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Autore: Destyno    29/12/2014    1 recensioni
Dal testo:
«Voi siete Tutto e Niente insieme. Io sono il Principe del Fato, il Demone della Conoscenza. Io ricerco la Conoscenza, e la organizzo nella mia biblioteca, usando la logica. Per me, Voi siete la cosa più strana e illogica che mi sia mai capitata. Detto questo…» Hermaeus Mora fece un gesto con la mano e apparvero dal nulla un tavolo e due tazze.
«Preferite tè o caffè, Fiordiluna?»
«Tè, grazie.» rispose la Sovrana dei Desideri.
Un crossover improbabile, nato da una violenta capocciata al muro.
Hermaeus Mora è OOC per necessità.
Genere: Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: Cross-over, Nonsense, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Era un giorno come tanti, ad Apochrypha.
Solo che non era un giorno come tanti.
 
«Un’ospite è cosa rara, nel mio regno.» osservò il Principe del Fato e della Memoria, fissando con il suo unico occhio la piccola bambina che dondolava le gambe nel vuoto, seduta al limitare del percorso.
Poi l’aspetto del daedra cambiò, diventando quello di un uomo ben vestito, dagli occhi verde petrolio con la pupilla a forma di otto rovesciato, il simbolo dell’infinito.
La bambina lo guardò indifferente, stringendosi nelle spalle.
 
«Dovevo assentarmi per un po’, e ho pensato bene di rifugiarmi qui. Ho sentito molto parlare di voi, Principe del Fato.»
«Così accadde anche a me, Occhi d’Oro, Sovrana dei Desideri.» disse Mora, inchinandosi leggermente.
«Un Principe Daedrico che si inchina? Qualcosa di straordinario, a quanto ho sentito.» rise l’Infanta Imperatrice.
Era un riso bello, simile a quello di un usignolo. Hermaeus Mora, per la prima volta, desiderò sentire di nuovo quella risata.
«Se posso chiedere, mi piacerebbe sapere come mai vi siete dovuta rifugiare proprio qui.» il tono del daedra si incrinò un poco.
Normalmente coloro che approdavano nel suo reame dell’Oblivion erano anime perdute in cerca di conoscenza.
Non era abituato a ricevere ospiti.
 
«Nulla che riguardi direttamente voi, Principe del Fato.» disse la Sovrana dei Desideri, eludendo la domanda.
«Insisto.»
«Una storia lunga, che riguarda un nome nuovo, un figlio di Adamo e un Pelleverde. Nulla di interessante, credetemi.»
«Capisco. Volete sedervi su qualcosa di più comodo?»
L’Infanta Imperatrice sorrise.
«Siete gentile, Principe del Fato, ma sto comoda così.»
«Vi prego, chiamatemi semplicemente Mora, Occhi d’Oro.»
«Allora anche voi chiamatemi Fiordiluna.»
Il daedra assaporò il nome come si fa con un vino.
Era bello.
«Volete vedere qualcosa di particolare, durante il vostro soggiorno ad Apochrypha?»
Fiordiluna fissò il cielo verde, poi gli immensi scaffali e infine le pagine libere che volteggiavano vicino a loro, a mo’ di foglie.
«Sono davvero toccata da tanta generosità. Purtroppo, io e le lettere dell’alfabeto non siamo esattamente amiche.»
Rise di nuovo, perfino Hermaeus si lasciò sfuggire un sorriso.
 
«Cos’è il Tempo per voi, Fiordiluna?» chiese improvvisamente il daedra, alzando gli occhi dal suo nuovo acquisto nella biblioteca.
«Il Tempo…» fece eco lei.
«Tutti gli abitanti del mio impero vivono nel Tempo. Per questo invecchiano e muoiono. Io no. Io non vivo nel Tempo, ma nei Nomi. Mi serve sempre un nome nuovo, per vivere.»
Il Principe del Fato la fissò in silenzio.
Era una bellissima bambina, si disse Mora.
Aveva candidi capelli, lunghi fino alle spalle, e due occhi d’oro scuro che lo spingevano sempre ad abbassare lo sguardo.
La sua espressione era indecifrabile, impossibile da definire.
Come le Sfingi, che aveva avuto l’onore di incontrare una volta, sembrava mutare espressione ogni istante, restando tuttavia uguale e immutabile.
«E per voi, Mora? Cos’è il Tempo per un Daedra?»
Herma-Mora ci rifletté su.
Cos’era davvero il Tempo, per lui?
«Nulla. Il Tempo per me non ha alcun significato. È solo una mera invenzione dei mortali, per credere di avere uno scopo.»
«E non è così?» lo incalzò l’Imperatrice.
«Questa è una delle poche cose che non so. Ho accesso ai segreti del Cielo, della Terra e del Mare, ma il Cuore dei mortali è ancora precluso al mio sguardo.»
La Sovrana dei Desideri creò una piccola sfera di luce tra le mani.
«Ma alla fine, cos’è un Cuore?» sussurrò, vedendo la luce spegnersi lentamente tra le dita.
 
«Mora, ormai è quasi palese che non mi ospitiate solo per carità, ammesso che un daedra possa averne. Perché lo fate?»
Non aveva parlato con rabbia, Fiordiluna, ma con quel suo solito tono, quasi apatico, che era una delle poche cose che Hermaeus non sopportava di lei.
«Voi siete Tutto e Niente insieme. Io sono il Principe del Fato, il Demone della Conoscenza. Io ricerco la Conoscenza, e la organizzo nella mia biblioteca, usando la logica. Per me, Voi siete la cosa più strana e illogica che mi sia mai capitata. Detto questo…» Hermaeus Mora fece un gesto con la mano e apparvero dal nulla un tavolo e due tazze.
«Preferite tè o caffè, Fiordiluna?»
«Tè, grazie.» rispose la Sovrana dei Desideri.
 
 
Ok, non so nemmeno io da dove mi sia uscita questa… *agita le mani cercando un sostantivo adatto* cosa.
So solo che Hermaeus è sempre stato il mio principe daedrico preferito per ciò che rappresenta, ma uno dei peggiori per quanto riguarda il carattere.
Se avesse avuto il carattere di Azura, sarebbe stato il mio preferito in assoluto *-*
La conclusione è volutamente lasciata aperta, perché, alla fine, entrambi sono indecifrabili e misteriosi.
Oh, e se c’è qualcuno qui che non ha mai letto “La Storia Infinita”, be’, VERGOGNATEVI!
E andate a comprarlo in libreria, SUBITO! è_é
Altrimenti vi scuoio mentre dormite <3
Con affetto,
Destyno. 
   
 
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