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Autore: Sara_3210    24/12/2014    2 recensioni
Una piccola idea nata quest' estate e resa pubblica dopo qualche revisione in vista di BOFA.
Ho provato a vedere Azog da un'altra prospettiva,forse è venuto fuori solo un gran casino ma io c'ho provato.
Ringrazio chi leggerà e chi mi scriverà una sua impressione e vi chiedo scusa in anticipo per la lunghezza e per gli errori nel testo che vedrò di correggere.
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Azog il profanatore, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L'altra faccia della medaglia





“Tra quanto saremmo arrivati, Loss?” domandò la ragazza stringendosi addosso il mantello, l’Orco davati a lei grugnì e diede una manata sul fianco del Mannaro “Presto, Evanescente,presto” la rassicurò, lei scollò le spalle “Non sono io ad avere fretta, è mio padre” ci tenne a precisare cogliendo del fastidio nella voce del suo accompagnatore “Non critico affatto le decisioni del mio Signore, tuttavia continuo a pensare che la guerra e le battaglie non siano un posto da ragazzine!” quasta volta toccò ad Evanescente grugnire “Sai bene che non sono una ragazzina, almeno…non come le altre” fece un mezzo sorriso che l’Orco non vide a causa del cappuccio , si stavano avvicinando al muro di cinta di Dale e Loss sembrava parecchio nervoso.  “E’ pericoloso stare troppo vicini, dobbbiamo allontanarci subito!” prima che potesse fare qualunque cosa una freccia si conficcò nel collo della bestia, Evanescente saltò a terra poco prima che questa la trascinasse col suo peso “Loss, stai bene?” chiese aiutandolo a uscire da sotto la carcassa “Elfi, queste sono le loro frecce!” replicò mostrandogliela “Devi andare, piccina, se scoprissero che sei qui sarebbe la fine” le indicò Collecorvo, lei scosse la testa “Non schierai la tua vita per me” l’Orco però scosse la testa “No, piccina, tuo padre vuole che tu sia accanto a lui mentre uccide Scudodiquercia” .
 La conversazione venne bruscamente interrotta dall’apparizione di un Elfo , probabilmente lo stesso che aveva scoccato la freccia “Allontanati dalla ragazza” Loss la spinse dietro di sé “Lei è con me” si voltò verso Evanescente “Ti hanno già visto, una ragazza e un Orco non passano mai inosservati, va a Collecorvo e porgi ad Azog i miei saluti” vedendo che non si muoveva la spinse “Tesdarda come un Nano, va!” Evanescente lanciò uno sguardo all’Elfo “ Fallo a pezzi!” sussurrò all’amico e si voltò nella direzione indicatale.



 

***

“Padre!”  Azog si voltò verso di lei “Evanescente, sei in ritardo!” le rivolse un sorriso sghembo e l’abbracciò goffamente col braccio sano “Bentornata” lei rise ed inspiro l’odore di sangue secco, di metallo e di fuliggine che la pelle del genitore emanava.





Quell’odore era stata la prima cosa che aveva percepito dopo aver lasciato il ventre materno, lo aveva sentito decine di volte quando il padre la sollevava come niente e le raccontava piccole storie che finivano sempre con la morte di qualcuno, lui era fatto così. Quall’odore, però, era capace di farla sentire a casa ovunque si trovasse.






“Ammira!” le disse indicando la pianura sotto stante, lì Nani ed Elfi combattevano fino allo stremo “Ammira, la Battaglia è oramai vinta, poco a poco moriranno  tutti e alla fine nessuno più rimarrà se non noi!” Evanescente sorrise “Lo sapevo, il Negromante ha fatto bene a fidarsi di te, sapevo che avresti trionfato!” l’Orco pallido sorrise di nuovo e si voltò “Manca solo la testa del Nano, la testa di colui che tempo indietro mi ha rubato dignità ed onore!” Evanescente aveva sentito quella storia un milione di volte ma non si stancava mai di riascoltarla, lei e Bolg non erano ancora venuti al mondo e tutto quello che sapeva di quel giorno era solo la versione paterna.





“Dov’è mio fratello?” chiese “E’ passato molto tempo  e vorrei poterlo riabbracciare” il padre si guardò intorno, come ad occorgersi per la prima volta che il maggiore dei suoi due figli non c’era “L’ho mandato a controllare i confini di Collecorvo, se non ha ancora fatto ritorno vuol dire che…” si fermò e tese l’orecchio ad un suono che la figlia non riuscì ad udire “Abbiamo compagnia!” Bolg terminò la frase sbucando da un’ infrattura fra le rocce.

***





“E così il topo ha lasciato la tana” commentò Azog “Bene, benissimo” si diresse sul bordo della roccia e guardò giù “Che vengano, avrò la sua testa!” sorrise in modo brutale, Evanescente si alzò in piedi “Lascia che resti con te padre” lo guardò negli occhi “Posso aiutarti, sai benissimo quanto valga e a quali livelli arrivi la mia forza!” Azog scosse la testa “No, bambina, non posso farti rimanere” lei sgranò gli occhi “ Perché? Perché non posso combattere accanto a voi?” il padre la guardò; l’aspetto completamente umano, braccia e gambe sode, muscoli ben definiti e pelle liscia, i fianchi e il petto invitanti, sembrava un vero e proprio angelo ma Azog conosceva il demone che dimorava dentro quell’angelo.
Si incominciava dagli occhi, erano di un azzurro innaturale e sembravano un caleiodoscopio a colore unico, poi c’erano le labbra rosse e i denti che avevano i quattro canini che riusciva ad allungare per recidere al meglio la carne, le orecchie leggermente a punta nonostante sua madre fosse umana, non sentiva il dolore  e infine la “rabbia”. Quell'istinto assassino, quella voglia di uccidere, che la rendevano pericolosa. L’ultima volta che si era arrabbiata ci aveva rimesso un intero villaggio.


“Mi dispiace bambina, mi dispiace molto,  per il tuo bene e quello di tutti” si voltò verso il figlio “Portala via”.

***

Camminarono tra gli stretti corridoi di pietra, Evanescente restò in silenzio, un silenzio ostinato “Qualcosa non va?” domandò accorgendosi dell’espressione dipinta sul viso del fratello “Sì, sono più vicini di quanto pensassi” le afferrò un braccio e la scaraventò contro il muro di pietra “Landon ti aspetta fuori, va da lui!” la ragazza scosse la testa “No, fratello, non ti lascio!” di nuovo qualcuno interruppe la discussione, era la seconda volta che le succedeva quel giorno  e questa volta erano dei Nani. “Tre, sono tre” mormorò Evanescente “Cosa facciamo?” chiese preoccupata “Scudodiquerci è andato da nostro padre, qui me la vedo io,tu corri!” la ragazza strinse il braccio all’Orco “No, voglio aiutarti, loro sono in tre e tu sei da solo” protestò, i tre Nani apparirono in quel preciso istante “Oh miei Valar, sono ancora più brutti di quanto immaginassi” commentò ”Attenta a ciò che dici ragazzina” bofonchiò quello pelato “Hai rapito questa fanciulla, Orco?” chiese il più alto dei tre “No, è mia sorella di sangue” a quelle parole Evanescente gettò di lato il mantello, portava un vestito rosso con le maniche lunge e che le arrivava un po’ più sotto della mezza coscia, scoprì i canini e ringhiò.






“E’ una Mezzorco, state attenti !” il pelatone indietreggiò “Corri, sorellina, corri” e corse. Fu l’ultima volta che vide suo fratello vivo.

***

Tornò indietro all’improvviso, appena in tempo per vedere Bolg volare trscinandosi dietro un’Elfa e sentire un Nano urlarne il nome.



“Nooo,fratello!” cercò di correre, ma il biondo e quello pelato le si sbarrarono davanti “Non costringetemi ad uccidervi, ne sarei capace” li minacciò, questi si scambiarono uno sguardo e l’attaccarono.



Afferrò il biondo per il collo e lo scagliò lontano “Lasciatemi in pace!” il pelatone però non demordeva, riuscire a tramortirlo fu un processo molto difficile. Si avvicinò al bordo del crepaccio, vide un Elfo dai capelli biondi ucciderlo.

Urlò.

Una colonna di pietra si abbattè sui due trascinando con sé il cadavere dell’Orco.

***

Le restava suo padre, doveva dirgli di Bolg, aveva bisogno di uno dei suoi goffi abbracci. Sentiva il numore che facevano le spade, rimase per un attimo nella dolce oscurità del masso che la separava dall’infrattura, lentamente scivolò fuori. Sul ghiaccio poco più avanti a lei i due combattenti erano oramai alla fase decisiva del combattimento, a dividere i loro corpi c’erano soltanto le spade e notò con orrore che suo padre era in svantaggio.
La spada di Scudodiquercia trapassò il petto e la carne come se fossero burro.
“No,padre!” corse, spostò il Nano da sopra al genitore e si inginocchio al suo fianco.

“Sei tu bambina?” Evanescente annuì con e lacrime agli occhi “Sì, padre” lui cercò a tentoni la sua mano “E’ così che tutto finisce alla fine, il Male viene sconfitto e la Luce trionfa” gli occhi azzurri dell’Orco pallido si puntarono sul cielo “Credi ad una vita dopo la morte, io no, è bello morire con chi ami accanto” riportò il suo sguardo su di lei “Vendicami, bambina, vendicami” Evanescente lo vide abbandonarsi e lo ascoltò esalare il suo ultimo respiro.







“Era tuo padre, sei figlia di Azog il profanatore?” la voce del Nano la scosse dal terpore in cui era caduta, scattò in piedi .



"Non chiamarlo così, tu non lo conosci e ne lo conoscerai mai. Per te era solo un nemico, qualcuno che attentava alla tua vita e mianacciava i tuoi cari ma, ti sei mai chiesto se aveva qualcuno da difendere, qualcuno per cui lottare o morire, se avesse una famiglia o un cuore?” si asciugò rabbiosamente le lacrime, guardò il corpo del genitore e sentì la rabbia annidarsi nel suo petto.





“Manterrò la sua promessa, ma..:” riportò lo sguardo su Scudodiquercia “Ma non oggi" e dentro si sè aggiunse "Questa terra ha visto già troppa morte, oggi” si accovacciò e lasciò un bacio sulla fronte del padre. Uscì dalla spaccatura senza dire nulla al Nano, ai piedi di Collecorvo si mise a correre.
A pochi passi da lì udì dei movimenti dietro di lei , una freccia fendette l'aria e si piantò nella sua spalla.

Urlò di dolore, mentre il mondo intorno a lei svaniva e il buio l'accoglieva tra le sue braccia

   
 
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