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Autore: DanzaNelFuoco    25/12/2014    3 recensioni
Tra la 03x01 e la 03x02. Non tiene conto di chi sia Mary.
Buon Natale!
- Intro:
Sperava che il suo così sensato coinquilino rimanesse sensato anche in quell'occasione, ma Sherlock non era stato così fortunato.
John aveva comprato uno di quegli orribili alberelli sintetici e aveva passato il pomeriggio a decorarlo con festoni, che avevano sparso brillantini su tutto il pavimento, e palle che dovevano sembrare di vetro, ma che in realtà erano solo di una scarsissima ed economica qualità.
Perché?
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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(Not) too busy for Christmas
 
Sherlock non aveva mai capito perché la gente si ostinasse in quella ridicola tradizione.
Un abete di plastica con dei festoni, delle palline e delle luci.
Assurdo.
Senza alcuna utilità pratica.
Sperava che il suo così sensato coinquilino rimanesse sensato anche in quell'occasione, ma Sherlock non era stato così fortunato. 
John aveva comprato uno di quegli orribili alberelli sintetici e aveva passato il pomeriggio a decorarlo con festoni, che avevano sparso brillantini su tutto il pavimento, e palle che dovevano sembrare di vetro, ma che in realtà erano solo di una scarsissima ed economica qualità.
Perché?
Che senso aveva?
Fin tanto che la fatica era del coinquilino, Sherlock poteva sopportare.
"Sherlock?"
La voce di John lo riscosse dai suoi pensieri. "Cosa c'è?" chiese brusco, mentre parte del suo cervello tratteneva il fil rouge del suo ragionamento contorto cercando di portarlo a termine.
"Ecco..."
Imbarazzo.
Sherlock sollevò lo sguardo dalla rivista farmaceutica che aveva aperta davanti a sé, ma non stava davvero guardando. Adesso quell'orribile coso aveva persino le luci. Ad intermittenza, l'ideale per fargli venire un bel mal di testa.
"Sherlock, potresti..."
Oh. Uno sguardo a John gli fece capire cosa non andava. 
"Se è proprio necessario." rispose serafico, alzandosi dal divano e avvicinandosi al coinquilino.
Gli prese dalle mani la stella dorata e la posizionò in cima all'albero, dove John era troppo basso per arrivare.
"Perché festeggi il compleanno di una persona nata duemila anni fa? È stupido."
John lo fissò come lo fissavano a volte tutte gli altri, come se venisse da un'altro pianeta, ma fu solo per un breve istante, una breve occhiata di transizione prima che gli occhi di John si addolcissero e a Sherlock smettesse di contrarsi il petto spasmodicamente.
Quello che l'occhiata di John trasmetteva ora era che sì, Sherlock era strano, adorabilmente strano, incredibilmente fantastico.
E Sherlock alla fine, mentre John chiudeva la porta alle spalle di Molly Hopper e Gregory Lestrade alle due di notte del 25 dicembre, aveva controvoglia ammesso con sé stesso che il Natale non era così male. John era riuscito a dedurre il regalo perfetto per lui, mentre lui... beh, non ci si poteva davvero aspettare da Sherlock che regalasse qualcosa di più che la sua tolleranza a tutta quella baggianata del Natale, no? Sherlock davvero non era portato per le relazioni sociali umani.
Eppure, con la serata ben stampata nel suo Mind Palace, riusciva quasi a intravedere un lontano senso nell'esistenza di quella sciocca festività.
 
Sherlock aveva sperato che quella dell'anno prima fosse stata una bizzarria di John. Lo aveva ardentemente sperato perché, davvero, erano entrambi troppo impegnati per una cosa futile come il Natale.
Invece John aveva preferito tirare fuori quell'orribile pseudo-vegetale di plastica che si ostinava a chiamare abete e decorarlo con le stesse scadenti decorazioni che aveva comprato l'anno prima piuttosto che seguirlo alla ricerca di un quadro senza valore rubato in una stanza blindata.
Sherlock continuava a non capire che senso avesse perdere ore ad attaccare cose per poi smontare tutto il mese seguente, non quando si poteva avere il fascino del mistero.
Completamente senza logica.
Tornato a casa, l'aveva trovato seduto sul pavimento intento a sistemare il trasformatore delle luci.
"Oh, sei tornato, Sherlock. Come è andata?"
"Noioso. Il quadro era assicurato, il proprietario aveva finto il furto."
"Ma il quadro era senza valore."
"Quello rubato sì. Quello assicurato no."
John aveva sollevato lo sguardo, interrogativo, abbandonando il problema luci. "Prego?"
"Il quadro era autentico, poi il proprietario l'ha venduto e l'ha sostituito con una brutta copia, che si è fatto rubare. Sembrava davvero sorpreso quando ho dedotto dal graffio sul muro che fosse un falso, per questo mi sono quasi lasciato trarre in inganno. Quasi."
John ridacchiò, tornando ad occuparsi della presa. "Probabilmente non stava fingendo. Era sorpreso davvero. Dal fatto che tu lo abbia dedotto da un graffio."
"Oh, è stato facile. Avresti dovuto esserci." John sorrise, nascosto dalla posizione della testa chinata.
"Basta, ci rinuncio!" sbuffò poi, abbandonando la scatolina nera con i fili ancora esposti. "Non riesco a capire perché non funzioni! Per quest'anno niente luci! Metteresti la stella?" la recuperò dal pavimento accanto a sé e gliela tese.
Sherlock si abbassò a prenderla, chinandosi verso di lui, sfiorandogli appena le dita impiastricciate da brillantini dorati. Mentre la posizionava sulla cima dell'albero non poté fare a meno di sorridere per gli sbuffi di John che aveva ripreso in mano il trasformatore in un ultimo disperato tentativo.
"Ok, mi arrendo definitivamente. Ce ne faremo una ragione, Sherlock, quest'anno niente luci."
Ma che peccato! Niente mal di testa per Sherlock quest'anno.
"Non riesco proprio a capire cosa non vada in queste dannatissime luci."
Come se Sherlock non fosse in grado di far sparire un filo senza lasciare tracce.
 
Sherlock sapeva cosa fosse una tradizione, anche se non ne aveva mai avuta una.
A casa sua il Natale era sciocco, della Pasqua non si doveva neppure parlare, festeggiare il giorno fissato dal calendario come ultimo dell'anno non lo rendeva un giorno diverso e speciale rispetto a tutti gli altri.
Ora però pensava che fosse trascorso un tempo ragionevolmente lungo per poter parlare di tradizione.
"Perché lo fai fare sempre a me? Non potresti salire su una sedia?" si rigirò la stella tra le mani, ritrovandosele ricoperte di brillantini dorati. Di quel passo sarebbe stata un pezzo di plastica insulsa nel giro di altri cinque anni.
"Perché tu sei il Grinch e invece io voglio renderti parte del Natale." Non era mai stato perché John fosse troppo basso e Sherlock abbastanza alto, neppure la prima volta.
"Facendomi posizionare la stella?" Lo scetticismo nella sua voce era evidente.
"È la parte più importante dell'albero."
"È sciocco."
umano."
"L'ultima volta che ho controllato facevo ancora parte della razza umana, ma non provo alcuna velleità estetica verso un albero di plastica!"
"Metti quella dannata stella." gli intimò John, quasi ringhiando.
E Sherlock lo fece perché era tradizione e perché glielo aveva detto John.
 
John fissa la stella dorata quasi sperando che si posizioni sulla cima da sola.
John fissa la stella come se Sherlock potesse improvvisamente materializzarsi
 e prendergliela dalle mani.
John la fissa, ma nulla di tutto questo accade,
Sherlock è morto.
John decide che l'albero rimarrà chiuso in soffitta.
 
 
Il 221B di Baker Street era vuoto senza di lui. Sopratutto sotto Natale.
Sherlock si sentiva un po' idiota ed era una sensazione del tutto nuova. Sarebbe stato utile analizzare la situazione - misurare la propria pressione, la dilatazione delle pupille, gli stimoli nervosi -, ma era piuttosto preso dalla situazione.
Non era che si fosse aspettato che per John non fosse cambiato nulla - ok, sì, d'accordo, se l'era aspettato invece, aveva pensato che John avrebbe fatto finta che quei tre anni in cui Sherlock era rimasto morto non fossero mai accaduti, invece John si era fidanzato e se ne era andato e la casa adesso era vuota.
Quindi Sherlock lo aveva fatto anche se sapeva che era una stupidaggine.
Aveva comprato un albero, vero, e delle palline di vetro e dei festoni che non sporcavano casa tutte le volte che venivano sfiorati e aveva decorato, piuttosto maldestramente a dire il vero, l'abete, fingendo che fosse stato John a farlo, ma la stella... Niente stella.
Era sentimentale e irrazionale, di conseguenza così poco da lui, ma non ce l'aveva fatta.
Quindi si era irritato con sé stesso enormemente e aveva fatto esplodere il microonde in un esperimento. Questo non l'aveva comunque calmato.
Si era rannicchiato sul divano, spalle alla porta, all'albero e a tutto quel sentimentalismo natalizio da quattro soldi.
Finché qualcuno non aveva suonato il campanello.
Sherlock era rimasto sdraiato sul divano, ignorando il disturbatore, ma poi aveva sentito Mrs Hudson.
"Oh, John, caro. Sei venuto a trovarci? Vuoi un tè?"
"No, grazie. C'è Sherlock?"
"Al piano di sopra."
Udì i passi di John sui gradini di legno ed era già in piedi quando John aveva bussato alla porta.
"Ciao, Sherlock." sembrava imbarazzato, le mani dietro la schiena.
"Ciao, John." rimase fermo sulla porta in attesa e a John cominciò a non sembrare più una buona idea essere andato fin lì.
"Avevi bisogno di qualcosa?"
John si morse il labbro inferiore, chiedendosi se non sarebbe stato il caso di andarsene, tornare da Mary e fingere che non fosse accaduto niente. Solo che da Mary non poteva più tornare.
"Non ci sono riuscito." chinò il capo e tese avanti la mano destra che aveva tenuto nascosta dietro la schiena fino a quel momento. Sul palmo stava la solita stella dorata che continuava a disseminare brillantini ovunque si posasse.
"Come hai fatto in questi tre anni?" chiese Sherlock rimanendo immobile sulla porta e John, con la mano ancora tesa, si sentì sempre più stupido.
"Non ho più decorato l'albero da quando sei... da quando te ne sei andato. Ma Mary... Lei sentiva il bisogno di farlo, solo che io non ci sono riuscito." Le parole gli uscirono a fatica, l'imbarazzo che le tratteneva. "Vorresti...?" attirò la sua attenzione sulla stella, sperando che Sherlock la prendesse.
Ma non lo fece. Invece si spostò, lasciandolo entrare e mostrandogli l'albero nascosto all'interno della stanza.
"Tu...?" John era davvero sorpreso. Sherlock aveva sempre dimostrato il suo disprezzo per quelle stupidaggini natalizie.
"Mi mancavi." rispose Sherlock, ficcando le mani nelle tasche della vestaglia.
John quasi si strozzò con la sua stessa saliva. "Oh. Io... Ecco..." Balbettò ancora un po' non sapendo cosa dire. Al momento il suo cervello non stava collaborando.
"Vorresti mettere tu la stella visto che quest'anno l'albero l'ho fatto io?" 
In altro momento John avrebbe riso di come fossero storti i festoni o di come le palline fossero tutte ammassate solo in certi punti e si sarebbe stupito del fatto che Sherlock non si fosse messo a misurare con un metro la distanza tra una boccia e l'altra. In quel momento invece annuì e basta.
Alzandosi sulle punte dei piedi riuscì a posizionare la stella in cima e si accorse che Sherlock era stato attento alla sua altezza nello scegliere l'albero, quasi come se avesse saputo che il puntale sarebbe toccato a lui quell'anno.
"Tornerai a vivere qui?" chiese mantenendo lo sguardo fisso sull'albero di fronte a sé.
"Ti dispiace?" rispose senza guardarlo.
"No, certo che no. Mary?"
"Come tutte le altre."
Và via, John.
Non potevo competere con Sherlock nemmeno quando
 era morto, figurati adesso che è tornato in vita.
"Mi dispiace."
"A me no. È una brava ragazza, si merita di meglio."
"Tu sei il meglio."
"Non per lei."
"No. Per me."
John sorrise, imbarazzato tanto quanto Sherlock, posandogli una mano alla base della schiena, il braccio dell'altro che scivolava sulle sue spalle.
"Buon Natale, Sherlock."
"Buon Natale, John."

N.d.A.
Il mio Natale è iniziato solo da due ore e fa già cagare (grazie papà). Volevo regalare un happy ending almeno a loro due...
DNF
 
 
  
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