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Autore: MagikaMemy    26/12/2014    1 recensioni
“…un bacio, Becky Tatcher. Non ti chiedo niente di più.”
-basato sul romanzo 'Le Avventure di Tom Sawyer' di Mark Twain
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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About peaches and blackboard.

“Becky… oh, andiamo, Becky… dammi un bacio.”

“Thomas Sawyer, smettila di infastidirmi. Sono stanca dei tuoi stupidi scherzi.”

Rebecca nascose il viso ormai privo di lentiggini nel grembiule bianco, i capelli biondi ondulati che le ricadevano sulla schiena e la gonna che si agitava con i movimenti del vento.

Tom alzò gli occhi al cielo, dandosi dell’idiota, e le si avvicinò con circospezione. Le carezzò i capelli, poi la spalla, e quando vide che ella non opponeva resistenza la strinse baciandole un orecchio, proprio come faceva sempre quando erano bambini.

La ragazza scoprì il volto, chiaro segnale di una piccola resa, ma il broncio era ancora lì e Tom non potè trattenersi dal pensare a quanto fosse maledettamente bella anche da arrabbiata.

Avrebbe voluto dirglielo, ma con gli anni la sua spavalderia era andata perduta; non che Becky glielo avesse mai fatto presente, ma certo il corteggiamento di un undicenne era ironicamente più romantico di quello di un ragazzo di venti anni.

Tom abitava ancora con zia Polly, ma il lavoretto di tutto fare del paese (si trattava per lo più di semplici riparazioni, proprio lui, che per tutta la vita non aveva fatto altro che rompere cose) gli aveva permesso di mettere da parte qualche spicciolo.

Questo faceva ovviamente parte del suo Grande Progetto, ma quando ne aveva parlato con il fidato Huck lui si era limitato ad alzare le spalle dicendo: “Io non sposerei mai un ragazzo che imbianca le staccionate come mestiere”.

Beh, sì, Huckleberry Fynn non era certo famoso per il suo romanticismo ( e a dir la verità Tom si chiedeva come fosse possibile che Amy, sua prima fidanzatina ufficiale, avesse finito con l’innamorarsi perdutamente di lui), ma ormai aveva preso la sua decisione e si era ripromesso di parlarne a Becky proprio oggi.

In fondo, quale migliore occasione se non un anniversario di fidanzamento? Certo, si parlava di un fidanzamento stipulato all’età di undici e nove anni, ma insomma, erano ancora insieme quindi valeva come un rapporto tra adulti.

Ma quella sarebbe stata l’occasione perfetta per renderlo ufficiale, per dirle che la amava di un amore adulto, consapevole, e forte, fortissimo.

…già, peccato che ora lei fosse avvelenata come zia Polly quando lui le aveva nascosto una puzzola nel bucato.

Becky continuava a voltare lo sguardo verso il fiume, e Tom avrebbe davvero fatto di tutto per trovare il coraggio di farsi perdonare – in fondo, era stato solo uno stupido scherzo, ma forse non era più così divertente come una volta.

Le aveva tolto una scarpetta, nel mezzo del picnic che lei aveva preparato per la Domenica, e l’aveva posizionata sui rami di un albero troppo alto per lei (ma non per lui, che ormai la superava in altezza di una decina di centimetri): ma non era stata colpa sua, se la calzatura era finita nel fiume… fortunatamente la corrente quel giorno non era forte, ed era riuscito ad afferrarla al volo – ma ormai era rovinata e gocciolante, e Becky si era infuriata. DI NUOVO.

Incredibile come, dopo tanti anni assieme, riuscisse ancora a farla arrabbiare con una media di due volte al giorno.

Il ragazzo ebbe un improvviso colpo di genio, e Rebecca lo sentì allontanarsi alle sue spalle in silenzio.

Chiuse gli occhi, chiedendosi come facesse a sopportare ancora un ragazzo così maledettamente immaturo, ma quando li riaprì si ritrovò la mano di Tom davanti che teneva saldamente una pesca, di quelle fresche e buone che aveva portato lei per il pranzo.

Guardò prima il frutto, poi Tom, chiedendosi se gli fosse andato di volta il cervello.

Tom le sorrise, carezzandole una guancia con la mano libera e avvicinando il volto al suo.

“Ti prego di prenderla, io ne ho delle altre.”*

Rebecca rimase un istante a fissarlo, interrogativa.

Ma poi capì e non si trattenne dal ridere, di quelle risate cristalline e sincere e dolci che a Tom piacevano tanto.

Tom la strinse forte, perché sapeva di aver colto nel segno, e le sussurrò in un orecchio.

“…un bacio, Becky Tatcher. Non ti chiedo niente di più.”

“Pensavo volessi il mio perdono!” esclamò lei, ridacchiando e allontanando il volto senza annullare l’abbraccio.

Tom finse un’espressione pensierosa e sorrise: “Effettivamente, con questa richiesta siamo a due. A questo punto credo che potrei rischiare con una terza, che ne dici?”

Becky tornò seria per un istante, e Tom si morse la lingua.

Lo aveva detto… non poteva crederci… lo aveva detto davvero, alla fine.

“Che richiesta sarebbe?” e dall’espressione della ragazza Tom capì che non aveva sinceramente idea di cosa potesse trattarsi.

Deglutì, e le guance gli si fecero violacee, ma quando lei gli diede un buffetto sulla guancia sentì un nodo nel petto sciogliersi.

Le tirò dietro l’orecchio una ciocca di capelli e sorrise: “Becky, ma te l’ho mai detto che ti amo?”

Rebecca sussultò, e anche lei arrossì tutto d’un tratto. Poi abbassò lo sguardo, senza trattenere un’espressione compiaciuta.

“Beh, lo hai scritto sulla lavagna il giorno che ci siamo conosciuti. E poi mi hai costretto a dirlo a mia volta!” eclamò ad alta voce, come se il ricordo le fosse riaffiorato solo allora, e gli diede un pugnetto sulla spalla.

Tom la strinse a sé e la baciò, perché sapeva che non c’era bisogno che lei lo dicesse anche stavolta.

Quando le loro labbra si separarono, il ragazzo la guardò dritto negli occhi.

“Sai che ci si fidanza per sposarsi, vero Becky?”

La ragazza rimase a studiarlo, allibita, e riuscì solo a balbettare “…io… sì, lo sapevo, ma…” e quando Tom le baciò la fronte e le strizzò un occhio, solo allora lei parve capire e imitò un tono di voce ingenuo: “…e cosa si fa per fidanzarsi?”

Tom avrebbe voluto piangere, ma si limitò a tenerle il viso fra le guance, al culmine della gioia, mentre il Mississipi alle loro spalle seguiva il suo corso con naturale silenzio.

“…quasi niente. Basta che dici a un ragazzo che non ami più nessuno, se non lui, ma proprio nessuno. Poi ci si dà un bacio…”

“…ed è fatto” concluse lei, gli occhi velati di lacrime persi in quelli di Tom. “Chiunque può fidanzarsi” aggiunse, con naturalezza.**

Tom la lasciò andare dall’abbraccio e, senza dire una parola, colse un fiore da terra e glielo mise tra i capelli.

“… io non amo più nessuno, Rebecca Tatcher. Da quando ho undici anni, amo solo te. E nessun altro, ma proprio nessuno nessuno. E voglio sposare solo te, e regalarti pesche tutti i giorni, e comprare una lavagna enorme su cui scrivere ‘ti amo’ ogni mattina. Dipingerò la nostra staccionata, e se vuoi ti insegnerò a pescare. E se qualcuno vorrà farti del male, proverò a difenderti. Anche se dovessi farmi male io. Mi assumerò la colpa dei tuoi errori e risolverò i tuoi guai, Becky, e ti prometto che continuerò a farti innamorare di me per tutta la vita.”

Il silenzio attorno era assordante, ad eccezione del fruscio delle fronde degli alberi e dello scrosciare delle acque del fiume.

A poca distanza da loro, la scarpina bagnata abbandonata sull’erba, in attesa che i raggi del sole la asciugassero.

Tom sentiva il cuore pulsare, gli organi interni aggrovigliati come i gomitoli nel cestino di una vecchia sarta.

Becky lo guardava senza parlare, gli occhi azzurri più vivi che mai che si fecero improvvisamente languidi.

“…io non amo più nessuno, se non te, Tom Sawyer. Ma proprio nessuno nessuno.” Lo baciò piano, alzandosi sulla punta dei piedi per raggiungerlo (e comunque lui dovette chinarsi un poco). Ella congiunse le sue mani con quelle di lui, con le quali continuava a circondargli il viso, e poggiò la fronte a quella di Tom, sorridendo e piangendo un poco.

“Non vedo l’ora di vedere la faccia di zia Polly, quando lo saprà”.

E entrambi passarono il pomeriggio così, chiusi in quello strano abbraccio, le guance rigate di lacrime e i fantasmi di due bambini che si tenevano per mano e li lasciavano, poco a poco, ad un futuro di dispetti, baci e profumo di pesca.

Nella Tana dell’Autrice:

…cioè, ho davvero scritto una one-shot su Tom Sawyer?! Da dove diavolo è sbucata fuori?! Ahahahah scherzi a parte, Tom è sempre stato uno dei miei personaggi della letteratura preferiti (e non so perché, nei miei sogni strani di bambina lo vedevo amico del cuore di Oliver Twist e di Biagio, protagonista de ‘Il Barone Lampante’. Sì, è illogico, lo so). Oggi mi sono imbattuta su youtube nella sigla dell’anime, e mi è bastato ascoltarla per farmi venire una di quelle ispirazioni da ‘devoassolutamentescriverediquestopersonaggioaltrimentistanottenondormirò’. ED ECCO QUA. Ho quindi del tutto tralasciato cose come gli aggiornamenti di altre fanficition (abbandonate a sé stesse da mesi) e lo studio di letteratura tedesca per gettarmi a capofitto nel mondo delle oneshot random che amo tanto.

Dunque, nel testo avrete trovato inseriti degli asterischi che riguardano elementi presenti nel romanzo originale di Twain.

(*)= Tom mostra la pesca a Becky come nel loro primo incontro tra i banchi di scuola, dove lui per approcciarsi a lei- di cui si è innamorato a prima vista- le offre una pesca pregandola di accettarla, che lui ne ha altre. Era un elemento che nel libro mi era piaciuto molto, perché simbolo di una timida nei rapporti con l’altro sesso e l’amore tipico dei bambini e ci tenevo a inserirlo.

(**)= Tom e Becky ricordano esattamente il discorso che Tom le fece per convincerla a fidanzarsi con lui, sempre durante quel famoso giorno di scuola. Il dialogo è praticamente citato testualmente dal testo originale, compresa la frase ‘chiunque può fidanzarsi’ detta da Tom ma qui ripetuta da Rebecca.

Probabilmente i riferimenti sono un po’ confusionari >_< Ma penso che molti dei lettori conoscano l’opera, e ad ogni modo spero di aver spiegato tutto per il meglio (anche se parliamo sempre di Twain, il che renderebbe puerile ogni spiegazione <3 ).

Detto questo: devo smetterla con questo vizio di rivisitare i classici della letteratura dal mio punto di vista. Sul serio, non mi erano bastati Pooh e Peter Pan? Ma su, ammettetelo, anche voi lettrici siete state innamorate di Tom da bambine.

…sì, lo so, probabilmente sono l’unica, ma assecondatemi nella mia pazzia.

VI RINGRAZIO INFINITAMENTE PER AVER LETTO, con la speranza che vi sia piaciuta. Non è una gran cosa, lo so, ma mi sono divertita a scriverla con il libro in mano e ci ho messo tanto entusiasmo. Se vi va, lasciatemi un parere – che sia una critica o un complimento, sono aperta ad ogni opinione e tutto può aiutarmi a migliorare.

Vi auguro con l’occasione un buon anno nuovo, e grazie ancora! A presto

Un abbraccio, Memy.

   
 
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