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Autore: Nessie26    28/12/2014    1 recensioni
SPOILER (3x09): non leggete se non avete visto la terza stagione e soprattutto il midseason finale.
La storia prende vita quando la notizia della morte di Oliver giunge a Starling City.
Genere: Avventura, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Felicity Smoak, Malcolm Marlyn, Oliver Queen, Roy Harper, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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«Oliver Queen è morto.».

La sua voce era ferma, il suo sguardo grave e gli occhi seri mentre pronunciava quella frase, breve ma così tagliente da lacerarti l'anima con un solo colpo e così pesante da frantumarti il cuore in pezzi così piccoli da non poterli più mettere assieme.

Tutto si fermò per un attimo, persino il battito del mio cuore.

Era come se quelle parole arrivassero da lontano. Un'eco indefinita.

Improvvisamente mi sentì come se mi trovassi cento metri sott'acqua e qualcuno mi parlasse in superficie.

Malcom Merlyn alzò la spada che teneva in mano e dopo avergli dato un ultimo sguardo, la posò sulla scrivania accanto a me. Era vero, dunque. Era quella l'arma che l'aveva trafitto mortalmente. La guardai e non potei trattenere un tremito improvviso.

Si spense tutto nella mia mente. Chiusi gli occhi e il buio era totale. Il silenzio nella mia testa assordante.

Quando riaprì gli occhi, Merlyn non c'era più ed ero completamente sola.

Alzai gli occhi verso la rampa di scale in ferro. Non riuscivo neanche a ricordare tutte le volte che avevo sentito quel rumore metallico sotto il peso dei suoi passi mentre vi camminava sopra per andare in missione o quando tornava al covo, da me.

Ma non sarebbe più tornato, non l'avrei più rivisto.

Quel pensiero mi fece perdere il contatto con tutto il resto e caddi sul pavimento gelido. Il freddo penetrò la pelle, facendomi rabbrividire fin dentro le ossa. Ma il gelo che sentivo era nulla in confronto a quello che avevo nel cuore.

L'impotenza mi sconvolse fin dentro l'anima. Non c'era nulla che potessi fare per rivedere quei meravigliosi occhi blu.

Non riuscivo a immaginare un dolore più intenso di quello che stavo provando, niente avrebbe potuto spezzarmi di più.

Gli occhi mi bruciavano e le lacrime iniziarono a solcarmi piano le guance, una dopo l'altra, lasciando come dei segni sulla pelle.

Mi rialzai e andai meccanicamente verso la teca di vetro contenente il suo costume di pelle verde; la poca luce della stanza e le lacrime mi offuscavano la vista tanto da farmi credere, per un attimo, di averlo di fronte a me in carne ed ossa. L'illusione durò troppo poco.

La consapevolezza, la rabbia, l'impotenza fuoriuscirono improvvisamente dalla mia mente, riversandosi dentro di me con una forza brutale, capace di distruggere tutto ciò che avessi trovato di fronte a me.

Come impazzita colpii più volte il vetro con entrambi i pugni, così forte da farlo esplodere in migliaia di piccoli pezzi. Il vetro mi si conficcò nei palmi delle mani facendomi sanguinare.

Afferrai il suo costume con le mani sanguinanti e lo strinsi a me, annusandolo per sentire il suo odore, per trovare una traccia di lui in quel pezzo di stoffa fredda.

Non potevo lasciarlo andare così, non potevo perderlo. Non ero pronta per questo. Non poteva essere morto per davvero, non il mio Oliver.

Lasciai cadere il costume, scottava tra le mani come fuoco.

Mi diressi verso la mia scrivania e mi sedetti al solito posto, di fronte a quei computer che in tante occasioni ci avevano aiutato durante le missioni.

I ricordi mi assalirono come cani inferociti e famelici, pronti a sradicare qualsiasi brandello di gioia dentro di me. Chiudere gli occhi e rivedere il suo viso era straziante, ma allo stesso tempo non concepivo una balsamo migliore per la mia anima.

Le mani bruciavano, così presi la cassetta del pronto soccorso e iniziai a togliere i frammenti di vetro conficcati nella carne, un pezzo dopo l'altro. Avevo due tagli profondi sulla mano destra e diverse ferite anche nell'altra mano. Era necessario qualche punto di sutura, così dopo aver tolto in modo sommario il sangue dalle dita, avvolsi malamente la mano destra in un asciugamano pulito, che presto iniziò a colorarsi di rosso. Dovevo andare in ospedale.

Con una calma innaturale presi le chiavi, la borsa e lasciai il covo senza più guardare ai danni che avevo fatto. Una volta richiusa la porta alle mie spalle, mi diressi verso l'auto parcheggiata al solito posto dietro al Verdant.

Non riuscii a non pensare che quello non sarebbe più stato il solito posto. Adesso che Oliver era morto non potevamo più andare alla fonderia. Nessuno del team aveva una scusa valida per trovarsi lì ogni giorno.

Oliver era morto e in un solo istante si era portato via tutto, anche la mia vita.

Dopo aver vissuto accanto a lui, sconfiggendo criminali e cercando di eliminare il male che come un cancro si era insinuato in città, non potevo più tornare alla vita di prima, alla mia noiosa esistenza.

Prima di conoscere Oliver Queen credevo di essere felice, non mi mancava nulla.

Avevo un lavoro in una delle aziende più rinomate della città, avevo una posizione davvero invidiabile per la mia giovane età. Mi ritenevo fortunata... eppure adesso tutto quel mondo non significava più nulla, era una realtà vuota e incolore.

Con Arrow era cambiato tutto, ogni cosa aveva assunto un sapore diverso.

'Oliver Queen è morto', il ricordo di quelle parole fu come un pugno dritto allo stomaco e non potei far a meno di crollare sul volante dell'auto e lasciarmi andare ad un'altra ondata di lacrime.

L'avevo lasciato andare senza dirgli che lo amavo. Se n'era andato senza sapere quali fossero i miei veri sentimenti. Due piccole, semplici parole che non gli avrei potuto più dire: Ti amo.

Non potevo torturarmi più di quanto non lo stesse già facendo la vita, pertanto continuai a ripetermi che non c'era stato bisogno di dire nulla. Oliver sapeva esattamente cosa provassi per lui senza che glielo dicessi a parole. Per lui ero come un libro aperto.

Mi asciugai gli occhi con il dorso delle mani, accesi il motore e mi diressi verso l'ospedale con la morte nel cuore.


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Nota dell'autore.

Quella che avete appena letto è la prima storia che pubblico. So benissimo che la storia è intrisa di tristezza e sofferenza, ma spero davvero che vi piaccia, se così non fosse vi prego di farmelo sapere (sono curiosa di conoscere le vostre opinioni). 
Grazie di cuore a coloro che dedicheranno del tempo per leggere questa storia e a coloro che scriveranno una recensione.
 

 

   
 
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