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Autore: Marlowe    26/12/2014    10 recensioni
Dopo la battaglia ad Idris, Clary si risveglia in una cella buia e fredda. Non sa chi l'ha portata lì, né il perché. L'unica cosa che sa è che Jace è morto. Più tardi scoprirà che il suo carceriere è Jonathan, suo fratello. Il ragazzo è deciso a farsi amare da lei a costo di utilizzare trucchi e inganni.
Genere: Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clarissa, Sebastian / Jonathan Christopher Morgenstern
Note: What if? | Avvertimenti: Incest
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CAPITOLO 23



 


JONATHAN



 

Grandissima stronza. Erano almeno dieci minuti che insultavo mentalmente mia madre. Non poteva lasciarci in pace vero? Doveva rovinare anche uno dei momenti più felici della mia vita! Eppure non chiedevo troppo, volevo avere una famiglia con Clary, qualche figlio e magari che tutti gli Shadowhunters mi riconoscessero come indiscusso “sovrano”, chiedevo tanto? Non mi sembrava di aver fatto richieste assurde anzi, mi accontentavo di poco. Invece quella squilibrata di mia madre si era messa in testa di ucciderci tutti, suo nipote in primis, ma non poteva trovarsi un hobby costruttivo invece di rompere le scatole a me?
Chiamare i miei alleati non richiese molto tempo, ero preparato da mesi a questa evenienza, da quando lo stregone amico di Clary mi aveva avvertito del pericolo. Fra poco meno di cinque minuti demoni, fate, shadowhunters si sarebbero ritrovati nel giardino per combattere gli uni contro gli altri.
Insieme a Sebastian avevo osservato l’avanzare dell’esercito di mia madre, non erano in molti, forse una trentina o giù di lì, ma erano addestrati ad uccidere e quindi una probabile minaccia per mio figlio. Sbraitavo ordini ad ogni alleato che arrivava. Gli ultimi che oltrepassarono il varco creato nel mio ufficio furono Magnus Bane e Simon Lewis. Mi sorprendevano sempre gli amici di mia sorella, non solo l’avevano sostenuta per tutto questo tempo, ma volevano anche affrontare un esercito per lei.
- Siete sicuri delle vostre scelte? Nessuno vi obbliga a combattere.
Lo stregone fece un verso sprezzante. Lo osservai bene, non capitava tutti i giorni di vederlo vestito tutto di nero, senza nessun glitter ad adornare la sua figura. Persino i capelli erano tenuti giù, niente cresta per il combattimento, era sobrio e aveva negli occhi una luce diversa, era sicuro di sé.
- Non lo faccio di certo per te ma per Clary e il bambino. In mezzo all’esercito di Jocelyn c’è anche Alec, mi invia continuamente messaggi per avvisarmi di come procedono i preparativi da loro.
Il giovane Lightwood tradiva la sua famiglia a tal punto? Mi venisse un colpo! L’unico decente e faceva la spia per me.
- Ottimo, non me lo aspettavo. Tienimi aggiornato allora. Te la senti di combattere con noi stregone? O preferisci difendere la casa dalle retrovie?
- Preferisco le retrovie, ho il tempo materiale per tessere incantesimi senza il problema di ritrovarmi con la testa mozzata dal corpo.
- E io?
Il giovane vampiro mi guardava in attesa di una risposta. Lo soppesai attentamente in cerca di potenziale. Era magro, senza traccia di muscoli, anche se per un vampiro questo non significava niente. Le vene erano visibili quindi aveva fame. Si capiva subito che non era abituato a combattere, non aveva gli istinti di un guerriero e l’unica cosa che poteva essere davvero utile era il marchio sulla sua fronte. Il marchio di Caino era forse l’unica possibilità di tenere Clary davvero al sicuro.
- Tu proteggerai Clary e Ian. Sarai in camera con lei e nessuno le si dovrà avvicinare inteso?
- Tutto qui?
- Ti sembra poco? Ti sto affidando le vite delle persone più importanti della mia vita. Il marchio che hai in fronte proteggerà non solo te ma anche loro. Chiunque cerchi di attaccarti per arrivare a loro farà una brutta fine.
Annuì deciso e infine mi girai per guardare il mio migliore amico. Lo avevo trascinato in varie disavventure ma mai di proporzioni gigantesche come questa.
- Prima che tu inizi a darmi ordini sappi che non ho alcuna intenzione di venire spedito da qualche parte. Sono il tuo braccio destro e lo sarà anche in battaglia. Ti guarderò le spalle.
Non speravo in niente di meglio da lui, gli diedi una pacca sulle spalle in segno di stima e affetto, ormai la battaglia stava per iniziare, sentivo le voci provenire dal giardino sempre più forti. Prima di combattere però volevo salutare Clary e mio figlio.
Nei film mondani, in situazioni del genere, l’eroe passava un ultimo istante con l’amore della sua vita. Ci sarebbero stati pianti strappalacrime, baci d’addio e magari avrebbero fatto sesso contro qualsiasi superficie disponibile, lui alla fine sarebbe morto e lei, dopo pianti interminabili, avrebbe scoperto di essere incinta decidendo di crescere il figlio in memoria dell’amore perduto. Bene, avrei salutato Clary e Ian, l’avrei baciata, spiegato a grandi linee cosa accadeva, non avevo assolutamente il tempo di fare l’amore con lei prima del combattimento e, sinceramente stremata com’era dal parto mi sentivo una bestia solamente a pensarlo, e poi il figlio c’era già quindi niente clichè.
Appena entrai nella nostra camera la trovai alzata che guardava dalla finestra, aveva un’espressione preoccupata e si tormentava le mani nervosamente.
- Clary?
Si girò verso di me.
- Jonathan che cosa sta succedendo?
- Ci stanno attaccando.
- Nostra madre?
Annuii con la testa, chi altri poteva attaccarci proprio ora?
Lo sguardo di mia moglie si rabbuiò e gettò uno sguardo a Ian che dormiva placidamente nella culla vicino al letto, beato lui, non si rendeva conto di niente.
Clary mi venne ad abbracciare.
- Ho paura Jonathan.
Le accarezzai i capelli cercando di tranquillizzarla.
- Non ti preoccupare di niente. Ero già pronto per questo combattimento, i nostri alleati stanno arrivando. Il tuo amico Simon resterà in camera con te per proteggerti.
- Simon?
- Sì, il vampiro e Magnus hanno deciso di combattere con noi e Alec sta facendo la spia dall’esercito nemico.
Sollevò un sopracciglio perplessa.
- Alec Lightwood?
- Lo so, ho avuto anche io la tua stessa reazione.
- Posso aiutarti anche io Jonathan, posso tracciare delle rune, potrei combattere.
- NO!
Sobbalzò spaventata.
- Non voglio che tu combatta, la tua unica priorità deve essere Ian, proteggi lui.
- Ma…
- Niente ma! Lo farai?
Mi guardò qualche istante indecisa ma poi, quando guardò di nuovo nostro figlio addormentato, la determinazione si leggeva chiaramente nei suoi occhi.
- Lo farò però tu torna da noi va bene?
Mi chinai per baciarla, non sarebbe stato un bacio d’addio, ero fermamente intenzionato a tornare da loro.
- Niente mi terrà lontano da voi.
La baciai un’ultima volta e feci lo stesso con mio figlio, poi uscii pronto a combattere contro mia madre, e mi sarei premurato di porre definitivamente fine alla sua esistenza.




 

Il giardino era diventato un campo di battaglia vero e proprio. I primi cadaveri erano sparsi in mezzo all’erba. I demoni erano i più facili da abbattere, non erano mostri di intelligenza e combattevano solo per istinto. Ma erano un ottimo mezzo per abbattere le prime linee nemiche.
Appena gli alleati di mia madre mi videro partirono all’attacco contro di me. Che sciocchi, pensavano davvero che le loro patetiche armi potessero farmi qualcosa? Ero per metà demone, guarivo velocemente e nessuno di loro era alla mia altezza. Mulinavo la spada velocemente, ovunque mi girassi colpivo qualcuno e in poco tempo i miei abiti furono sporchi di sangue. Al mio fianco Sebastian non era messo meglio. Aveva un taglio sul braccio destro ma oltre a quello stava bene. Magnus lanciava incantesimi ad una velocità impressionante. Piante crescevano dal terreno avvolgendo i miei nemici, palle di fuoco li colpivano ponendo fine alle loro vite. L’esercito di mia madre si assottigliava ad ogni nostro passo. Le fate erano spietate, alleati formidabili, odiavano da sempre gli Shadowhunters nonostante la rinnovata alleanza. Ci consideravano alla stregua di schiavisti e da una parte ragione.
Mentre difendevo la casa cercavo con lo sguardo mia madre, era lei l’unica responsabile di tutto questo, ma non trovavo nessuna chioma rossa. Il giovane Lightwood colpiva i suoi stessi compagni con l’arco, proteggeva il suo stregone da lontano, speravo che nessuno dei suoi si accorgesse del suo voltafaccia o avrebbe avuto una bella gatta da pelare.
Mentre continuavo la ricerca di quella pazza un uomo corpulento mi sbarrò la strada. Aveva un fisico atletico, dei capelli neri e dei freddi occhi verdi. Teneva uno spadone con una mano sola e da come mi fissava dedussi non fosse un mio grandissimo fan. Iniziò a menare fendenti cercando di staccarmi la testa dal collo ma riuscii ad evitarlo. Non era particolarmente veloce, puntava tutti i suoi colpi sulla mera forza fisica ma io ero agile e sprecava solo le sue energie mentre cercava di uccidermi.
Iniziò a ridere come un folle appoggiando la spada a terra, si spostò una ciocca di capelli sudata dagli occhi e mi fissò come se il solo vedermi gli provocasse i conati di vomito.
- E così tu saresti Jonathan Morgenstern? Ti immaginavo diverso. Assomigli molto a tua padre, la stessa faccia da schiaffi.
Conosceva mio padre?
- Si ragazzino, conoscevo bene Valentine. Superbo, implacabile, un uomo dalla dubbia moralità che non teneva nemmeno alla sua famiglia.
Wow, se possibile mio padre riscuoteva meno successo di me, ma tutto quello che aveva detto era vero.
- Sai, non mi sembra molto educato sparare sentenze senza prima presentarsi ti pare?
Rise, sembrava il suono delle unghie sulla lavagna.
- Hai ragione moccioso. Il mio nome è William Ravenscar e sono il futuro marito di Clarissa.
Prego? Il rumore delle spade che cozzano l’una sull’altra deve avermi danneggiato seriamente l’udito. Mi era perso di capire che questo tizio fosse il futuro marito di mia moglie.
- Come scusa? Chi saresti tu?
- Penso tu abbia capito benissimo.
- Mi dispiace deluderti amico, ma Clarissa ha già un marito e quello sono io.
Rise ancora più forte, ma che problema aveva?
- Non vedo dove sia il problema moscerino. Ti ucciderò e la cara Clarissa sposerà me.
- Ma quanti anni hai cinquanta? Non puoi sposarti una donna della tua età?
- Ne ho quarantadue se proprio lo vuoi sapere. Perché mai dovrei sposare una donna della mia età se per me non può avere nessuna utilità?
- Utilità?
- Esattamente.
Iniziò a girarmi intorno, forse nella speranza di risultare minaccioso ai miei occhi, ma a me ricordava solamente un vecchio avvoltoio incapace di catturare la preda.
- Devi sapere che tua madre mi ha venduto tua sorella in cambio del mio appoggio.
Oh ma qui rasentiamo la follia! Ma che aveva nel cervello mia madre? Vendere Clary a un vecchiaccio per una manciata di uomini? Ma si era rincoglionita del tutto?
- Clary non vorrà mai sposarti. Lei mi ama e abbiamo un figlio.
- Quello che vuole lei a noi non importa. Una volta che sarai morto e con te pure tuo figlio, provvederemo a farle cancellare la memoria con la magia. Si sveglierà prima di ricordi su di te e quell’abominio che avete generato. A quel punto sarà così facile sposarla.
Rise della mia faccia nauseata.
- Suvvia, non dirmi che non sfrutteresti anche tu le sue capacità! E’ in grado di creare rune nuove. Una volta che la minaccia da te creata sarà debellata, io verrò elogiato e le farò tracciare una runa a tutti gli Shadowhunters del nostro mondo. Dirò che si tratta di un simbolo di forza e alleanza ma in realtà servirà solamente a controllarli tutti.
Questo era più pazzo di mio padre. Far creare una runa del genere a Clary era folle, le avrebbe consumato molta energia rischiando di ucciderla.
- E’ solo per questo che vuoi sposare Clary?
- Ovviamente dovrà generarmi qualche figlio, qualcuno a cui tramandare il mio potere. Devo ammettere che per essere giovane è un bel bocconcino e sono sicura che dopo essere stata con te sarà ben felice di provare un vero uomo.
Questa volta fui io a ridere.
- Se con vero uomo intendi un vecchio che a mala pena riesce a slacciarsi i pantaloni, allora hai ragione. Ma il vostro piano ha un’enorme falla. Io non morirò per mano tua e l’amore che prova per me è più forte di un banale incantesimo della memoria.
Lo attaccai, ogni secondo in più che vedevo il suo sorrisetto mi ispirava violenza. Non gli diedi tregua, lo colpivo ripetutamente senza dargli il tempo di riprendere fiato. Cercava di innervosirmi parlando di Clary ma c’era una cosa che avevo imparato da mia padre. La rabbia portava solo alla disfatta, durante un combattimento era necessario mantenere i nervi saldi e la mente lucida.
Lo colpii con la spada al fianco destro e appena perse l’equilibrio lo colpii dietro le ginocchia facendolo crollare a terra. Allontanai il suo spadone e gli posai il piede sul torace per inchiodarlo a terra. Gli infilai il cuore con la spada uccidendolo.
- Vai all’inferno stupido parassita.
Guardai la situazione e con piacere notai che quasi tutto l’esercito di mia madre era stato sconfitto, ma lei dov’era?

 



 

JOCELYN



Appena la battaglia iniziò il mio primo pensiero fu quello di intrufolarmi in casa. Superare le linee nemiche di mio figlio fu facile, soprattutto se il tuo stregone personale è in grado di fare un incantesimo dell’invisibilità come si vede. Che smacco sorpassare tutti gli alleati che mio figlio aveva piazzato così bene, quasi mi veniva da ridere.
Entrai in casa e rimasi meravigliata. Se la spassava bene quella sgualdrina di mia figlia. Mobili di lusso e quadri di gran valore. Scommetto che aveva persino la servitù, mentre io avevo sprecato la mia vita in uno squallido appartamentino di New York.
Chissà dov’era, guardai tutte le stanze del piano terra e quando non trovai nessuno passai a quelle del piano superiore. Ormai l’incantesimo stava svanendo e stavo tornando visibile, peccato, niente uccisione a sorpresa per mio nipote. Il primo piano aveva varie stanze e per di più era diviso in due parti. Iniziai con calma ad esaminare l’ala destra ma anche questa volta non incontrai nessuno così ritornai sui miei passi.
L’ala sinistra sembrava più sfarzosa, che sciocca, Jonathan doveva avere la stessa tara megalomane del padre, era ovvio che la camera padronale si trovasse qui. In fondo al corridoio c’era una parte enorme e accostando l’orecchio alla porta sentivo distintamente la voce di Clarissa e quella di Simon.
Spalancai la porta, le entrate ad effetto erano sempre state il mio punto forte e vedere l’espressione di mia figlia era impagabile.
- Ciao tesoro, pronta per tornare a casa?





CLARY

 

Ero nervosa, non riuscivo a stare ferma. Sentivo i suoni della battaglia e non riuscivo ad impedirmi di immaginare tutti gli scenari possibili. Sapevo che Jonathan era forte ma temevo per la sua sorte. Simon cercava di calmarmi, di farmi sedere sul letto ma chi sarebbe riuscita a riposare mentre tuo marito rischia la sua vita per difenderti?
Ormai non avevo nemmeno più unghie da mangiare e i capelli sembravano un nido di paglia per tutte le volte che ci avevo passato le mani dentro. L’unico calmo nella stanza era Ian che placido dormiva nella sua culla.
- Clary perché non ti siedi un po’?
- Piantala di dirlo Simon! Non voglio sedermi e nemmeno rilassarmi. Come posso stare calma quando mio marito sta combattendo di sotto?
- Lo so, ma hai appena partorito e tutta questa agitazione non ti fa bene.
Feci per replicare quando la porta si spalancò di colpo e mia madre fece la sua plateale e non richiesta apparizione.
Non l’avevo mai vista vestita con gli abiti da Shadowhunters e aveva uno sguardo folle.
Si guardava intorno e con la spada angelica che teneva in mano faceva cadere tutti i soprammobili.
- E così è qui che vivi?
Simon si parò davanti a me e a Ian.
- O non essere sciocco Simon, pensi davvero che tu potresti in qualche mordo fermarmi?
- Io no, ma il marchio sulla mia fronte sì. Prova solo a colpirmi e ti ritroverai in cenere.
Continuò a gironzolare per la stanza e ogni volta che tentava di avvicinarsi alla culla sia io che Simon la ostacolavamo. Ma perché Jonathan non mi aveva lasciato una spada in camera? Non mi sarei sentita tanto inerme come ora.
- Sai tesoro, mi sono molto arrabbiata quando hai disubbidito ai miei ordini.
- Ti aspettavi sul serio che sarei venuta con te per uccidere mio figlio?
Finalmente si fermò per guardarmi e lessi nel suo sguardo tutto l’odio che provava per me.
- Sì Clary, mi aspettavo totale ubbidienza da te. Sei stata una delusione su molti fronti. Per fortuna ci sono io che rimedio ai tuoi errori.
- Errori? Non è stato un errore innamorarmi di Jonathan e nemmeno dare alla luce Ian.
Fece una smorfia disgustata.
- Lo è stato invece. Guarda cosa ho fatto per te, ho mandato un esercito per riaverti. Vedrai, quando Jonathan e quel … coso saranno morti ti sentirai meglio e riuscirai ad andare avanti per la strada che io ti ho tracciato.
Ma di cosa stava parlando? Ogni passo che faceva nella nostra direzione la portava sempre più vicina a noi. Simon cercò di bloccarla saltandole addosso ma non so come si ritrovò privo di sensi a terra. Non era assolutamente possibile, il marchio di Caino non era scattato e mia madre sorrideva.
- Tutta qui la protezione che Jonathan ha messo per la sua mogliettina?
- Ma come hai fatto?
- Ho anche io uno stregone privato che mi aiuta e guarda caso la sua specialità sono i vampiri. Un piccolo incantesimo e ogni vampiro nel raggio di due chilometri cadrebbe in un sonno profondo.
Scavalcò il corpo di Simon e si avvicinò a me. Guardò nella culla.
- E così questo sarebbe tuo figlio? Niente di che.
- Lascialo stare mamma. Non osare avvicinarti a lui.
- Perché se no che fai?
Afferrai il vaso alle miei spalle e la colpii alla testa, ormai stavo diventando proprio un’esperta nel tramortire la gente.
Mia madre però si rialzò ridendo come una pazza e mi diede un manrovescio facendomi finire per terra.
- Non ho sacrificato gli anni migliori della mia vita per farti giocare alla piccola sgualdrina felice.
- Perché non vuoi che io sia felice?
- Oh tesoro, io voglio che tu sia felice, solo che te lo dirò io come. Jonathan sarà morto a quest’ora e io ho già trovato un brav’uomo che ti vuole sposare. E’ un tantino più vecchio di te ma non importa.
Mi rialzai appoggiandomi al muro.
- Tu sei completamente pazza! Io non sposerà mai un uomo che non conosco. Io amo Jonathan e amo mio figlio!
- Oh ma non ti ricorderei di loro, un bell’incantesimo di memoria et voilà! Vita nuova. Potrai avere anche altri figli non preoccuparti. Questo coso non ti mancherà.
Alzò la spada pronta a calarla su Ian e io mi misi davanti cercando di bloccarla. Le miei mani che provavano a rallentare l’avanzata del colpo fatale che avrebbe ucciso mio figlio. Ma in confronto a lei io ero debole e nonostante ci provassi in tutti i modi riuscì a liberarsi della mia presa. Urtai la culla di Ian che si svegliò piangendo. Lo presi in braccio cercando di calmarlo, non avevo intenzione di lasciarlo, se voleva ucciderlo doveva eliminare anche me.
- Non rendere le cose difficili Clary. Lascia il bambino.
La guardai con odio.
- Io non lascerò mai mio figlio, io non sono come te!
- Un vero peccato, ma te la sei voluta tu.
Vidi la spada calare e chiusi gli occhi per non vedere la fine che sopraggiungeva quando un urlo strozzato mi fece riaprire gli occhi.
Mia madre guardava la spada che fuoriusciva dal suo addome. Per un momento pensai fosse Jonathan ma quando vidi chi impugnava l’arma rimasi scioccata. Jocelyn si voltò e forse per la prima volta rimase senza parole.
- Luke? Come hai potuto?
- Non ti lascerò uccidere mia figlia e mio nipote.
Mio padre estrasse la spada e lei crollò a terra ormai priva di vita, buffo, non provai nemmeno un po’ di pena per lei.
- Clary stai bene?
- Luke?
Alzarsi e gettarmi fra le sua braccia fu un tutt’uno. Mi strinse a sé piangendo, aveva ucciso l’amore della sua vita per me.
- Clary!
Jonathan sbucò dalla porta e quando vide che ero salva tirò un sospiro di sollievo. Sì, ora era tutto finito.


 

ANGOLINO DI MARLOWE

 

Buonasera gente ma soprattutto Buon Natale! Mangiato bene? Ricevuto tanti regali? Non sono scomparsa, aspettavo le agognate ferie per pubblicare il capitolo. Prima di Natale e nel mese di agosto le cose in ufficio diventano assolutamente impossibili! Vai qui, chiama là, stress assoluto! Mi serviva un po’ di calma. Bisogna festeggiare la morte di Jocelyn, chi si aspettava che il colpo fatale sarebbe arrivato da Luke alzi la mano!!! Spero di non aver scritto cavolate assurde, ormai manca solo l'epilogo. Bene, ora vi lascio andare. Ma come regalo possa avere una recensione???? Anche piccolinaaaaaa?
Auguri ancora
Kiss
Mar

  
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