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Autore: Zucca Matta    25/12/2014    1 recensioni
Ottaviano e Rechel si amano ma non lo sanno. Saprà  la festa più magica dell'anno regalargli una storia d'amore? E avrete una storia d'amore in tema natalizzio?E cosa centrano Apollo e Afrodite in questa storia campata per aria? Lo scoprirete solo leggendo questa storia
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Afrodite, Apollo, Octavian, Rachel Elizabeth Dare
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era la viggilia di Natale tutti i semidei sia romani che greci erano al campo mezzo sangue. Erano tutti felici, non era scoppiata nessuna guerra, Gea era ritornata a dormire e le coppiette facevano come sempre gli smielati. Ottaviano le odiava quelle coppiette sdolcinate. Perchè erano tutto quello che lui non poteva essere. Di lui non si sarebbe innamorata nessuna ragazza. Lui era l'augure che aveva fatto iniziare la guerra, era il ragazzo che sventrava pupazzi, quello odiata da tutti per il suo carattere ma la gente non sa fare altro che giudicare. La gente con le sue parole ti etichetta e ti fa cambiere senza rendersene conto. L'unico motivo per cui Ottaviano era rimasto nel campo al posto di uscire delle bariere e farsi uccidere da qualche mostro era lei. Rechel Elisabeth Dare. L'oracolo di Delfi. Ottaviano sapeva di amarla, sapeva che lei lo disprezzava e sapeva che nessuna l'avrebbe mai voluto.

Rechel aveva fatto dei regali per tutti i suoi amici. Dei biscotti blu per Percy, un' enciclopedia delle costruzioni per Annabeth, una ciambella per Blackjack, una maglietta nera per Nico, della infradito nuove per Will, una stilografica per Hazel, un arco che creava da se freccie per Frank, un buono per una cenetta romantica per Piper e Jason, uno dei migliori sistemi operativi per Leo ed una serra per Calipso. Aveva finito le mamcava solo un regalo quello per Ottaviano. Era un semplice orsachiotto di pezza che teneva tra le zampine un cuore con su scritto "I LOVE YOU". Erano le uniche parole che non poteva dire. Lei non poteva innamorarsi non poteva fidanzarsi o avere una vita amorosa come le sue coetanee. No doveva fare il giuramento più scemo del mondo (dopo quello delle cacciatrici ovvio) doveva giurare di essere una vergine eterna per fare stupide profezie. Perchè essere un oracolo non è bello. Si è più potenti dei comuni mortali ma non sei abbastanza potenti per essere un semidio. Sei quella via di mezzo che non troverà mai un posto. Rechel strinse a sè quel pupazzo e con sguardo fermo lo impaccettò. Poi si diresse verso la cabina di Apollo. Ottaviano era lì seduto sui gradini della veranda a guardare la neve che scendeva. Quell'anno i figli di Chione avevano fatto miracolo, la temperura del campo era simile a quella estiva ma cadeva comunque la neve. I capelli di Ottaviano color sole erano tutti spettinati mentre i suoi occhi che erano da sempre più azzurri e luminosi di quelli di Jason erano rossi per il pianto e cupi. L'oracolo fece un gran respiro e gli si avvicinò con il pacchetto con dentro l'orsetto dietro la schiena.

Ottaviano aveva già visto Rechel e subito gli era saltato all'occhio i suoi vaporosi capelli rossi e i suoi bellissimi occhi verde smeraldo. L'aveva amata dalla prima volta che l'aveva vista con quella sua maglietta verde piena di tempera e quei jeans tutti sporchi di pennarelli. Era chiaro che l'augure avesse una cotta per la ragazza. Lei era così bella. Ma non lo avrebbe mai amato. Quando Rechel gli si avvicinò l'augure ebbe un tuffo al cuore. Ma poi capì che lei voleva solo insultarlo come gli altri. Così chiese «Che vuoi Dare? Mi vuoi insultare come gli altri? Vuoi dirmi che ti faccio schifo? Vuoi fare su di me una tua stupida profezia? Vuoi sbattermi in faccia che io non dovrei essere nato? Che sono solo un semploce discendente di Apollo e che dovrei solo vergognarmi di esistere? Ebbena mia cara Rechel non sarà così non mi farò insultare per l'ennesima volta da una mortale che ha il dono della profezia ma che non può definirsi una semidea.» Rechel aveva il volto pieno di lacrime. I suoi occhi verde smeraldo erano velati di tristezza. L'oracolo buttò per terra il pacchetto e corse via. Ottaviano era stato crudele lo sapeva ma non poteva fare altro non voleva più soffrire. Poi gli saltò all'occhio la carta del pacchetto. Era rossa con dentro degli orsacchiotti con il cappellino da Babbo Natale. Ottaviano aprì il regalo e vide...

Rechep si era chiusa nella sua grotta a piangere. Come aveva potuto quello sventra-peluche insultarla in quel modo. Farle notare che lei non era una semidea. Lei non era perfetta come Annabeth. Lei non era intelligente come una figlia di Atena, non era bionda e neanche bella. Lei era solo la rossa che aveva fatto voto di castità perchè gli era andato male il suo primo amore. Mentre ai disperava sentii la porta della sua grotta (ma le grotte possono avere delle porte?) aprirsi. Era Ottaviano. Rechel prese la sua spazzola blu e gliela tirò in testa. Ottaviano svenne.

Ottaviano era andato per scusarsi con Rechel e chiederle se era vero quello che diceva il peluche che gli aveva regaleto ma appena entrato nella caverna dell'oracolo era svenuto per una spazzola blu.
Ottaviano si era ritrovato in una bellissima casa seduto ad un tavolo dall'altra parte c'era Apollo. «Divino Apollo...» Esclamò l'augure. «Ottaviano si a tu che io sappiamo che sei innamorato di Rechel» il ragazzo annuii « Devi sapere che diventare una mia sacerdotess la ragazza deve fare voto di castità...» « Lo so divino Apollo ma questo che centra con il mio amore per la rossa?» «É proprio questo il punto gli stessi sentimenti che provi tu li prova anche lei e questo non va bene. Non voglio avere per un altro secolo una mummia come sacerdotessa e non voglio che Rechel impazzisca solo perchè si è peresa una cotta per te.» Ottaviano non lo stava neanche a sentire. Chiuse gli occhi e scomparve. Per poi riaprirli e vedere i bellissimi ochhi color verde smeraldo della sua Rechel. L'augure si sporse qualche centimetro e diende a Rechel un appassionante bacio in bocca. Poi si beccò uno schiaffo dall'Oracolo di delfi che gli urlò in faccia«Brutto idiota che non sei altro. Mi hai fatto preuccupare sei svenuto per un giornovintero. Sai quanto mi hai fatto spaventare? Avevo paura che non ti svegliassi più che non mi dassi più una risposta. Avevo paura che mi lasciassi sola...» Rechel si era messa a piangere non riusciva più a trattenere le lacrime. Ottaviano non disse niente l'abbracciò soltanto. Ma poi avvenne l'inevitabile nella stanza conparve Apollo molto arrabbiato. «Brutto idiota non ti avevo detto che dovevi stare lontano da Rechel adesso sono lo zimbello di...» «Apollo sta zitto una buona volta e cambia il tuo stramaedetto giuramento di castità che imponi alle tue sacerdotesse è una cosa inacettabile che una ragazza non possa avere una vita sentimentale per un giuramento fatto più di 5 000 anni fa (forse ho un po'esagerato)» urlò furiosa Afrodite materiallizzandosi nella grotta. «Adesso tu cambi il voto di Rechel. Così posso shippare questa coppia senza sentire le lamentele di Artemide.» la dea dell'amore e della bellezza aveva usato un po' di lingua amaliatricea anche molta ma molta della sua rabbia. Perchè se lei non puo' shippare una coppia si arrabbia molto. Così Rechel ri-recita il suo voto di NONcastità e vissero tutti felici e contenti. E la dea dell'amore potè avere una nuova coppia da shippare.
ANGOLO ZUCCA MATTA
Salve a tutti questa è una storia che mi è venuta in mente circa 5 minuti fa e di fretta e furia l'ho scritta. Questo è il mio augurio di Natale per tutti voi. Spero che la mia pazzia vi sia piaciuta.
AUGURIIIIIII DI BUON NATALE!!!!!!!!!!
Un bacio da Zucca Matta e buone feste
   
 
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