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Autore: AlexiaLil    29/12/2014    2 recensioni
Nel villaggio di Magnolia si racconta, fra gli abitanti, che la neve perenne che vi cade è opera del solitario e rabbioso Re delle Nevi. Due giovani sposi, sfortunatamente, avranno a che fare con il mostro che abita al di là della collina.
Liberamente ispirato alla storia "La regina delle nevi".
Piccolo regalino di Natale per samsunggts5260.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gray, Fullbuster
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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NOTE DI TAMMY
 
Ultima storia-regalo per samsunggts5260, che mi ha lanciato un guanto di sfida: un drammatico triangolo Natsu-Gray-Lucy, più o meno … Challenge Accepted! Vi informo che i triangoli non sono il mio grande amore, nonostante abbia già scritto una drammatica, sono una romanticona che si nasconde per bene e spero di non dar vita ad un disastro orripilante.
 
Grazie per seguire la mia storia e spero di non deluderti con nessuna delle due.
Abbracci, Tammy
 
Ci ho messo un po’, ma alla fine ho deciso di prendere libera ispirazione dalla storia “La Regina delle nevi” (di cui di recente ho visto l’interpretazione in Once Upon a Time, la tristissima miglior psicotica che abbia visto). Non ricordo la storia originale nella sua interezza, ma mi piace l’idea dello specchio che rende malvagi e della regina che lo possiede.
E’ molto probabile che non sia quello che ti aspettavi, ma confido che ti piaccia. O almeno ci spero.
 
Per samsunggts5260
 
 
Nel villaggio di Magnolia non c’era inverno che passasse senza sommergere per mesi di neve quell’agglomerato di casupole in mattone; i venti gelidi e le nevicate insistenti non lasciavano tregua nemmeno il giorno di Natale.
Si narrava, fra i vecchi del paese che sedevano in piazza intorno ad un falò improvvisato – tempo permettendo – che quegli agenti atmosferici non erano altro che la tristezza e la rabbia che il Re delle Nevi, che viveva in un castello di ghiaccio al di là dalla collina sovrastante, sfogava con folate gelide e bufere di neve, di tanto in tanto, per tutto il territorio circostante. 
 
In una delle piccole case che si trovavano ai confini del villaggio, vivevano due giovani sposi, cresciuti e innamoratisi proprio a Magnolia: si conobbero da bambini, giocando nella piazza con le palle di neve e slittini, scoprendosi innamorati appena poco più che adolescenti e sposandosi appena qualche anno dopo.
Quella notte particolarmente fredda, i due giovani la stavano passando fra le lenzuola del loro letto, stringendosi e consumando il loro amore, riempiendo di sospiri e gemiti la camera e riscaldandosi a vicenda, meglio che davanti a un camino acceso; la giovane donna sembrava bruciare fra le carezze dell’amato e si baciavano appassionatamente per lunghi momenti.
Poco dopo aver fatto l’amore, i due ragazzi si abbracciarono sotto le coperte, ansanti e stanchi ma soddisfatti e sorridenti.
<< Natsu >> lo chiamò piano la ragazza, accarezzandogli la guancia.
<< Sì, Lucy? >> chiese curioso.
Lucy sorrise, le gote rosse e gli occhi brillanti.
<< Ti amo >> rispose semplicemente.
<< Anch’io, Luce >>.
E dopo un altro lungo bacio, si addormentarono.
 
Il mattino seguente, dopo che Natsu la salutò prima di recarsi alla sua bottega di fabbro, dove lavorava insieme al suo apprendista Romeo, Lucy si recò svelta verso la piccola scuola del paese, dove insegnava ai bambini da ormai quasi tre anni.
Passò per la piazza, salutando i bambini che le passavano affianco e le loro madri.
Sbatté contro qualcuno, non guardando dove stesse camminando ma, invece di cadere, fu afferrata dalle braccia di quell’individuo incappucciato, finendo stretta contro il suo petto.
<< Mi … mi scusi >> balbettò la ragazza, allontanandosi dal torace solido come il ghiaccio dello straniero.
<< Non scusatevi, è stata colpa mia. Come vi chiamate? >> le chiese, la voce calma ma glaciale, tant’è che Lucy sentì dei brividi correrle lungo le braccia e la spina dorsale.
La giovane maestra sentì il cuore agitarsi, avvertendo una strana sensazione ma balbettò il suo nome, più per cortesia che per placare la curiosità dello straniero.
Lui alzò poco gli occhi, nascosti dal cappuccio e Lucy poté notare due profondi buchi neri raggelarla sul posto; le iridi scure dell’uomo la incantarono e spaventarono allo stesso modo, congelandole la voce in gola. Lui sorrise malizioso e poi, lentamente, mise una mano vicino alla sua bocca, il palmo all’insù, come a volerle far vedere qualcosa. Lucy sgranò gli occhi, non notando niente. Poi lui soffiò sopra il palmo e della polvere luccicò al sole, colpendo il viso di Lucy.
Lei si strofinò gli occhi, avvertendo qualcosa entrarle nelle pupille. Improvvisamente, sentì un gelo feroce attraversarle il corpo e fermarsi all’altezza del cuore, facendola tremare dal dolore. Si strinse una mano al petto e guardò negli occhi quel ragazzo, con paura.
<< Cosa mi hai fatto? >> gemette piano
<< Non preoccuparti. Verrò presto a prenderti e sarai la mia nuova regina >> le rispose. Poi si allontanò da lei, sorpassandola e dirigendosi verso i confini del villaggio, verso la collina sovrastante.
Lucy si sentì strana all’improvviso, la gioia di vedere i suoi alunni farsi nulla e il suo sguardo caldo e brillante farsi glaciale.
 
Quando Natsu tornò a casa per pranzo, trovò la moglie ad aspettarlo. Contento, strinse la sua schiena contro il proprio petto; la pelle della donna era fredda come la neve e la ragazza si spinse un po’ più addosso al marito.
<< Ti riscaldo io, amore >> le sussurrò Natsu, all’orecchio.
Lucy si girò di scatto e, senza guardarlo negli occhi, legò le sue mani dietro al suo collo e lo tirò a sé, baciandolo con trasporto. Natsu si sorprese non poco: non era da lei essere così intraprendente. Lucy lo spinse contro il tavolo della piccola cucina, facendolo sedere e, con un leggero slancio, saltò su di lui, tenendo le gambe aperte. Natsu dovette tenere una mano sul tavolo e una sulla schiena della moglie per non cadere, ma si lasciò presto trasportare dal bacio e dalla voglia infrenabile che la ragazza dimostrava.
 
Natsu guardava la schiena della moglie dormiente al suo fianco, dubbioso. Mentre facevano l’amore, non aveva più avvertito quella sua passione improvvisa, ma l’aveva sentita fredda, quasi distante da lui. Mentre la accarezzava e baciava, lei gli aveva graffiato la schiena, sorprendendolo, ma i baci che lei ricambiava non sapevano di nulla, non del loro amore.
Il giovane sia addormentò nel dubbio, stringendo la vita della moglie.
 
Pochi minuti dopo, non appena sentì il respiro pesante del ragazzo, Lucy allontanò il suo braccio, alzandosi lentamente dal letto, un po’ confusa.
Vide il ragazzo steso sotto le coperte, lanciandogli uno sguardo incerto e confuso. Raccattò i vestiti sparsi a terra e agguantò il mantello sulla sedia, uscendo da casa. Era quasi sera, qualche abitante sbrigava ancora delle commissioni e alcuni la salutarono, senza ottenere risposta. Lucy si sentiva attirata verso un uomo seduto poco lontano da lei, davanti ad una bottega chiusa. Lui si avvicinò alla ragazza, allungando una mano verso di lei; la giovane, lo sguardo vacuo e cupo, la afferrò e, fra i richiami dei suoi vicini e compaesani, sparì in un turbine di neve e polvere di ghiaccio con il Re delle Nevi.
 
Natsu fu improvvisamente svegliato da forti colpi alla porta d’ingresso. Si alzò di scatto, notando subito la mancanza della moglie al suo fianco. Si vestì in fretta e furia e aprì la porta, trovandosi la piccola Wendy in lacrime di fronte a sé.
<< Wendy, che è successo? Hai visto Lucy? >> le chiese, agitato. Se la ragazza non era in casa e la piccola aveva bussato così insistentemente alla porta, poteva solo essere successo qualcosa di grave.
Fra i singhiozzi, la piccola gli disse d’aver visto la donna sparire con un uomo, che l’aveva portata via fra la neve. La madre di Wendy, la guaritrice del villaggio, subito dietro di lei, lo informò che il Re delle Nevi l’aveva rapita.
Il cuore dell’uomo, che si agitava nel petto, perse un battito improvvisamente. La sua Lucy, presa da quello stregone!
Lesto, corse verso il piccolo sgabuzzino, dove teneva alcune sue creazioni, e recuperò una spada dall’ammasso di ferro. Le due compaesane, spaventatesi, cercarono di fermarlo –“Non puoi andare, Natsu! Ti ucciderà” – ma lui, sordo, si avventurò veloce fuori dal paese, verso il castello di ghiaccio del mostro che aveva sua moglie.
Fortunatamente per lui, era a conoscenza di una scorciatoia che portava al di là dalla collina, una grotta che attraversava in mezzo l’altura, e in poche ore si trovò davanti ad una distesa di neve e ghiaccio, immensa, oltre la quale si ergeva il castello di ghiaccio del Re. Furioso, attraversò quel giardino freddo e gelido e si diresse verso l’entrata del castello, ma dovette fermarsi quasi subito, notando due figure sedute l’una affianco all’altra sul muretto basso di una fontana congelata: riconobbe immediatamente la sua Lucy, avvolta nel suo mantello … ma stava baciando un uomo.
<< LUCY! >> urlò il fabbro, rabbioso e pieno di dolore.
I due si separarono e il Re delle Nevi si alzò, portando la donna dietro di sé:
<< Chi sei? Come osi venire qui? >> sibilò.
<< Chi diavolo sei tu, piuttosto! Ridammi la mia Lucy, farabutto! E’ mia moglie! >> gridò Natsu.
<< Sono Gray, il Re delle Nevi. E lei non ti appartiene più, ormai >>
A quelle parole, il dolore di Natsu si fece più acuto e con la rabbia nel cuore, si scagliò verso quel mostro che gli aveva portato via il suo amore, la spada sguainata e pronta a colpire.
Per Gray non fu difficile fermarlo: con la sua magia, fece turbinare attorno al ragazzo pezzi di ghiaccio che, come vetro tagliente, lo ferirono alle gambe, alle mani e al viso, facendogli perdere la presa sulla spada.
Il Re rise di gusto a quella vista e ma Lucy guardava curiosa quell’uomo che l’aveva chiamata con quel tono così disperato nella voce.
Chi era?
 
<< Lucy, ti prego, torna a casa con me! >> la pregava.
<< Non può. Non sa più chi tu sia, per lei >> lo informò Gray, sorridendo soddisfatto.
Il sangue di Natsu si raggelò nelle vene; il cervello dell’uomo registrò quelle parole con la più totale paura che potesse provare, si sentì contorcere le viscere e la disperazione farsi largo nel suo corpo.
Guardò gli occhi della moglie, vacui e freddi, leggermente incuriositi, che lo scrutavano dalla testa ai piedi.
Non lo ricordava più?
<< Con la magia del mio ghiaccio, le ho cancellato la memoria lentamente. Se qualche ora fa aveva anche il minimo sentore di conoscerti e amarti, ormai non prova più niente per te >> spiegò Gray; poi il suo tono si fece malinconico:
<< Sono rimasto troppo tempo senza Regina, dopo aver perso la mia amata. Secoli, a perdermi nella mia malinconia, a soffrire la solitudine, non potendo più amare >>.
<< E ti sei preso la mia, di donna? >> abbaiò Natsu.
<< L’ho scelta. Vi ho osservato amarvi, ho visto il vostro sentimento sbocciare come una margherita fra la neve. Non sopportavo che qualcuno potesse provare ciò che mi era stato recluso >>.
<< VA AL DIAVOLO, MOSTRO! Lucy, ti prego, ti amo … >> sbraitò il ragazzo, per poi implorare l’amata.
Il Re delle nevi, irritato dall’insistenza del fabbro, colpì il suo petto con una ventata di frammenti di ghiaccio: Natsu si sentì perforare il cuore da quelle lame ghiacciate e cadde sulla neve di schiena, tenendo la mano all’altezza dell’organo colpito, sentendo il sangue colarli sulla mano. Il suo urlò di dolore parve risvegliare la giovane che, d’istinto, spostò malamente Gray e corse verso il marito, sotto lo sguardo attonito del Re.
Arrivata al marito, s’inginocchiò al suo fianco, tenendo una mano sulla ferita e un’altra ad accarezzargli la guancia; il giovane, notando che Lucy tornata in sé, le sorrise felice:
<< Ti amo, Lucy >> le disse, sporgendosi a fatica per poterla baciare. La moglie gli si avvicinò subito, unendo le loro labbra, piangendo:
<< Mi dispiace, Natsu. Ti prego, non lasciarmi >> pianse la ragazza, tenendo il viso dell’amato fra le mani.
Natsu sentiva ormai la sua ora avvicinarsi, ma nel suo ultimo respiro, disse a Lucy di scappare. La ragazza negò, non volendolo abbandonare. Continuò a piangere, poggiando la fronte contro quella fredda di Natsu.
Gray, immobile di fronte alla scena che si presentava davanti ai suoi occhi, furente, tese una mano verso i due, pronto a colpire:
<< Ti ha liberata dal mio incantesimo. Se non posso averti, non mi lasci altra scelta >> e colpì i due giovani con la sua magia, trasformandoli in due statue di ghiaccio.
Afflitto e sconfitto, li abbandonò lì, in mezzo alla bufera che la sua rabbia aveva dato vita in quel momento, lasciando che la neve coprisse i due amanti.
   
 
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