suo dolce, i due uscirono mano
nella mano dal caffè, dirigendosi in quella che credevano
essere la giusta direzione. Tuttavia, dopo essersi ritrovati per la terza volta
al punto di partenza, capirono entrambi di essersi persi in tutta quella
marmaglia, anche se Nico negava che fosse così, sia per puro orgoglio - Percy gli diceva sempre che aveva un senso
dell'orientamento pessimo -, sia per non far innervosire Tim.
Dopo
aver riordinato quasi tutti gli scaffali del negozio e dopo aver assistito
alcuni clienti come se quello fosse il suo
lavoro, Percy iniziò leggermente ad
innervosirsi, soprattutto perché cominciava a credere che forse Martha lo stesse solo sfruttando, visto che era l'unica
commessa lì dentro, oppure, semplicemente, che ci stesse provando con lui.
Oltretutto si era accorto solo in quel momento dell'assenza di Nico.
"Be',
Martha, è stato un piacere, ora però devo davvero
andare"
"Oh...
Va bene, non posso mica obbligarti dopo tutto. Però ti lascio il mio numero, aspetta!"
Sculettando
si diresse verso la cassa, estrasse da un cassetto un cartoncino bianco dove scrisse qualcosa e poi lo diede a Percy. Jackson la stava per salutare, quando la vide
strabuzzare gli occhi per poi guardarsi in torno frenetica.
"Mio fratello! MIO FRATELLO! E' scomparso,
quella peste, dove si è cacciato! Ti prego, devi aiutarmi a cercarlo, DEVI!"
Percy sospirò.
"Sei sicura che non sia nel
magazzino? Vai a cercare"
Lei
annuì ed entrò nella stanza adiacente al negozio, borbottando che se non avesse
più trovato Tim avrebbe potuto scordarsi la festa di Capodanno che i genitori
le avevano promesso.
La
prima cosa che Percy pensò fu di chiamare il suo ragazzo,
certo gli sembrò un po' improbabile visto che quel
giorno aveva deciso di lasciare il cellulare a casa proprio per non avere
scocciature e complicazioni.
Pensò
che avrebbe iniziato ad urlare quando Martha tornò da
lui disperata blaterando che il fratello era una vera peste, come se la colpa fosse
stata del bambino. Si congratulò con se stesso quando invece mantenne un tono
di voce molto calmo.
"Dunque, ora usciamo dal
negozio e cerchiamo tuo fratello, ma tu smettila di lamentarti. Ah, c'è un telefono che posso
usare? Dovrei chiamare Nico, il ragazzo che era prima
con me"
"Ah,
purtroppo non c'è linea qui ed il mio cellulare è
scarico"
"Pazienza,
ora usciamo"
Percy era convinto che avrebbe trovato Nico sulle panche che c'erano là davanti, ma
quando ci vide solo dei vecchietti annoiati e non lo trovò nemmeno nei dintorni
del negozio iniziò a preoccuparsi davvero.
Mentre
Martha chiedeva ai passanti se avevano visto un bambino, descrivendo suo
fratello e fornendo anche dei dettagli assolutamente inutili, come il fatto che
avesse una voglia al centro della schiena, Percy entrò
in un bar e chiese gentilmente di utilizzare il telefono. Compose il numero del
suo ragazzo e al sesto squillo, quando ormai stava quasi per riattaccare, Nico
rispose.
"Guarda
chi si sente, ti sei forse ricordato che oggi dovevamo passare tutto il tempo
insieme e non con la prima ragazza che ti fa gli occhioni
dolci?"
"Nico! Ma
dove diamine sei? Scusami, hai ragione, solo che-"
"Okay, okay, ora vienimi a
prendere. Non
ho la minima idea di dove mi trovi e in più sono con quel ragazzino, Tim, il
fratello della commessa"
"Sei
con lui?! Nini, sei la mia
salvezza, io e la sorella lo stiamo cercando! Ora dimmi dove sei, vi veniamo a
prendere"
"Ah sei con lei quindi. Okay. Be', non lo so dove siamo, c'è un grande negozio di H&M
accanto a noi, però"
"Perfetto, arriviamo. Scusami ancora,
amore"
"Sì,
ora sbrigatevi"
Percy corse incontro a Martha,
riferendole il tutto. Lei rimase leggermente stupita quando gli disse che si
trovavano da H&M, visto che
si trovava da tutt'altra parte rispetto a loro.
Dopo
20 lunghi minuti durante i quali Martha sembrò preferire
parlare con Percy piuttosto che ritrovare il
fratellino, finalmente intravidero un ragazzo magro vestito completamente di
nero che reggeva in braccio un bimbo addormentato, provocando squittii e
occhiate cariche di tenerezza da tutte le ragazze che passavano loro davanti.
Jackson si sarebbe fermato per scattare una foto, ma
non era sicuro che Nico avrebbe apprezzato.
Quando
si avvicinarono abbastanza Martha strappò bruscamente
il fratellino dalle braccia di Nico, svegliandolo.
"Mi
hai fatto morire di paura, svergognato, non farlo mai
più!"
Il
bimbo annuì sbadigliando mentre Nico alzò gli occhi al cielo, seccato. Percy gli si avvicinò, passandogli una mano fra i capelli.
"Se
non torniamo a casa immediatamente uccido la tua
amichetta, te e tutta questa gentaglia che mi sta intorno. E se io finisco in
galera per omicidio te moriresti in breve tempo perché
non sai nemmeno cuocere un uovo, quindi ti conviene ascoltarmi"
Percy rise e gli lasciò un bacio sull'angolo della
bocca, ignorando lo sguardo sbigottito di Martha, che improvvisamente si era
dimenticata del fratello. Se non avesse chiuso la bocca
le sarebbero entrati tutti i moscerini dentro, pensò.
"Sei
il più idiota degli idioti, Jackson"
"Anche io ti amo, Neeks.
Mi dispiace di essere scemo"
Tuttavia
questa volta non scherzava. Non era la prima volta che Nico si
infastidiva per il suo comportamento, e Percy,
in tutta la sua tenera ingenuità, ogni volta ci stava male.
Nico
gli accarezzò esitante
la guancia destra, in fondo c'era davvero tanta gente, lì.
"Ehy, non sono davvero arrabbiato" sorrise
"Soltanto andiamocene subito, per piacere, o davvero dopodomani come cena
di Natale assaggerai la testa di questa ragazza"
Percy ridacchiò, avvicinandosi di più
a Nico, solo per godere appieno della profondità dei suoi occhi. Non aveva
intenzione di baciarlo lì, davanti a tutta quella folla, quindi si stupì quando
fu il suo ragazzo a poggiare le labbra sulle sue. Quando si staccarono Nico
abbassò lo sguardo, le guance erano in fiamme. Forse poteva benissimo tenere la
mano di Percy davanti a qualche sconosciuto senza
farsi tanti problemi, ma sui baci e le carezze ancora doveva lavorarci.
Jackson
sorrise, soprattutto quando Tim sgattaiolò da lui sotto lo sguardo severo di
Martha e disse: "Lo sapevo io, a mia sorella piacciono sempre quelli che
stanno con gli altri maschietti".
Eeee niente, tutto qui. E' una
cosetta scritta fra ieri e oggi di fretta, quindi non è tutta questa grande
opera, ma spero vi sia piaciuta almeno un pochino. Detto ciò, BUON
NATALE!
P.s. Per chi non avesse capito il
titolo è spudoratamente ispirato al film "Mamma ho perso l'aereo"
<3