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Autore: rainbolouis    27/12/2014    1 recensioni
Ma le cose sono cambiate, il governo di Capitol City è caduto un altra volta, la presidente Paylor è stata uccisa e Plutarch è stato imprigionato nelle segrete della ex villa del presidente Snow, che subisce chissà quali torture ogni giorno.
Quando hanno passato la notizia al telegiornale Mamma è scappata su in camera, seguita da papà a ruota, -Uno spreco di vite e di forze Peeta! Sai che vuol dire? Che è stato tutto inutile.-
La rivolta dei Ribelli, tutte quelle vittime, la Zia compresa, tutto gettato al vento.
Ci addormentiamo tutti e tre stretti l'uno all'altra lasciandoci cullare l'uno dal profumo piacevole dell'altro.
So cosa è successo nel sogno della mamma. So cosa succederà domani. So che questo potrebbe essere la mia ultima sera insieme a loro.
Non riesco ad evitare di sognare quello che accadrà, e quella voce mi tormenta , ancora e ancora, tutta la notte.
-Felici Hunger Games! E possa la fortuna sempre essere a vostro favore!-
Capitol City ha voglia di riscattarsi con questa edizione e non ci pensa nemmeno a farsi ingannare un'altra volta.
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri tributi, Katniss Everdeen, Nuovo personaggio, Peeta Mellark
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prologo


I miei strani sogni vengono interroti dalle urla di mia madre.
Ci risiamo, oramai ci siamo tutti abituati, alle notti insonni dico.
Mi avvio a piedi scalzi verso quella che è la camera da letto di mia madre, la porta cede sotto il mio lieve tocco e si apre scricchiolando, rivelando l’esile figura di mia mamma rannicchiata tra le braccia di papà.

-Mamma..- la voce mi esce molto più lieve di come avrei voluto, sembra quasi un sussurro assorbito da quelle grandi pareti.

Papà scosta il piumone e con un lieve cenno della testa, mi fa capire di entrare nel caldo letto insieme a loro.
Le mie piccole braccia si avvolgono intorno al collo di mia mamma, quando papà finalmente la lascia andare. Esita un po’ prima di stringermi forte al suo petto, portando le mani sulle mie trecce scure e affondandocele. 
So a cosa sono dovuti quegli incubi, anche se mamma non me ne parla mai, la sento, quando si confida con papà; di solito sono nascosta in un armadio a leggere o mi trovo nel mezzo del corridoio davanti alla porta della sua camera.

-Mamma andrà tutto bene, per favore stai tranquilla.-
Allento leggermente la presa ma lei mi impedisce di staccarmi dal suo petto.

Ho letto quel libro innumerevoli volte, di solito quando mamma è fuori a caccia e papà è intento in cucina o giù al forno nel Distretto, lo leggo e lo rileggo fino a che non tornano.
So degli Hunger Games , so della piccola Rue, so della Zia Prim, dalla quale ho preso il nome, e non mi stanco mai di sentir mamma che mi racconta di Gale:

-Oh andiamo, vorrei ricordarti quando a Capitol City quella sera nella cantina di Tigris sembravate quasi amici.- Diceva sempre la mamma prendendo in giro papà, quando roteava gli occhi al cielo.

Ma le cose sono cambiate, il governo di Capitol City è caduto un altra volta, la presidente Paylor è stata uccisa e Plutarch è stato imprigionato nelle segrete della ex villa del presidente Snow, che subisce chissà quali torture ogni giorno.
Quando hanno passato la notizia al telegiornale Mamma è scappata su in camera, seguita da papà a ruota, -Uno spreco di vite e di forze Peeta! Sai che vuol dire? Che è stato tutto inutile.-
La rivolta dei Ribelli, tutte quelle vittime, la Zia compresa, tutto gettato al vento.

Ci addormentiamo tutti e tre stretti l'uno all'altra lasciandoci cullare l'uno dal profumo piacevole dell'altro.
So cosa è successo nel sogno della mamma. So cosa succederà domani. So che questo potrebbe essere la mia ultima sera insieme a loro.
Non riesco ad evitare di sognare quello che accadrà il giorno dopo, e quella voce mi tormenta , ancora e ancora, tutta la notte.
-Felici Hunger Games! E possa la fortuna sempre essere a vostro favore!-

Capitolo 1

Gli Hunger Games sono cambiati da l'ultima volta che sono stati "giocati".

I tributi da sacrificare saranno dodici, uno per ogni distretto.

Il distretto 13 è stato distrutto subito dopo che Capitol City è riuscita a risollevarsi e a uccidere la Paylor.

L'esercito riuscì ad entrare nel Distretto sotterraneo manomettendo tutti i sistemi di sicurezza, e uccise ogni singola pesona una alla volta, tutti, e in seguito, l'hanno fatto esplodere in modo che non ci fosse più traccia di niente e nessuno. La cosa più deplorevole è che la scena più che raccapricciante venne trasmessa in ogni televisore di Panem, dopo tutto, chi si perderebbe uno spettacolo del genere?.

I Giochi si terranno sulle ancora tossiche macerie di quello che una volta era il 13 e nel bosco da cui un tempo era circondato; non ci sono tantissimi nascondigli dal momento che entro una settimana almeno undici tributi devono essere morti. Dico 'almeno' perché un'altra regola è che non è obbligatorio che ci sia un vincitore.

L'avranno di sicuro fatto per evitare scene come quelle della 74esima edizione, dove mia madre e mio padre fecero finta di voler suicidarsi tentando di ingoiare i morsi della notte.

****

Seguo mia mamma a ruota mentre inizia a salire le scale fin troppo in fretta per me e i miei riflessi mattutini, e entro dopo di lei dentro la piccola e oramai fredda, stanza da letto.

Tengo con una mano l'angolo dell'asciugamano che ho arrotolato addosso, e aspetto che finisca di farmi i capelli.

Mi ci vuole solo un momento a capire che è l'acconciatura che portava lei alla mietitura dove venne estratta zia Prim.

Un caldo sorriso le compare sul volto mentre mi giro incrociando il suo sguaro col mio:

-Sei bellissima- Quasi sussurra. Penso me l'abbia fatta perché quando camminerò attraverso l'affollato campo e le telecamere ci inquadreranno, tutti si accorgano che io sono la figlia della "Ragazza Di Fuoco". I miei pensieri vengono interrotti dal freddo tessuto che mia madre mi lascia sulle mani prima di uscire lentamente dalla camera da letto, la vecchia tenuta da Ghiandaia Imitatrice.

Passo qualche minuto a rigirarmela tra le mani, e qualcun'altro ad ammirarla in tutto il suo splendore. Anche se un po' ammaccata è fantastica, penso proprio che siano queste imperfezioni a farla sembrare così bella.

Mi ammiro allo specchio dopo essermi infilata gli scarponcini, ho un aspetto fantastico. I capelli color miele sono raccolti dietro la testa in quella fantastica acconciatura, la tenuta mi sta perfetta mettendo in risalto i punti giusti e ricadendo sulle mie curve in modo stupefacente

Papà distoglie lo sguardo quando scendo le scale inchiodando gli occhi di mia madre seria alla vista della sua bambina con la sua vecchia tenuta.

Mi fermo davanti a lei continuando a reggere il suo sguardo blu, gli occhi li ho presi da lei, e anche l'aria dura nonostante il buon cuore.

-Pronta?- Mi chiede papà da dietro le mie spalle.

-Quasi.- rispondo sorridendo verso mia madre.

Ricevo un luminoso sorriso mentre mi pinza la spilla sul taschino sulla spalla.

****

Ace è ancora troppo piccolo perché il suo nome finisca dentro quella ciotola sopra il palco.

Tanti piccoli foglietti sono ammassati all'interno di quest'ultima. Mi guardo intorno. Tutti i ragazzi stanno recitando qualche preghiera, chiedendo di non essere sorteggiati.

E pensare che uno di loro andrà a scontrarsi per la sopravvivenza in quel terribile posto.

-Oh andiamo Prim, non dispiacerti per loro! Potresti essere tu quella a dover andare.-
Scuoto freneticamente la testa tentando di far star zitta la mia stupida coscienza anche solo per un minuto.

Un martellante dolore inizia a farsi largo nel mio cranio mentre la giovane ragazza parla a voce fin troppo alta dentro il microfono, non ci capisco molto ma la sua mano che scivola velocemente nella ciotola, mi fa riprendere coscienza.

Non sono io.

E' un ragazzo, il nome mi sembra fin troppo famigliare, ma il viso non mi dice niente di che, certo l'ho visto da qualche parte in giro per la piazza ma non lo conosco.

Mi giro sollevata cercando lo sguardo di mia madre che mi rivolge un leggero e veloce sorriso.

Saranno loro due a dover fare da mentore al ragazzo giù a Capitol City e non sarà un piacere veder andare a morire il giovane di cui ti sei occupata.

Quando i portoni del municipio si chiudono rumorosamente dietro la spumeggiante ragazza, alcuni pacificatori e il giovane uomo, mi avvio verso mia madre.

-Dove vai?- le dico mentre inizia a incamminarsi verso il portone centrale dell'edificio.

-A conoscerlo.- mi risponde tentando di parlare sopra la folla.

Mi si forma un cipiglio sulla fronte mentre cerco di tenerle il passo.
 

  
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