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Autore: AliF    25/12/2014    4 recensioni
Il Natale è qualcosa che brilla, che entra in casa e si nasconde tra le luci e i rami dell'albero e i pacchetti colorati. Il Natale è caldo, anche quando fuori fa freddo. Il Natale è famiglia e questo i Winchester l'hanno capito bene.
A Natale non si sta mai da soli, a Natale si raggiunge chi ami davvero.
Genere: Malinconico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Bobby, Castiel, Dean Winchester, Mary Winchester, Sam Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Sesta stagione
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Per capire il senso di questa storia è di certo meglio leggere questa, perché alla fine sarà tutto collegato, tutto quanto.
Questa la dedico al mio gruppo disagiato che di sostegno non è che mi tiene compagnia ogni giorno, è il mio regalo per loro perchè sono meravigliose, tutte.
Auguro il meglio per questo Natale a chiunque legga.
Alice.

























Ohana significa famiglia e famiglia vuol dire che nessuno viene abbandonato o dimenticato.
[Lilo – Lilo & Stich]
 
 
 
 
 
 
 























 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
È notte fonda quando Mary esce di casa, avvolta in un giaccone troppo grande e in una sciarpa di lana, chiudendosi la porta alle spalle senza fare il minimo rumore, per non svegliare i suoi due bellissimi uomini che dormono profondamente, Dean sdraiato sulla pancia di John, che lo stringe appena e Mary sente il bisogno quasi fisico di tornare dentro e sdraiarsi sotto le coperte al loro fianco, abbracciandolo forte.
Cammina lenta per il giardino completamente imbiancato dalla prima nevicata dell'anno che ha emozionato tutti, grandi e piccini. Mary sorride, ripensando all'entusiasmo contagioso di Dean nel vedere quei grandi fiocchi bianchi cadere, nel prendere la giacca e correre fuori, trascinandosi dietro John e impegnandolo in una lunghissima e estenuante battaglia a palle di neve, che li ha visti poi cadere stanchi, fradici e tutti arrossati in viso. Mary, rimasta seduta tutto il tempo sotto il portico, li aveva raggiunto e si era stesa al loro fianco. Aveva iniziato a muovere braccia e gambe pigramente e Dean, curioso, l'aveva guardata.
«Cosa fai mamma?»
«Un angelo, un angelo della neve»
Il bimbo aveva riflettuto per un attimo e poi aveva sorriso, iniziando a imitare i suoi movimenti.
«Gli angeli ti proteggono Dean. Me l'hanno promesso» gli aveva sussurrato all'orecchio, poco prima di tornare dentro per preparargli un bagno caldo.
Le luci di Natale si accendo e si spengono, illuminano la via e le case, Mary sbuffa una nuvola di vapore che si alza pigra verso uno splendido cielo stellato, come se Dio lassù avesse acceso il Paradiso per farlo brillare come la Terra. Osserva a lungo quel blu così scuro, così profondo che ha visto tante volte specchiato in familiari occhi angelici.
«Castiel» sussurra sottovoce, come non osasse disturbare quella pace.
Poi c'è solo un battito d'ali e il fruscio di piume e Castiel è lì in piedi di fronte a lei.
«Ciao Mary» la saluta e la sua voce è calma e bassa e roca e la tranquillizza.
Mary rimane ferma a guardarlo per un lungo istante, perché è da tanto che non lo vede, è passato quasi un anno dall'ultima volta, ma nulla sembra cambiato nell'angelo, il solito vecchio trench stropicciato è al suo posto, così come l'universo dentro agli occhi e un sorriso timido sul volto. È ancora il suo amico, il suo amico piumato e corre ad abbracciarlo ed è come schiantarsi contro un muro, ma non le importa.
«Sono felice di rivederti»
«Lo sono anche io»
Mary si allontana un poco da lui, gli accarezza le pieghe del trench e poi gli sfiora le palpebre.
«Ti trovo stanco Cas. Sei stanco» inclina la testa da un lato, studiandolo attenta «Cosa sta succedendo?»
L'angelo non se ne stupisce, Mary ha sempre avuto questa cosa di capire le persone con una semplice occhiata e lui è grato per questo, perché è l'unica persona con cui riesca a parlare a cuore aperto.
«Credo che i segreti inizino a pesare troppo sulle mie spalle, Mary Winchester»
«Quali segreti?»
«Scelte che ho fatto per proteggere le persone che amo» stringe le labbra in una pallida linea sottile «Non credevo che il libero arbitrio fosse un fardello così terribile da portare»
Mary sorride, accarezzandogli il volto «È terribile sì, ma sei libero. Non sono ordini imposti dall'alto, non è una strada ha tracciata, è...»
«Una storia riscritta» conclude lui, ripensando a quello che aveva detto tempo prima a Dean e Chuck, il profeta.
«Sì, è così»
«Tuttavia, a volte ho l'impressione di non aver fatto la cosa giusta. Non sono sicuro di poter essere perdonato»
«Nessuno lo sa, è il prezzo da pagare per essere liberi. Vivere col dubbio di aver scelto la strada migliore. O la peggiore» sorride, un sorriso amaro, senza alcuna gioia. Spezzato. Per un attimo rivede due occhi gialli, ma è solo un lampo «Ma, Castiel, se l'hai fatto per chi ami, deve essere per forza la scelta migliore»
L'angelo la guarda e sa benissimo a cosa si sta riferendo. Conosce la strada che ha scelto per salvare John, una strada lunga dieci anni e che la porterà alla morte tra fuoco e fiamme. E conosce bene il rimpianto mal celato nello sguardo, perché un patto con un demone è qualcosa che macchia nel profondo. Lui lo sa.
«La tua e la mia strada non sono molto diverse, Mary. E le persone per cui combattiamo sono le stesse»
Lei sorride, stringendogli una mano e «Questo è perché tu possa sempre averci vicini e possa ricordarti di noi» dice, porgendogli un pacchetto colorato, che Cas guarda dubbioso.
«È tradizione a Natale scambiarsi dei doni» spiega «Dai, scartalo, ma stai attento a strappare bene la carta. Dicono porti male altrimenti»
All'interno c'è un medaglione d'argento, con incisa sopra una singola parola.
«Famiglia» legge, sorridendo. Poi lo apre e dentro ci sono Mary e Dean che lo guardano, la mamma bacia il figlio mentre lui ride felice. A Castiel quella foto scalda il cuore.
«Grazie»
«Sei la mia famiglia Cas. E io non abbandono mai la famiglia. Sei sempre qui, con noi»
Mary lo abbraccia ancora una volta e lui la stringe forte.
 
 
 
 
 
 
***
La stanza del Motel è avvolta nell'oscurità e nel silenzio, solo il respiro dei due bambini che dormono abbracciati lo spezza. Dean ha caldo ed è scomodo, ma non osa muoversi perché Sam si è appena addormentato dopo aver pianto a lungo, visto che papà, anche quella volta, non sarebbe stato con loro a festeggiare il Natale. E Dean non ha potuto far altro che stringerlo e accarezzargli i capelli, perché ha usato troppe volte le stesse scuse e adesso non valgono più, e adesso anche lui fa fatica a perdonarlo, perché il Natale si festeggia in famiglia. Dean osserva la neve fioccare fuori dalla finestra e qualcosa gli stringe la gola -qualcosa che è un ricordo di papà che giocava a palle di neve e che ancora sorrideva e di una mamma che si rotolava con lui nel giardino e disegnavano angeli e catturavano i fiocchi con la lingua- e poi un rumore lo scuote e lo fa svegliare del tutto. Sono dei passi nel corridoio che si fermano davanti alla loro camera e non può essere papà, perché non bussa come lui e non li ha avvertiti. Il ragazzino sveglia suo fratello e gli fa cenno di stare in silenzio, afferrando nel mentre il fucile, ma la porta si spalanca e una voce rimbomba nella stanza.
«Posa quell'arma figliolo, prima che qualcuno si faccia male» lo rimprovera e Dean sgrana gli occhi verdi, sorpreso.
Sammy è comunque più veloce di lui e «Zio Bobby!» urla, correndogli incontro e saltando addosso al cacciatore che borbotta un «Chi pensavate che fossi?» seguito da un «Babbo Natale?» del più piccolo.
«Sai benissimo che non esiste. E al massimo entrerebbe dal camino» gli fa notare Dean avvicinandosi ai due.
«Eravate già a dormire?»
«Avevamo sonno»
Bobby guarda gli occhi arrossati di Sam e mormora «Balle» prima di posarlo e recuperare i sacchetti della spesa che ha lasciato all'entrata.
«Tu piuttosto, cosa ci fai qui?»
«Secondo te? È Natale Dean Winchester e il Natale si passa in famiglia» gli spiega, sistemando sul tavolo pane, carne, patatine e dolciumi vari.
«Noi siamo la tua famiglia zio Bobby?» chiede Sam, che non ha mai lasciato il suo fianco e lo segue come un'ombra.
Il vecchio cacciatore li guarda per un lungo istante, quei due bambini che ha visto piano piano crescere sotto i suoi occhi e, maledizione, sì che ha imparato ad amarli, sì che ha iniziato a sentirli un po' figli suoi.
«Sì, siete la mia famiglia» e Sam lo abbraccia ancora una volta e Dean fa finta di non vedere la lacrima che solca il viso del cacciatore, così simile alla sua, prima di stringerlo a sua volta.
Parecchie ore dopo, le pance sono piene di hamburger deliziosi e gli animi finalmente felici. Dean guarda fuori dalla finestra la neve cadere lenta e, anche se il dolore per ciò che è stato e che è perso per sempre rimane, nulla gli stringe più la gola.
È Sam il primo che cede al sonno, mentre si arrampica sul divano e si arrotola nella coperta addosso a Bobby. Il fratello si stropiccia gli occhi stanchi e prende posto anche lui al fianco del cacciatore. Gli posa la testa sulla spalla e «Buonanotte zio. Grazie per essere qui con noi»
Rimane qualche minuto in silenzio, prima di aggiungere un "Ti voglio bene" e addormentarsi.
Bobby sente il cuore battere veloce e uno strano calore pervader gli il petto. Chiude gli occhi e sorride. Non è mai stato così felice in vita sua.
 
 
 
 
 
 
***
Bobby è seduto sulla poltrona in sala, un libro appoggiato sulle gambe e una birra fra le mani. Gli sembra strano non avere la testa china sui volumi polverosi che è solito studiare, ma questa è la notte di Natale e anche lui ha bisogno di una pausa.
Lancia un'occhiata alla foto incorniciata che ritrae Dean e San bambini e poi scuote la testa. Quei due disgraziati erano a caccia, persi dietro qualche lupo mannaro.
Il tempo passa, i minuti diventano ore e la vigilia si consuma fra le pagine gialle di un vecchio libro. Poi qualcuno bussa alla porta e Bobby si alza, portando una mano alla pistola.
«Allora, ci vieni ad aprire? Fa freddo qui fuori!»
Il vecchio cacciatore sgrana gli occhi sorpreso.
«Che mi venga un colpo» sbotta, prima di spalancare la porta e trovarsi a fissare due paia di occhi verdi.
«Che ci fate voi qui?»
«Sai quanto ci abbiamo messo per trovare un negozio aperto la Vigilia di Natale? E per trovare una crostata alle mele anche» domanda retorico Dean, sorridendogli, mostrandogli i sacchetti della spesa e Bobby può benissimo immaginare il contenuto -hamburger, patatine da friggere, birra e verdure per Sam.
«Quello che vuole dire è che il Natale è la festa della famiglia» continua il più piccolo.
«E noi, anche con tutti i nostri problemi, siamo una famiglia Bobby»
«E la famiglia non si abbandona mai. Ce l'hai insegnato tu» anche Sam sorride adesso e il cuore del vecchio cacciatore si scalda e tutto sembra più bello.
«Idioti» mugugna, prima di tirarseli contro e abbracciarli.
Poi sono in sala, a divorare hamburger, carne alla griglia e innaffiando il tutto con dell'ottima birra, mentre la televisione trasmette una commedia natalizia che nessuno segue, ma che fa da sottofondo alla loro serata.
Certe cose non cambiano mai ed è sempre Sam il primo a collassare sul divano, addosso ad uno stanchissimo Bobby che viene quasi travolta da quella montagna di muscoli che è il più piccolo dei Winchester.
«Non hai più due anni idiota» si lamenta, afferrando una coperta e gettandogliela addosso.
Dean sorride guardandolo, guardando la sua famiglia, e all'improvviso sente di nuovo quella strana nostalgia chiuderli la gola. Sa che quel quadretto, per quanto bello possa essere, mancherà sempre di qualcuno -mamma, papà, Jo, Ellen... Sono tanti i morti.
«Cosa ci fai ancora qui?»
La voce di Bobby lo distrae dai suoi pensieri e Dean sposta la sua attenzione su di lui, una muta domanda nello sguardo.
«Vai a chiamarlo. Anche lui fa parte di questa famiglia allargata»
«Io...»
«Niente scuse» sbadiglia il vecchio cacciatore, sistemandosi meglio e stando attento a non svegliare Sam.
Dean annuisce, afferra il giaccone ed esce.
 
 
 
Si ferma al centro della rimessa, osservando il cielo stellato. Poi urla a gran voce il nome dell'unica persona che manca e che sente il bisogno di avere vicino.
«Castiel!»
Un battito d'ali e l'angelo è di fronte a lui.
«Ciao Dean» lo saluta, sollevando un angolo della bocca, come non avesse mai imparato a sorridere correttamente. «È da molto che non ci vediamo»
E il cacciatore ride, mentre colma quella distanza per abbracciarlo e sentirlo irrigidirsi per il contatto improvviso, prima di sciogliersi e stringerlo di rimando.
«Sono felice di rivederti Cas» ammette, ed è la verità, perché l'angelo ha la strana capacità di farlo sentire al sicuro e terribilmente giusto, anche quando tutto in lui è sbagliato.
«Lo sono anche io. Mi hai chiamato, è successo qualcosa?» domanda poi e a Dean tutto quello sembra così squallido, perché si accorge in quel momento di chiamare Cas solo quando ne ha bisogno e che lui al suo fianco compare sempre, mentre non si può dire il contrario.
«È quasi Natale moccioso e le famiglie si riuniscono a Natale. Mi sembrava giusto che ci fossi anche tu questa sera perché...» si strofina una mano sulla bocca che sente terribilmente asciutta, come se fosse a disagio, come se avesse paura a pronunciare quelle parole. E forse è così, Dean Winchester ha paura di scoprirsi troppo davanti a chiunque, perché tutti prima o poi finiscono per abbandonarlo e lui non può più sopportarlo.
«Sei la mia famiglia Castiel» si convince alla fine e forse ha fatto la scelta giusta perché gli occhi dell'angelo adesso sono più caldi e più luminosi e mai così belli. Le dita fresche di Cas gli sfiorano il viso mentre si avvicina un poco.
«Sei una bella persona Dean Winchester» sussurra al suo orecchio sorridendo e il cacciatore sente un brivido dannatamente piacevole scivolargli giù lungo la schiena e no, quel moccioso non dovrebbe fargli questo effetto. Ed è ancora sconvolto per rispondere che lui non è perfetto, non è luminoso, ma un mostro che sta per essere divorato dalle sue stesse ombre e rimane in silenzio, mentre Cas si toglie una catenina che porta al collo e gliela porge.
«Un'amica mi ha detto che è tradizione a Natale scambiarsi dei regali» spiega, lasciando cadere il medaglione nella sua mano.
«Cas, non dovevi»
«Mi è stato dato perché non dimenticassi mai chi stavo proteggendo e perché potessi avere la mia famiglia sempre vicina» e il cacciatore non capisce il senso di quelle parole.
Dean lo apre. All'interno c'è una singola foto, una donna bionda e bellissima abbraccia un bimbo dagli occhi verdi che ride forte.
«Mamma» sussurra appena, sfiorando il volto di una giovane Mary e non si accorge di star piangendo fino a quando Castiel non raccoglie una lacrima tra le dita.
«Desidero che lo tenga tu, perché possa ricordarti che tua madre non ti ha abbandonato e che è sempre al tuo fianco»
Dean guarda a lungo quegli occhi blu come il cielo, come se avesse passato una vita intera a osservarlo e alla fine un piccolo frammento di universo fosse rimasto imprigionato nelle iridi. C'è davvero tutto il mondo in quegli occhi e per la prima volta Dean sente il bisogno di averlo tutto per lui.
«Grazie Cas» e poi smette di pensare -magari più tardi darà colpa al poco alcool che ha bevuto o magari non lo farà, ammettendo ancora una volta di aver fatto la scelta giusta- e posa le sue labbra su quelle dell'angelo, che sono morbide e un po' screpolate, ma così belle che Dean non riesce ad allontanarsi, se lo tira contro per sentirlo più vicino. E Dio, c'è tutta quella felicità, quella di aver finalmente trovato il posto giusto, il proprio posto nel mondo, che fa battere forte il suo cuore e quando le labbra si schiudono e il bacio si fa più intenso e profondo, Dean crede che il cuore lo lascerà davvero su quelle labbra, perché è tutto troppo. Ma va bene così. È Natale e non si sente più solo, è finalmente completo, è finalmente a casa -perché Castiel è casa. Quindi, davvero, va bene così.
 
 
Castiel è ancora lì quando Dean si addormenta, appoggiandosi sulla spalla di Bobby e tenendogli la mano perché «Puoi rimanere?» e lui rimane, perché l'ha chiesto Dean. Li osserva uno dopo l'altro, osserva gli uomini che non si sono arresi, che hanno cambiato il corso del Destino solo con la loro forza di volontà e testardaggine. Prega suo Padre, ovunque Egli sia, di proteggerli, perché se lo meritano, hanno già sofferto troppo, e adesso hanno bisogno di riposo. Prega perché sono la sua famiglia e il cuore gli si scalda nel petto e Castiel è felice così. 


















 
   
 
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