Everytime_[1]

Notice me
Take my hand
Why are we
Strangers when
Our love is strong
Why carry on without me?
 

Sherlock era seduto sulla sua poltrona accarezzandone delicatamente il tessuto, riprendendo confidenza con essa, dandole nuovamente la sua forma.

Due anni sono passati, eppure quella poltrona, così come l'intero appartamento non è cambiato di una sola virgola, è solo tutto un po' più impolverato.

Il teschio è ancora poggiato sul caminetto, il coltello infilza una bolletta vecchia di anni e anche il suo microscopio fa ancora la sua bella mostra sul tavolo in cucina.

Respira forte Sherlock, affranto da una scomoda verità che aleggia in casa e forse (non lo ammetterà mai) da tutte quelle emozioni che quel luogo così familiare gli risveglia.

Emozioni, disgustoso. Eppure erano lì, pronte a lacerargli il petto.

No, Sherlock questa volta non può mentire a se stesso, non può dire di non sapere di che cosa sente realmente la mancanza. O meglio di chi.

John. Il suo coraggioso, laborioso John, l'uomo dalle mille incongruenze, il medico e il soldato, il moralista e il rivoluzionario.

Era entrato zoppicando, un po' per caso nella sua vita e l'aveva sconvolta. Aveva trasformato il suo mondo in bianco e nero in un universo di pazzi colori _[2].

Eppure era andato via...

Non aveva capito che se aveva taciuto la verità lo aveva fatto unicamente per lui, per tenerlo sicuro.

I make believe
That you are here
It's the only way
I see clear
What have I done
You seem to move on easy

Non se lo aspettava certo così il suo ritorno.

John che ha abbandonato il 221B, John con una donna al suo fianco, John che quando gli si è mostrato per mostrargli la sua resurrezione ha semplicemente scosso la testa e con voce dura ha semplicemente detto“Sparisci”.

E Sherlock aveva ubbidito, dicendosi che con il tempo gli sarebbe passata, che prima o poi la mancanza di adrenalina (e magari perché no, anche per lui) si sarebbe fatto vivo e che sarebbe ritornato da lui, ma a distanza di un quasi un mese iniziava a perdere le speranze.

Era andato avanti, lasciandoselo alle spalle.

I may have made it rain
Please forgive me
My weakness caused you pain
And this song is my sorry
 

Se pensava a tutte le volte in cui la sua voce e il suo viso erano state la sua ancora per non impazzire durante le torture che gli infliggevano...

Comunque non poteva dargli torto, probabilmente al suo posto si sarebbe comportato allo stesso modo, se non peggio.

E adesso non gli restavano che i suoi sogni, lì nell'unico luogo in cui si permetteva di fantasticare.

A volte, nei suoi sogni più belli era ritornato a casa e la loro routine era stata ristabilita, Sherlock che continuava ad impasticciare la cucina con i suoi esperimenti e John che faceva finta di lamentarsene per poi posargli un bacio sulla testa.

Nei suoi sogni soprattutto non aveva paura di dirgli Ti amo.

And everytime I try to fly
I fall without my wings
I feel so small
I guess I need you baby
And everytime I see you in my dreams
I see your face, you're haunting me
I guess I need you baby

Note dell'autrice(se così mi posso chiamare):

Buona sera a tutti, o forse dovrei dire buonanotte?

Prima di tutto mi scuso per questa schifezza.

Volevo aggiungere che probabilmente il testo potrebbe non essere molto scorrevole, me ne scuso, credo di non essere riuscita a gestire bene battuta-test. É la mia prima songfic, abbiate pietà XDDD.

In realtà questa dovrebbe essere una serie di tre di cui  There isn't enough time for us è il primo capitolo, questo è il secondo e spero di scrivere a breve il terzo, magari con un bel bollino rosso?

[1] = La canzone, così come la fanfiction sono nati grazie alla canzone di Britney Spears Everytime, ve la consiglio, io la adoro! Anche la versione Gleesca (?), insomma di Glee è molto bella!

[2] = La citazione è presa dal bellissimo CAPOLAVORO della Yazawa, Paradise Kiss.

Ciao, ciao a tutti! E buon fine anno!!!