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Autore: pirateforhire    26/12/2014    0 recensioni
Dopo essere sceso dalla pianta di fagiolo in compagni di Emma, Hook deve ammettere che le donne tra le quali si ritrova non sono ciò che più lo mette alla prova nei suoi tentativi di raggiungere Storybrooke.
Durante la pericolosa missione per recuperare le ceneri dell'armadio dalle grinfie di Cora, le compagne di viaggio del pirata dovranno imparare a fidarsi di lui, volenti o nolenti, e Killian scoprirà che una di lui è in grado di portare alla luce una parte di sé che credeva morta da tempo.
AU a partire dalla 2x04
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Aurora, Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Mary Margaret Blanchard/Biancaneve, Mulan
Note: AU, Traduzione, What if? | Avvertimenti: nessuno
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PRIMA DI LEGGERE: Hey! Salve a tutti, e scusate se sono lentissima ad aggiornare o scrivere, ma ho iniziato l'università e mi ha completamente assorbita! Presto aggiornerò anche la FF!AU di Hunger Games, con un po' di tempo e fortuna! Ad ogni modo, rieccomi, con una traduzione! La FanFiction è presa da quella dell'autrice StarrySkies su “Archive of Our Own”. La fanfiction originale la trovate QUI!
Ringrazio infinitamente l'autrice per il permesso di tradurla, e vi linko anche la sua pagina su tumblr, perché ha un blog eccezionale.
Ad ogni modo, eccola qui e spero di aggiornare con costanza, anche magari con l'aiuto della scrittrice ~
Enjoy! 
 


We learned the sea

Prologo.


Aurora aveva paura di addormentarsi.

Snow poteva anche averla rassicurata dicendole che gli incubi altro non erano che un effetto collaterale della Maledizione del Sonno e che sarebbero andati a scomparire con il tempo, ma quella certezza non aiutava la principessa a superare il terrore che la assaliva ogni volta che chiudeva gli occhi. Alla ragazza pareva quasi ironico che lei –la principessa che aveva dormito persino circondata da quella che pareva la fine del mondo- ora si ritrovasse perfettamente sveglia e piena di paura nel bel mezzo della tranquilla foresta.

La giovane non aveva riposato nemmeno un secondo da quando Philip era arrivato a liberarla dalla maledizione.
Era stata così contenta allora, quando,  aperti finalmente gli occhi aveva messo a fuoco il volto sorridente del principe; più vecchio di quanto lo ricordasse, e meno innocente, ma sempre il viso dell’uomo che amava. Il futuro le era sembrato così ricco di possibilità.
Solo per un momento, tra le braccia di Philip, il mondo era stato suo, a portata di mano. Tutti i suoi sogni erano divenuti realtà.
Ma poi, come tutti i sogni, anche quello era finito, lasciandole solo demoni, incubi, ed un vuoto nel cuore che non avrebbe mai più potuto colmare.
Philip era morto.
E invece che vivere il loro “per sempre felici e contenti”, lei era bloccata con una strana guerriera che la faceva sentire debole, inutile e patetica; ed un pirata, il quale –con ogni probabilità- avrebbe tradito la loro fiducia alla prima occasione disponibile.

Ed improvvisamente, nessuno avrebbe saputo spiegare il ‘come’, la principessa si era ritrovata nel bel mezzo ad un impresa folle che poteva costale la vita, ed Aurora non era ancora certa che ne valesse la pena.
Che cosa avrebbe potuto guadagnare se Cora non fosse riuscita ad arrivare in quello strano posto chiamato ‘Storybrooke’? A cosa sarebbe servito lasciarsi alle spalle la Foresta Incantata? Capiva bene perché Snow ed Emma stessero combattendo così strenuamente per tornare dai loro cari, e il pirata era assetato di vendetta al punto tale che avrebbe dato l’unica mano che gli rimaneva pur di trovare Tremotino. Ma lei? Aurora sarebbe stata sola laggiù, come era sola in quel momento. Niente famiglia, nessun affetto. Cosa l’aspettava se avesse deciso di seguire gli altri in quel nuovo mondo? Vendetta, forse? Vendetta verso quel mostro che aveva liberato il Wrath  che si era preso la vita del suo Philip? Ma niente avrebbe riportato il principe da lei, perciò valeva davvero la pena morire per raggiungere quello scopo?

«Philip, cosa devo fare?» sussurrò la ragazza, ma non ci fu risposta, solo i versi degli animali notturni, ed i suoni poco lontani di una battaglia. Si era sempre sul piede di guerra di quei tempi.

Snow ed Emma dormivano, ed anche il pirata, che durante la notte tenevano seduto e legato contro la corteccia rigida di un albero, pareva riposare. Mulan era da qualche parte a pattugliare la zona, si era presa il compito di tenere il primo turno di guardia. Aurora si rigirò sospirando, fino a trovarsi supina; prima giaceva rannicchiata e vicina al tepore del fuoco, ma voleva poter vedere le stelle, come era solita fare con sua madre quando da piccola non riusciva a prendere sonno. Forse quell’espediente poteva aiutarla a tenere lontani i mostri che le apparivano quando chiudeva le palpebre. Sfortunatamente, in quella parte della foresta, le cime frondose degli alberi erano talmente fitte che non si riusciva a scorgere il cielo.

«Mi chiedo cosa vi tenga sveglia, principessa.»
Aurora represse il debole sussulto che avrebbe certamente allarmato le altre; era talmente persa nei propri pensieri da non aver notato che non era l’unica a non riuscire a riposare.

Il pirata –ancora la principessa non sapeva se doveva chiamarlo Killian Jones, Captain Hook o non chiamarlo affatto- la stava osservando attraverso la luce fioca del fuoco quasi spento, il solito ghigno sfacciato che non scompariva mai completamente dal suo volto, nemmeno di fronte alla più rischiosa delle situazioni.
Ora quel sorriso era così ampio da raggiungere ed illuminare anche i suoi occhi; era chiaro che il fatto di averla spaventata lo divertiva immensamente.

«Non vi avrò mica spaventata, vostra altezza

C’era qualcosa nel modo in cui disse “vostra altezza” che fece digrignare i denti ad Aurora; l’uomo sembrava così spensierato da rasentare un insulto per la principessa.

«Certo che no.» rispose la ragazza con quanta più dignità riuscì a raccogliere, cosa difficile stando sdraiata sul suolo umido della foresta.
Aurora si sedette e si aggiustò attorno al corpo la sciarpa leggera, avvicinandosi poi al fuoco per porvi un paio di rametti secchi, raccolti poco prima, mentre le altre approntavano il campo per la notte.
 
Lanciò al pirata un’occhiata attraverso le lingue di fuoco che iniziavano a danzare in mezzo a loro: era sporco, e necessitava decisamente di radersi,  i suoi capelli erano un intricato guazzabuglio di colore scuro, in deciso contrasto con i suoi profondi occhi blu.
Aveva un brutto taglio sulla guancia destra, che si estendeva da sotto il suo occhio fin all’angolo della bocca –era un piccolo miracolo che quella ferita fosse l’unico segno della frettolosa discesa dalla pianta di fagiolo, intrapresa da lui ed Emma nel tentativo, riuscito, di recuperare una speciale bussola, alla quale un adirato gigante faceva la guardia, un gigante che si era preso il disturbo di inseguire i due fin quasi sulla terra-

«Vi fa male?» chiese, indicando la ferita, facendo ben attenzione a non sembrare preoccupata per lui. Era pur sempre un pirata, dopotutto.

«Cosa? Questo?» l’uomo alzò la destra per indicare la  propria guancia, ma le corde che lo trattenevano erano troppo corte per permettergli un’azione del genere; così Hook roteò gli occhi con un sospiro frustrato, talmente teatrale da non sembrare nemmeno vero, anzi, rasentava il canzonatorio.
Aurora si ritrovò a domandare a se stessa se ci fosse qualcosa che quell’uomo era capace di prendere sul serio.

«Non è niente.» concluse, infine, con una scrollata di spalle.  «Perché? Non sarete mica preoccupata per me, milady—» aggiunse ridendo.

Il pirata poteva fingere quanto voleva, ma Aurora aveva notato quel breve momento in cui il suo viso si era contorto in una smorfia di dolore, per poi tornare alla sua consueta espressione divertita.

«Certo che no.» rispose Aurora con sdegno crescente «Non siate ridicolo.»

Hook sembrò crogiolarsi nell’evidente disprezzo che la ragazza provava per lui. «Come siete sgarbata, principessa; e dire che per un momento sono stato sinceramente commosso. Ora, siate gentile, e passatemi la fiaschetta nera dalla mia borsa, volete?» chiese con un fare lusinghiero.

C’erano un sacco di risposte, non tutte gentili o nobili, che Aurora avrebbe voluto dargli; tuttavia decise di non spendere tali parole per un uomo incapace di prenderle per quello che erano: offese. Era ovvio che l’unico scopo del pirata fosse di infastidirla, quindi, invece di sprecare il fiato, si alzò e prese la sacca nera poggiata assieme agli oggetti degli altri viaggiatori. Cercò di non prestare attenzione a cosa ci fosse dentro mentre cercava la fiaschetta dell’uomo; quando l’ebbe trovata –anche senza aver visto il contenuto della borsa la principessa sentiva l’urgenza di lavarsi le mani, chissà cosa era stato lì dentro.- si sedette accanto al pirata, allungandogli il contenitore mentre faceva ben attenzione a mantenere una distanza di sicurezza.

Hook la guardò con un luccichio divertito nello sguardo. «Per quanto mi piacerebbe poter fare da solo, devo ricordarvi –e non parlo figurativamente- che ho le mani legate. Temo che dovrete aiutarmi voi, per cortesia.» Il suo ghigno si fece anche più sfacciato quando Aurora arrossì violentemente. La principessa tentò di dire qualcosa, ma era completamente ammutolita dall’imbarazzo in cui il pirata la stava mettendo, ma non voleva certo che Hook fosse capace di leggerle dentro, quindi alzò fieramente il mento e lanciò alla fiaschetta uno sguardo che avrebbe potuto incenerire un uomo; quando Aurora la stappò arricciò lievemente il naso all’odore pungente dell’alcool. «Ecco.» disse, ma l’uomo nei suoi occhi lesse chiaramente la parola ‘strozzatici’.

«Grazie.» Il pirata ammiccò appena in direzione della fanciulla, e alla giovane non sfuggì quella luce canzonatoria negli occhi quando vide le mani della ragazza tremare mentre avvicinava la fiaschetta alle sue labbra.
Il contenitore era quasi vuoto, la maggior parte del rum Killian lo aveva usato per la mano di Emma, che spreco. Ma dopo giorni di fatiche e il pericolo mortale corso quella mattina, Hook avrebbe decisamente gradito il famigliare calore che il liquido ambrato si lasciava dietro quando scendeva lungo la sua gola. Non appena il pirata ebbe bevuto fino all’ultima goccia di rum, la principessa lasciò cadere la fiaschetta vuota sul grembo dell’uomo.

«Proprio quello che mi serviva!» esclamò con lo stesso tono di un bambino a cui era stato concesso un dolce prima di cena.

Aurora alzò gli occhi al cielo. «Beh, non ci aiuterà con questo.» disse, indicando il taglio sulla sua guancia «Avreste dovuto usarlo per pulire la ferita.»
La principessa prese dalla pila di oggetti un fazzoletto ricamato, fingendo di non vedere lo sguardo canzonatorio che Hook gettò al pezzetto di stoffa pregiata, che la giovane inumidì con l’acqua presa dalla propria borraccia.
Aurora s’inginocchiò di fronte all’uomo –molto più aggraziatamente e gentilmente di quanto intendesse, visti gli ultimi scambi di battute con l’uomo- e portò il fazzoletto sul volto del pirata; la fanciulla non poté impedirsi di sorridere quando, istintivamente, Hook si ritrasse dalle sue cure. «Non ditemi che avete paura di un po’ d’acqua, capitano.»

«Sono spaventato dall’acqua tanto quanto lo sono dalle donne che mi guardano come fate voi, come se voleste uccidermi.» ghignò l’uomo, lasciandole tuttavia poggiare il fazzoletto umido sulla ferita. Per un attimo la principessa si ritrovò a sperare che il taglio non lasciasse una cicatrice. «E potete chiamarmi Killian, principessa.»

«Non sarebbe necessario guardarvi in quel modo se mostraste un po’ di cortesia, di tanto in tanto, capitano.» replicò Aurora, utilizzando di proposito la forma più cortese che conoscesse per riferirsi a lui.

«Vi ho portato la bussola, no?» Hook sembrava quasi offeso dalle parole della giovane «E non ho lasciato la Swan da sola con quel gigante. Vi avverto, da me non potrete pretendere molto più di questo.» Il pirata sostenne lo sguardo della fanciulla per qualche secondo; nei suoi occhi c’era qualcosa che Aurora non riuscì a decifrare.

«Anche se potrei provare a mostrarvi che con la mia mano so fare ben altro, se volete. Ma prima dovreste slegarmi.»

Aurora ritrasse il fazzoletto come se si fosse scottata. Improvvisamente fu consapevole di quanto vicina fosse all’uomo, e si sentì una stupida per l’effetto che le parole del pirata avevano avuto su di lei. Ma, più di tutto, si accorse che Hook aveva un particolare modo di guardarla, un modo che la rendeva particolarmente consapevole del fatto che mai era stata tanto vicina ad un uomo che non fosse Philip.
Quei pensieri la fecero sentire a disagio nuovamente, come se l’innocenza per la quale era stata tanto lodata fosse diventata un cruciale svantaggio in questo nuovo mondo in cui si era ritrovata tutto d’un tratto. La principessa si schiarì la voce, e provò a discostarsi appena dal pirata.

«Vi sto mettendo a disagio.» notò Hook, e non era una domanda, ma se fosse divertito dalla cosa fece un sforzo per non darlo a vedere. «Mi dispiace, principessa. Non sono abituato a stare in compagnia di dame come voi, e suppongo che vivere tra marinai per così tanto tempo non abbia giovato affatto alle mie buone maniere. Mi scuso.» disse, per poi indicare con il capo il fazzoletto che giaceva tra di loro «E’ stato molto gentile da parte vostra. Grazie.»

«Non è stato niente.» Sminuì immediatamente la giovane, allontanandosi un altro poco, quel tanto che bastava a farla sentire a proprio agio. Strinse le gambe al petto, e voltò il capo verso il tepore del fuoco che aveva iniziato nuovamente a scoppiettare vivace.

«Parlando della bussola.» Continuò lei, dopo qualche attimo d’imbarazzante silenzio. Aurora era piuttosto grata per il fatto che Hook avesse portato alla luce quell’argomento poco prima perché  voleva davvero parlarne, ma aveva l’impressione  che nessuno attorno a lei la volesse rendere partecipe delle informazioni veramente importanti. «Cosa facciamo ora che l’abbiamo? So che ci condurrà a quel posto chiamato ‘Storybrooke’, ma come andiamo laggiù se Cora ha ancora le ceneri che servono per aprire il portale?»

«Questa, mia cara principessa, è una domanda interessante, e la risposta lo è ancora di più.» Aurora lo guardò di sbieco; ora, senza gli stracci che aveva utilizzato per sembrare un modesto fabbro, sembrava davvero un corsaro. L’eroe affascinante che si poteva trovare nelle storie romantiche che le fanciulle adoravano bisbigliare dietro ad una porta chiusa. Ed anche se era legato, sanguinante ed esausto, la principessa trovava che ci fosse qualcosa di raggiante e luminoso in lui. Il pirata era, a parere della ragazza, un amante dell’avventura e del pericolo. «Ruberemo ciò che ci serve: le ceneri dell’armadio e— qualcos’altro.»

«Qualcos’altro?» chiese Aurora, improvvisamente interessata «Cos’altro ha Cora che ci serve?»

Hook non rispose subito, il suo sguardo sembrava lontano da lì, perso tra le fiamme che la principessa vedeva danzare negli occhi del pirata, mentre la mente di lui vagava per luoghi che la ragazza non aveva mai visto o udito. «La mia nave.» rispose infine, e c’era un che di triste nel modo in cui sorrise, qualcosa di amaro. «Cora ha la ‘Jolly Roger’, ed io ho tutta l’intenzione di riprendermela.»

 
  
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