Film > Lo Hobbit
Ricorda la storia  |      
Autore: lapoetastra    28/12/2014    6 recensioni
Il suo corpo perse peso, divenendo leggero come una piuma, afflosciandosi come un burattino a cui vengono improvvisamente tagliati i fili.
E cadde, sempre più giù, sempre più velocemente.
L'unica cosa che udiva in quel silenzio assordante era il suo nome, urlato dal fratello in preda alla disperazione.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Sto cercando L'orco Pallido, Azog il Profanatore.
Deve essere qui, per forza, nascosto da qualche parte.
Ho gli occhi aperti e le orecchie tese, pronto a captare il più minimo rumore che segnali la presenza del nemico.
Ma non si sente niente, assolutamente nulla, ed il silenzio mi spaventa ancora di più.
Cammino, un passo dopo l'altro, e vedo di colpo Thorin e Dwalin fermi a pochi metri davanti a me, con lo sguardo rivolto all'insù ed un'espressione preoccupata e seria sul volto marmoreo.
Mi avvicino, titubante.
Rimango un po' in disparte da dove sono loro, ed alzo anche io lo sguardo, nonostante qualcosa mi dica di non farlo, per chissà quale strano motivo.
E lo vedo lì, fermo tra le braccia di Azog.
"Lascialo! Non lo fai respirare!", vorrei urlare, ma la bocca mi si è di colpo seccata e la gola non ne vuole sapere di pronunciare parole di senso compiuto.
Dovrei correre da lui, uccidere quel mostro che sta osando fargli del male, ma anche le mie gambe sono paralizzate, inchiodate al terreno come se fossero ricoperte da cemento.
Lui mi guarda, e con quello sguardo riesce a trasmettermi più di quanto potrebbe mai dirmi a voce.
E' sempre stato così, fin da quando eravamo piccoli: ci leggiamo nel pensiero, come avviene adesso.
Capisco dai suoi occhi che vuole rassicurarmi, che andrà tutto bene, che ogni cosa si risolverà nel migliore dei modi.
Che mi è vicino.
Mi aveva promesso che mi sarebbe rimasto accanto in ogni momento, qualunque cosa fosse accaduta.
E di colpo il mio sguardo si annebbia, e non sono sicuro di aver visto quello che è successo.
Perchè non è possibile, e di certo mi sto ingannando.
Sbarro gli occhi, più che posso, fino quasi a farli uscire dalle orbite.
Voglio vedere, sapere.
Prego Durin di essermi sbagliato.
Capisco che non è così quando lo vedo accasciarsi come un pupazzo.
Mi guarda ancora, cerca di sorridermi, ma non ci riesce.
< Scappate >, sussurra piano.
Ma io non posso fare altro che continuare a fissarlo a bocca aperta, stravolto dal dolore, come se fossi stato colpito io stesso.
Tutto accade come in un incubo, al rallentatore, e rimango imbambolato a guardarlo cadere scompostamente a pochi passi da me.
Vorrei correre da lui, so che devo farlo, ma sto immobile a chiamare il suo nome come se potesse rispondermi.
< No! >, grido poi, ma tanto lui non può più sentire niente, ormai.
E' morto, ed è come se lo fossi anche io.



Fili sentì una mano grossa, viscida e rugosa stringergli forte la gola.
Cercò di scalciare, di liberarsi, in qualche modo, ma non ci riuscì.
Ed il fiato stava già iniziando a mancargli.
Percepì il suo aguzzino camminare con passo traballante e malfermo e, una volta giunto a quella che doveva essere la destinazione, lo scagliò sulla roccia dura e fredda senza troppe cerimonie.
Fili riuscì a girarsi, a fatica, per vedere cosa fosse successo e chi lo tenesse prigioniero.
Azog.
Il giovane nano cercò di estrarre la spada per difendersi, ma gli orchi erano stati sorprendetemente furbi e gliel'avevano portata via.
L'Orco Pallido non perse un attimo di tempo e lo riafferrò per il collo, togliendogli ancora una volta il respiro.
E Fili si spaventò, in quel momento, più di quanto era mai stato in tutta la sua vita durante le interminabili battaglie in cui si era trovato coinvolto.
Perchè quella vocina interiore che nei combattimenti ed i momenti difficili gli diceva che ogni cosa sarebbe andata per il verso giusto, adesso taceva, perforandogli le orecchie con il suo assordante silenzio.
Azog, sempre tenendolo stretto nella sua possente ed inallentabile morsa, lo condusse incespicando al termine dell'altura sulla quale di trovavano.
Fili riuscì a guardare giù, e ciò che vide gli diede per un attimo un briciolo di speranza.
Lì sotto, a pochi metri da lui, c'erano Thorin e Dwalin, con le armi in pugno e lo sguardo truce, pronti senza dubbio a combattere per salvargli la vita.
Era fatta, contro ogni previsione, non aveva più niente da temere.
Ma di colpo sentì un dolore acuto, penetrante, in mezzo al costato.
Non riuscì a capire cosa fosse accaduto.
Appena però vide il sangue rosso e caldo imbrattargli la cotta di maglia, allargandosi come una macchia d'olio, seppe che non era fatta.
Era finita.
Quando Azog estrasse la lunga spada che gli aveva piantato fino all'elsa nel petto, Fili non provò niente, e quasi non se ne accorse neanche.
I suoi occhi, che già iniziavano a velarsi e a perdere luce, erano piantati in quelli umidi di lacrime di rabbia e dolore di Kili, giunto proprio in quel momento per chissà quale triste scherzo del destino.
E l'espressione che vide nello sguardo del fratello minore, a Fili fece più male di qualsiasi lama affilata.
< Scappate >, cercò di mormorare con il poco fiato che gli era rimasto, ed implorò Durin che lo avessero udito.
Voleva solo che i suoi compagni si mettessero al sicuro, e non gli importava del fatto che Thorin e Dwalin erano rimasti fermi con le mani in mano, senza fare niente per salvarlo.
Poi, d'improvviso, l'oscurità piombò davanti ai suoi occhi come se fosse stato avvolto da una pesante coperta di lana.
Il suo corpo perse peso, divenendo leggero come una piuma, afflosciandosi come un burattino a cui vengono di colpo tagliati i fili.
Ed il giovane nano cadde, giù dall'altura, sempre più velocemente, ma non percepì l'impatto con il duro terreno.
< Fili! Fili! No! >, sentì urlare Kili.
Fu l'ultima cosa che udì, ed il dolore e la disperazione con cui il fratello aveva pronunciato quelle parole, insieme alla consapevolezza che non aveva mantenuto la promessa di rimanergli sempre accanto, lo trafissero ancora e ancora, mille e mille volte, senza che ci fosse alcuna spada.
Ma fu solo un attimo.
Poi non fu più in grado di pensare a nulla.
 
   
 
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Lo Hobbit / Vai alla pagina dell'autore: lapoetastra