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Autore: wislava    24/12/2014    2 recensioni
Stiles e Derek festeggiano da soli le vacanze natalizie. Tra coccole, musei, una New York innevata e piccole confessioni, i due, capiranno che il loro è vero Amore.
One-Shot di 5415 parole, per augurare a tutti un Buon Natale e felice anno nuovo.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Let it snow

 

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Stiles e Derek stavano insieme da poco più di tre mesi, precisamente da dopo l' “alleanza malvagia”, come aveva soprannominato Stiles quel periodo, dopo la scoperta del benefattore del TotoMorte, in cui Peter aveva cercato di uccidere Scott con l'aiuto di Kate Argent.

Derek aveva malamente rotto i rapporti con Breaden-sono-una-mercenaria-sexy, accorgendosi di provare un forte attaccamento a Stiles.

La colpa fu di un'occhiata. Cioè, dell'occhiata.

Credendo di essere già con un piede nella fossa, Derek aveva capito di amare irrimediabilmente Stiles, come da buon cliché.

Stiles, invece, era già irrecuperabilmente cotto di quel lupo scontroso. Circa dal periodo chiamato “Jackson sono-un-Kanima-prima-ti-paralizzo-poi-ti-mangio Whittermore”.

Il colpo di fulmine era arrivato quando, cercando di tenerlo a galla nella piscina della scuola, bloccati dal sopracitato giocatore di lacrosse in fase di mutazione genetica, si era perso in quei meravigliosi occhi cangianti, di un verde scuro magnetico e ipnotizzante.

 

Erano le vacanze di Natale e mancavano solo una manciata di giorni al 24 Dicembre.

“Deeeereeeeek” sbuffò Stiles spaparanzato sul divano di casa Stilinski, con i piedi appoggiati malamente sul suo ragazzo.

“Cosa?” chiese Derek distrattamente continuando a prestare attenzione alla puntata di Cold Case trasmessa in tv.

“Che cosa faremo a Natale?” domandò Stiles tirandosi a sedere.

“In che senso?” richiese Derek “mica hai organizzato il pranzo qui con tutto il branco?”

“Si, intendevo dopo. Io voglio passare un paio di giorni da solo con te...” sussurrò provocante Stiles all'orecchio del lupo, provocando al più grande dei brividi lungo la schiena.

“Non penso sia una buona idea...” tentò di scansarlo Derek.

“Certo che lo è! Pensaci, noi due soli soletti, magari in una baita di montagna, la neve che cade fuori dalla finestra e noi accoccolati vicino al caminetto, magari su un morbido tappeto, dopo aver fatto l'amore. Posso già vederci...”

Stiles mordicchiò il lobo destro dell'orecchio di Derek, iniziando a carezzargli una coscia vicino al cavallo dei pantaloni.

“St-Stiles... i-io...” balbettò Derek ormai alla deriva. Stiles gli faceva sempre quell'effetto.

“E pensa allo scambio dei regali...” continuò Stiles sussurrando e depositando, di tanto in tanto, piccoli bacini sul collo del lupo, alternandoli con lievi tocchi di lingua “tu che mi baci felice, io che ricambio. Inevitabilmente finiremo per rifare l'amore, di nuovo lì su quel tappeto ancora sporco dei nostri umori. Oppure tu potresti sollevarmi, io ti circonderei la vita con le mie gambe nude e, abbracciati continuando a scambiarci baci profondi, arriveremo nell'altra stanza, dove c'è un letto matrimoniale con lenzuola fresche e pieno di cuscini. Tu mi butteresti di peso sul letto, per osservarmi bene. Sicuramente sarei scosso da brividi, ma ci saresti tu, a scaldarmi, con il tuo corpo e il tuo amore”

“Stiles... ok, ok” cedette il lupo “andremo via per un po' di giorni dopo Natale, contento?”

“Non sai quanto!!” urlò Stiles saltando sulle gambe del più grande baciandolo profondamente “grazie Der!”

Derek sorrise accarezzandogli la schiena “prego piccolo”.

 

Il 25 Dicembre arrivò in un lampo. Il pranzo fu organizzato e cucinato tutto da Stiles.

Melissa e Scott furono i primi ad arrivare a casa Stilinski, addobbata a festa per l'occasione.

“Hey, amico!!” urlò Scott abbracciando il padrone di casa “Buon Natale!!”

“Buon Natale anche a te, Scotty”

Poco dopo arrivarono tutti gli altri invitati. Si presentarono Lydia, con sua madre Natalie, Kira insieme ai coniugi Yukimura. Liam con suo padre e il suo amico Mason insieme alla famiglia.

Il vice-sceriffo Parrish seguito poco dopo da Denny, con padre, madre e nonna, e Derek e Malia.

La coyote aveva preso bene la rottura tra lei e Stiles. Sapeva bene che il suo ormai ex-ragazzo non l'aveva mai amata. Attrazione, si. Amore, no. Lo aveva capito ascoltando i battiti del suo cuore.

Vicino a Derek, il cuore di Stiles, scalpitava.

“Bene!” annunciò Stiles battendo le mani “ci siamo tutti!! Prendete posto a tavola, iniziano gli antipasti! Melissa, potesti aiutarmi? Lo chiederei a Scott, ma non vorrei rischiare”

“Certo!” rispose subito la donna alzandosi dal suo posto “siamo in ventuno! Chissà quanta cose buone hai preparato!”

“Tantissime, infatti” spiegò il ragazzo afferrando due vassoi stracolmi di affettato.

“Perché, poi?” chiese Melissa bisbigliando per non farsi sentire.

“Volevo invitare il branco, ma non potevo lasciare fuori le famiglie, no? Lydia, per esempio, non sarebbe mai venuta per non lasciare sua madre sola. Lo stesso Liam. Così ho pensato: perché non invitare tutti? Siamo una famiglia, tutti noi. E poi il Natale è bello passarlo in compagnia! Mamma diceva sempre così...” sussurrò, la voce che tremava.

Melissa gli strinse leggera un braccio “per quel che vale, sono fiera di te” rispose afferrando a sua volta piatti contenenti altri antipasti.

“Vale molto” rifletté Stiles tra sé e sé.

 

“Wow, Stiles!” disse lo sceriffo accarezzandosi la pancia “è tutto magnifico. Non so se mi è rimasto spazio per il secondo”

Tutti i commensali scoppiarono a ridere. Durante quelle prime portare si erano instaurati legami impensabili, altri prevedibili.

Mason aveva stretto amicizia con Denny. Forse perché entrambi avevano capito che cosa si celava dietro la bella facciata di Beacon Hills, forse perché Mason era affascinato da Denny, oppure perché Denny stava adorando essere il “mentore” di qualcuno. Fatto sta che avevano iniziato a parlare quasi per caso e non avevano più smesso.

Melissa McCall e Noshiko Yukimura, invece, parevano la coppia più strana. Non sembravano avere nulla in comune a prima vista. Melissa effettivamente provava ancora rancore con l'altra donna per aver cercato di uccidere Stiles al tempo del nogitsune.

Avevano, però, trovato un punto di incontro con l'amore per i figli. Noshiko sapeva che Kira, avendo ereditato da lei i poteri kitsune, era destinata a grandi cose, ma accettarlo era comunque difficile, destino tristemente condiviso da Melissa mamma-dell-alfa McCall.

Una bella amicizia era nata tra Derek e il padre di Kira, Ken, entrambi amanti della storia.

Stiles strabuzzò gli occhi quando sentì i due iniziare a conversare su qualcosa che sembrava “Takarazuka: storia di una compagnia giapponese di sole donne[1]” decidendo di lasciar perdere e di continuare a conversare felice con Scott e Malia di “Call of Duty”

Il padre di Liam e i genitori di Mason sembravano già conoscersi, almeno di vista, e confabulavano insieme a Natalie, che veniva costantemente origliata da sua figlia Lydia che prestava l'altro orecchio per il dibattito sul “Trattamento giuridico dei terroristi internazionali da parte degli Stati Uniti[2]” discusso dallo sceriffo e Jordan Parrish.

Mentre i genitori di Denny e la nonna chiacchieravano del più e del meno, gli ultimi due rimasti, Kira e Liam, si dilettavano nel raccontarsi barzellette, una più stupida dell'altra, ridendo come sciocchi.

Stiles sorrise osservando la tavolata. Era proprio questo il suo obiettivo.

“Pronti per il secondo?” urlò, sghignazzando poi nello sentire un coro di “ooooooh” esausti.

 

Finirono il pranzo alla rispettabile ora delle cinque del pomeriggio.

I primi ad andarsene furono i Mahealani, la matriarca, una nonnina di quasi novantanni, desiderava un po' di riposo.

Pian piano, tutti i commensali lasciarono la casa, non mancando di ringraziare Stiles e lo sceriffo per l'ospitalità e l'ottima festa.

“Malia, puoi andare con Scott e Melissa?” le chiese Derek in un sussurro.

“Oh, ceeeeerto” rispose la coyote strizzando l'occhio, per poi dirigersi con grandi falcate verso l'alfa, che sorrideva scuotendo la testa.

“Allora, lupetto” disse Stiles aggrappandosi al collo di Derek, solo pochi centimetri a dividere le loro labbra “ti è piaciuta la festa?”

“Si... è stata davvero bella. Non passavo un Natale così da quando... i miei genitori...”

“Shhh...” sussurrò Stiles poggiandogli un delicato bacio sulle labbra “va tutto bene. Sono felice che sei felice”

Derek lo ribaciò “sono felice che sei felice anche io”

“Ok piccioncini” li interruppe lo sceriffo “dovete pulire la cucina” ordinò.

“Ma papàààààà” si lamentò Stiles allontanandosi da Derek “sono stancooooo. Ho cucinato tutto il giorno....”

“Faccio io” si offrì Derek afferrando il primo grembiule che trovò, quello con la scritta “Santa Claus is coming to kitchen”

“Grazie...” Stiles gli accarezzò lievemente la mano “ti a-a-adoro....” finì abbassando lo sguardo e arrossendo.

Derek sorrise sornione sentendo il cuore del più piccolo battere veloce “per te” gli sussurrò rubandogli un altro bacio “solo questo” per poi scappare verso la cucina.

“Dannato sourwolf!!!” gli urlò Stiles cercando di colpirlo con uno strofinaccio, sotto lo sguardo spettatore dello sceriffo che, divertito, scuoteva la testa.

 

Verso sera, con la cucina e la sala da pranzo linde e pulite per merito di un forzuto licantropo, i due piccioncini si riposavano davanti alla televisione, come loro solito.

“Seeee!” urlò Stiles alla tv gesticolando animatamente “è stato il collega, idiota!!! L'ha uccisa lui! Si capisce!! Vero che si capisce?[3]” chiese rivolto a Derek che lo guardava perplesso.

“Come fai a dirlo?” chiese il lupo.

“Bè... lui la amava, erano legati per quello che avevano vissuto in guerra. Il marito la tradiva quindi lui si sentiva in qualche modo autorizzato a provarci. E poi, da chi altro sarebbe corsa dopo aver scoperto il tradimento? Dal migliore amico, logico. Se un giorno dovessi scoprire il tuo adulterio nei miei confronti, correrei subito da Scott”

“Si...” rispose Derek piacevolmente stupito per la sagacia del compagno “devo farti vedere una cosa...”

“Cosa?” chiese distrattamente Stiles.

“Questo...” Derek tirò fuori dalla tasca della giacca, che giaceva poco lontano da lui, un paio di biglietti aerei e un foglio spiegazzato.

“Che cosa...? Derek...”

“Sono due biglietti aerei per New York” spiegò il lupo “partiamo domani pomeriggio alle quattro dall'Aeroporto Internazionale di Los Angeles e arriveremo verso le nove al John F. Kennedy”

Questo invece” disse aprendo il foglio “è un contratto di affitto per una settimana per un appartamento, un attico, a Central Park”

“I-i-io... I-i-io... Derek...” Stiles era senza parole, evento raro, e con le lacrime agli occhi. Un sorriso enorme in viso “grazie” sussurrò all'orecchio del lupo salendogli in grembo “grazie Derek, questo è il migliore regalo che potessi farmi. Passeremo il Capodanno insieme! Solo noi due... E' un sogno che si avvera”

“Per te...” gli rispose Derek guardandolo serio negli occhi “questo... ed altro”

Un bacio, lento e profondo, suggellò la promessa.

 

Preparare le valige non fu così difficile come trovare il Terminal esatto. Derek e Stiles, soli e spaesati, continuavano a guardarsi intorno.

“Derek!” urlò ad un certo punto Stiles isterico, pestando un piede “è mai possibile che tu non sappia dove andare? Non è la prima volta che prendi un aereo!”

“Non lo so... non ci sono i cartelli” gli rispose Derek secco. Poteva sembrare arrabbiato, ma, in realtà, si sentiva solo inutile e decisamente imbecille.

“Dovevamo andare al Terminal 8! Perché siamo al 2?” chiese il lupo a nessuno in particolare.

“Ok, calma. Possiamo farcela” sancì Stiles.

“Se tu non fossi corso via per seguire un tizio per chiedergli dove avesse preso lo zaino da Kubecca, forse ora, non ci saremmo persi!”

“Chewbacca[4], Derek!!”

“Fa lo stesso. Ora seguimi”

 

Arrivarono in tempo per l'imbarco. Derek aveva fatto le cose in grande e aveva prenotato i posti in Business Class. Stiles strabuzzò gli occhi osservando tutto quel lusso. I sedili erano enormi, ognuno con il proprio poggia-piedi. Un comodo tavolino compreso di porta bibite e pantofole morbide da indossare. Un vero paradiso volante.

“Ti piace?” chiese Derek.

“Se mi piace? E' il mio primo volo e lo passo in Business... è fantastico!!”

Durante le cinque ore di volo, Stiles e Derek, si dedicarono tranquillamente alla visione di film, memorizzati su un piccolo computer disponibile per ogni sedile, dove vi era l'opzione “volo” che permetteva, grazie a delle telecamere, di visualizzare le manovre di decollo.

Stiles era elettrizzato, intento a giocare con quel mini computer e i giochi al suo interno.

“Guarda, Derek!” sussurrò dopo un'abbondante ora passata a giocare a 'Snake' “c'è un documentario sui lupi!”

“Bello...” borbottò Derek che, invece, aveva abbandonato cuffie e pc per dedicarsi ad un altro noioso tomo di storia antica.

 

Arrivarono a New York, come da programma, alle nove e mezza. Derek, trascinandosi dietro due enormi valigie e un più rumoroso Stiles, fermò un taxi con il classico fischio, moltiplicando l'eccitazione di Stiles, che si mise a saltellare davanti a tutti. Per fortuna che, a New York, vi è gente ben più strana di un ragazzo iperattivo, o anche di un licantropo scorbutico.

Passando con il taxi da Time Square, Stiles, notò milioni di persone camminare. Vide molte coppie dello stesso sesso, vide due Drag Queen che ballavano in mezzo alla piazza, evidentemente un po' brille, vide uno strano Cowboy con la chitarra che cantava nudo, anche d'inverno, tranne per un paio di mutande bianche con la scritta “Naked Cowboy[5]” e stivali e cappello dello stesso colore.

“Ti piace?” gli sussurrò Derek all'orecchio.

“E'... bellissimo! Una città magica! Guarda quanta gente diversa fra loro c'è! Eppure sono tutti uguali”

“Lo so... Quando sono venuto qui, dopo il diploma, ero arrabbiato, volevo stare solo. Una sera, stavo passeggiando per Central Park e stavo prendendo a calci un sasso, imbronciato. Un signora, un po' vecchia e puzzolente, penso fosse una mezza barbona o una gattara, mi si è avvicinata. Mi ha dato la carta di una caramella” Derek sorrise notando lo sguardo confuso e corrucciato di Stiles “lo so, da pazzi. Ma era la carta di caramella preferita di mia mamma. Non so se è stato un caso o chissà cos'altro. Fatto sta che mi ha procurato il primo vero sorriso sincero dopo l'incendio”.

Stiles strinse la mano di Derek, non c'erano bisogno di parole e, questa volta, anche per Stiles, il silenzio, fu la miglior risposta possibile.

 

L'attico era... stupendo[6]. Non c'erano altre parole per descriverlo. Stiles, appena varcata la soglia e superato un cortissimo corridoio, si ritrovò in un ampio open space. Subito alla sua sinistra, poteva notare una piccola cucina, ma completa di tutti i comfort moderni, con vicino un tavolo lucido che rispecchiava il panorama esterno, grazie anche alle immense vetrate che erano presenti lungo tutto il perimetro. A destra, invece, c'era il salotto. Il camino, come nella sua fantasia, era ancorato alla parete dove, davanti, vi era posizionato un, dall'aspetto morbidissimo, tappeto azzurro, in tinta con i divani di tessuto bianchi dall'aria comoda. Tra i due sofà e una poltrona, vi era un tavolino di cristallo con telaio di acciaio. Vicino alla vetrata, spostato un po' a sinistra rispetto ai mobili, vi era un piano nero lucidissimo dall'aria costosa. Un piccolo studio era diviso da due pareti, creando una conca intima e privata. Il bagno, invece, era poco prima di una rampa di scale, anch'esse di cristallo, che portavano al soppalco per la camera da letto e il bagno privato. Stiles, dopo aver mollato le valige all'ingresso, fece un giro su se stesso, ipnotizzato da tutto quel lusso. “Wow, Derek” sussurrò “è bellissimo. Non dovevi” continuò tornando a guardare il compagno e tormentandosi le mani. Lo sguardo angosciato “ti sarà costato un'infinità... io...”

“Hey” lo fermò subito Derek afferrandogli le mani fra le sue “non mi è costato tanto. Conosco il proprietario e mi ha fatto un piccolo sconto. Sai che gli Hale non sono, come dire, poveri, vero?”

“Ah già...” rispose Stiles imbronciandosi “come dimenticarlo? Oltre che bellissimi siete anche ricchi. Questa è ingiustizia ecco!”

Derek ridacchiò “che ne dici di ordinare qualcosa per cena? Magari cinese? Non so tu, ma io ho una fame... da lupi!”

“Sei un cretino” gli rispose Stiles atono per poi dirigersi al piano di sopra per un bagno, dato che nel bagno privato c'era una vasca dotata di idromassaggio “per me spaghetti di soia alle verdure, pollo al limone, cinque, e dico cinque, involtini vietnamiti e taaaaanti ravioli al vapore di pesce!”

“Tutto quello che vuoi, amore mio” sussurrò Derek spulciando l'elenco telefonico, che era in bella vista sul tavolino, senza che Stiles sentisse una parola “tutto quello che vuoi”

 

La serata fu perfetta. Derek e Stiles risero, chiacchierarono e risero di nuovo. Tra loro due si era creata una forte intimità e confidenza, amore, anche se nessuno dei due aveva ancora avuto il coraggio di confessarlo all'altro.

Derek, dopo l'ennesimo sbadiglio di Stiles, sorrise “che ne dici di andare a dormire?” propose.

“Dormire? Non voglio dormire” bofonchiò Stiles “è la prima notte a New - la città che non dorme mai - York! Voglio fare follie, con te!” finì cercando di essere provocante. Per Derek, però, risultò solo tenero e adorabile.

“Andiamo, su! Così posso farti un po' di coccole che ti piacciono tanto” propose alla fine il lupo prendendo in braccio Stiles, il quale bofonchiò incastrando il suo viso nell'incavo tra collo e spalle dell altro “solo perché sei tu” sussurrò prima di addormentarsi senza troppi complimenti.

Derek sorrise, sbuffando poi divertito “si, ti metto a letto” sussurrò salendo le scale.

 

La mattina dopo, il 27 dicembre, Stiles si svegliò con un profumino di caffè appena fatto.

Come in trance, scese le scale ritrovando un Derek con indosso solo i pantaloni verdi del pigiama.

“Buon giorno piccolo” lo salutò il lupo torcendo il collo e inarcando la schiena, dando una perfetta visuale a Stiles dei suoi muscoli. Il più grande era nella zona adibita a cucina, intento a cucinare dei pancakes. “Buon giorno” rispose Stiles rauco, avanzando quatto quatto, fino a poggiargli delicatamente una mano sulla schiena, accarezzandola lentamente.

“Hai fame?” sussurrò Derek.

“Molta, ma non di cibo” gli rispose Stiles avvicinando la sua erezione al fianco del lupo.

“Stiles. Ho deciso che non faremo l'amore fino a Capodanno”

“Co-cosa?” chiese il ragazzo confuso.

“Hai capito”

“Ma perché? Lo facciamo da quando stiamo insieme!”

“Lo so. Ma ho... non dico una sorpresa, ma voglio che succeda dopo che ci siamo scambiati i regali, perché deve essere speciale, ok?”

“Io... ok” capitolò Stiles. Anche se amareggiato, era anche curioso.

“Grazie” disse Derek premiandolo con un bacio che di casto non aveva nulla.

 

Non potendo fare “le cose divertenti” come diceva Stiles, si dedicarono a fare i turisti.

Sabato[7] visitarono il MOMA e successivamente l'American Museum of Natural History. Stiles fu deluso nello scoprire che, il museo di “Una notte al museo[8]” non avesse disposto i reperti come nelle pellicola. E soprattutto di non aver trovato la statua dell'Isola della Pasqua.

“Mi dici che me ne faccio ora di tutte queste gomme da masticare?” chiese a Derek mostrandogli sei pacchetti di Big Babol.

“Che ne so? Mangiale!” rispose il lupo irritato “potevi anche evitarle di comprarle”

“No che non potevo! Che cosa avrei fatto se mi avesse chiesto 'hey tu, scemo scemo, dare a me gomma gomma'? E' da quando è uscito il film che voglio dargliela la gomma!!!”

Derek sopirò cercando di ritrovare la calma.

 

Domenica 28, invece, la passarono a Rockefeller[9], alla pista di pattinaggio sul ghiaccio, e a fare shopping nel centro commerciale del complesso, dato che i negozi risultavano aperti.

Trovarono anche una piccolissima caffetteria poco distante dalla metropolitana, vicino al loro attico.

Il caffè si chiamava, come per invogliarli ad entrare, Red Wolf. Stiles aveva scherzato dicendo che qualcuno aveva saputo dell'arrivo di un licantropo e aveva aperto apposta il locale per lui. Derek si era limitato a fare spallucce “non esistono i licantropi solo a Beacon Hills” disse, lasciando a bocca aperta il più piccolo.

“Non ci avevi mai pensato?” gli chiese Derek dopo che si furono accomodati in un tavolino appartato, con le loro bevande tra le mani.

“Sinceramente? No” rispose Stiles “forse perché Beacon Hills sembra Sunnydale[10], ma non ho mai pensato che avrei potuto trovare creature sovrannaturali anche fuori. O forse, non ho mai voluto soffermarmi su questa opzione”

“Ti dispiace essere venuto a conoscenza di questo mondo? Di... me?” chiese Derek improvvisamente intimidito.

“Cosa? No! No, no assolutamente!” Stiles afferrò immediatamente la mano del compagno cercando di tranquillizzarlo “non me ne pento. Mai un singolo giorno”.

 

Lunedì 29, i due, decisero di visitare altri musei tra cui il Guggenheim[11], famoso per le sue mostre sul futurismo italiano. Visitarono nel pomeriggio anche il Ground Zero[12] dove, suggestionati, osservarono le enormi fontane, in funzione anche d'inverno, e tutti i nomi impressi sulle lastre. Il museo lasciò un vuoto terribile in Stiles.

“Che succede?” gli chiese Derek quando furono usciti.

“E' che... mi da i brividi la crudeltà della gente. Siamo noi le bestie e i mostri, Derek. Non i licantropi o i vampiri. E poi... non posso fare a meno di pensare a mio padre”.

“Perché?”

“Lui... so che è solo uno sceriffo, ma comunque deve occuparsi dell'ordine pubblico e della giustizia. Ho sempre paura che, uscendo per una chiamata, possa non tornare. E' sempre stato così, anche quando c'era mamma. E non lo dico perché è Beacon Hills. Mi è rimasto solo lui e...”

“Tranquillo” cercò di rassicurarlo Derek, intrappolandolo tra le sue forti braccia e stringendoselo al petto.

“Ti prometto che non rimarrai mai solo Stiles”.

 

Martedì 30 decisero di fare un giro per Time Square. Avevano concordato che la sera del trentuno sarebbero rimasti nell'attico da soli, scambiandosi in ritardo i regali e festeggiando da soli l'anno nuovo.

Stiles cercò in lungo e in largo il Cowboy, desideroso di scattargli una foto ricordo. Visitarono l'hard rock, uscendone più poveri di un centinaio di dollari, finendo per farsi mille foto davanti alla palla[13] già in posizione per cadere allo scoccare della mezzanotte.

Lasciarono il meglio per la sera: il tour natalizio di Brooklyn[14] e la visita all'Empire State Building[15].

Se di giorno, New York, era meravigliosa, di notte era magica. Tutte quelle luci, aumentate più del solito per via del Natale, creavano un atmosfera perfetta e suggestiva.

Stiles e Derek passeggiarono tenendosi la mano, felici di poter essere, anche solo per pochi giorni, due ragazzi normali.

Tornarono nell'attico quasi a mezzanotte. “Ti è piaciuto?” chiese Derek.

“Da morire” rispose Stiles “è tutto così perfetto... hai visto quante luminarie? Quel Babbo Natale che cantava era fantastico!”

“E' quella la casa che ti è piaciuta di più?”

“No...” rispose Stiles “mi sono piaciute tutte, ma la mia preferita era quella al centro, la piccola villetta”

Derek corrugò la fronte “ma non aveva niente di speciale” disse “solo una fila di lucine sul tetto e una ghirlanda natalizia con scritto 'buon natale'”

Stiles sorrise afferrandogli le mani “è proprio questo che mi è piaciuto: la semplicità. Anche se poche, quelle decorazioni, sembravano state sistemate con amore. Le altre case, invece, per quanto sfarzose e illuminate sembravano solo finte. Non bisogna sempre compiere gesti eclatanti sai? A volte basta anche solo un sorriso”

Derek sorrise guardando negli occhi il più piccolo “ti amo” soffiò.

Stiles strabuzzò gli occhi “davvero?” chiese ingenuamente.

Derek, per tutta risposta, piegò un po' il collo per schioccare un bacio sulle labbra piene e un po' screpolate dell altro “come mai nessuno” disse poi.

“Ti amo anche io, lo sai?” rispose Stiles ripresosi dallo shock e regalandogli un bellissimo sorriso, pieno di felicità.

Derek afferrò la vita del più piccolo caricandoselo in spalla. Stiles rise dando una giocosa e poderosa manata sulle chiappe del lupo, ridendo spensierato.

“Ah, Stiles” lo minacciò Derek “ora vedrai che ti faccio”

“Ma non volevi aspettare?” chiese il più piccolo confuso.

“Ho smesso di aspettare” sussurrò il lupo “ti amo e ti voglio. Ora!”

 

La mattina dell ultimo giorno dell anno li accolse nudi, abbracciati e con le gambe intrecciate ancora sotto le coperte.

Il primo a svegliarsi fu Derek che sorrise nel percepire il confortevole peso del compagno sul suo petto. I capelli cresciuti di Stiles a solleticargli il naso e un suo braccio a circondargli la vita.

Derek spostò delicatamente Stiles, che mugugnò contrariato, accoccolandosi nelle coperte, in cerca di quel calore che il corpo del lupo gli aveva donato fino a pochi istanti prima.

Sorrise inconsciamente quando Derek gli accarezzò la guancia, accompagnata da un morbido bacio sulla fronte che, sorridente, si rivestì, con i soli pantaloni del pigiama, e scese le scale per preparare la colazione: uova strapazzate e bacon per lui e fette di pane bianco con la marmellata per Stiles.

Fiero di se stesso, il lupo, salì le scale con il vassoio stracolmo di cibo, con tanto di succo d'arancia, caffè e the.

Dopo aver appoggiato il carico sul comodino più vicino, si avvicinò all'ammasso di coperte cercando il viso del suo ragazzo “svegliatiiii” gli sussurrò una volta scorso un orecchio.

“Dai Stiles, ti ho portato la colazione”

“Mhn... no. Dereeeeek”

“Derek cosa? Forza, alzati!!!” lo intimò il lupo scavando sotto le coperte cercando i fianchi del più piccolo per afferrarlo e farlo uscire dal suo bozzolo a forza.

“Derek no! Non ho voglia... ho sonnooooo”

“Ah si? E non hai neanche un po' di fame?”

“Oh!” bofonchiò ancora Stiles prima di tirarsi a seder con fatica. I capelli per aria e il segno del cuscino impresso su una guancia. Sbadigliò sonoramente prima di regalare a Derek un sorriso un po' storto, complice anche un occhio mezzo aperto e l altro mezzo chiuso.

“Buon giorno” lo salutò Derek divertito.

“Ciao” sussurrò Stiles guardandolo con amore.

“Dai, mangia” lo esortò il più grande recuperando il vassoio e piazzandoglielo sulle gambe.

 

Passarono la mattina e il pomeriggio ancora a zonzo per la città, visitando i quartieri tipici e storici come Little Italy, China Town e l'Est Village.

“Basta, non ce la faccio più!!” esordì Stiles lasciandosi cadere su una panchina, rabbrividendo per il freddo. La temperatura era calata notevolmente e la brina avvolgeva ogni cosa. Il sole, brillante, spiccava tra i grattacieli, ma non era abbastanza forte da scaldare.

“Sei stanco?” gli chiese Derek accomodandosi e abbracciandolo.

Stiles si accoccolò, appoggiando la testa sulla spalla del più grande “un po'” rispose “camminando sto bene, ma questo non toglie che è da questa mattina che mi trascini in lungo e in largo e sono le tre del pomeriggio!!!”

“Mmm....” meditò Derek “hai ragione... è solo che volevo vedessi con i tuoi occhi la città. Non c'è modo migliore di vivere New York che camminando, anche se è stancante. Però, se riesci a resistere ancora dieci minuti, ti porto in una libreria”

“E che cosa avrebbe di speciale questa libreria?” chiese irritato Stiles rompendo l'abbraccio e incrociando le braccia.

“Bè... vedi, quando sono venuto qui, ho conosciuto altre creature sovrannaturali” ripose evasivo Derek.

“Davvero? Creature di che tipo?” chiese Stiles improvvisamente curioso.

“Altri licantropi come me che mi hanno fatto conoscere un druido”

“E quindi? Che c'entra con la libreria?”

“Questo druido, Radulf Huber, ha aperto questa libreria esoterica. Ha una lunga tradizione alle spalle e ha a disposizione molti testi del sovrannaturale. Ho pensato che ti sarebbe piaciuto dare un'occhiata”

“Cosa aspettiamo?” urlò Stiles alzandosi dalla panchina e iniziando a correre come un pazzo “muovitiiiiiii!!!!”

Derek scosse la testa divertito “idiota!” gridò.

“Il tuo idiota!!!” gli rispose Stiles.

 

Rincasarono dopo cena. Radulf si era rivelato un ragazzo poco più che trentenne dagli occhi chiari e capelli biondo ramati, di origini tedesche, pacifico e riservato, ma appassionato quando Stiles, con cui era entrato subito in sintonia, aveva iniziato a fargli un mucchio di domande.

Sotto lo sguardo sbalordito di Derek, Radulf, si era persino offerto di fare fotocopie a un paio di libri antichi appartenuti alla sua famiglia da generazioni, cosa che aveva rifiutato di fare persino sotto pagamento di milioni di dollari.

“Mi piaci Rad!” avevo esordito Stiles dopo quell'offerta, riuscendo a far arrossire l'interpellato.

“Com'è che, ovunque vai, hai sempre quello che vuoi? Come fai?” gli chiese Derek.

“Non lo so...” rispose candidamente Stiles “io sono solo me stesso, sempre”

 

Dopo una doccia veloce, separati, per levarsi il sudore che i mille strati per proteggersi dal freddo, gli avevano procurato, i due piccioncini, con addosso due accappatoi bianchi e morbidissimi, si accomodarono sul grande tappeto di fronte al camino.

Entrambi avevano un pacchetto tra le mani e due sorrisi identici ed emozionati stampati in faccia.

“E' come avevo immaginato” sussurrò Stiles, quasi timoroso di rompere l'atmosfera.

“Anche io....” rispose il lupo “ok... dunque... chi va per primo?”

“Vorrei che aprissi prima tu. Sono nervoso, sai?” confessò Stiles.

“Non esserlo. Qualsiasi cosa sia, mi piacerà, perché viene da te”

Derek afferrò il pacchetto che Stiles gli stava porgendo. Era quadrato e mediamente pesante. La carta era lucina e blu, con stampati piccoli fiocchi di neve bianchi, il nastro argento.

Con pazienza, scartò il regalo ritrovandosi tra le mani un album di fotografie dall'aria vissuta.

“Questo è l'album di fotografie di mia madre” spiegò Stiles “ci sono delle foto del matrimonio dei miei genitori, della mia nascita, del mio primo giorno di scuola, ma anche tue. Ho chiesto a Malia di aprire la camera sotto la scuola. Mi sono ricordato di quando Peter aveva detto che tutti i vostri ricordi sono lì, così ho pensato di controllare. Ho trovato delle vecchie foto tue, delle tue sorelle e dei tuoi genitori in una busta un po' ingiallita, messa in un angolo. Le ho prese e le ho messe insieme alle mie”

“Perché?” chiese solo Derek non azzardandosi ad aprire quel vaso di Pandora.

“Perché... so che ti mancano, anche mia mamma mi manca, ma... fanno parte di noi. Le ho messe insieme perché voglio che in questo album ci siano le nostre vite. Voglio che un domani, nostro figlio o figlia, possa sfogliarlo. E' un modo un po' contorto per dire che voglio passare il resto della mia vita con te”

Derek stava piangendo. Calde lacrime scorrevano sul suo viso arrivando a bagnargli il collo.

“Oh, cielo! Ho fatto qualcosa di sbagliato? Derek.. scusami io... non...” balbettò Stiles a disagio.

“No” lo interruppe Derek con voce rauca, cercando di asciugarsi velocemente gli occhi con il dorso della mano.

“No, Stiles. E' un regalo stupendo... grazie”

Stiles sospirò, rilassando un po' le spalle dalla tensione accumulata “prego” sorrise.

“Dopo ti va di sfogliarlo con me?” chiese Derek.

“Mi piacerebbe tanto...”

Ancora sorridendo, il lupo, appoggiò delicatamente l'album, come se fosse una reliquia preziosa, poco lontano, attento a non rovinarlo.

“Ora tocca a te” disse poi “anche se non sarà mai bello come il tuo” bofonchiò mentre passava a Stiles un pacchettino rettangolare. La carta era a righe rosse e oro, con un bel fiocco in tinta.

Stiles, che non era lievemente meticoloso come il compagno, non si fece problemi e in meno di tre secondi aveva già strappato tutta la carta, seminandone pezzettini ovunque.

Trattenne il fiato quando, aperta una scatolina, si trovo di fronte a una collana.

“Volevo regalarti qualcosa di simbolico” spiegò Derek “avevo pensato alla luna, poi all'ancora perché tu sei questo: la mia ancora, sei tu che governi i miei istinti come la luna fa con i lupi o con le maree. Ma poi ho pensato che non è questo, in fondo, quello che tu hai fatto, e continua a fare, per me. Per questo ho preso il ciondolo a forma di sole. Perché tu, Stiles, hai portato calore, amore, luce, dentro di me. Tu sei il mio sole, fai risplendere le miei giornate, mi fai sorridere, mi scaldi con il tuo amore”

Stiles, anche lui con le lacrime agli occhi, strinse a sé la scatolina “è bellissima, Derek. La amo, amo te” disse sporgendosi per reclamare un bacio.

 

Finirono per fare l'amore su quel tappeto, davanti al caminetto, come nella fantasia di Stiles.

Nessuno dei due si accorse che aveva iniziato a nevicare e che la mezzanotte stava quasi per scadere. Sotto a una coperta, abbracciati, Derek sfogliava l'album di fotografie, commentandole ognuna, mentre Stiles giocherellava con la collana che Derek gli aveva legato al collo poco prima.

“Guarda, Derek. Nevica”

Derek seguì lo sguardo di Stiles fino fuori dalla finestra. Caldi fiocchi di neve scendevano dal cielo, ricoprendo le strade di New York come una coperta candida.

“Non smetterà tanto presto” sentenziò Derek.

“Fa niente” rispose Stiles accoccolandosi ancora più vicino al compagno “lascia che nevichi, tanto non dobbiamo andare da nessuna parte”

Derek sorrise, stringendoselo ancora più addosso. “Buon anno nuovo Stiles”.

“Buon anno nuovo Derek”.

Il primo di molti altri insieme.

 

 

Note (chilometriche):
Se volete, questa è la canzone che mi ha, diciamo, ispirata e da cui è tratto il titolo. “Let it snow” - Frank Sinatra

[1]Takarazuka: storia di una compagnia giapponese di sole donne-> qui. Passate, è davvero fico!

[2]Trattamento giuridico dei terroristi internazionali da parte degli Stati Uniti-> qui per saperne di più

[3]Vera puntata di Cold Case. Per chi non lo sapesse, Cold Case (Delitti irrisolti) è un telefilm poliziesco/investigativo. Gira tutto attorno a casi irrisolti e, spesso, vecchi. Mi piace perché fanno vedere i flash back della vita della vittima e la sua storia. Penso sia diverso dagli altri telefilm simili. Qui la pagina di wikipedia del TF. La puntata che ho scritto è “Medaglia al valore” 4x2 qui pagina wiki

[4] Chewbacca-> personaggio di Star Wars. E' l'amico peloso, in realtà un Wookiee, di Ian Solo aka Harrison Ford (aka Indiana Jones! :P) qui le foto del personaggio. Qui lo zaino che, tipo, DEVE ESSERE MIO!!

[5]Naked Cowboy-> allora, l'ho visto anche io quando sono andata a New York. Era estate quindi non so se è davvero in giro in inverno e così nudo... Ne dubito, ma volevo inserirlo perché è troppo da pazzi! E, diciamocelo, ha anche un bel... talento! ;-) Qui le foto.

[6]Attico-> foto qui, qui, qui e qui

[7]Sabato-> siamo sempre al 27 dicembre. Ho usato il calendario del 2014 quindi se non vi trovate guadatelo

[8]Una notte al museo-> so che l'avete visto. Comunque qui la pagina wikipedia del film, qui un video del scemo scemo dare a me gomma gomma

[9] Rockefeller-> dove c'è quel bellissimo albero di natale e tutti pattinano felici! Qui le foto

[10]Sunnydale-> qui pagina wikipedia. Riferimento Buffy l'ammazzavampiri. Tra l'altro anche questa città fittizia si trova in California! LOL

[11]Guggenheim->museo di arte moderna e contemporanea. Merita davvero. Qui la pagina wikipedia.

[12]Ground Zero->spazio dove sono cadute le torri gemelle. Qui pagina wikipedia. Queste sono le foto delle due fontane, costruite dove una volta c'erano le fondamenta delle due torri. Il museo è sotterraneo.

[13]palla a Time Square-> qui le foto

[14]Tour natalizio di Brooklyn-> qui le foto delle case illuminate

[15]Vista Empire State building-> qui un po' di storia del grattacielo. Qui la vista di giorno, qui di notte.

Ciao a tutti!! Come state? Questo è un piccolo regalo che ho voluto fare a tutti voi per Natale, spero che vi sia piaciuto. Se volete, fatemi sapere che ne pensate con una recensione.
Non ho molto altro da aggiungere, tranne che per qualsiasi cosa (anche per l'altra mia long sterek “We belong to you, You belong to us” potete trovarmi qui, sulla mia pagina facebook).

Vi auguro ancora un Buon Natale e un felice anno nuovo!!!

Love,
Wislava :-)

 

   
 
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