Facciamo un gioco!



“Facciamo un gioco”
Aveva esclamato un giorno Sting, all’ombra di una grande quercia vicino all’arena dei Giochi.
Erano i primi a cui partecipavano e avevano solo quindici anni. Sapevano di provare l’uno qualcosa per l’altro, ma nessuno dei due l’aveva mai ammesso. Rogue specialmente, era troppo timido, perfino con quella persona che conosceva da una vita. E per di più, lui gli sembrava troppo irraggiungibile, troppo lontano per potergli stare accanto.
“Il primo dei due che distoglie lo sguardo perde”
Aveva resistito per circa due minuti, poi non riusciva più a guardarlo. Quei suoi occhi erano troppo luminosi, troppo puri per poter essere guardati ancora.
“Visto che ho vinto merito il mio premio”
Si era avvicinato prima lentamente, per poi annullare definitivamente le distanze tra di loro. Le labbra di Sting sapevano di fragole e torte alle mele, due cose che adorava e che mangiava quando ne aveva l’occasione. Sapevano anche di promesse, sogni e libertà.
Rogue dovette realizzare un po’ prima di ricambiare quel bacio.
Da quel giorno aveva ottenuto ciò che desiderava di più nella vita.
Ma poi l’aveva buttata, ormai completamente impazzito.
Era passato quasi un anno da quando aveva viaggiato nel tempo per tornare indietro di sette anni, e ora si ritrovava lì, esattamente nello stesso luogo. Era seduto in terra, all’ombra di quella stessa quercia in cui si erano dati un bacio per la prima volta.
Rogue fissava la lapide con le lacrime agli occhi. La consapevolezza che non l’avrebbe mai rivisto si faceva ogni giorno sempre più nitida nella sua mente, e la sua assenza era sempre più opprimente. 
Era il 21 Giugno, il primo giorno di una nuova e promettente stagione, e il sole che tramontava stava pian piano tingendo ogni cosa di un colore caldo, che mise a Rogue una certa nostalgia.
-Buon compleanno Sting- disse poi abbassando lo sguardo. Anche se lui non era lì davanti sentiva i suoi occhi puntati nei suoi. Come anni prima non riusciva a reggere il suo sguardo. Ma se prima era solo per gioco, ora era per un profondo senso di dispiacere.
-Si, alla fine sono tornato- continuò a dire. Prese poi un qualcosa dallo zaino
-E questa è per te- poggiò la fetta di torta sulla lapide, come se si aspettasse che Sting sbucasse da dietro l’albero e venisse a mangiare.
Pianse di nuovo, come non lo aveva mai fatto in vita sua. Pianse per quello che aveva fatto, pianse ricordando la morte di Frosch seguita da quella di Sting, pianse perché aveva cercato di rovinare altre vite viaggiando nel tempo. Pianse pensando a ciò che era diventato.
Quando la luce del sole non illuminò più il mondo, Rogue si mise a camminare tra le tenebre.
Avrebbe continuato a giocare da solo per l’eternità. Avrebbe continuato a resistere fino alla fine dei suoi giorni. Poi si sarebbe preso il suo agognato premio.
“Ti amo Rogue, anche se non sembra. Ti amo e lo farò sempre”
Quella frase riecheggiò in quei vicoli deserti, trasportata dal vento.
-Anche io ti amo. E lo farò sempre-










N.d.A.
Ma bun salve! Mi è venuta in mente questa cosa, e quindi mi sono subito precipitata a scriverla. Capitemi, sono in astinenza di fan art tenere su di loro, quindi la mia mente immagina letteralmente di tutto!
Per il compleanno di Sting non ho sparato una data a caso. Il 21 giugno è il giorno in cui ci sono più ore di luce e meno di buio. Ho sempre pensato che il Drago Bianco fosse nato in questo giorno, mentre Rogue sia nato il 21 dicembre.
Le parole del Rogue del futuro risuonano ancora nella mia mente, ma credo che abbia un po' di rimorso...dopo tutto ha ucciso il suo migliore amico (da yaoista preferirei dire il suo eterno amore)
Bene, ora vi saluto e buon pranzo!
Baci
Merty