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Autore: Minako_86    11/11/2008    7 recensioni
Una corrispondenza virtuale. Due anime gemelle... Lontane? O forse più vicine di quanto si aspettano?
Fic Phane su richiesta della mia adorabile socia Temperance_Booth!<3
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ed eccola qua

Ed eccola qua!x3 La Phane (Peggy/Shane) che avevo promesso alla mia socia Tempe, in cambio della meravigliosa Jaitlyn che mi ha scritto.<3

 

(a proposito, leggetela perchè merita davvero! Si intitola "Breakfast at Tiffany")

 

Il titolo è ispirato alla canzone che Peggy canta in Camp Rock, il sottotitolo all'omonimo film con Meg Ryan e Tom Hanks, di cui ho comprato il DVD l'altro giorno e che mi ha ispirato la trama di questa shot... e leggendo capirete perchè!=)

 

Beh, socia, spero che ti piaccia. Ci ho messo tutto il mio cuore (nonostante io sia il Male!XD).

 

 

Here I am.

{ C'è Posta Per Te. }

 

 

 

 

 

 

Mezzanotte.

 

Peggy si rigirò per l'ennesima volta nell'enorme letto bianco, incapace di prendere sonno.

Forse era la dimensione esagerata della stanza, o i lampadari di cristallo così inquietantemente imponenti. Forse la seta pregiata delle lenzuola... o l'opprimente silenzio che la avvolgeva. Fatto stava che lei, in quella lussuosissima suite, non sarebbe mai riuscita a dormire.

 

Si alzò, scostando il morbido piumino d'oca con un gesto stizzito.

 

All'inizio l'idea della collaborazione con i Connect 3 le era sembrata favolosa. Avrebbe aperto i loro concerti con la sua canzone e poi duettato con Shane nel pezzo che avevano registrato insieme... Chiunque sarebbe stato al settimo cielo.

 

Peccato che, da quello stesso cielo, lei era ripiombata a terra con un tonfo sonoro, appena qualche settimana dopo l'inizio del tour.

 

Gli orari erano massacranti e la solitudine sempre meno sopportabile.

Sola, sì, era dannatamente sola...

Perchè i suoi simpaticissimi genitori non avevano pensato di poter sospendere il lavoro per stare al suo fianco. Per questo le era stata assegnata una tutrice, Magda, responsabile di ogni suo movimento... Con l'andare del tempo, Peggy si era convinta che tenesse il conto perfino dei suoi respiri.

 

I Connect 3 li vedeva pcco o niente. Durante i concerti, ovviamente e la sera, al momento in cui Magda distribuiva loro le chiavi delle stanze d'albergo.

 

Una tripla per loro, una singola per lei... Poi ognuno per la sua strada.

Lontani, anche se spesso e volentieri c'era soltanto un muro fra di loro. Come quella sera.

 

Shane, Jason e Nate stavano nella camera in fianco alla sua. Grande forse anche il doppio...

Si avvicinò alla parete, scostando i lunghi capelli scuri e ci appoggiò l'orecchio, come a voler carpire qualche rumore... Niente.

 

Per essere tre giovani rockstar, erano stranamente silenziosi.

 

Si sedette sul pavimento, aprendo il suo notebook... Un sorriso luminoso le affiorò alle labbra, ancor prima che questo si avviasse. Poi un breve trillo e le si ravvivarono anche gli occhi color miele.

 

Sullo schermo lampeggiava quella che, ormai, era diventata la sua frase preferita... Quella che era preludio dei migliori momenti della giornata.

 

C'è posta per te...

 

Cliccò con impazienza sulla cartella e aprì la mail che era arrivata. Il mittente era di nuovo lui, DreamBoy. Il suo misterioso corrispondente virtuale...

 

Il suo... ragazzo dei sogni.

 

Si erano "scontrati" qualche settimana prima, nella corsa all'acquisto di un particolare tipo di plettro su e-bay. Si erano cercati e si erano trovati...

 

Dopo aver trovato un accordo, avevano continuato a tenersi in contatto, scoprendo di avere moltissime cose in comune. A partire da un profondo amore per la musica...

 

Amore che in lei si stava spegnendo e anche in lui, a quanto scriveva... Per motivi forse uguali, forse diversi...

 

"... credevo di aver trovato la voce giusta, ma non era lei. E io... da solo non riesco più a suonare."

 

Solo, anche lui... Brutta bestia la solitudine.

 

Sospirò, tamburellando sulla tastiera, mentre cercava le parole giuste per rispondergli. Ogni volta, sceglieva con cura ogni espressione, ogni metafora, ogni virgola... Voleva che i suoi consigli riuscissero davvero ad aiutarlo. Ci teneva... perchè quando era lei, ad essere in difficoltà, le parole di DreamBoy erano un vero e proprio toccasana.

 

Erano così uguali, loro due, che riusciva a leggerle dentro come fosse un libro aperto.

 

Si sistemò i capelli dietro le orecchie e cominciò a battere sui tasti...

 

"... chiudi gli occhi e pensa alla persona che preferisci, quella che ti fa star meglio. Concentrati sulla sensazione che ti da, stare con lei... immagina di averla al tuo fianco e poi suona. Suona e basta. Senza pensare a nient'altro. Suona..."

 

Ottimi consigli. Che lei per prima non era capace di seguire... Scrollò le spalle e dopo aver riletto per l'ennesima volta ciò che aveva scritto, aggiunse la firma ed inviò.

 

GoodGirl. La brava ragazza che era sempre stata e che avrebbe voluto imparare a non essere più.

 

Aspettò che la mail fosse partita e poi spense il pc, concedendosi un ultimo sorriso. Già cominciava a contare i minuti che la separavano dal prossimo scambio di lettere virtuali.

 

Mentre si rinfilava sotto le coperte, le sembrò di sentire un trillo provenire dall'altro lato della parete. Si fermò, bloccando il fruscio della stoffa per ascoltare meglio, ma nessun altro suono spezzò il silenzio circostante.

 

Probabilmente se l'era solo immaginato.

 

 

***

 

 

Ad due mesi da quella sera, Peggy e i Connect 3 tornarono al Plaza Hotel di New York, per trascorrere l'ultima notte della tournee.

 

Il concerto era stato un successo, avevano decisamente chiuso in bellezza. Erano perfino più stanchi del solito, ma anche più soddisfatti.

Ritirarono i soliti due mazzi di chiavi, ma, quella sera, Peggy non si avviò verso l'ascensore. Nonostante avesse le gambe doloranti e un fastidioso mal di testa, si fermò a chiedere all'addetto alla reception se c'era la possibilità di usare un computer con collegamento ad internet...

 

Il suo prezioso notebook era andato perso insieme al bagaglio di Nate, durante l'ultimo trasferimento da un aereoporto all'altro. Erano giorni che non controllava la sua casella di posta ed era letteralmente in fibrillazione... L'ometto dietro il bancone le indico un gruppo di tavolini in fondo all'immenso ingresso, su cui erano stati sistemati sei machintosh colorati a totale disposizione dei clienti.

Ringraziò cortesemente, mentre il solito sorriso già le affiorava alle labbra...

 

Ormai erano tre mesi tondi che lei DreamBoy si "conoscevano".

Avevano passato notti intere a scriversi mail, ore nella spasmodica attesa di una risposta. Gli aveva raccontato cose di lei che non aveva mai voluto rivelare a nessun altro.

 

Nemmeno con Ella si era lasciata andare in quel modo del tutto spassionato e privo di limitazioni.

 

Accelerò il passo e si sedette al primo computer, con il cuore quasi in gola... E senza prestare la minima attenzione alle persone che occupavano gli altri posti.

 

Accese il computer, ma questa volta non venne accolta dal familiare scampanellio. Invece, una finestra luminosa si aprì di scatto dall'angolo della schermata... Era completamente vuota, fuorchè per un unica linea di testo...

 

"DreamBoy scrive: Ehi... "

 

Peggy la rilesse per almeno una decina di volte, sbattendo le palpebre come se si trattasse di un'illusione. Avevano sempre e solo parlato via mail, non si erano mai trovati "faccia a faccia" per quanto sempre virtualmente parlando, prima di allora.

 

Fissò la finestra della chat per cinque minuti buoni, prima di decidersi a rispondere...

 

{ GoodGirl scrive: Sei davvero tu?

 

DreamBoy scrive: E chi altri, se no?=)

 

GoodGirl scrive: Scusa, dev'essere questa maledetta emozione... come stai? Suoni sempre? }

 

Sorrise, lasciandosi andare. In fondo era sempre lui, poteva parlargli di tutto senza paura... Una volta partiti, andarono avanti per una mezz'ora buona. Lei gli raccontò della sua ultima esibizione e gli rivelò che l'indomani sarebbe tornata a casa, alla sua vita di sempre... Che aveva paura di perdere i contatti una volta ripresa la scuola e i suoi mille impegni.

 

Lui le raccontò di come, finalmente aveva ritrovato la gioia di suonare e di come grazie anche a lei, sentisse la sua musica di nuovo... sua. Di come avesse finalmente preso in mano la sua vita e avesse riscritto le regole a modo suo, stanco di stare fermo sulla linea di partenza, ad aspettare qualcuno che. forse, non sarebbe arrivato mai.

 

A quella frase, il cuore di Peggy mancò un battito. Doveva chiederglielo...

Digitò la domanda con le dita tremanti.

 

{ GoodGirl scrive: Belle parole. Sono... tue?

 

DreamBoy scrive: Mi hai beccato!=P No, non sono mie... Le ho "prese in prestito" da una bellissima canzone che ho ascoltato tante e tante volte, negli ultimi mesi... }

 

Peggy sussultò, rischiando perfino di far cadere il mouse a terra. Non era una canzone... Era la sua canzone.

 

Ebbe per un attimo la fugace visione di lui, con i meravigliosi occhi scuri che lei gli aveva sempre attribuito nella sua immaginazione, nascosto in mezzo alla marea umana, durante i suoi concerti...

 

Era così vicino e lei non l'aveva mai saputo?

O, magari, lo era perfino di più...

 

{ GoodGirl Scrive: Una canzone?

 

DreamBoy scrive: Sì. Ha un gran bel testo e ottima melodia... }

 

Improvvisamente, una voce a lei fin troppo nota prese ad intonarne il ritornello... Proprio lì, in quella hall di albergo e in maniera del tutto surreale.

 

Si voltò lentamente, trovandosi davanti l'inconfondibile capigliatura piastrata e le spalle di Shane Gray, che era seduto al computer dietro il suo.

Non si era nemmeno resa conto che, invece di salire alle camere, l'aveva seguita...

 

 - You gotta scream until there's nothing left, with your last breath: so here I am. Here I am. Make 'em listen. Cause there's no way you'll... - Si bloccò, forse sentendosi osservato, e si voltò, facendo girare la sedia mobile su se stessa.

 

Quando incontrò gli occhi di Peggy e, successivamente, riuscì ad intravedere lo schermo alle sue spalle, la sua espressione si tinse di indescrivibile sorpresa... Tornò a guardarla, mentre le guance di lei si andavano tingendo di un intenso color vermiglio.

 

- Sei... Sei tu? - Le chiese, senza smettere di fissarla negli occhi. - GoodGirl... Sei tu? - Lei non rispose, interruppe bruscamente il contatto visivo e schizzò via, in direzione dell'ascensore.

 

- ASPETTA! - Le urlò Shane, attirando su di sè l'attenzione di tutto l'albergo, prima di saltare in piedi e correrle dietro.

 

Si fermarono davanti al banco della reception, quando lui riuscì ad avvicinarsi abbastanza per afferrarle il polso.

 

- Peggy... Aspetta... - Sussurrò, cercando di riprendere fiato. Lei si voltò di scatto, con le lacrime che spingevano per essere lasciate libere di uscire.

 

Non si era mai vergognata tanto in vita sua... Le tornarono alla mente tutte le cose che gli aveva detto, tutte le mail disperate spedite negli ultimi tre mesi... Le confessioni più personali... Tutto.

 

- Lasciami! Io...  - Abbassò lo sguardo, prendendo un respiro profondo. - Non immagini quanto mi senta in imbarazzo in questo momento. Non avrei mai... Io... Non avrei dovuto dirti tutte quelle cose. Dimenticale, Shane. -

 

- Perchè dovrei? - Ribattè, in tono piccato. Peggy tornò a guardarlo, senza riuscire a trovare le parole per rispondergli. - In questi tre mesi, parlare con te, conoscerti, è stata la cosa più bella che mi sia successa... Non avevo mai incontrato nessuno che mi capisse, come hai fatto tu. - Sorrise, prendendole anche l'altra mano. - Credo proprio che tu mi piaccia, Peggy... Anzi, Margaret.

 

Peggy rimase immobile, incastrata nello sguardo vivo e bruciante di lui, con il cuore che le martellava furiosamente nel petto.

Non poteva credere che Shane Gray, il famoso Shane Gray, stesse dicendo quelle cose proprio a lei... Erano stati fianco a fianco sul palcoscenico mille e mille volte, ma non l'aveva mai guardata così.

 

- E Mitchie? - Le sfuggì, in un sussurro. Shane sorrise, scuotendo amaramente la testa.

 

- Mitchie è... storia passata. - Concluse, avvicinandosi di un passo. - Credevo fosse la voce che cercavo. Credevo di averne bisogno... e di non riuscire ad essere me stesso, senza di lei, ma tu mi hai aiutato a capire che non è così. - Si avvicinò di nuovo e, questa volta, al punto che le punte delle loro scarpe si sfioravano.

 

- Cause there's no way you'll be ignored. Not anymore... So Here I am. Here I am... - Continuò a cantare, chinandosi verso di lei e lasciando che il suo tono di voce si abbassasse man mano che la distanza tra i loro volti si azzerava. - Here... I... am. - Stava per baciarla, quando Peggy si tirò indietro e prese a guardarsi intorno ridacchiando.

 

- Ci... stanno fissando. - Shane la imitò, accorgendosi solo in quel momento di tutti gli sguardi puntati su di loro, in piedi praticamente in mezzo alla hall...

Dall'addetto alla reception agli ospiti, dai facchini all'uscere fermo davanti all'ascensore. Tutti li osservavano con aria profondamente sognante.

Una cameriera grassottella estrasse un fazzoletto ricamato dalla tasca della divisa e si soffiò il naso, lasciandosi sfuggire un singhiozzo commosso.

 

- Com'è romantico... - Spernacchiò.

 

Shane si lasciò sfuggire una risatina, sorridendo praticamente contro le labbra di Peggy.

 

- Sai... - Le sussurrò. - A questo punto credo che dovremmo andare fino in fondo, anche solo per non scontentarli. -

 

Non gli rispose nemmeno. Semplicemente si alzò in punta di piedi, stampandogli un bacio sulla bocca. Alle loro spalle si sollevò un vero e proprio coro di fischi e perfino qualche applauso.

 

Poi un trillo inconfondibile.

 

Peggy sorrise raggiante a Shane che aveva negli occhi il più dolce degli sguardi.

 

Ehi, c'è posta per te...

  
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