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Autore: EternalSunrise    29/12/2014    3 recensioni
E' buffo come una singola scelta possa cambiare il destino di una persona. Sora, questo, lo sapeva perfettamente, perché fu a causa di un semplice cambio d'idea che fu costretto a passare delle vacanze natalizie “memorabili”.
Genere: Azione, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Axel, Nuovo personaggio, Organizzazione XIII, Riku, Sora
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun gioco
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Second chapter: Hana

 

Per quel che mi riguarda se ne può anche andare subito.”

Ma non vedi in che stato è?“

Non mi interessa. Non ospiterò mai persone come lui!”

Lui non centra nulla. Non puoi continuare a dare la colpa al primo che capita e poi questa non è solo casa tua, la decisione spetta anche a me.”

D'accordo. Però non contare minimamente sul mio aiuto.”

***

Non si è ancora svegliato?”

Credevo non ti importasse.”

M'importa dal momento che più tempo rimane privo di sensi, più dovrò aspettare la sua partenza.”

Carino da parte tua preoccuparti in questo modo...”

Invece di fare dell'ironia pensa a svegliarlo. Deve andarsene.”

***

“Ehy?”

Fu una voce a svegliarlo. Una voce giovanile, dolce, pacata e... femminile? In realtà fu quel dettaglio a farlo svegliare. Non che fosse fissato con le voci femminili, però non ricordava di essere in compagnia di una ragazza. Non era nemmeno in compagnia di un ragazzo, certo, però una voce più rude come quella non avrebbe di certo avuto lo stesso effetto. Aprì di scatto gli occhi levandosi a sedere con quasi altrettanta velocità, ma la forte luce proveniente da chissà dove e il capogiro che gli venne, gli fecero coprire con una mano gli occhi e lo fecero tornare lentamente alla posizione iniziale, facendogli emettere un mugolio di fastidio. La voce ridacchiò leggermente, poi sentì dei passi dirigersi verso un punto a lui sconosciuto. Ci fu un fruscio sordo, poi la luce si attenuò permettendogli di abbassare la mano e aprire gli occhi. Quando mise a fuoco ciò che lo circondava, notò che si trovava in una stanza arredata in stile Liberty, dove ogni cosa era decorata da ghirigori e disegni floreali. Poi notò anche che la forte luce che un attimo prima l'aveva quasi accecato, proveniva da un'enorme porta a finestra che si apriva su un balcone e che ora era per metà coperta da una spessa tenda bordeaux. Infine, notò colei che lo aveva gentilmente svegliato. Proprio come aveva supposto dal timbro di voce, era una giovane ragazza. Aveva lunghi capelli neri con le punte bianche, lisci e tutti ordinatamente raccolti in una coda alta, escluso il ciuffo che le ricopriva la fronte e un paio di ciocche ai lati della testa. Gli occhi erano blu ghiaccio e le labbra rosse. La pelle era nivea e il suo fisico asciutto. Indossava un semplice top senza spalline di un blu molto acceso, un paio di pantaloni in pelle neri con in vita una cintura rivestita da piccole placche in metallo, delle decolté abbinate al top e una giacca in pelle -dello stesso colore del pantalone- lasciata aperta. Al collo portava una collana a fascia nera in stile gotico, dalla quale pendeva una croce del medesimo colore. Gli venne istintivo paragonarla a una pantera. Sensuale ma letale -anche se di questo non poteva esserne certo. La ragazza se ne stava tranquillamente poggiata alla scrivania in rovere scuro vicino alla porta finestra, a fissarlo con un dolce sorriso sulle labbra.

Distolse lo sguardo leggermente imbarazzato e lo posò sull'enorme quadro appeso alla parete destra, raffigurante un'enorme villa circondata da alberi su di una collina.

“Dove mi trovo?” ebbe il coraggio di chiedere anche se con voce un po' roca, dato che si era appena svegliato.

“Nello stesso luogo che vedi dipinto nel quadro.” rispose quella gentilmente, senza scomporsi.

Sora si alzò lentamente e si avvicinò al quadro per osservarlo meglio. La casa era stata costruita su base rettangolare con dei mattoni rossi; vi erano numerose finestre, persino sul tetto accompagnate da quattro comignoli; nella facciata frontale si poteva vedere l'ingresso sotto a un piccolo portico in legno dipinto di bianco; sopra ad esso vi era un terrazzino, forse lo stesso che poteva vedere dalla finestra. Dalla porta partiva una scala che conduceva fino a uno steccato un po' trasandato, ove vi era affiancato un piccolo pozzo per raccogliere l'acqua. Poco distante, sulla sinistra, era raffigurato un albero e al suo fianco degli altri. Egual cosa sulla destra, ma al posto del pozzo vi era una casupola in legno, che probabilmente veniva usata come piccolo deposito degli attrezzi da giardino. Dietro a questa casupola si potevano scorgere in lontananza delle scuderie, mentre attorno alla villa vi erano altre casette leggermente più piccole, forse tutte collegate a quella principale. Tra i particolari minori, come un paio di barili vicino a un carretto, in basso a sinistra vi era dipinto un uomo con un fucile in mano, probabilmente di ritorno da una battuta di caccia. Il quadro in basso a destra era datato 1819 e firmato da un certo Washington Allston. L'insieme era molto armonioso e dava a Sora una gradevole sensazione di beatitudine, come se si trovasse a casa sua, a Nottingham.

“È davvero stupenda.” disse sorridendo.

“Sono d'accordo. Anche se mio padre tempo fa ha fatto apportare qualche piccola modifica, ha conservato il suo immenso fascino.” raccontò la ragazza.

Sora si voltò a guardarla “Che genere di modifiche?” chiese, cercando di non essere troppo invadente.

Lei fece una mezza risata, provocata forse dalla curiosità dell'altro, poi si avvicinò alla finestra e spostò a lato la tenda che la copriva per metà. Girò la maniglia e spalancò le due porte, facendogli poi segno di seguirla. Lui non se lo fece ripetere e uscì in balcone, notando che non era in legno, come illustrato nel dipinto, bensì in marmo. Stessa cosa per le due colonne del porticato. Altro dettaglio molto visibile era il muro in mattoni rossi, alto circa due metri e mezzo, che sembrava circondare l'intera tenuta. Alla fine delle scale che conducevano alla porta d'ingresso vi era un cancelletto in ferro verniciato di nero e a fianco ce n'era uno uguale ma più grande, probabilmente usato per i veicoli. Dove nel quadro era stato dipinta una casupola, vi era un garage di modeste dimensioni, mentre al posto degli alberi c'era una spaziosa strada e al di là di essa la foresta. Il resto, dal balcone, non si riusciva a vederlo, ma Sora giurò che anche le scuderie fossero state trasformate in qualcos'altro.

“Questa tenuta appartiene alla mia famiglia da molte generazioni, per questo nel dipinto è stata rappresentata in quel modo. Allora molte cose non erano ancora state inventate e quando l'abbiamo ereditata mio padre ha ritenuto opportuno fare qualche cambiamento per adattarla ai nostri tempi e renderla più confortevole, senza però toglierle quella sensazione di vissuto che ci ha sempre fatti sentire a casa, anche la prima volta che l'abbiamo vista.” gli raccontò.

Sora annuì leggermente, per confermare quell'ultima parte, poi si schiarì la voce “Potresti dirmi cosa è successo e come sono arrivato qui?” domandò.

La ragazza gli sorrise, poi inclinò leggermente la testa all'indietro per poter osservare meglio il cielo “Cosa sia successo non lo so. Io ti ho solo trovato privo di sensi per strada con la febbre alta, mentre tornavo a casa. Mi sono limitata a portarti qua e assicurarmi che ti riprendessi.” rispose.

Sora arrossì leggermente sbiascicando un grazie “Comunque sono finito in quelle condizioni principalmente per colpa del vento. Ero uscito verso le undici di sera per farmi un giro della città anche di notte, ma poi verso le tre si è alzato il vento ed è iniziato a piovere. Mi ero munito di ombrello e cartina per cercare di ritornare in albergo, ma l'aria me li ha fatti volare via. Così mi sono perso. Tra l'altro il cellulare mi si era scaricato durante la passeggiata e a quell'ora era tutto chiuso. Ho girovagato per circa due ore e mezza, nel frattempo credo mi sia venuta la febbre e presumo sia stato proprio a causa di quella che abbia perso i sensi.” spiegò.

Fu il turno della ragazza di annuire, d'accordo con le parole del ragazzo “Se ti può interessare sei rimasto incosciente per due giorni e mentre dormivi dicevi qualcosa come 'è colpa di Tidus' ” lo informò lei ridacchiando alla fine della frase.

A quella informazione il ragazzo rimase leggermente incredulo, perché ciò voleva dire aver disturbato la ragazza e la sua famiglia per ben quarantotto ore e ciò non se lo sarebbe perdonato facilmente. Non voleva essere di peso a nessuno, specialmente a persone che nemmeno conosceva. Però faceva bene a lamentarsi di Tidus, suo fidato compagno di scuola insieme a Wakka. I tre si erano organizzati qualche settimana prima per andare a Boston durante le vacanze di Capodanno. Avevano già fatto i biglietti e prenotato le camere, ma Tidus aveva deciso di non partire giusto giusto il giorno prima, trascinandosi dietro Wakka e lasciando il povero Sora a partire da solo per non sprecare il volo. Se Tidus non avesse cambiato idea all'ultimo momento, probabilmente Sora non si sarebbe mai perso durante un acquazzone, ma il passato era passato. Lui doveva pensare al presente. Ad esempio, che fine avevano fatto i suoi vestiti? Perché non ricordava di essere uscito con un pigiama invernale grigio addosso. Dopo che furono rientrati in stanza pose la domanda alla ragazza, che gli indicò i suoi abiti, puliti e ben piegati, posati sulla sedia vicino al comò -una camicia bianca accompagnata da un paio di jeans e un un pull azzurro in cotone, rivestito internamente ad orsetto. Lei fece per uscire, ma Sora la bloccò dicendole di aspettare “Non mi sono ancora presentato. Io sono Sora Sullivan.” le disse.

Lei posò la mano destra sulla maniglia della porta, che era rimasta socchiusa fino a quel momento, l'aprì e si fermò subito dopo essere uscita. Si voltò verso di lui sorridente “Hana. Hana Davenport.” disse prima di chiudere la porta e andarsene, lasciandolo da solo nel silenzio assoluto.


 


Rieccomi con il secondo capitolo :) 
Spero che in questo capitolo si inizi a capire qualcosa (solo una piccola parte del guscio della storia xD). Vi avevo detto che Sora sarebbe stato un po' OOC, beh forse all'inizio non vi sembrerà vero, ma posso garantire che lo sia xD o almeno a me ha dato questa impressione... giudicate voi man mano che posto i capitoli! ;)
Se la casa/tenuta vi dovesse sembrare familiare è assolutamente normale u.u ho deciso di ambientare parte del racconto nella Tenuta di Davenport di ACIII, che ho amato davvero tanto <3 nonostante ogni volta mi ci volessero delle ore per raggiungerla o da Boston (da qui l'idea di ambientarla, appunto, in questa città) o da New York... sì, lo so che si potevano usare le carrozze e altro per spostarsi più velocemente, ma sono ancora ai tempi di Ezio dove dovevi farti tutti i tragitti a piedi o a cavallo, che in questi giochi è il miglior amico dell'uomo <3 (curiosità: avete mai giocato a uno dei numerosi capitoli di AC? Se sì, qual è il vostro preferito?). Vi lascio una delle tante belle immagini che ho trovato della casa (per vederla meglio cliccate sopra).
Heberger image
Comunque, Hana
 è entrata sin da subito in gioco. Come ho già detto, le ho voluto fare un piccolo cambio di carattere, che però credo sia più visibile tra un paio (forse il prossimo) di capitoli... o forse vedo solo io la differenza °°? boh. 
La microscopica trama, che di trama ha ben poco -forse nulla-, che ho messo faceva riferimento a Tidus, quel piccolo biondino che Sora dovrà prima prendere a pugni e poi ringraziare per quello che succederà xD
Ma veniamo a voi! Come avete passato il 24 e il 25? Quanti regali avete ricevuto? Vi sono piaciuti? Io personalmente credo di poter essere pienamente soddisfatta solo di quello che ho scelto io, ovvero un paio di paraorecchie che fungono anche da cuffie per ascoltare la musica (credo si possa persino rispondere al cellulare, visto che c'è il microfono). Certo, ci sono anche le due trousse della Pupa, ma essendo una persona acqua e sapone non credo di poterle sfruttare al massimo (però son sicura che mia madre contribuirà come al suo solito xD). Per il resto vestiti e bracciali, ottenendo un totale di 6 regali :) 
Prima di chiudere voglio augurarvi buone feste (cosa che forse avrei dovuto iniziare a fare la settimana scorsa -.-"), anche perché per il prossimo capitolo ci vedremo nel 2015! Non siete contenti (per l'anno nuovo, non per il capitolo xD)**?? Spero solo che sia un anno migliore di questo u.u (nonostante io debba molte cose al 2014...).
Non credo di aver altro da dire (almeno spero), quindi vi saluto ^^.

Al prossimo aggiornamento, 
E.S.

  
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