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Autore: Night_Angel    25/12/2014    2 recensioni
Solo una tranquilla e allegra serata Natalizia a casa Holmes.
Johnlock principalmente, ma anche un pò di Mystrade.
Post 3x03 Tematiche riguardanti al suicidio, non troppo approfondite, ma preferisco avvertire.
PARENTLOCK!
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Lestrade, Mrs. Holmes, Mycroft Holmes, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Parole: 7584
Raiting:Arancione, causa tematiche di suicidio.
Genere: Comico, romantico,fluff
Note: Questa storia è stata scritta per il contest natalizio del gruppo facebook Sherlockians, dal prompt di Melanie... “Tradizione”. Voi non ci crederete, ma per questo prompt ho avuto così tante idee che ho scritto tre storie contemporaneamente, perchè non riuscivo a deciderne una! Questa l'ho finita oggi per un soffio, quindi chiedo scusa per eventuali errori! Scusate anche per la lunghezza, non so da dove mi sia uscita questa roba, ma spero di non farvi addormentare ( si ho poca fiducia nelle mie doti di scrittrice, ma adoro farlo, quindi...) Buona lettura!

I personaggi descritti nella storia non sono ne di mia creazione ne di mia proprietà, scrivo per il piacere di farlo e non a scopo di lucro, non ci guadagno nulla.

 

 

Ma ragazzi... è la tradizione!

 

Ci troviamo a Londra gente e non in un luogo qualsiasi, bensì a casa Holmes.

Sherlock e John sono stati gentilmente invitati da mamma Violet per festeggiare il Natale tutti insieme. Come ben sapete l'ultimo tentativo di riunirli tutti è stato un completo disastro, con tanto di omicidio e esilio per il nostro consulting detective. Ma per quest'anno la signora Holmes, ha altri progetti e non permetterà a nessuno, tanto meno al figlio minore, di rovinare i suoi piani.

Infatti, la settimana prima di natale si è recata al 221B per invitare figlio e compagno alla riunione di famiglia.

Ah già, voi non lo sapete, ma Sherlock e John stanno finalmente insieme. Si si, insieme insieme, proprio come una coppia.

Com'è potuto capitare?

Beh ricordate come li avevamo lasciati?

John, Mary a manina e Mycroft nella sua lussuosa auto nera, fermi sulla pista di atterraggio dell' aereoporto, uno sghignazzante Moriarty in televisione e Sherlock di ritorno dal più breve esilio della storia.

Beh una volta atterrato, il gioco ha avuto inizio. John come sempre ha aiutato il suo migliore amico come poteva, seguendolo ovunque con cieca fiducia.

Dopo innumerevoli e teatrali enigmi, dati dallo stesso Moriarty, si sono ritrovati in trappola.

Ma questa è un'altra storia e loro sono vivi e vegeti. L'unica cosa che dovete sapere è cosa è successo a Mary.

Oh... a quanto pare la mogliettina non era altro che una spia del caro Jim. Assoldata e pagata per allontanare John da Sherlock.

Insomma, sappiamo quanto sia teatrale Jim no?

Beh a torta finita John ha sparato a Mary che stava per uccidere Sherlock, Jim si è fatto un volo di qualche piano ed è finito a pancia in giù sull'asfalto, morto.

E la bimba? Vi starete chiedendo... soffrireste molto se vi dicessi che è morta insieme alla madre eh?

Io credo di si.

Per fortuna devo dirvi che la “bimba”, dopo una rocambolesca corsa in ospedale e dopo un lungo intervento per salvare entrambe, sia nata senza complicazioni, o meglio, dovrei dire nato, dato che è un bel maschietto! La madre invece ci ha lasciati.

Si, John non l'ha presa bene, un po' per il fatto che dopo tutto quello che avevano passato lui e Mary, lei lo abbia tradito di nuovo, un po' perchè aveva sparato alla donna con cui avrebbe dovuto trascorrere la vita, la madre di suo figlio, la donna per la quale aveva rinunciato a Sherlock.

 

 

Il figlio di John Watson e Mary Morstan è davvero bellissimo.

La prima volta che John lo vide era in compagnia di Sherlock, il quale rimase ammutolito e stranito da quel piccolo fagotto. Inizialmente il bimbo era piccolo e paffuto, dalla carnagione lattea e morbida. Gli occhi erano un po' scuri, ma Sherlock vi vide l'inconfondibile colore del suo John.

 

 

 

 

“ Hai tuoi occhi.”

“Sherlock...è appena nato, è impossibile che tu riesca davvero a capirne il colore!”

Si era bonariamente lamentato il dottore.

“ E io invece dico che gli occhi sono i tuoi. Sono troppo belli per essere quelli di Mary”

Inizialmente si era creato un silenzio teso ed imbarazzato.

Teso da parte di John, al sentir associare a suo figlio il nome di quella donna orribile che gli aveva spezzato il cuore ben due volte, la prima quando ha sparato a Sherlock, dopo tutto il dolore che li aveva mostrato durante quei due anni senza di lui. Era però contento di quello strano e involontario complimento.

Imbarazzato, di Sherlock, il quale credeva di aver fatto qualcosa di sbagliato nel mostrare , sebbene in parte, i suoi sentimenti. Lo avrebbe lasciato? John, appurato quanto realmente lui ci tenesse alla sua persona, se ne sarebbe andato? La più grande paura del detective, infatti, è di perdere per sempre il suo migliore amico e l'unico essere umano per cui abbia mai provato qualcosa di così unico e bello.

La paura venne spazzata via dal sorriso felice e grato di John.

“ Se lo dice il grande Sherlock Holmes, allora non può che essere così!”

“ Oh si, è ovvio John!”

Così sorridenti erano rimasti a coccolare ancora per un po' la piccola creaturina nelle mani del padre.

Creatura che aveva tantissimi capelli, una bionda e chiarissima massa eterogenea . Così tanti che le infermiere si erano scambiate pareri poco rassicuranti sui continui bruciori di stomaco, teorie che avevano disgustato il detective, tra l'ilarità di John.

Il nome del bimbo?

William Hamish Watson.

Carino vero?

 

La reazione di Sherlock a quel nome?

Beh avete presente l'espressione incantata e persa che aveva quando John gli chiese di fargli da testimone di nozze? Ecco... una cosa simile, solo che stavolta il suo viso era tumefatto e sporco.

Era felice, perchè negarlo, lo era, eccome. La sua espressione persa mutò in un sorriso felice, sincero e grato e li, nella nursery del Barts, promise che nessuno avrebbe mai fatto del male, ne a lui, ne al padre.

Conclusa quella storia Sherlock e John capirono che l'uno non può vivere senza l'altro, quindi...beh..avete capito no?

Il caro John si trasferì di nuovo al 221 B, per grande soddisfazione della signora Hudson e si è portato il piccoletto. Ma questa è un'altra storia.

William aveva conquistato il cuore di tutti, a partire da quello della signora Hudson, per poi passare a Molly, Lestrade, Donovan e persino il serafico Mycroft non ha potuto niente contro quegli occhietti dolci e grandi.

Ovviamente all'inizio è stata dura coordinare i casi e i bisogni del piccolo e cosa assai importante il tempo che William “rubava” ad un risentito Sherlock, il quale metteva il broncio per ore.

Il bimbo infatti voleva il padre tutto per se, così si mise inconsciamente d'impegno per ostacolare qualsiasi approccio del detective.

Se il moro si avvicinava per poter abbracciare il dottore, il piccolo lo fregava abbracciandolo per primo.

Se cercava un bacio, lui abbracciava con le sue braccine la testa di John e gliene dava uno per primo.

Se finalmente, dopo giorni in cui lui e John non stavano un po' insieme, quando finalmente lo aveva spinto sul letto, cominciando a sbottonargli la camicia, lui iniziava a piangere a dirotto, attirando l'attenzione del padre.

Durante quel periodo John era sempre più stanco e provato, tra pappette, pannolini e sveglie notturne. Sherlock allora decise che era tempo di cambiamenti, quindi si informò sulle necessità di un lattante e il gioco ebbe inizio. Aveva affrontato criminali pazzi e assassini silenziosi, quanto poteva essere pericoloso un piccolo Watson?

Una sera, mentre John esausto e provato dormiva profondamente come un bebè, il detective tenne il bimbo tranquillo tutta la notte, con il suono del suo violino, cose che i due Watson avevano in comune e allattandolo quando necessario. La mattina dopo un riposato dottore, trovò in cucina un arruffato e molto sporco Sherlock che litigava con biberon e latte, in braccio uno spensierato e divertito William che si divertiva a tirarne le ciocche scure, probabilmente affamato.

Dopo un po' di tempo le cose si sono appianate tra i due. William, da bravo Watson ha cominciato ad amare l' Holmes, il quale è stato stregato a sua volta dal carattere Watson, proprio come rimase stregato dal padre.

 

Da allora sono passati due anni.

Due anni pieni di casi, sfuriate, cene da Angelo, sfuriate, casi internazionali,sfuriate, amore, gioia, sfuriate, William, pappette, litigi, latte, pannolini sporchi, giocattoli, tutine, sfuriate, Mycroft, gelosia...ho detto sfuriate?

Beh... tutto sommato quei due stanno alla grande, sono più innamorati che mai, anche se uno dei due e voi sapete bene chi, non lo ha ancora ammesso esplicitamente davanti a qualcuno che non sia il diretto interessato. In poche parole nessuno della famiglia Holmes, a parte Mycroft sa della loro storia.

John è consapevole e felice dell'amore che Sherlock nutre per lui, anche se, a chi non dispiacerebbe far sapere a tutti che il compagno e tuo e basta? Giù le mani!

John deve combattere ogni volta l'impulso di strozzare le galline o i galletti che ci provano con il suo detective.

Vorrebbe tanto chiedergli di sposarlo, ma teme in una reazione negativa. Ad esempio lo sbeffeggiare di Sherlock su questi, per lui, stupidi e noiosi sentimentalismi. Non lo sopporterebbe, perchè lui con quell'uomo vuole passarci la vita. Lui e il loro bambino. Oh si, ora per tutti è il bambino di John e Sherlock, perfino William ha cominciato a chiamare l' Holmes papà, sotto lo sguardo fiero e commosso di John e quello stupito, imbarazzato e felice dell'altro.

 

Beh torniamo alla visita della mamma! Partiamo dall' inizio.

Sherlock e John si trovavano nel letto del primo e stanno dormendo pacificamente.

Un raggio di sole entra dalla finestra bagnando i loro corpi nudi.

Il detective èil primo a svegliarsi, frullando le lunghe ciglia nere e la prima cosa che vede sono le labbra di John a un centimetro dalle sue. La notte prima infatti, si erano addormentati dopo una lunga sessione di sesso da fine caso, un concentrato di adrenalina, amore e passione.

Sherlock si era rannicchiato contro il petto del medico che lo aveva stretto a se in un abbraccio fatto di sudore, carne e affetto, tutto era incastrato perfettamente. Dalle lunghe gambe del detective strette tra le sue, alle braccia che stringevano l'uno il corpo dell'altra.

Per qualche minuto la presa del detective si fa più salda, abbraccia il corpo nudo del suo compagno, aspirandone il profumo maschio e forte. William dorme ancora beato, infatti dal baby monito si può sentire il suo respiro lento e rilassato, tipico di chi dorme profondamente.

Dopo qualche minuto John comincia a tremare leggermente, scosso da fremiti. Sherlock allora, si scosta un po per poter guardarne il viso, ora, ricoperto di goccioline di sudore. Passando dalla fronte aggrottata e sofferente, giù, fino al collo irrigidito e venoso.

 

 

Sherlock scosta il leggero lenzuolo che si è aggrovigliato alla figura agitata di John e si perde a guardare il corpo del suo dottore, negli occhi uno sguardo carico di preoccupazione, amore e dolcezza, cose completamente estranei al detective prima del suo John. Sguardo che dedica solo a lui e a suo figlio.

È da un po' di tempo che considera il figlio del proprio compagno come il suo. Forse è un po' da sbruffone, forse non lo merita, l'unica cosa che sa è che il piccolo lo considera tale e per quanto lui non si senta appropriato, lo ama.

 

È bello il suo dottore e si sa , l'amore cambia tutte le carte in tavola. Ogni mattina Sherlock si sveglia presto per poter ammirare il suo John e poi sgattaiolare nella stanza del piccolo Will, abbreviativo gentilmente offerto da Gavin? Gass? Garret? vabbè lasciamo perdere, per ammirare sul viso la stessa espressione serena e felice, marcata Watson.

 

Ogni mattina, si perde ad ammirare quel fisico tonico e forte, passa al setaccio ogni centimetro del suo corpo, assicurandosi che lui sia ancora li, che non se ne sia andato, stufo della sua persona.

Il suo sguardo scannerizza la pelle ricoperta di graffi, morsi e marchi rossi che ne designano il possesso. John è suo!

Anche oggi, come sempre, il detective posa lo sguardo sul viso addormentato del dottore lo fa scorrere sulle ciglia che frullano leggermente, evidentemente il dottore è preda di qualche incubo.

Vi sono tutti i segni, dalla fronte sudata e sofferente, ai brividi freddi, il tremore delle membra agitate, la smorfia triste della bocca, le rughette sulla fronte e intorno agli occhi e più che il resto, le braccia e il corpo del soldato che cercando disperatamente il contatto con il calore di Sherlock, in cerca di quella sicurezza che nel sogno ha evidentemente perduto.

Sherlock spera soltanto che non sia la caduta.

Quel sogno tormenta John da anni ormai, aveva sperato che con l'arrivo di Will e del cambiamento della loro relazione, John sarebbe stato abbastanza sicuro e felice da dimenticare quei momenti orribili.

Purtroppo a quanto pare il suo dottore ha bisogno di più certezze.

A quanto pare è giunto il momento di ufficializzare.

 

 

Posa lo sguardo sui suoi capelli ormai ingrigiti del tempo, sulle sue spalle larghe nude, sulla sua schiena morbida e sui glutei sodi giù sulle gambe corte, i muscoli tonici. Il corpo di John, coperto di sudore, freme leggermente più forte, cerca rifugio nel petto del compagno, evidentemente l'incubo sta entrando nel vivo.

Sherlock allora alza una mano per accarezzare leggermente i suoi capelli arruffati dalla notte appena passata a rotolarsi tra le lenzuola.

John sussurra un labile “Sherlock!”

Il suddetto ha ormai la certezza che si tratti proprio del sogno in cui se stesso si butta dall'ospedale, sogno che ha tormentato le notti di John per ben tre anni.

Nemmeno la presenza di Mary, una presenza calma e costante, ha potuto fare qualcosa, perchè lei non era Sherlock.

Il detective teme che per quell'episodio il suo dottore non lo perdonerà mai, anche se ha la certezza che John lo ami, ma sa che per quanto quel sentimento sia forte, si sia sentito e si sente tuttora un po' tradito dal suo completamento. Ha paura che lo lasci, che se ne vada, lasciandolo di nuovo solo, come prima del suo arrivo.

 

 

Il dottore continua a sussurrare piano il nome del detective.

“ Sherlock... Sherlock... non farlo ! Io ho bisogno di te! Non farlo Sherlooock!”

John in preda al terrore si agita nel letto rischiando anche di colpire l'amante con un pugno, mentre agita disperato le braccia in cerca di un appiglio per non sprofondare nel dolore che lo ha attanagliato. Sherlock si sente in colpa per questo, allora abbraccia stretto il suo dottore mentre i suoi stessi occhi si inumidiscono.

Lo stringe forte al suo petto artigliando bene le braccia dietro la sua schiena in un , almeno spera, confortevole abbraccio e intanto mormora:

“ John sono qui sono qui, non piangere, sono qui, sono qui e non me ne vado!”

Intanto dagli occhi di John piangono delle lacrime candide e addolorate gemello di quello che Sherlock vorrebbe versare nei suoi capelli, tormentato dal senso di colpa, tormentato dal dolore di John.

“ Mi dispiace mi dispiace mi dispiace mi dispiace mi dispiace perdonami mi dispiace.”

Sherlock continua a mormorare con il viso affondato nei capelli ingrigiti del dottore. Ha paura, si sente in colpa, sa di averlo fatto per salvarlo, ma non avrebbe mai immaginato di provocargli un tale dolore.

Probabilmente se lo vedesse Mycroft lo ammonirebbe per il suo sentimentalismo. A Sherlock sembra quasi di sentirne la voce nel suo palazzo mentale.

 

<< Ma guardati...il grande Sherlock Holmes, reso schiavo dai sentimenti che prova per un ex soldato che ha raccolto per strada. Patetico, sei patetico fratellino. Patetico e disgustoso. Cosa succederà quando John farà la fine di Barbarossa? Quando finirà morto sulla strada per colpa tua? Cosa Sherlock? Piangerai? Ancora? Chi ama soffre Sherlock... >>

 

Il detective cerca in tutti i modi di scacciare quelle parole dure e orribili, così cattive che forse nemmeno il Mycroft reale direbbe mai. Beh si tratta pur sempre dell' uomo di ghiaccio però...mmm voi che dite? Lestrade è forse riuscito a far cedere anche l'uomo di ghiaccio?

Oh sì, che sbadata! Anche loro stanno insieme, hanno sempre avuto una tresca segreta, di cui ovviamente il fratellino era a conoscenza, ma di cui non ha mai fatto parola, o quasi.

 

Non è la prima volta che il detective placa i suoi incubi, è capitato infatti altre volte che John si sia agitato nel sonno, qualche volta, ovvero quando sognava la caduta, Sherlock lo ha scoperto a piangere lacrime silenziose. La prima volta che lo ha visto, è successo qualche settimana dopo il trasferimento di Watson al 221B.

Era notte fonda, Sherlock, come sempre, durante un caso interessante non stava affatto dormendo, agitato e in preda all'eccitazione, mentre il suo coinquilino sfinito dalla lunga giornata, si era assopito sulla propria poltrona.

Accadde tutto in pochi minuti, da prima le palpebre di John cominciarono a fremere, gli occhi sotto di esse si agitavano a destra e a sinistra frenetici. Poi sono cominciati i tremori che divennero sempre più incontrollati, fino ad arrivare a dei veri e propri spasmi, seguiti poi dalle urla disperate e terrorizzate.

Quella volta Sherlock si era limitato a scuoterlo leggermente per una spalla svegliandolo.

John, evidentemente imbarazzato e umiliato di aver rivelato quella parte di se ad un uomo così forte e straordinario come il suo coinquilino, si era sentito davvero molto stupido e perciò si era affrettato, mostrando un sorriso molto tirato, ad introdurre un discorso.

“ Scusa, mi sono addormentato. Novità sul caso? “

Ovviamente lui non si era lasciato ingannare da quelle parole e da quel falso sorriso e non ancora abituato ad interagire con il dolore di un amico, non aveva frenato la lingua.

“ Incubi?”

Immediatamente sul viso di Watson il sorriso plastico venne sostituito dallo sguardo umiliato di prima e tremolante era uscito senza indossare la giacca, diretto probabilmente da Sara.

Il detective era stupito e amareggiato da quella reazione, troppo inesperto in quel campo, non comprendeva per quale motivo si fosse offeso. Così, quel giorno stesso, decise che non l'avrebbe più visto quel dolore e quell'umiliazione sul suo volto.

Le volte successive, dopo averlo svegliato scuotendolo leggermente per la spalla, si era affrettato ad iniziare un discorso, anche stupido per distrarlo e non rivedere mai più quell'espressione.

John stupito, ma grato, di quella dimostrazione stramba di affetto, si limitava a sorridere grato e dargli corda.

Quando il dottore viveva quegli incubi nella propria camera, constatò che che l' amico non sarebbe stato contento di quella violazione di spazio. Sapeva poco delle congetture sociali e dello spazio personale, ma aveva trovato in John una persona interessante a cui dirigere la propria attenzione e di conseguenza lo aveva studiato attentamente.

Aveva dedotto quindi che preferiva rimanere solo una volta uscito dal mondo dei sogni.

È vero però, che si era affezionato da subito a quell'uomo minuto, ma forte, aveva trovato in lui una persona, non solo, meno idiota di tutti gli altri, ma qualcuno che lo accettava proprio per come era. Si, cercava di farlo mangiare un pò, cosa al quale nessuno era mai interessato, a parte, forse la signora Hudson.

Si lamentava delle teste mozzate e parti umane in giro per casa, ma non ha mai cercato di sbarazzarsene, anche se qualche volta lo aveva minacciato di farlo, se lui non lo avesse prima avvertito.

Lo seguiva nei casi ed esternava quanto lo trovasse fantastico, seppur si guadagnasse le occhiate disgustate e scettiche di tutti gli altri, Lestrade escluso.

Lo difendeva a spada tratta in qualsiasi contesto, a meno che lui non avesse torto.

Lo difendeva anche se non aveva alcun bisogno.

Lo faceva sentire importante e per questo Sherlock ne era grato, nessuno, a parte Barbarossa lo aveva mai difeso o voluto, nemmeno Mycroft, quando erano bambini.

John Watson era interessante, molto interessante e per questo meritava qualcosa in cambio.

Consapevole che John non gli avrebbe perdonato una tale umiliazione, fece la cosa che più al mondo calmava se stesso...suonare il violino, cosa che si rivelò la soluzione perfetta...

Poco dopo l'inizio del brano, i suoni provenienti dal piano di sopra si placarono, Sherlock sorrise soddisfatto, ora sapeva come fare.

Infatti da quella notte, ogni volte che il dottore aveva qualche incubo, lui suonava i brani che più calmavano John.

Ora che dormono insieme è un po' diverso, infatti quando successe la prima volta, dopo, che si erano messi insieme, quando John ebbe un incubo, il modus operandi fu completamente diverso.

Quella notte, dopo aver fatto l'amore, stavano entrambi dormendo, quando John ha cominciato ad agitarsi e sussurrare versi acuti, mentre la mano destra si aggrappava stringendo e martoriando la carne della spalla sinistra. Inizialmente Sherlock, un po' intontito dal sonno e dalla stanchezza si era spaventato, non capendo il motivo di quell'agitazione e di quelle urla. Ci vollero pochi secondi per il suo cervello ad elaborare le informazioni e raggiungere una risposta.

Incubo, il suo dottore aveva un incubo. Solitamente si sarebbe alzato, avrebbe impugnato il suo violino e suonato per lui, ma non se la sentiva di lasciarlo solo ed agonizzante, nemmeno per un attimo, non dopo tutto quello che avevano condiviso quella notte. Allora cercò di pensare come John, eh si gente, cosa molto difficile per lui, ma come tutte le cose che riguardano John, anche quella volta non fallì.

Infatti, scavalca il corpo di John sdraiandovisi sopra, coprendolo con tutto se stesso, come una coperta, una barriera contro il suo tormento. Così facendo, spera di trasmettere un po' del suo calore e della sua calma. Poggia la fronte contro la sua e cerca di staccare la mano dalla spalla, ormai rossa di graffi e pizzicotti. Poi lo abbraccia, avvicinando quelle stupende e morbide labbra al suo orecchio sussurrando parole dolci, che lo fecero sentire un po' stupido, cosa a lui estranea e irritante, ma se lo faceva per John andava bene, sempre.

Funziona infatti John si sveglia con voce tremolante e spaventata come tutte le volte che ci si sveglia da un incubo.

Quella mattina non fu diversa.

Durante la sua assenza, nessuno è mai riuscito a calmare i suoi incubi, nessuno, ma da quando hanno cominciato a dormire insieme, le cose sono migliorate e sono meno frequenti. Anche se qualche volta capita che tornino ad occupare la sua mente addormentata e ancora timorosa che tutto questo, ovvero il ritorno dell'amico, sia tutta finzione.

Infatti il peggior incubo che avesse mai fatto, fu quello più frequente, ovvero, dove il detective era tornato e vivevano insieme e felici, con casi, parti umane nel frigorifero e colpi di pistola sparati per noia. Ogni volta il risveglio in un mondo in cui Sherlock non c'era era sempre più traumatico e doloroso.

Una mattina Sherlock non era in casa era dovuto uscire urgentemente, un caso urgente, per salvare dei bambini. Quando John si era svegliato nel suo letto, era lì che m'ha fatto l'amore la sera prima, causa esperimenti nel letto di Sherlock ormai distrutto e da ricomprare.

Non trovando il detective in casa, pensò  che tutto quello vissuto non fosse altro che un bellissimo sogno. Troppo agitato e deluso, non notò di essere nudo, ricoperto di segni, la camicia di Sherlock con i bottoni strappati della sera prima, le cianfrusaglie del'' amico nella propria camera... niente, non andò nemmeno a controllare se William fosse reale, troppo sconvolto e afflitto, così, prese la decisione che avrebbe dovuto adottare da molto tempo, farla finita.

Quando Sherlock quella mattina era uscito di casa, si era aspettato di tutto, anche di trovare i corpi senza vita dei due bambini, cosa che lo inquietava e terrorizzava allo stesso tempo. Infatti, da quando nella sua vita erano entrati padre e figlio Watson, le morti non gli sembravano più così anonime e fredde. Identificava John nei cadaveri di mogli o mariti e se stesso nei compagni sofferenti che interrogava. Aveva quindi paura di vedere il piccolo William nei corpi di quei bambini. Fortunatamente era riuscito ad arrivare un attimo prima che la matrigna li annegasse in piscina, volendolo spacciare per incidente. Insomma, si era aspettato qualsiasi cosa, ma non di trovare John in overdose da farmaci disteso sul letto, pallido e morente. Immediatamente si fiondò su di lui per accertarsi che ci fosse ancora il battito cardiaco, si, c'era, debole, ma costante. Per fortuna Sherlock è arrivato in tempo. Agitato e spaventato, ma con la solita plastica calma, chiamò un'ambulanza. Chiese alla padrona di casa, in lacrime e tremate se se la sentiva di tenere il piccolo fino al loro ritorno, perdendosi in mille consigli agitati e confusi, su come trattarlo. Martha, un po' singhiozzante annuì e corse al piano di sopra, mentre uno stranamente agitato detective saliva sull'ambulanza. All'ospedale venne raggiunto da uno sfatto e agitato Greg.

Troppo sconcertato e spaventato per trattenere qualsiasi cosa, Sherlock parlò, come spesso succede, a sproposito.

“ Se ti stavi rotolando tra le coperte con mio fratello potevi restarci”

“ Quello che faccio io con tuo fratello non deve interessarti. Pensa a John piuttosto! Cristo Santo Sherlock! Che diavolo è successo”

“ Overdose...”
“ Come?”

“ Non mi piace ripetermi Lestrade! Overdose! È in overdose! Ha cercato di uccidersi!”

“ E te lo sei chiesto il motivo Sherlock? Eh te lo sei chiesto? Secondo te per quale motivo un uomo come John, innamorato e con un figlio ha tentato di ammazzarsi?”

“I-io , io non lo so! Ok Lestrade? Sei contento?”

“ No Sherlock! No cazzo! Mycroft mi ha detto che non eri con lui.”

“ Mycroft deve farsi gli affari suoi! Lui non sa niente!

“ Magari lui no, ma io si! Lo sai qual'era l'incubo più devastante che John abbia mai fatto quando non c'eri? Una vita perfetta con te al 221B!”

“ Non mi pare un incubo.”
“ Ah no? Probabilmente John questa mattina quando non ti ha visto nel letto, ha creduto che questa vita, non fosse altro che un sogno! Stupido bastardo egoista! È colpa tua! Di nuovo!”

Detto questo Greg girò i tacchi in cerca di qualcuno che gli dicesse come stesse il suo amico.

Sherlock rimasto solo riflettè parecchio sulle parole di Lestrade e si sentì ancora peggio, ora consapevole fino in fondo di quanto avesse ferito il suo John.

Al risveglio del dottore sono seguite delle scuse da parte di John da parte di Sherlock,entrambi si sentivano colpevoli, entrambi stavano soffrendo, entrambi erano vittime l'uno dell'altro.

“John! M- mi dispiace, mi dispiace tanto! È tutta colpa mia! Non avrei mai dovuto lasciarti solo. Ma io sono qui, sono reale, non me ne andrò, non ti lascio solo un'altra volta . Sono un mostro... Donovan aveva ragione...”

“Sherlock non parlare così! Non è da te! E Sally è un idiota! Mi dispiace tanto, è vero, credevo mi avessi abbandonato e non ho pensato, scusa Non succederà mai più, te lo giuro!”

Da quella mattina Sherlock non abbandona mai letto prima di Jawn anche se il dottore l' ha assicurato più volte che ormai ci crede in questo, sa che non è tutto frutto della tua immaginazione, ma la vera e meravigliosa realtà. Sherlock, ancora traumatizzato e colpevole, ha paura che il dottore possa abbandonare la vita nella speranza di raggiungerlo.

 

Sherlock sa quanto può essere traumatico un sogno del genere, egli infatti a volte, sogna la piscina. Quel maledetto il giorno in cui John ha rischiato di morire a causa dell'esplosione della bomba, in cui entrambi hanno rischiato di morire. Il detective si sveglia sempre sudato in preda al terrore non riesce a salvare John, non si da pace di non essere riuscito a salvarlo, anche se solo in sogno.

Per questo, ogni volta che fa brutti incubi stringe a se il corpo del suo John donando e ricevendo calore.

Torniamo alla mattina.

John finalmente più calmo, posa delicatamente le labbra sulle sue, che ricambia baciando le labbra umide è un po' rosse dai morsi dati durante il sonno.

Si baciano, con la lingua di John che lecca lentamente l'interno della bocca del detective accarezzando e assaporando il suo sapore, i denti, il palato, la carne morbida delle guance, i muscoli sottostanti alla lingua. Sherlock fa lo stesso esplorando e assaporando la sulla bocca e le sue labbra umide di saliva, unite in un atto d'amore più vecchio del mondo. Le mani del biondo cercano in una carezza il corpo ormai conosciuto, bianco morbido è asciutto cosparso di segni. Lo esplora con ingordigia, non perde un attimo e le fa scorrere sul petto e sulla schiena, sui glutei fino all'inguine accarezzano piano sesso in un ritmo lento che fanno mugolare il moro come un felino che fa le fusa. Anche le mani di Sherlock iniziano ad esplorare il corpo del compagno. Si infilano fa i capelli morbidi, salendo dolcemente su per il collo, in una dolce e lenta carezza. Poi di nuovo giù per il collo, sulla schiena tesa è forte, strizzando poi i glutei e scendendo sempre più giù, fino ai piedi sulle gambe gli addominali sul petto e poi ancora giù ad esplorare tutta quella pelle ambrata che ha sopportato tempeste umidità. La bocca che ha seguito birichina quelle grandi mani curiose sta per raggiungere i biondi peli pubici, quando la porta viene spalancata ed un tornado che porta il nome di nome Violet Holmes fa il suo ingresso, seguita da uno sconcertato e poi sghignazzante Mycroft.

I due amanti si scostano l'uno dall'altro in modo fulmineo, chi imbarazzato John, chi furioso, Sherlock. “Mamma che diavolo ci fai qui?”

“Hey ragazzino, cerca di moderare i toni quando parli con tua madre! Cosa sono questi comportamenti maleducati!”

John non sa se ridere o nascondersi sotto alle coperte. La mamma del suo ragazzo gli ha appena scoperti a letto mentre stavano per fare sesso, nudi come vermi e rossi dalla passione dei loro baci.

Sherlock aveva anche il corpo coperto dai succhiotti che lui gli aveva fatto durante la notte precedente! Mycroft rimasto in disparte guardava l' imbarazzato dottore compatendolo un pochino, anche se è un po' soddisfatto da questa situazione, perché Sherlock qualche anno prima, aveva fatto scoprire nello stesso modo lui e Gregory.

Per Greg era stato peggio, perché si trovava con il viso affondato in mezzo alle cosce del politico e Mycroft ci aveva messo una settimana intera per far capire al proprio ragazzo che sua madre non si scandalizzava per così poco, anzi si era sempre lamentata di non aver trovato nessuno dei due fratelli in situazioni imbarazzanti quando erano adolescenti, perché loro non avevano mai portato nessuna ragazza o ragazzo nella propria casa. Mamma Violet è la mamma che ti mette in imbarazzo, ma come tutte le mamme o almeno la maggior parte diciamocelo è perfetta così com'è, proprio perché è la nostra mamma.

Tornando alla situazione imbarazzante...

Quella mattina era cominciata con un incubo, ma ora stava degenerando!

Il nostro dottore è viola di imbarazzo.

Figlio e la madre avevano cominciato un battibecco fatto di furia e finti insulti.

Sherlock conoscendo il proprio compagno si era girato, dandogli la schiena così potesse nascondere il viso e coprendolo poi con un lenzuolo. Il buon dottore aveva accettato con sollievo e gratitudine quel gesto, nascondendosi, infatti, l'espressione imbarazzata e le guance rosse, per non parlare delle labbra gonfie dai morsi e dai baci.

“ Ti sei fidanzato e non hai voluto dirmelo! Per quale motivo non hai detto una cosa così importante a tua madre? Ma guardalo come è adorabile si vergogna!Piccolo!”

“ Mamma!Non parlare così di John! Qualsiasi essere umano si nasconderebbe da qualcuno che entra nella propria stanza mentre stai per fare sesso !”

A quelle parole il povero dottore  emette un guaito e si stringe ancora di più al corpo del suo amante, sperando di diventare invisibile.

Mycroft, sempre più divertito, decide che è giunto il momento di mettere fine alle pene del povero dottore. Prende così parola per placare i suoi famigliari.

“Mamma? Shirley? Che ne dite se adesso io e mammina ce ne andiamo di là ad attendere che vi vestiate? Così che il dottor Wtason non muoia di vergogna?”

“ Oh cielo” Hai ragione caro” Fate pure con calma! Vi aspettiamo di là!”

 

Sherlock guarda dispiaciuto il suo John, ma anche divertito dall'imbarazzo dell'altro.

“ Sherlock?”

“Si John?”

“ Ti ricordi quando ho detto che i tuoi genitori mi sembravano così...normali?”

“Sì?”

“ Ritiro quello che ho detto!”

Sherlock scoppia a ridere seguito a ruota da John e accarezza con il dorso della mano il viso felice del dottore.

Non si sa chi abbia cominciato, fatto sta, che si ritrovano a baciarsi appassionatamente, accarezzandosi il corpo , le guance, i fianchi.

Sotto lo sguardo birichino della signora Holmes che li spiava dalla porta.

 

Beh... dopo tutto questo macello, eccoli all'ennesimo tentativo di mamma Violet, di riunire la famiglia.

Alla cena, oltre agli Holmes, John e il piccolo William, è presente un sereno e felice Greg.

La casa della famiglia Holmes non è così sfarzosa come il medico si aspettava, infatti non vi è alcun immenso giardino o grandi statue, nemmeno un immenso salone. L'abitazione è si una villetta, ma non ha niente a che fare con la lussuosa e immensa villa del maggiore degli Holmes.

All'esterno appare come una semplice casa inglese ben costruita, dai muri bianchi e arrotondati dalle rifiniture morbide, le grandi finestre tondeggianti e l'accogliente veranda nella quale è riposto un grande dondolo, sul quale probabilmente i signori Holmes riposano nella tiepide giornate estive.

L'interno è per la maggior parte in legno scuro, le pareti sono bianche e ricoperte di foto, tra cui spiccano i giovani Holmes. Mentre i due frateli discutono su chissà cosa e una giocosa Violet presenta il “nipotino” al marito, John e Greg si sono soffermati particolarmente su di esse, ridacchiando e commentando le varie scene scatenando l'imbarazzo dei loro compagni. Una foto colpì particolarmente i due osservatori, ovvero quella in cui, in un evidente contesto natalizio, il piccolo Sherlock di all'incirca tre anni, baciava sulla guancia un tredicenne e robusto Mycroft. I due si trovavano sotto l'ingresso del salotto, sopra di loro un ramoscello di vischio era appeso allo stipite superiore. John, il primo che la vide, allungò un braccio per richiamare l'ispettore.

“ Oh Greg! Guarda che carini!”

“ Oh ma com'eravate adorabili!”

“ Sherlock! Non sapevo che foste così espansivi!”

I due chiamati in causa arrossiscono visibilmente, dalle guance alla punta delle orecchie.

“ E-era per quella stupida tradizione del bacio sotto il vischio!”

“ Si si certo! E quei bei sorrisetti felici?”

“ John ha ragione! Siete visibilmente uniti qui!”

A quel punto interviene un rosso e imbarazzato Mycroft che non ne può più di tutte quelle, vere, insinuazioni.

“ Si si, ma diamoci un taglio era solo per una insignificante tradizione e per far felice mamma.”

“ Come vuoi! Ma a casa ne riparliamo!”

A salvare la situazione interviene una spensierata e allegra Violet sbucata dalla porta del salotto.

“ Ragazzi a tavola!”

A quel richiamo il gruppo si avvia verso la sala con un tavolo di ciliegio apparecchiato nel centro.

Nessuno si accorge che esattamente all'entrata del salone, appeso proprio sopra alle loro teste ci era in bella mostra un bel rametto di vischio. Solo una volta passata i due fratelli si accorgono di quel perfido rametto e constatano con orrore che i loro compagni si sono fermati proprio sotto ad esso.

Questa è una situazione critica! Se li vede mamma Holmes..

“Oh cari! Guardate sopra di voi!”

I due malcapitati guardano sopra alle loro teste e una volta notato il ramo malefico si guardano sorridendo imbarazzati.

“ Beh ci tocca amico, è la tradizione!”

“ Mi sa di si Greg... anche se non mi riempie di gioia l'idea di baciarti.”

“Oh nemmeno a me! Ma è tradizione, non vorremo deludere la signora Violet”

Non appena i due si avvicinano un poco per darsi un casto bacio, ovviamente sulla guancia, i due fratelli scattano in avanti prendendo il proprio compagno tra le braccia e baciandolo appassionatamente. I due baci sono molto diversi tra loro. Nella prima coppia, Sherlock ha le mani sul viso del dottore, accarezzandone dolcemente le guance. Le mani del dottore invece, si trovavano, una immersa nei ricci scuri e morbidi, mentre la seconda stringe possessivamente la vita del suo uomo. Le bocce si muovono lente, ma passionali, le lingue giocano l'una con l'altra in un ritmo costante e appassionato. La lingua di Sherlock ogni tanto guizza fuori dalle loro bocche per assaggiare le labbra umide del dottore, mentre i denti di John si divertono a mordicchiare piano quelle labbra rosse e perfette.

Il bacio della seconda coppia invece è più veloce e possessivo. Si divorano letteralmente l'uno con l'altro. Le mani di Mycroft sono, una arpionata alla schiena di Gregory e ne stringe la giacca con possessione, mentre l'altra attira la nuca a se, stringendone i capelli sale e pepe. Quelle di Gregory invece, si stringono alle spalline del panciotto di My, in un disperato tentativo di tirarlo a se. Le bocche si divorano l'una con l'altra, rincorrendosi e trovandosi in una danza appassionata e frenetica.

Mentre uno scatenato Will agita le gambine e i pugnetti in direzione delle due coppie.

“Papà bacio! Zii Bacio! Yeeeeeh”

 

 

I due Holmes sono bruscamente distratti da un flash che veniva dalla macchina fotografica di mamma Violet sorridente e felice.

“ A quanto pare, il piano è riuscito signora Holmes!”

Dice l'ispettore ammiccante e sorridente, all'indirizzo della donna, che sorride compiaciuta.

“Era un piano? Era tutto un piano per...per scattarci una foto?”

“ Oh si My! Ho chiesto ai vostri due compagni di fermarsi sotto a quella porta, così che voi spinti dalla gelosia li baciaste. E così...voilà! Una piccola foto ricordo!”

“ T-tu...mi hai ingannato! John!”

“ Era per una buona causa!”

“No Jawn! Tu non capisci! Sei riuscito ad ingannarmi! Tu!”

“ Ehi! Guarda che so recitare”

Gli sguardi di tutti si puntano sul dottore. “ Che c'è?”

È Sherlock a rispondere.

“ John, tu hai tante qualità. Hai un intelligenza sopra alla media, riesci a sopportarmi, sei la persona più buona che conosca, ma di certo non sai mentire.”

Ora gli occhi di tutti sono puntati su uno stranamente confuso Sherlock. “Che c'è?”

“Oh caro” Questa è la più bella dichiarazione d'amore che abbia mai sentito! Oh caro nostro figlio è innamorato!”

Il signor Holmes, rimasto in silenzio nella sua solita e bonaria tranquillità sorride e annuisce alla moglie, contento anch'egli che il suo ragazzo incompreso abbia finalmente trovato la vera felicità.

La scena che segue fu un replay del bacio precedente, accompagnato dal sottofondo dei borbottii di Mycroft, i gridolini di Violet e Will e le risate di Greg, come al solito il signor Holmes si limita a sorridere.

 

 

La cena è ormai agli sgoccioli, infatti, durante non c'è stato nessun evento significativo, se non si conta il lancio del pudding di Will che ha centrato in pieno la fronte di Mycroft. Cosa che ha scatenato l'ilarità generale, per non parlare di Sherlock che ha voluto un emozionante e sentito cinque dal suo piccolo ometto.

“Bravo il mio Will!”

Siamo giunti al tradizionale scambio dei creackers natalizi.

I primi ad aprire i creackers sono i coniugi Holmes, i quali trovano delle simpatiche coroncine che indossano una a testa. Poi fu la volta di John e del piccolo Will il quale indossa con entusiasmo e orgoglio la sua coroncina blu. Mycroft e Greg trovano due anellini in plastica colorati, uno blu, per Greg e uno verde, per Mycroft.

Gregory insiste per infilarsi gli anelli all'anulare e chi è il maggiore degli Holmes per rifiutare un'offerta fatta da quei due occhi adoranti e supplicanti? Quella scena scatena una battuta di John.

“ Oooh! A quando il lieto evento?”

Che fa arrossire entrambi.

Tra le risate generali, a cui si unisce anche William, contagiato dall'allegria generale, non visto, Sherlock prende il creckers che ha fatto per conto suo, costituito da una natalizia carta rossa, e lo porge a John,.

Quando è il momento, lo apre, facendo in modo che la parte più grossa, ovvero quella con il regalo la tenga John.

“ Hai fatto apposta vero?”

“ Ovviamente... e ora guarda dentro Jawn...”

Con sorpresa di John all'interno del Creackers vi è un luccicante anello d'oro bianco, spesso tre millimetri.

“ Vuoi sposarmi Jawn?”

Il suddetto è senza parole, estasiato e commosso da un gesto che non avrebbe mai associato al suo compagno. Forse è vero che l'amore cambia le persone.

Il respiro di John si è bloccato a metà, le guance si sono fatte rosse e gli occhi blu sono sbarrati ed increduli. Intanto intorno a loro è calato un silenzio stupito. Mamma Holmes è fremente ed emozionata. Greg stupito, prende la mano e sorride ad un composto e leggermente sorpreso Mycroft, il quale smette di guardare i due e posa il suo sguardo nel suo e mimando con le labbra un “ Verrà il nostro momento”.

Gregory sorride contento e torna a osservare i due al centro dell'attenzione. William osserva vigile i suoi genitori emettendo dei brontolii di attesa. Il signor Holmes invece...beh lui sorride bonariamente.

 

 

“ D-dici sul serio?”

“ Si mio Jawn... voglio creare una famiglia con te e... nostro figlio, se tu o vorrai.”

“ Si! Oh Dio si!”

Incurante di tutti gli sguardi puntati su di loro i due si baciano, tra gli squitti allegri di mamma Holmes e i gorgoglii e versetti contenti del piccolo Will.

“ I papà si baciano! Papà anche io voio bacio!”

I due staccandosi da quel bacio che significava “ho scelto te”, sorridenti guardano il piccolo, il loro bambino.

Ridono e entrami baciano il piccolo.

Distratto dai festeggiamenti John non si è accorto che il maggiore degli Holme gli si è affiancato, perciò si spaventò un poco quando egli cominciò a parlare

“Dottor Watson, credo sia il momento dei regali di Natale. Questo è il regalo mio e di Gregory, per lei e Sherlock.”

John apre curioso quella cartellina e sbarre gli occhi leggendone il contenuto. Sherlock affiancandosi legge il foglio per niente stupito.

“ Avevi capito tutto.”

“Ovviamente fratellino. Ti ricordo che a differenza tua io non sono lento”

Ad un occhio inesperto quella potrebbe sembrare una lite, ma nel linguaggio Holmes significa “Grazie” e “Di niente fratellino”, ma sapete come sono quei due, sotto sotto si vogliono bene, anche se impiegano tutte le loro forze per dimostrare il contrario.

 

“ Un certificato di adozione?”

“ Si John! My aveva capito che Sherlock voleva adottare William, quindi ci siamo messi daccordo e abbiamo ottenuto tutto in breve tempo.”

John guarda il certificato, William Hamish Watson Holmes, poi sente delle braccia calde avvolgerlo e un mento spigoloso sulla spalla, Sherlock.

“Ti piace?”

Si gira quindi per scoccargli un dolce bacio sulle labbra.

“ Perfetto”

“ Bene ragazzi, come ha detto My, è ora dei regali!”

Detto questo corre sotto l'albero, seguita da un sorridente signor Holmes e torna carica di pacchi.

A Sherlock regalano un maglione nero fatto a mano con la scritta John e Will.

A John stessa cosa, solo che il maglioncino è blu e con il nome di Sherlock a posto del suo.

Beh avete capito no? Stessa cosa anche per gli altri due e il piccolo William.

Il regalo di John per Sherlock, non ci crederete, ma straordinariamente è un piccolo anello d'argento con il proprio nome inciso.

“ Volevo chiederti di indossarlo, così solo per far sapere a tutti che sei mio. Avevo pensato di chiederti di sposarmi, ma avevo paura di una tua reazione e allora....”

Il moro sorride e bacia leggermente il suo Jawn sulle labbra, piano, avevano già dato abbastanza spettacolo per i suoi gusti.

“ Con te niente è stupido?”

Allo sguardo scettico del dottore scoppia in quella sua rara e bellissima risata roca.

“Troppo sdolcinato per me?”

“oh dio sì!”

 

Continuando con i regali... nessuno scoprì mai cosa il maggiore degli Holmes regalò al suo Gregory, ma voci di corridoio mi hanno detto che sarà una bella vacanza, una pre-luna di miele.

Come sono dolci eh? Uuuuuh!

Il regalo dell'ormai famiglia Watson-Holmes per i coniugi è un bel vaso per i fiori, di mamma Holmes che ne è tuttora stregata.

 

L'atmosfera in casa in quella strana, ma bellissima cena è calma, rilassata e felice, non vi è spazio per la noia o per la tristezza, ma solo per la magia della tradizione natalizia.

So che molti di voi non credono alla magia...,a pensateci bene, Natale potrà anchhe essere una festa creata dal consumismo, stupida, perchè i regali si possono fare tutto l'anno. Però...pensate...quale altra scusa avremmo per riunirci alle persone a noi più care? Per un motivo o per l'altro ci si perde e non ci si incontra più. Per me questa tradizione ha qualcosa di magico, qualcosa che ci rende uniti, anche solo per una giorno. Il Natale ci fa sentire migliori, ci spinge ad esserlo. Non importa chi l'abbia inventata o perchè...quello che importa a me è la felicità che porta nelle case. E a voi?

 

 

Torniamo dai nostri amici...che dite?

 

La serata prosegue tranquilla, fino a quando un trionfante Sherlock alza sopra alle sue spalle il piccolo Will che regge in una manina un piccolo mazzetto di vischio e si mette proprio dietro a Mycroft e compagno.

John ridacchiando avvisa l'amico Yard.

“ Ehi Greg? Guarda in alto!”

Mycroft interessato, al richiamo del proprio compagno segue anch'egli il consiglio.

“ No no no! Non se ne parla! Abbiamo già dato!”

“ Dai My! È la tradizione!”

“ Mamma! Non bacierò Gregory davanti a voi e contro alla sua volontà solo per seguire un stupida tradizione! Lo hai già obbligato prima... E non chiamarmi My! Mycroft è il nome che mi hai dato e gradirei lo usassi per intero!”

Greg colpito da quelle parole sorride e prende parola.

“ Non mi sento obbligato My! Davvero...” e arrossendo...” Baciami!”

Così, con il sottofondo borbottante della signora Holmes che recita un “ Da lui ti fai chiamare My”, i due si baciano, con calma, delicatamente e con amore. Mentre uno sfinito John fa accomodare Sherlock sul divano che appoggia la schiena contro il suo petto e fa passare le syue braccia intorno al corpo del detective intrecciando le sue mani con quelle che tenegono loro figlio.

Casa Holmes quell'anno fu la dimora di risa, felicità e commozione... sentimenti che dovrebbero essere estranei ai fratelli Holmes no? Per loro il Natale è stupido e solo una perdita di tempo, una festa dettata dal consumismo no?

 

Ah già ragazze...è la tradizione!

 

 

 

 

 

 

 

Note finali

 

Allora, se siete arrivati fino a qui...complimenti! Ma sopratutto grazie per averlo fatto, per me significa molto! Biscottini per tutti! Chiedo scusa se gli Holmes vi appariranno un po Ooc, ma dai è Natale e sono innamorati! Facciamoli un po' sciogliere!

Ciao! Spero in qualche recensione, bella o brutta che sia, anche se...devo ammetterlo, preferisco quelle belle! :3

Ciao ciao!

  
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