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Autore: sisa    12/11/2008    2 recensioni
la storia parla di Marta una ragazza che a soli 25 anni è entrata a far parte della celebre squadra C-4 del dipartimento di polizia. Strano che una ragazza così giovane prenda questa decisione ma in realtà Marta nasconde un terribile segreto capace di annullare ogni sentimento....
Genere: Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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sto correndo forte, forse troppo,ho l'impressione che i miei polmoni non ce la faranno, non reggeranno una simile velocità,scoppieranno da un momento all'altro. Ma devo farcela lui è dietro di me, mi sta raggiungendo, è a pochi passi...NO! Mi sveglio di soprassalto, piuttosto sudata,era solo un brutto sogno. Ma pensa tu se a 25 anni suonati ho ancora gli incubi quando sono in tensione,penso, mentre guardo la radio sveglia sul comodino.6:30.Oddio!è tardi devo muovermi, è il primo giorno di lavoro non posso fare tardi. Corro in bagno e mi lavo in un secondo, legando in fretta e furia la lunga chioma bruna in una treccia, mi sembra di sentirla mia madre:"Marta, quando ti deciderai a tagliare questi benedetti capelli?!" ma a me per il momento vanno bene così. Ora è arrivato il momento della fase critica:cosa indosso? è un ambiente piuttosto formale non posso presentarmi con i soliti jeans e maglietta. Guardo indugiando l'armadio, potrei mettere questi pantaloni a scacchi (un orribile regalo di mia madre)hanno senz'altro un'aria più formale; li indosso, ma li tolgo subito,non mi convincono,troppo seriosi,non sono nel mio stile. Alla fine opto per un paio di jeans,giacca nera, maglietta rossa,il tutto accompagnato da un paio di convers rosse.. afferro la borsa al volo e mi catapulto per le scale,per la strada corro come un' ossessa, la gente penserà che sono pazza. E per un momento mi immagino delirare per le strade,fare quello che mi pare, arrivare in ritardo di sei ore all'appuntamento,uscire ridendo, mettermi a saltare, ballare e cantare per le strade,incurante degli sguardi allibiti di alcuni e dei sorrisi perfidi di altri. Mi ridesto dal mio pensiero mentre vedo sopraggiungere l'autobus e mentre salgo penso che mi dispiace ma per ora il mondo dovrà accontentarsi della solita Marta.Una volta salita sull'autobus per non pensare a quello che mi aspetta passo il tempo ad osservare le persone. Mi piace guardare i loro volti, una volta lessi che le rughe dovrebbero indicare soltanto dove sono stati i sorrisi, e da quel giorno ogni volta che prendo un autobus,un treno o mentre sono semplicemente in una sala d'aspetto mi soffermo sui volti delle persone per scorgere una traccia di quel sorriso che è stato. Effettivamente a quest'ora non sono in molti a prendere questo pullman. In un angolo c'è una signora con due bambini. Quarant'anni circa,faccia tirata,priva di rughe,ma sofferente, si vede dall'espressione, prende il cellulare, la sento implorare qualcuno di venire a prenderla "tu non ci sei mai quando ho bisogno di te, io e i bambini dobbiamo sempre cavarcela da soli" probabilmente un marito troppo impegnato per intererssarsi di lei. Intanto i due figli litigano e si spingono irritando un anziano signore seduto poco lontano che impreca a voce troppo alta. Nel frattempo arrivo alla mia fermata, mentre scendo guardo l'orologio 7:45, penso che sorprendentemente sono arrivata addirittura in anticipo. Cerco con lo sguardo un grande palazzo e finalmente lo scorgo alla fine della strada, lo raggiungo. La scritta che risplende beffarda mi da la conferma che sono arrivata a destinazione: "Dipartimento di polizia. reparto rapine e omicidi".
  
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