About
peaches and
blackboard.
“Becky…
oh, andiamo, Becky… dammi un bacio.”
“Thomas
Sawyer, smettila di infastidirmi. Sono stanca dei tuoi stupidi scherzi.”
Rebecca
nascose il viso ormai privo di lentiggini nel grembiule bianco, i
capelli
biondi ondulati che le ricadevano sulla schiena e la gonna che si
agitava con i
movimenti del vento.
Tom alzò
gli occhi al cielo, dandosi dell’idiota, e le si avvicinò con
circospezione. Le
carezzò i capelli, poi la spalla, e quando vide che ella non opponeva
resistenza la strinse baciandole un orecchio, proprio come faceva
sempre quando
erano bambini.
La
ragazza scoprì il volto, chiaro segnale di una piccola resa, ma il
broncio era
ancora lì e Tom non potè trattenersi dal pensare a quanto fosse
maledettamente
bella anche da arrabbiata.
Avrebbe
voluto dirglielo, ma con gli anni la sua spavalderia era andata
perduta; non
che Becky glielo avesse mai fatto presente, ma certo il corteggiamento
di un
undicenne era ironicamente più romantico di quello di un ragazzo di
venti anni.
Tom
abitava ancora con zia Polly, ma il lavoretto di tutto fare del paese
(si
trattava per lo più di semplici riparazioni, proprio lui, che per tutta
la vita
non aveva fatto altro che rompere
cose) gli aveva permesso di mettere da parte qualche spicciolo.
Questo
faceva ovviamente parte del suo Grande Progetto, ma quando ne aveva
parlato con
il fidato Huck lui si era limitato ad alzare le spalle dicendo: “Io non
sposerei mai un ragazzo che imbianca le staccionate come mestiere”.
Beh,
sì, Huckleberry Fynn non era certo famoso per il suo romanticismo ( e a
dir la
verità Tom si chiedeva come fosse possibile che Amy, sua prima
fidanzatina
ufficiale, avesse finito con l’innamorarsi perdutamente di lui), ma
ormai aveva
preso la sua decisione e si era ripromesso di parlarne a Becky proprio
oggi.
In
fondo, quale migliore occasione se non un anniversario di fidanzamento?
Certo,
si parlava di un fidanzamento stipulato all’età di undici e nove anni,
ma
insomma, erano ancora insieme quindi valeva come un rapporto tra adulti.
Ma
quella sarebbe stata l’occasione perfetta per renderlo ufficiale, per
dirle che
la amava di un amore adulto, consapevole, e forte, fortissimo.
…già,
peccato che ora lei fosse avvelenata come zia Polly quando lui le aveva
nascosto una puzzola nel bucato.
Becky
continuava a voltare lo sguardo verso il fiume, e Tom avrebbe davvero
fatto di
tutto per trovare il coraggio di farsi perdonare – in fondo, era stato
solo uno
stupido scherzo, ma forse non era più così divertente come una volta.
Le
aveva tolto una scarpetta, nel mezzo del picnic che lei aveva preparato
per la
Domenica, e l’aveva posizionata sui rami di un albero troppo alto per
lei (ma
non per lui, che ormai la superava in altezza di una decina di
centimetri): ma
non era stata colpa sua, se la calzatura era finita nel fiume…
fortunatamente
la corrente quel giorno non era forte, ed era riuscito ad afferrarla al
volo –
ma ormai era rovinata e gocciolante, e Becky si era infuriata. DI NUOVO.
Incredibile
come, dopo tanti anni assieme, riuscisse ancora a farla arrabbiare con
una
media di due volte al giorno.
Il
ragazzo ebbe un improvviso colpo di genio, e Rebecca lo sentì
allontanarsi alle
sue spalle in silenzio.
Chiuse
gli occhi, chiedendosi come facesse a sopportare ancora un ragazzo così
maledettamente immaturo, ma quando li riaprì si ritrovò la mano di Tom
davanti
che teneva saldamente una pesca, di quelle fresche e buone che aveva
portato
lei per il pranzo.
Guardò
prima il frutto, poi Tom, chiedendosi se gli fosse andato di volta il
cervello.
Tom le
sorrise, carezzandole una guancia con la mano libera e avvicinando il
volto al
suo.
“Ti
prego di prenderla, io ne ho delle altre.”*
Rebecca
rimase un istante a fissarlo, interrogativa.
Ma poi
capì e non si trattenne dal ridere, di quelle risate cristalline e
sincere e
dolci che a Tom piacevano tanto.
Tom la
strinse forte, perché sapeva di aver colto nel segno, e le sussurrò in
un
orecchio.
“…un
bacio, Becky Tatcher. Non ti chiedo niente di più.”
“Pensavo
volessi il mio perdono!” esclamò lei, ridacchiando e allontanando il
volto
senza annullare l’abbraccio.
Tom
finse un’espressione pensierosa e sorrise: “Effettivamente, con questa
richiesta siamo a due. A questo punto credo che potrei rischiare con
una terza,
che ne dici?”
Becky
tornò seria per un istante, e Tom si morse la lingua.
Lo
aveva detto… non poteva crederci… lo aveva detto davvero,
alla fine.
“Che
richiesta sarebbe?” e dall’espressione della ragazza Tom capì che non
aveva
sinceramente idea di cosa potesse trattarsi.
Deglutì,
e le guance gli si fecero violacee, ma quando lei gli diede un buffetto
sulla
guancia sentì un nodo nel petto sciogliersi.
Le
tirò dietro l’orecchio una ciocca di capelli e sorrise: “Becky, ma te
l’ho mai
detto che ti amo?”
Rebecca
sussultò, e anche lei arrossì tutto d’un tratto. Poi abbassò lo
sguardo, senza
trattenere un’espressione compiaciuta.
“Beh,
lo hai scritto sulla lavagna il giorno che ci siamo conosciuti. E poi
mi hai
costretto a dirlo a mia volta!” eclamò ad alta voce, come se il ricordo
le
fosse riaffiorato solo allora, e gli diede un pugnetto sulla spalla.
Tom la
strinse a sé e la baciò, perché sapeva che non c’era bisogno che lei lo
dicesse
anche stavolta.
Quando
le loro labbra si separarono, il ragazzo la guardò dritto negli occhi.
“Sai
che ci si fidanza per sposarsi, vero Becky?”
La
ragazza rimase a studiarlo, allibita, e riuscì solo a balbettare “…io…
sì, lo
sapevo, ma…” e quando Tom le baciò la fronte e le strizzò un occhio,
solo
allora lei parve capire e imitò un tono di voce ingenuo: “…e cosa si fa
per
fidanzarsi?”
Tom
avrebbe voluto piangere, ma si limitò a tenerle il viso fra le guance,
al
culmine della gioia, mentre il Mississipi alle loro spalle seguiva il
suo corso
con naturale silenzio.
“…quasi
niente. Basta che dici a un ragazzo che non ami più nessuno, se non
lui, ma
proprio nessuno. Poi ci si dà un bacio…”
“…ed è
fatto” concluse lei, gli occhi velati di lacrime persi in quelli di
Tom. “Chiunque
può fidanzarsi” aggiunse, con naturalezza.**
Tom la
lasciò andare dall’abbraccio e, senza dire una parola, colse un fiore
da terra
e glielo mise tra i capelli.
“… io
non amo più nessuno, Rebecca Tatcher. Da quando ho undici anni, amo
solo te. E
nessun altro, ma proprio nessuno nessuno. E voglio sposare solo te, e
regalarti
pesche tutti i giorni, e comprare una lavagna enorme su cui scrivere
‘ti amo’
ogni mattina. Dipingerò la nostra staccionata, e se vuoi ti insegnerò a
pescare. E se qualcuno vorrà farti del male, proverò a difenderti.
Anche se
dovessi farmi male io. Mi assumerò la colpa dei tuoi errori e risolverò
i tuoi
guai, Becky, e ti prometto che continuerò a
farti innamorare di me per tutta la vita.”
Il
silenzio attorno era assordante, ad eccezione del fruscio delle fronde
degli
alberi e dello scrosciare delle acque del fiume.
A poca
distanza da loro, la scarpina bagnata abbandonata sull’erba, in attesa
che i
raggi del sole la asciugassero.
Tom
sentiva il cuore pulsare, gli organi interni aggrovigliati come i
gomitoli nel
cestino di una vecchia sarta.
Becky
lo guardava senza parlare, gli occhi azzurri più vivi che mai che si
fecero
improvvisamente languidi.
“…io
non amo più nessuno, se non te, Tom Sawyer. Ma proprio nessuno
nessuno.” Lo
baciò piano, alzandosi sulla punta dei piedi per raggiungerlo (e
comunque lui
dovette chinarsi un poco). Ella congiunse le sue mani con quelle di
lui, con le
quali continuava a circondargli il viso, e poggiò la fronte a quella di
Tom,
sorridendo e piangendo un poco.
“Non
vedo l’ora di vedere la faccia di zia Polly, quando lo saprà”.
E
entrambi passarono il pomeriggio così, chiusi in quello strano
abbraccio, le
guance rigate di lacrime e i fantasmi di due bambini che si tenevano
per mano e
li lasciavano, poco a poco, ad un futuro di dispetti, baci e profumo di
pesca.
Nella Tana
dell’Autrice:
…cioè,
ho davvero scritto una one-shot su Tom Sawyer?! Da dove diavolo è
sbucata
fuori?! Ahahahah scherzi a parte, Tom è sempre stato uno dei miei
personaggi
della letteratura preferiti (e non so perché, nei miei sogni strani di
bambina
lo vedevo amico del cuore di Oliver Twist e di Biagio, protagonista de
‘Il
Barone Lampante’. Sì, è illogico, lo so). Oggi mi sono imbattuta su
youtube
nella sigla dell’anime, e mi è bastato ascoltarla per farmi venire una
di
quelle ispirazioni da
‘devoassolutamentescriverediquestopersonaggioaltrimentistanottenondormirò’.
ED ECCO QUA. Ho quindi del tutto tralasciato cose come gli
aggiornamenti di
altre fanficition (abbandonate a sé stesse da mesi) e lo studio di
letteratura
tedesca per gettarmi a capofitto nel mondo delle oneshot random che amo
tanto.
Dunque,
nel testo avrete trovato inseriti degli asterischi che riguardano
elementi
presenti nel romanzo originale di Twain.
(*)=
Tom mostra la pesca a Becky come nel loro primo incontro tra i banchi
di
scuola, dove lui per approcciarsi a lei- di cui si è innamorato a prima
vista-
le offre una pesca pregandola di accettarla, che lui ne ha altre. Era
un
elemento che nel libro mi era piaciuto molto, perché simbolo di una
timida nei
rapporti con l’altro sesso e l’amore tipico dei bambini e ci tenevo a
inserirlo.
(**)=
Tom e Becky ricordano esattamente il discorso che Tom le fece per
convincerla a
fidanzarsi con lui, sempre durante quel famoso giorno di scuola. Il
dialogo è
praticamente citato testualmente dal testo originale, compresa la frase
‘chiunque
può fidanzarsi’ detta da Tom ma qui ripetuta da Rebecca.
Probabilmente
i riferimenti sono un po’ confusionari >_< Ma penso che molti dei
lettori
conoscano l’opera, e ad ogni modo spero di aver spiegato tutto per il
meglio
(anche se parliamo sempre di Twain, il che renderebbe puerile ogni
spiegazione
<3 ).
Detto
questo: devo smetterla con questo vizio di rivisitare i classici della
letteratura dal mio punto di vista. Sul serio, non mi erano bastati
Pooh e
Peter Pan? Ma su, ammettetelo, anche voi lettrici siete state
innamorate di Tom
da bambine.
…sì,
lo so, probabilmente sono l’unica, ma assecondatemi nella mia pazzia.
VI
RINGRAZIO INFINITAMENTE PER AVER LETTO, con la speranza che vi sia
piaciuta.
Non è una gran cosa, lo so, ma mi sono divertita a scriverla con il
libro in
mano e ci ho messo tanto entusiasmo. Se vi va, lasciatemi un parere –
che sia
una critica o un complimento, sono aperta ad ogni opinione e tutto può
aiutarmi
a migliorare.
Vi
auguro con l’occasione un buon anno nuovo, e grazie ancora! A presto
Un abbraccio, Memy.