Fanfiction
scritta per il contest natalizio indetto dal gruppo di Facebook “Sherlockians”,
che saluto con tanto affetto <3
Non
shippo Johnlock, ma mi sono lo stesso divertita a scrivere di loro due.
Scusatemi se il caso di cui ho parlato sarà poco originale xD
Grazie
un milione a Gageta per avermi aiutata a caricare la fanfiction online
(mannaggia alla connessione che ho) :3 e al fantasma Michela per il prompt.
Buona
lettura!
You&Me.com
‘‘Sherlock,
Sherlock!’‘
Greg
chiamò l'investigatore con rabbia. Sherlock era seduto sulla scrivania e
immerso nel suo mind palace. Dovette chiamarlo altre cinque volte per farlo
ridestare dai suoi pensieri.
‘‘Per
l'amor di Dio, cosa vuoi?’‘
Sherlock
sbuffò e scese dalla scrivania. Guardandosi nel riflesso della finestra di
fronte a lui si arruffò i capelli e poi rivolse la sua attenzione a Lestrade.
‘‘Sherlock
in una settimana abbiamo rilevato 15 casi di omicidio in punti diversi della
città’‘ si strofinò gli occhi stanchi. ‘‘ Sospettiamo che si tratti di un
assassino seriale, ma, con tutto il nostro impegno, non siamo riusciti a cavare
un ragno dal buco. Abbiamo bisogno di te’‘.
‘‘Spero
per te che ci siano indizi interessanti. Sai che adoro i casi di killer
seriali. Sono così emozionanti!’‘
‘‘Emozionanti...
Sherlock prima o poi ti manderò in manicomio.
Le
vittime, tutte donne, hanno solo due
elementi comuni: Sono state uccise per strangolamento e sulla mano sinistra
avevano una scritta, un nome forse. Credo che sia più sicuro dire nickname.
Sospettiamo quindi che abbiano conosciuto il loro assassino su internet.’‘.
‘‘Internet,
il vasto, secondo mondo del crimine’‘ Sherlock sospirò saggiamente.
‘‘Di
mattina andrò ad ispezionare le abitazioni delle vittime. Ti farò avere tutti i
dati del caso di pomeriggio. Ora va a casa e fatti una camomilla’‘.
‘‘Va
bene, vado’‘.
Fece
per uscire. ‘‘Ehi, Garrison, lascia stare la collana di perle per tua moglie.
Il Natale non fa diventare proprio tutte le persone più buone’‘.
Gli
strizzò l'occhio e uscì.
‘‘Mi
chiamo Greg!’‘
*
‘‘Signora
Hudson! Perché ha pulito il soggiorno?’‘ gridò Sherlock.
La
stanza era decisamente più ordinata rispetto a qualche ora prima. No, non
andava affatto bene.
‘‘Dove
ha nascosto il portatile?’‘
Scese
al piano di sotto, entrò in ogni stanza, ma la signora era uscita.
Nervoso,
ritornò al primo piano. E così iniziò la ricerca pazza del computer.
Quello
attendeva tranquillo il suo proprietario nella propria custodia.
E
Sherlock cercava.
I mesi
passarono, le ere si susseguirono.
E
Sherlock cercava.
Poi
finalmente lesse il biglietto lasciatogli in tutta fretta dalla signora Hudson
sul tavolo della cucina e capì dove fosse nascosto. Recuperò il pc e lo accese.
Non
prima di aver preso mentalmente a testate il muro.
Il
bagliore azzurrino dello schermo illuminò fiocamente il divano.
Clic.
Clic. Clic. Clic.
Home.
Google. Casella di posta. Nessuna email di Lestrade.
Ah.
A New
Scotland Yard non erano riusciti a trovare neanche il tempo di spedire una
stupida email.
Tocca
fare tutto a me.
Decise
che avrebbe iniziato ad indagare lo stesso.
Cerca:
siti di appuntamenti.
Si
registrò ai primi tre della lista.
Date me
Love.com
You&Me
Che
nomi banali.
-scegli
un nickname [___________]
Facile,
no?
-scegli
un nickname [tobaccoash]
Tap.
Tap. Tap.
Tamburellava
sul tavolo con impazienza.
‘‘Avanti.
Avanti. Sì! Se voglio ricevere la newsletter? No!’‘
Dopo
aver caricato un'immagine del profilo, una pipa, fu online.
Le
categorie per trovare il partner più adatto all'utente erano svariate. C'erano
le classiche etero, gay, bisex, e quelle divise per hobby come sport, teatro,
musica.
Manca
passione omicidi.
Per
trovare l'assassino doveva pensare come
una donna, tuttavia si ritrovò a pensare a se stesso.
Trovare
l'anima gemella online? Impossibile. Scommetterei la testa di Frank che è nel frigorifero che non è assolutamente
possibile con me.
Stava
per fare una prima ricerca, ma un allegro bip lo distrasse. Aveva una nuova
richiesta di amicizia.
Imthedoctor
Gli
erano sempre piaciuti i dottori. La accettò.
Riprese
la sua ricerca, ma iniziarono a
risuonare molteplici bip.
‘‘ Che
caz...’‘
Imthedoctor
gli stava inviando messaggi a raffica:
"se
vuoi vivere più a lungo clicca ->qui<-"
E sotto
tanti messaggi uguale a questo, ce n'era un altro:
"scusami,
scusami davvero. Deve essermi entrato un virus. Non cliccare sul link!"
Che gli
sembro un idiota?
Tobaccoash:
non sono stupido. Al contrario di te, io non apro questi link ingannevoli.
Imthedoctor:
se vuoi vivere più a lungo clicca ->qui<-
Imthedoctor:
se vuoi vivere più a lungo clicca ->qui<-
Imthedoctor:
se vuoi vivere più a lungo clicca ->qui<-
Imthedoctor:
Cosa credi che sia stato io ad aprire il link?
Tobaccoash:
Allora sarà stato sicuramente tuo fratello. Ti ha prestato il computer perché
non te lo puoi permettere.
Imthedoctor:
Come... Chi sei tu?
Tobaccoash:
Lascia stare, troppo complicato. Però potrei dirti facilmente chi sia tu solo
vedendoti.
Imthedoctor:
Non accadrà mai.
Imthedoctor:
se vuoi vivere più a lungo clicca ->qui<-
Imthedoctor:
Dio.
Tobaccoash:
Non può aiutarti.
Imthedoctor:
Tecnico dei computer?
Tobaccoash:
Adesso sì.
Imthedoctor:
se vuoi vivere più a lungo clicca ->qui<-
Tobaccoash:
No, sei senza speranze. Porta quel dannato computer da qualcuno.
Imthedoctor:
se vuoi vivere più a lungo clicca ->qui<-
Imthedoctor:
Basta, sto andando. Avrò un virus sicuramente. Non cancellarmi dagli amici. Sei
l'unico che ancora non mi abbia bloccato.
Tobaccoash:
Se non ti scollegherai immediatamente lo farò.
Imthedoctor
è offline
Oh,
finalmente.
Appoggiò
la testa sul divano. Era passata quasi un'ora e non aveva combinato nulla di
produttivo.
Si
perse ad osservare il soffitto bianco.
Imthedoctor
Bipbip.
Ritornando ad osservare il monitor, vide che era arrivata un'email.
‘‘Lestrade,
ce ne hai messo di tempo’‘.
La
aprì. All'interno erano riportati i dati
e gli indizi trovati fino a quel momento.
‘Analizzando
i computer delle vittime, abbiamo scoperto che erano tutte iscritte al sito di
appuntamenti You&Me. La particolarità è che, per tutte, tra i loro
contatti, figurano tre utenti:
Neil85x
.Chocolate.
Imthedoctor’
E tu
che ci fai qui?
‘Li
abbiamo segnati come principali sospettati. Sherlock, tu sei esperto di
internet, aiutaci a risalire al colpevole.’
Riaprì
il sito di appuntamenti, digitò i nickname nel campo di ricerca e confrontò i
risultati.
Tutti e
tre erano utenti iscritti da circa una settimana. Neil85x e .Chocolate. avevano
fornito un'ampia descrizione di se stessi.
Imthedoctor
solo lo stretto necessario:
‘uomo,
single’
Ovviamente.
Uomo
idiota del mistero. E certo che sei single.
Aveva
già fatto le prime deduzioni, ma per avere di più doveva necessariamente
parlare con i sospetti. Così aspettò che Imthedoctor tornasse online.
Il
rumore del portone che si chiudeva.
‘‘Sherlock
sono tornata!’‘ sentì la signora Hudson parlargli dal piano di sotto.
‘‘Mi
prepara del tè?’‘
La
sentì sbuffare scocciata.
‘‘Caro,
dammi il tempo di mettere piede in casa!’‘
Sherlock tornò a rivolgere la sua attenzione
al laptop. Nel frattempo Imthedoctor era tornato online. Gli scrisse.
Tobaccoash:
Sei riuscito a risolvere?
Imthedoctor:
Forse. Il signore che me l'ha sistemato si è preso cinquanta sterline. Se non
ci è riuscito ritorno là e lo ammazzo.
Tobaccoash:
Metodi efficaci.
Imthedoctor:
Direi di sì.
Tobaccoash:
Ho visto che non hai scritto nulla su di te.
Imthedoctor:
Hai guardato il mio profilo?
Tobaccoash:
Ero annoiato.
Imthedoctor:
Beh, non mi sono iscritto volentieri. Non sono molto convinto che si possa
trovare l'amore online. Tu che ci fai qui?
Tobaccoash:
Ero annoiato.
Non
poteva certo dirgli che era tra i principali sospettati di omicidi seriali.
Imthedoctor:
Sai dire solo questo?
Tobaccoash:
Probabile.
La
signora Hudson entrò nella stanza.
‘‘Ecco
il tuo tè, caro’‘
Sherlock
la seguì con lo sguardo. Lei appoggiò la tazza sul tavolino e si girò a
guardarlo con aria triste.
‘‘Sherlock,
perché non ti trovi qualcuno con cui stare? Sei sempre chiuso qui, solo. Un po'
di compagnia ti farebbe bene’‘.
‘‘Non
ora signora Hudson’‘.
‘‘Ma...’‘
‘‘La
prego’‘ Smise di guardarla.
Lei si
lisciò il grembiule e uscì.
Tobaccoash:
Andiamo a mangiare qualcosa?
Imthedoctor:
Neanche ti conosco.
Tobaccoash:
Siamo apposta qua per conoscere persone.
Imthedoctor:
Sei annoiato?
Tobaccoash:
Sì..
Imthedoctor:
E io solo. Va bene, dimmi dove.
Sherlock
infilò il cappotto e uscì nell'aria gelida di Londra. Mancavano un paio di
settimane al Natale e i negozi erano decorati da piccole lucine intermittenti.
Alcuni tizi vestiti da Babbo Natale distribuivano volantini.
Si
erano dati appuntamento in un piccolo café nel centro di Londra.
Chiamò
un taxi e gli indicò dove recarsi.
Ancora
non avrebbe saputo dire se Imthedoctor fosse stato colpevole. Su internet è
facile fingere di essere un'altra persona.
Il taxi
rallentò e si fermò davanti al café.
Sherlock
cercò l'uomo a cui aveva dato appuntamento, analizzando i comportamenti e il
vestiario di chi gli stava intorno. Imthedoctor non era ancora arrivato.
Iniziò
a fioccare. La neve scendeva lenta e bianca, e fu la decorazione perfetta per
le strade umide e bagnate della città.
Con la
coda dell'occhio vide avvicinarsi un uomo con un bastone. La sua andatura era
impacciata, zoppicava. Aveva l'aria di chi cerca qualcuno perché si era fermato
e stava osservando tutti i presenti fuori dal locale. Sherlock capì subito chi
fosse e gli si avvicinò.
‘‘Ciao
Imthedoctor’‘ gli disse.
Quello
si girò a guardarlo.
‘‘Sei
Tobaccoash?’‘
‘‘No,
sono Babbo Natale. Ti ho portato un po' di intelligenza’‘.
‘‘Simpatico.
Dio, suona così patetico chiamarci con i nostri nickname’‘ gli tese la mano ‘‘piacere,
sono John Watson’‘.
‘‘Io
sono... William Wyler’‘ ricambiò la stretta di mano.
‘‘Entriamo?’‘
Sì
accomodarono del locale. Era piccolo, accogliente e caldo e vi era un buon
odore di zenzero.
Si
sedettero ad un tavolo, presero le ordinazioni e si fissarono in silenzio.
‘‘È
strano...’‘ disse John rompendo il ghiaccio ‘‘non mi è mai capitata una
situazione del genere’‘.
‘‘Sei
un dottore’‘. Non era una domanda ‘‘Sei appena tornato dalla guerra e ti sei
trasferito in questa città. E poi?’‘
‘‘Come
diavolo fai a saperlo? Mi hai seguito?’‘ era in allerta.
‘‘No,
semplicemente so osservare’‘.
Non del
tutto convinto, John rispose: ‘‘Arrivato in città ero, e sono, solo così i miei
amici hanno pensato di iscrivermi a questo sito di incontri. Oh grazie’‘ prese
il caffè che aveva ordinato ‘‘Però appena mi sono collegato, quel virus ha
iniziato ad inviare richieste di amicizia a chiunque e poi quei messaggi.
L'unica
persona con cui ho avuto una conversazione decente è stato con te’‘. Girò con
il cucchiaino il caffè.
‘‘Sì,
non che io sia tanto normale. Io mi sono iscritto per fare contenta la mia
padrona di casa’‘ mentì ‘‘sinceramente ancora ho parlato solo con te’‘.
‘‘Beh,
possiamo diventare amici’‘ gli disse imbarazzato John.
‘‘Io
non ho amici’‘ rispose subito Sherlock.
Smettila,
lo sai che ti piacerebbe averne almeno uno.
‘‘Però...’‘
riprese, perché John aveva cambiato espressione, ‘‘però, posso sempre provarci’‘
Successivamente
gli chiese se in quella settimana avesse parlato con qualcuno, se fosse uscito
e andato in periferia (dove erano state
trovate le vittime).
‘‘Cavolo,
sembri mia madre. O, peggio, un investigatore’‘ gli sorrise John.
Sherlock
non rispose, ma si limitò a mimare un sorriso ed a chiedere il conto. Aveva
capito dalle risposte del dottore che era innocente. La faccenda del virus era
vera come il fatto che fosse solo.
‘‘Si è
fatto tardi, William. Devo proprio andare’‘ erano di nuovo davanti al locale.
La neve continuava a cadere e, quando parlavano, si formavano leggere nuvolette
di vapore davanti alle loro bocche.
‘‘Allora,
ci si vede’‘ si strinsero nuovamente la mano.
‘‘Ti
scrivo domani, buonanotte.’‘ lo salutò John.
E
Sherlock rimase solo davanti la porta, e il freddo che provò non ebbe niente a
che fare con il gelo londinese.
Prima
di dormire chiamò Lestrade.
‘‘Grant,
sono io’‘
‘‘Sherlock,
lo sai che ora è?’‘ la voce assonnata dell'ispettore risuonò dallo smartphone.
‘‘Stasera
ho incontrato il terzo sospettato. Puoi cancellarlo dalla lista. Dormi bene.’‘
E buttò
giù.
La
stanza era illuminata dall'abatjour sul comodino. Sherlock entrò nel letto,
pronto per dormire. Presa una posizione comoda e chiuse gli occhi.
Imthedoctor
Spense
la luce e fu buio.
*
Durante
le settimane che seguirono, Sherlock e John si videro spesso. Il consulente
investigativo non aveva ancora voluto dire il suo vero nome al dottore. Aveva
un blocco. Quando stava con lui sentiva un calore dentro, mai provato prima.
Aveva il timore di perdere John se
questi fosse venuto a conoscenza della bugia di Sherlock. E perciò taceva.
Le indagini
erano terminate e Sherlock aveva risolto brillantemente il caso. Il colpevole
era .Chocolate. , un maniaco psicopatico che provava un malsano piacere
nell'uccidere donne. Una bestia senza anima.
La sera
della vigilia di Natale, Sherlock era irrequieto. Girava per la casa, suonando
una melodia che avrebbe messo l'ansia perfino al più tranquillo degli esseri
umani.
La
signora Hudson stava cucinando per il cenone, ma all'ennesimo suono acuto, salì
di gran carriera al piano di sopra pronta per sgridare Sherlock. Capì subito
che l'uomo non era tranquillo e che qualcosa lo turbava.
‘‘Sherlock,
caro, che ti succede?’‘
La
melodia si arrestò.
‘‘Niente
signora Hudson’‘.
‘‘Lo
sai che a me puoi dirlo’‘ gli disse con tono materno.
Era
tentato a non cedere, ma dentro stava per scoppiare.
Posò il
violino e si buttò sul divano.
‘‘Lei
continuerebbe ad essere amica di una persona che le ha mentito fin dall'inizio?’‘
Lei gli
si sedette accanto.
‘‘Se la
bugia è stata detta a fin di bene, sì. Bisogna poi dare sempre una possibilità
di spiegarsi. Caro, vedrai che andrà tutto bene.’‘
‘‘Farò
del mio meglio’‘ sussurrò lui.
Tobaccoash:
John devo parlarti.
Imthedoctor:
Ma è la vigilia!
Tobaccoash:
Perché hai altri progetti?
Imthedoctor:
Sai sempre come incastrarmi. Va bene, vediamoci al solito posto.
‘‘Signora
Hudson... apparecchi per tre per favore’‘ le disse imbarazzato.
‘‘In
bocca al lupo. Andrà bene’‘ gli ripeté, e gli accarezzo la guancia.
*
John
era già arrivato. Il "solito posto" era un parco vicino alla
metropolitana di Londra.
Sherlock
fu tentato di sorridere nel vederlo, ma era troppo agitato per farlo. E perché
si era reso conto di una cosa.
‘‘Ehi,
che faccia che hai. Devo preoccuparmi?’‘ scherzò subito John, ma Sherlock era
davvero serio.
‘‘John
devo dirti una cosa. Non interrompermi.’‘
‘‘Ti
ascolto.’‘ gli rispose John.
‘‘Io mi
chiamo Sherlock Holmes, non William Wyler. Sono un consulente investigativo,
l'unico al mondo. Tu eri un sospettato per omicidio, per questo ho voluto
incontrarti...’‘
‘‘Cosa?’‘
‘‘Ti
prego. Inizialmente ti ho mentito sulla mia identità perché non mi interessava
nulla di te, di avere un amico o una semplice compagnia. Ho svolto il mio
lavoro e risolto il caso. Però, tutte le volte che siamo usciti, dopo essere
tornato a casa, mi hanno fatto riflettere e capire che un amico è ciò di cui
avevo terribilmente bisogno e che non potevo proprio continuare a mentirti.
Quindi sono qui per chiederti di perdonarmi e di darmi un'altra possibilità.
‘‘Ciao
Sherlock, piacere di conoscerti. Preferisco di più questo nome a William, sai?’‘
fece una pausa ‘‘Beh, almeno hai sputato il rospo. Non farò sicuramente come
nei film, dove andrò via arrabbiato. Però, prima di decidere se perdonarti o
farti scontare anni di galera ad Azkaban, c'è altro che devi dirmi?’‘ non
sembrava arrabbiato.
‘‘Io...
Te lo dirò dopo’‘.
‘‘Bene,
allora sto andando via, come nei film!’‘ John in realtà lo aveva già perdonato,
perché aveva capito le motivazioni dell'amico, però voleva sapere cos'altro gli
nascondesse. Si girò e fece per tornare a casa. Si sentì prendere il braccio da
Sherlock e si girò verso di lui.
Sherlock
guardava in basso, titubante. Poi, armatosi di coraggio, diede un lieve bacio
sulla guancia di John.
‘‘Che
cos'era?’‘ gli chiese John toccandosi la guancia. Era rosso come un peperone.
‘‘Non
lo so. Sarò bravo con gli omicidi, ma per questo genere di cose ne capisco
quanto un koala’‘. Sherlock parlava pianissimo.
‘‘I
koala ne capiscono di più, fidati.’‘
Ed
erano sempre più vicini.
‘‘Sherlock,
io ti perdono. Però anche io devo svelarti in segreto’‘
‘‘E
sarebbe?’‘
E John
glielo disse. Ma quando lo fece, nessuna nuvoletta di vapore si disperse
nell'aria fredda di Londra, e solo loro due ne seppero il perché.
‘‘Buon
Natale, Sherlock Holmes’‘.
‘‘Buon
Natale, John Watson’‘.
--3
Mesi dopo.
Ufficio
aziendale You&Me.
‘‘Cassidy,
è arrivata altra posta. C’è pure un pacco.’‘
Una
donna bionda entrò nella stanza portando una grossa scatola con la posta.
‘‘Va
bene, apriamolo.’‘
Il
pacco era pesante. Nella parte anteriore era stata incollata una busta. La
aprirono e lessero la lettera.
‘Cari
creatori di You&me,
fino a
tre mesi fa avrei sparato a chiunque mi avesse proposto di registrarmi sul
vostro sito per trovare l’anima gemella. Oggi non la penso più così. Devo
ringraziarvi. Pur continuando ad essere scettico su questi metodi di incontro,
ho trovato, per puro errore, una delle persone a cui tengo di più. Spero che
possiate aiutare il mio amico Frank con cui ho scommesso qualche mese fa.
Non
spaventatevi troppo.
Sherlock
Holmes.’
FINE