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Autore: Angel51    29/12/2014    6 recensioni
Natale in casa Mikaelson, un bel po' klaroline e il primo incontro/scontro fra una piccola Hope e una caroline imbarazzata!
“E tu chi sei?”
“Non dovresti dormire a quest’ora?” chiese Caroline, sperando di cambiare argomento. Cosa aveva in mano, una torcia? E un libro? “Stai leggendo? Non è un po’ tardi per leggere le tue fiabe?”
“Non sono affari tuoi... e ancora non hai risposto alla mia domanda... conterò fino a cinque poi mi metterò ad urlare!” disse puntandole la torcia contro.
Piccola peste! Era la degna figlia di suo padre!
“Io sono...” accidenti! La verità era fuori discussione... e lei era a corto di idee!
“Cinque, quattro, tre...”
“Sono Fiocco di Neve! Una degli elfi di Babbo Natale!” disse sfoderando il suo miglior sorriso.
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Caroline, Forbes, CarolineKlaus, Hope, Mikaelson, Klaus
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
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manip by sara forbes

per il banner, ringrazio Sara Forbes!

... con affetto, Santa Klaus!


Caroline succhiava affamata la sua sacca. Era già la terza in pochi minuti, ma Dio quanto ne aveva bisogno! Il sesso le aveva sempre messo una fame terribile, anche quando era solo un’umana, ma fare l’amore con Klaus le faceva venir voglia di prosciugare un’intera squadra di calcio ancor prima di rivestirsi! Così, non potendo decimare una popolazione solo per del buon sesso, aveva chiesto (anzi aveva letteralmente supplicato!) Klaus affinché potesse trovare il congelatore sempre pieno di sacche. Lui aveva storto il naso e sospirato, Caroline gli aveva fatto qualche moina, e Klaus aveva accettato.

Infondo era la stessa storia per ogni cosa... lei chiedeva, lui rifiutava. Lei gli faceva gli occhioni dolci e qualche moina, lui rifiutava ancora. Allora lei iniziava a fare la carina, qualche bacio e carezza, qualche volta aveva anche iniziato a spogliarsi, e lui solitamente accettava. Altrimenti, lei metteva il broncio e non gli rivolgeva parola... poche ore e Klaus sospirava sconfitto. Tattica infallibile finora.

Caroline buttò l’ennesima sacca nella pattumiera e prendendone una nuova, si avviò su per le scale per tornare in camera. Cercava di fare il meno rumore possibile, era addirittura scesa scalza per non svegliare gli abitanti dall’udito super sensibile di quella casa. Se l’avessero sentita... Rebekah avrebbe fatto del sarcasmo usando “barbie” “stupida cheerleader” e “sgualdrina” nella stessa frase, Elijah se ne sarebbe andato imbarazzato dal suo abbigliamento, Kol avrebbe applaudito forse mentre Haley avrebbe iniziato con “se ti avesse vista Hope girovagare così per casa?!?!” con tono di rimprovero...  e non aveva voluto nemmeno pensare se avesse davvero incontrato la piccola di casa. Forse sarebbe scappata via per sempre!

Odiava quella situazione! Solitamente si vedevano nel suo appartamento, ma qualche volta Klaus aveva insistito per restare da lui, come quella sera perché voleva mettere a letto la sua “piccola principessa” (o “piccola peste” come Caroline la chiamava quando era da sola). Tutti in quella casa sapevano che lei e Klaus ormai stavano insieme, non c’erano state né presentazioni o dichiarazioni, tutti lo sapevano e basta.

Tutti tranne la piccola peste, perché se c’era una cosa di cui Klaus aveva veramente paura, era la reazione di sua figlia alla sua “fidanzata” (?)... così lui prese tempo all’inizio e Caroline ora rimandava continuamente. Ok... forse era un po’ colpa sua se doveva aggirarsi furtivamente di notte in quella casa per non farsi scoprire, ma incontrarla le faceva salire l’ansia. L’aveva vista da lontano e Klaus le aveva parlato di lei e l’unica cosa che sapeva bene era che, Hope Mikaelson era una piccola peste viziatissima di sei anni che teneva in pugno la famiglia degli originari! E non voleva assolutamente incontrarla!

Ma più Caroline evitava l’incontro, più Klaus insisteva.

Era passato quasi un anno da quando Klaus era tornato a Mistic Falls per “salvare il suo bel culetto dallo scomparire per sempre” come lui stesso le aveva detto. Klaus si era aspettato qualche monologo alla Caroline, ma l’avrebbe sopportato, perché era sicuro che a questo sarebbe seguita qualche smanceria per ringraziarlo e del fantastico hot vampire-ibrid sex alla Caroline Forbes, magari in posto meno scomodo questa volta. Ma lui l’amava anche perché Caroline era imprevedibile: il suo fu un monologo infinito! E naturalmente neanche l’ombra di un solo bacio! Lei non smetteva più di ripetere che Klaus aveva rotto la sua promessa tornando a Mistic Falls, che così la sua parola non aveva più valore, che tutte le sue promesse non avevano più valore! Klaus, al limite della sua sopportazione, le disse che aveva lasciato tutto a Nola per venire a tirarla fuori dai guai (che lei attirava più dei ragazzi!) e che invece di inveire contro di lui, lei avrebbe dovuto sbatterlo contro un albero e strappargli i vestiti. Le parole di Caroline furono “nessuno ti ha chiesto di salvarmi! Potevi anche restartene a Nola e trovare lì qualche altra che ti strappasse di dosso i vestiti!!” accompagnati da un ringhio. La conversazione finì in quell’istante, quando Klaus esasperato le spezzò il collo e se ne andò, lasciandola lì e chiamando Stefan per raccoglierla da terra.

 Alla fine Caroline aveva dovuto ammettere l’evidenza dei fatti con se stessa e con gli altri, e con la coda fra le gambe si era messa in viaggio per New Orleans, minacciata a morte da Damon che era terrorizzato di non poter più contare sull’aiuto dell’originale ogni volta (molto più spesso di quello che avrebbe voluto) che ne avrebbe avuto bisogno. Ci aveva messo una settimana più del dovuto, ma alla fine lei era arrivata a bussare alla sua porta,  con la testa bassa e la paura dipinta in viso che lui l’avrebbe mandata al diavolo. Klaus era sorpreso, come poche volte in vita sua, lei era nervosa e imbarazzata. “Non ti chiederò scusa per aver detto quello che penso, ma forse dovrei anche ringraziarti” aveva detto lei dopo un po’ che erano ancora sulla porta. Lui aveva sorriso, scosso la testa e datole un bacio mozzafiato.  

Fu il loro inizio a New Orleans, Klaus le disse che l’avrebbe tenuta fuori dai guai per un po’ per averle rotto il collo, Caroline disse a se stessa e agli altri che era la sua occasione per vedere un altro mondo. Quelli che dovevano essere solo pochi giorni, divennero settimane, poi mesi... la sua stanza in albergo fu cambiata con un appartamento nel quartiere francese... le sue nuove esperienze divennero la sua routine... quel ritorno a casa diventò una visita di qualche giorno a Mistic Falls per prendere le sue cose... perfino Rebekah diventò qualcosa di simile ad un’amica... e Klaus diventò il suo tutto.

Caroline si ritrovò a sorridere a quei pensieri, canticchiando una canzone di Natale che quel pomeriggio aveva sentito per caso in città... si sentiva in ottima forma e forse un po’ di merito ce l’aveva anche l’uomo che la stava aspettando in camera. Si sbrigò ad arrivare da lui, aprì la porta e si voltò per richiuderla piano, aguzzando gli occhi al buio.

“E tu chi sei?”

In meno di un secondo Caroline si rese conto che quella camera era più buia di quando l’aveva lasciata e che aveva un odore decisamente diverso... sapeva di dolce, bucato pulito e tempere, non di whiskey e sesso!

“Maledizione!” imprecò sotto voce. Non poteva aver sbagliato stanza! Ok, le era già capitato, una volta si era ritrovata nella biblioteca piuttosto che in bagno e ancora confondeva la porta dello studio di Klaus da quella vicino... ma questa non poteva essere...

“Ti ho chiesto chi sei!” ripeté una vocina infastidita da quell’intrusione.

Era decisamente la camera della piccola peste, pensò Caroline mentre lenta si voltava ad incontrare il suo sguardo indagatore. Svelta nascose la sacca di sangue vuota sotto la maglietta (e per fortuna che aveva indossato la maglietta di Klaus sopra la sua biancheria, si disse dandosi mentalmente una pacca sulla spalla), cercando di infilarla fra la schiena e i suoi slip.

“Non dovresti dormire a quest’ora?” chiese Caroline, sperando di cambiare argomento. Cosa aveva in mano, una torcia? E un libro? “Stai leggendo? Non è un po’ tardi per leggere le tue fiabe?”

“Non sono affari tuoi... e ancora non hai risposto alla mia domanda... conterò fino a cinque poi mi metterò ad urlare!” disse puntandole la torcia contro.

Piccola peste! Era la degna figlia di suo padre!

“Io sono...”  accidenti! La verità era fuori discussione... e lei era a corto di idee!

“Cinque, quattro, tre...”

“Sono Fiocco di Neve! Una degli elfi di Babbo Natale!” disse sfoderando il suo miglior sorriso.

“Cosa?” disse guardandola nel modo più confuso che Caroline avesse mai visto.

“Proprio così, e sono qui per controllare che tutto sia pronto per domani sera... sai il camino libero per la discesa, il latte e i biscotti per il vecchio, l’albero ben illuminato, i bravi bambini eccetera...”

“Non ci credo... non sei un elfo... guarda come sei vestita!” disse la piccola incrociando le braccia al petto.

“Certo che lo sono! Altrimenti come potrei entrare in casa tua? So che c’è un incantesimo su questa casa che permette solo a certe persone di entrare... e essendo un elfo io posso! E i miei vestiti seguono la moda del Polo Nord!” disse convincendo anche se stessa delle sue parole.

“Ok... forse sei davvero un elfo, anche se strano!” disse con sufficienza Hope.

“Senti piccola pe...” Caroline si morse la lingua “... pesca” (pesca?!?) “credo che dovresti dormire ora! Io ho svolto il mio compito e posso andarmene, ma tu devi tornare a letto... quindi spegni la torcia, chiudi quel libro e buona notte! Altrimenti dovrò dire a Babbo Natale che non sei così brava come crede lui!” le disse Caroline cercando di addolcire il suo tono.

“Tanto Babbo Natale non mi porterà quello che gli ho chiesto, non lo fa mai!” disse triste e arrabbiata, mettendo il broncio.

Caroline fu percossa da un moto di tristezza... quale bambino poteva essere così sconsolato parlando di Babbo Natale??

“Perché dici così? Non sei contenta dei giochi che Babbo Natale ti ha portato?” disse avvicinandosi al letto.

“Lui non mi ascolta mai... io gli chiedo una cosa e lui mi porta tutt’altro...”

“Beh forse dovresti essere più buona se non vuoi ricevere carbone!” disse sarcastica Caroline.

La piccola la guardò stranita “Io sono buona e non ho mai ricevuto carbone! Ma come fai a non saperlo? Non sei un elfo?!”

“Si certo! È solo che qualche volta mi confondo!” disse con il sorriso tirato “rinfrescami la memoria, cosa hai chiesto nella tua letterina quest’anno?”

Lei la guardò alzando il piccolo sopracciglio biondo “Secondo me dovrebbe licenziarti, sei proprio sciocca!”

“E tu sei una piccola maleducata!” disse Caroline assottigliando gli occhi. Quella bambina era troppo influenzata da sua zia!

“Comunque, piccola maleducata, vuoi dirmi cosa hai chiesto così magari posso parlare con Babbo Natale ed aiutarlo a farti avere quello che desideri (anche se non lo meriti secondo me!)??” chiese Caroline sedendosi sul bordo del letto.

“Non mi fido di te... come faccio a sapere che lo farai?” rispose Hope mettendosi seduta a sua volta.

Caroline la studiò. Piccole labbra imbronciate, occhi azzurri scrutatori, portamento altezzoso, braccini incrociati... se era davvero la copia sputata di suo padre come lei credeva, c’era una cosa che avrebbe sicuramente funzionato, doveva solo aspettare qualche secondo che l’ansia la divorasse...

“D’accordo, fai come vuoi... io me ne vado, ho tanti altri bambini da controllare... bambini di cui sicuramente ricorderò il regalo che desiderano quando tornerò su dal vecchio a riferirgli... gli dirò di leggere con attenzione la letterina di... Hanna? Ti chiami Hanna Mitchson giusto?!” disse con nonchalance andando verso la porta.

“Hope! Io sono Hope Mikalson!” singhiozzò presa dal panico “Ti prego aspetta!” ripeté afferrandole il braccio “Ti prego”

Caroline sorrise fra sé, per aver vinto... e forse anche un po’ intenerita. Non si aspetta un cambio di umore così repentino... un altro minuto e sarebbe scoppiata a piangere, pensò. La prese in braccio e la rimise a letto, tirandole su le coperte sotto al mento e sedendosi poi al suo fianco “Ok aspetterò... ora dimmi, cosa vorresti da Babbo Natale?”

Sospirando, alzò gli occhi speranzosi su Caroline “Io vorrei andare a scuola, come gli altri bambini... Babbo Natale può farlo vero? Lui può fare tutto!” chiese speranzosa.

Caroline spalancò gli occhi... ecco cosa chiedeva una bambina che aveva tutto, chiedeva la semplicità di vivere una vita normale.

“Può farlo? Ho visto un film in tv e Babbo Natale regalava una famiglia ad un bambino solo... io voglio solo andare a scuola, è più facile questo!”

Stupido film e stupida tv! Illudete pure i bambini! Pensò Caroline.

“Certo Babbo Natale può fare tutto, ma proprio perché lui è magico che sa quello che è meglio per i bambini... forse per te andare a scuola potrebbe essere pericoloso e per proteggerti...” Caroline non riuscì a continuare vedendo quegli occhi azzurri così familiari riempirsi di lacrime.

“Dici le stesse cose di mamma e papà, ma io non capisco... tutti i bambini vanno a scuola perché io no?”

Caroline si sentì in colpa, non doveva andare così, tutti doveva essere felici a Natale “Prometto che parlerò con Babbo Natale e farò il possibile! Ma tu non devi essere triste, d’accordo?”

La piccola mosse la testolina bionda annuendo “Puoi andare se vuoi... prometto che dormirò adesso. Io faccio sempre la brava, giuro!”

“Che ne dici se aspetto qui finché non dormi? Mi riposerò anch’io. E non dire a nessuno del nostro incontro ok? Se il vecchio lo scopre mi licenzierà davvero!” disse strizzandole l’occhio e ricevendo un timido sorriso in regalo.

Caroline aspettò di sentire il suo respiro regolarizzarsi prima di andarsene.  Non l’aveva mai osservata così da vicino, era una bambina incantevole con la pelle di porcellana e i capelli biondi che le cadevano corti sul viso.. e forse, come suo padre,voleva apparire più dura di quanto fosse. Appoggiò il suo libro sul comodino e sorrise leggendo il titolo “Il Natale del piccolo lupo”... ma davvero?

Uscì dalla stanza e prima ancor di chiedersi quale porta aprire, sentì quest’ultima cigolare dall’altra parte del corridoio. Alzò lo sguardo per incontrare quello sconfortato di Klaus.

“Non vorrei che sbagliassi ancora e ti ritrovassi nella stanza di mio fratello” disse sarcastico.

“Hai sentito tutto?”

Lui le rispose con un sguardo ovvio, scostandosi per farla entrare.

“Non dovresti fare promesse che non puoi mantenere, love” disse rimproverandola.

“Ho detto che avrei parlato col vecchio... questo posso farlo” rispose disapprovando il suo tono.

“Caroline ti prego... non ho bisogno di uno dei tuoi discorsi sul fatto che Hope viva in una gabbia dorata e tutto il resto...” disse lui debole andando verso la finestra.

Caroline lo osservò, già stanco, appoggiare contro il vetro prima il braccio poi la fronte. Era una battaglia persa in partenza se Klaus non voleva nemmeno iniziare. Sospirò e andò da lui. Alzandosi sulle punte, appoggiò il mento sulla sua spalla e lo abbracciò.  Doveva ancora abituarsi a questo nuovo lato di Klaus, lui era tutto miele e zucchero con sua figlia, molto più di quanto fosse mai stato con lei e questo le era difficile da credere... ma allo stesso tempo, gli bastava una parola o uno sguardo per zittirla come nessun altro riusciva a farlo. Gli ricordava un po’ suo padre, prima che le cose fra loro cambiassero, e solo in quel momento si ricordò anche Bill Forbes la chiamava la mia principessa! Quel confuso sentimento che provava per lui, qualsiasi cosa fosse, era cresciuto a dismisura dopo la prima volta che li aveva visti insieme...

“Immagino che essendo più vecchio di Babbo Natale tu non gli abbia mai scritto una letterina... non è per caso sei tu Santa Klaus?” chiese ridendo per smorzare la tensione e senti la sua risata gorgogliare nel suo petto “Domanda stupida... tu i regali li avresti rubati ai bambini!”

Caroline si godette il momento pensando come riuscire, per una volta, ad essere lei a salvarlo.

“Quando avevo sette anni chiesi a Babbo Natale di far tornare in vita Felix, il mio gatto. Non puoi immaginare la delusione quando trovai una bambola sotto l’albero! Scoppiai a piangere e continuai per ore, non riuscivo a capire il perché... mi ero comportata da brava bambina, avevo scritto la lettera e imbucatola personalmente”

“Dove vuoi arrivare Caroline?!” chiese lui a corto di pazienza.

“Ora rido di quel Natale, ma credimi sono stata male per giorni... Babbo Natale aveva infranto i miei sogni! Per lei è una delusione così grande non ricevere mai quello che chiede, e succede ogni anno! Tutti i bambini dovrebbero essere felici il giorno di Natale” concluse amara.

Klaus si scostò e la guardò stranito “Mia figlia ha sempre avuto troppe pretese, non posso accontentarle tutte! Quando aveva tre anni, Haley non faceva altro che raccontarle storie di lupi e licantropi e lei ha chiesto un piccolo lupo per Natale. L’anno dopo voleva assolutamente che nevicasse per fare i pupazzi di neve e dargli vita per giocarci insieme. L’anno dopo ancora, mi ha chiesto una nonna dopo aver visto non so quale cartone! E quest’anno chiede di andare a scuola non so per quale motivo! Credi che mi piaccia vederla piangere?! Non puoi farti abbindolare da un singhiozzo e due lacrime, love! Le ha insegnato Rebekah quel trucco!”

Caroline stava ribollendo di rabbia. Proprio non voleva capire!

“Razza di idiota! Non vedi che si sente sola? È circondata da gente adulta, ma ha bisogno di qualcuno della sua età per giocare! Un cucciolo, un pupazzo di neve, una nonna, compagni di scuola... non trovi che abbiano qualcosa in comune?!” Caroline sospirò vedendo i suo occhi fulminarla “Lo so che hai paura... quale genitore regalerebbe un lupacchiotto ad una bimba di tre anni? La neve, ok , è difficile perfino per te! Per non parlare della nonna, una pazza assassina che non dovremmo neanche nominare... ma la scuola, Klaus! Che male può farle? Ogni bambina passa i suoi anni migliori a scuola, cresce, si fa delle amiche, trova la sua strada...”

“Adesso basta Caroline...” sospirò Klaus  “ho pensato e ripensato mille volte ad ogni tua parola. Noi tutti siamo d’accordo su cosa sia meglio per lei” e con questo Caroline capì che la conversazione era finita, e per la prima volta si ritrovo distrutta sapendo di non poter mantenere una promessa.

“Prometti solo una cosa... se troverò una soluzione valida, promettimi che mi ascolterai senza interrompermi e ci penserai” chiese con un ultimo sforzo, impegnandosi per non piangere.

“Manca solo un giorno a Natale sweetheart...”

“Promettimelo!”

Lo vide annuire, sorridendo mesto, come se sapesse già che tutto il suo impegno sarebbe stato inutile.

 

Caroline si alzò presto quella mattina, non aveva chiuso occhio pensando cosa potesse fare per cambiare la situazione. Quando Klaus si svegliò la trovò alla finestra, persa nei suoi pensieri. A volte quella sua testardaggine la odiava, ma altre come in quell’occasione, non poteva fare altro che amarla... e avrebbe odiato se stesso per doverla deludere.

L’ultima persona a cui avrebbe voluto rivolgersi era Rebekah, ma Caroline si disse che era anche l’unica che poteva realmente aiutarla. Ricordava bene quanto a Rebekah era piaciuto frequentare il liceo e premere quel tasto era la sua unica arma. Era sicura che non avrebbe mai negato a sua nipote, quello che per lei era stato un momento di gioia. E difatti, aveva avuto ragione.

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“Hope! Hope svegliati!” la scosse piano Caroline.

“Cosa ci fai qui?” chiese la piccola spalancando gli occhi assonnati “Sei tornata!”

“Dovevo portarti una cosa personalmente” le disse Caroline sorridente “Tieni, questa è da parte di Babbo Natale!” poi le porse una busta bianca.

La piccola si alzò a sedere e accese la luce sopra al suo comodino “Sei vestita come una persona normale finalmente!” disse ghignando.

“Avanti nanetta! Leggi la lettera” disse esasperata.

Quando poche ore prima Caroline era tornata da Klaus non stava nella pelle nel raccontargli quello che era riuscita a fare, e non vedeva l’ora di dirlo a Hope. Lei e Rebekah erano un’ottima squadra, niente da replicare!

Hope aprì la busta, tirando fuori il foglio e mettendolo sotto la luce “Mia cara piccola Hope, sono molto dispiaciuto di non averti accontenta in passato, ma non eri ancora pronta per ricevere i doni che avresti voluto. Ormai però sei grande e credo che saprai davvero apprezzarli. Ho quasi duemila anni, devi avere pazienza con me, so cosa è meglio per te e non sbaglio mai! Resta sempre così, non cambiare. Con affetto, Babbo Natale.”

Hope alzò gli occhi spalancati su Caroline, con un sorriso che le si allargava sempre più in viso “ E’ proprio vero? Babbo Natale mi ha scritto una lettera?”

“Quando sono tornata a casa ieri, io e il vecchio abbiamo parlato molto di te. Credo che quest’anno le cose saranno diverse” le disse strizzandole l’occhio.

“Grazie Fiocco di Neve” disse veramente grata.

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Fiocco di neve? Mi ero perso questa parte!” disse Klaus divertito quando lei rientrò in camera.

“Fiocco di neve e Santa Klaus, siamo una bella coppia!” rispose Caroline divertita mentre si buttava sul letto al suo fianco “so cosa è meglio per te e non sbaglio mai?!  Non è quello che ti avevo detto di scrivere nella lettera!”

Love  volevi che facessi passare Babbo Natale come un vecchio demente che non si ricorda il suo compito... così era meglio” disse baciandola “Smettila di lamentarti, ho fatto abbastanza per oggi!”

“Cosa ne pensa Haley?”

“Non si fida di te. Ma non importa, perché lo faccio io” le disse scostandole i capelli dal viso “Ti sto affidando la cosa più preziosa che ho Caroline”

“Lo so” disse godendosi la sua carezza “e te ne sono grata”

Entrambi capirono le parole nascoste fra le righe. Era una questione di fiducia reciproca incondizionata, di amore incondizionato. Entrambi non volevano nient’altro.

“Parlami ancora della scuola, prima eri talmente su di giri che faticavo a starti dietro” le chiese portandola su di se. Caroline girò il viso per incontrare i suoi occhi e un enorme sorriso le si dipinse in volto.

“E’una scuola privata fuori dal centro, abbastanza esclusiva, conta meno di cento iscritti. Sarà facile tenere d’occhio Hope. Rebekah ha soggiogato il preside e gli anticipato il pensionamento prendendo il suo posto. Ne era entusiasta! Finalmente avrà un posto dove esercitare il potere assoluto e incontrastato!” disse ridendo “valuteremo ogni persona che entrerà nella scuola, Davina dice che è un incantesimo simile all’incantesimo di protezione che c’è sulla casa e se necessario ridurremo il numero di iscritti”

“E tu?”

“Io trovero qualcosa da fare... se Alaric era un insegnate di storia e un cacciatore di vampiri perché io non posso insegnare francese ed essere un vampiro?!”

“Tesoro credo che sarebbe più adatto qualcosa tipo l’educazione fisica per te... mi sentirei in colpa sapendoti ad insegnare, e nello stesso tempo rovinare, le giovani menti! Sappiamo entrambi che né la storia, né la geometria sono il tuo forte... e lasciamo perdere l’aritmetica!”

“Smettila!”

“Per non parlare dello scarso talento che hai con le lingue...”

“Ti ho detto smettila!” disse ridendo, colpendolo ad un braccio.

“Potresti creare una squadra di cheerleader! In quello sei bravissima!” continuò lui sarcastico.

Caroline roteò gli occhi e il suo sguardo cadde sulla finestra che dava sulla città.

“Kol ci è riuscito... ha trovato il modo, anzi l’incantesimo, per fa nevicare!” disse entusiasta.

“Un motivo in più per non spedirlo a dormire nella bara in cantina”

Caroline sorrise scuotendo la testa.

“Andrà bene” disse lei sicura “Andrà bene”

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“Mamma! Mamma svegliati!!” Caroline sentì la voce allegra dal corridoio e riuscì appena in tempo a raccogliere i suoi vestiti e a chiudersi in bagno, prima che la porta fosse spalancata.

“Papà dai sbrigati!” urlò Hope saltando sul letto “Non ho intenzione di aspettare tutta la mattina per aprire i regali!”

Klaus sorrise con gli occhi ancora chiusi “Hope?”

“Che c’è?” chiese urgente.

“Hai visto che fuori sta nevicando?”

Ci fu un attimo di silenzio, in cui Caroline la immaginò correre alla finestra per scostare le tende, seguito da una serie infinita di urletti di gioia.

“La neve! La neve a New Orleans!”  disse spalancando la finestra gettando le braccia fuori.

Klaus la prese e con dolcezza la scostò dalla finestra chiudendola “Fa abbastanza freddo tesoro... che ne dici di andare a vestirti, scartare i regali e poi andare fuori?”

Caroline non sentì la risposta, ma udì distintamente tanti piccoli e veloci passi allontanarsi dalla stanza. Klaus aprì la porta del bagno e lei gli scoppiò a ridere in faccia, divertita da quello che era appena successo, contagiando anche lui con la sua risata.

“Buon Natale Love” disse attirandola a se per un bacio.

“Tu non credi al Natale” replicò lei.

“Seguo comunque le sue tradizioni! Puoi baciarmi qui o aspettare e farti trascinare sotto il vischio... scegli!” Caroline sorrise avvicinandosi per un bacio “Vai ora... io mi godrò la scena da lontano”

“Caroline...” iniziò lui.

“Non pensarci per niente! Non scenderò con te!” sentenziò lei risoluta.

“D’accordo” disse Klaus girandosi e lasciandola lì, forse un po’ delusa dal suo arrendersi così facilmente.

 

Erano tutti seduti sul divano vicino al grande albero in salone, Caroline poteva vederli nascosta in cima alle scale. Ogni vampiro presente nella sala sapeva che c’era anche lei, ma nessuno le prestava attenzione, avevano tutti gli occhi puntati sulla piccola al centro che era intenta a scartare i regali.

“Hope perché non cominci dalla grande scatola con i buchi?” le disse Haley.

“Ma si muove! E fa dei rumori!” esclamò confusa arretrando. Haley si avvicinò alla piccola timorosa e insieme aprirono la scatola, dove incontrarono due occhi ancor più timorosi e tremanti.

“Un lupo! Babbo Natale mi ha portato un cucciolo di lupo finalmente!” urlò gioiosa tirandolo fuori dalla scatola e prendendolo in braccio.

“Credo che sia un cane, piccola, un husky per l’esattezza” la corresse Rebekah.

“No è un lupo! Ne sono sicura!” disse guardandolo bene “Tienilo tu mamma, forse è un tuo parente! devo scartare gli altri regali!”

Caroline sorrise alla testardaggine di quella piccola peste e compatì quel piccolo cucciolo spaventato, avrebbe avuto una vita dura!

“Dei vestiti? Perché mi avrebbe portato dei vestiti Babbo Natale? Sono anche brutti poi!” disse delusa scartando il secondo regalo.

“Non sono dei vestiti comuni Hope”  le rispose Rebekah inginocchiandosi al suo fianco “Guarda qui, c’è uno stemma... è una divisa scolastica. Ti servirà quando andrai a scuola”

Gli occhi di Hope si alzarono vispi su Klaus, come a chiedergli se fosse vero, e quando lui le sorrise in risposta, li spostò su sua madre e su ognuno dei suoi familiari per accertarsi che nessuno le stesse facendo uno scherzo, per poi cominciare a saltare per tutta la stanza con la divisa in mano.

“Non entusiasmarti troppo nanerottola, non è così emozionante andare a scuola!” la prese in giro Kol, ma niente sembrava toccarla in quel momento.

“Ci saranno delle regole, dolcezza...” la interruppe Klaus “... orari precisi che tu dovrai rispettare! e la zia Rebekah sarà la direttrice della scuola e dovrai darle ascolto” le intimò.

“Lo farò! Farò la brava promesso!” rispose svelta “papà?”

Klaus riconosceva quegli occhioni e quel tono di voce e, sospirando, chiese cosa volesse “cosa adesso?”

“Posso prendere anche lezioni di danza? O magari andare in una scuola di danza!”  chiese unendo le mani sotto il mento.

Alzò gli occhi ignorando la sua richiesta e le porse un altro regalo su cui potesse concentrare la sua attenzione.  Hope continuò a scartare i regali soddisfatta e Klaus sentì una risata lontana e trattenuta... Hope ere di buon umore, Caroline era di buon umore, forse era quello il loro momento.

Usò la sua velocità per prenderla e trascinarla di sotto in mezzo agli altri.

Tutti rimasero sorpresi da quel gesto, nessuno si sarebbe aspettato niente del genere da Klaus. Elijah e  Haley sorrisero imbarazzati, Kol scoppiò in una fragorosa risata vedendo l’espressione scioccata di Caroline e perfino Rebekah non riuscì a nascondere un sorriso dietro al suo solito broncio. Hope vedendo le strane espressioni e lo strano silenzio circondarla, si voltò per ultima.

I suoi occhi si spalancarono e lasciò cadere il pacco che aveva in mano.

“Tesoro, vorrei presentarti una persona...” iniziò Klaus abbassandosi e porgendole la mano per avvicinarla, un po’ a disagio. Lei si accostò, senza riuscire a dire ancora niente. Era così confusa, come poteva essere possibile, non riusciva proprio a capire... quella era fiocco di neve!

“... lei è...” continuò Klaus a disagio.

“Fioc...” sussurrò appena la piccola, ma prima che potesse finire Caroline la interruppe.

“Sono Caroline! Sono la tua nuova tata! Piacere di conoscerti Hope!” disse strizzandole l’occhio “Sai ora con la scuola e il tuo cucciolo, avrai bisogno di me! Puoi chiamarmi Care... o come vuoi tu!” e solo allora Hope si ricordò del loro segreto, del loro incontro di cui nessuno doveva sapere. Il suo sorriso si allargò e le strizzò l’occhio in risposta.

Caroline alzò lo sguardo per incontrare quattro paia di occhi confusi e straniti, e non voleva nemmeno voltarsi per incontrare quello furente di Klaus. Sorrise nervosa... tre originali e due ibridi, non ne sarebbe uscita viva!

“Ho finito i regali! Voglio andare fuori! Voglio andare a vedere la neve!” riprese insistente Hope “Andiamo!” e Caroline fu grata che tutta l’attenzione si spostasse da lei alla piccola peste!

In un attimo la stanza si svuotò lasciandola sola con Klaus.

“Tata?” sussurrò rabbioso Klaus.

“E’ la prima cosa che mi è venuta in mente! Come ti è saltato in mente di portarmi qui?” rispose lei a tono.

“Era il momento giusto!”

“Forse avrei dovuto deciderlo io se era o meno il momento giusto, non credi?!” disse sbuffando.

“E’ una pessima idea...”

“Non è così male... Hope si abituerà a me a poco a poco e quando sarà (!!!) il momento giusto le diremo che siamo innamorati e che stiamo insieme” disse Caroline cercando di essere plausibile “Credo possa funzionare... cosa diavolo hai da sorridere in quel modo?” chiese snervata.

“Quindi sei innamorata di me...” disse presuntuoso con un sorriso che gli arrivava da una parte all’altra del viso.

“Cosa?!” chiese confusa.

“Hai detto le diremo che siamo innamorati e che stiamo insieme... quindi questo presume che tu sia innamorata di me”

Caroline annaspò in cerca di parole, ma niente sembrava venirle in mente, mentre diventava della stessa tonalità del cappello di Babbo Natale.

“Va tutto bene love, perché vedi... anche io sono pazzamente innamorato di te!” le rispose in un sussurro prendendole il volto fra le mani “e non aspettavo altro che dirtelo!” finì baciandola dolcemente.

Caroline si sentiva così confusa e felice che niente le importa più, avrebbe rimandato le spiegazioni con sé stessa a più tardi. Entrambi sentirono dei piccoli passi avvicinarsi e si staccarono sorridendosi complici.

“Papà?” lo chiamo Hope sbucando fuori “puoi lasciarci un attimo sole? Noi dobbiamo conoscerci meglio!” chiese pretenziosa.

“Certamente tesoro... sarò di sopra” disse andandosene.

“Oh cavoli! Fiocco di Neve ma come puoi essere qui?!” chiese la piccola elettrizzata quando fu sicura che nessuno potesse sentirla “Sarai davvero la mia tata? Oh!!! Sono così contenta! Sono stracontenta!”

“Certo! L’ho chiesto al vecchio e ha detto che potevo farlo! Sai lui con i suoi poteri può fare tutto, così eccomi qui! Ma mi raccomando, nessuno deve sapere chi sono in realtà chiaro?” le disse portandosi alla sua altezza “Non devi parlarne mai più, nemmeno con me! qualcuno potrebbe sentirci”

La piccola annuì seria “Promesso! Oh!! È così bello... sarà come in Mery Poppins!” disse entusiasta.

“Assolutamente no! Io non canto o ballo per strada, scordatelo! E come prima cosa butterò dalla finestra il televisore! tu guardi decisamente troppa televisione!”

“Comunque... Babbo Natale aveva detto che mi avrebbe portato tutti i vecchi regali che avevo chiesto. C’è la neve, il cucciolo di lupo e potrò andare a scuola, ma dov’è la mia nonna?” chiese ambiziosa.

Caroline spalancò gli occhi “Credo che tu stia chiedendo un po’ troppo per un solo anno! Fai la brava e forse l’anno prossimo avrai una vecchietta tutta per te!”

“Umh... ok! Adesso, tata Care, pretendo che tu venga con me a fare un pupazzo di neve!” disse incrociando le braccia la petto e sorridendo.

Caroline si alzò in piedi per riprendere la sua posizione e, imitandola, incrociò le braccia “Guarda piccola pe... pesca(!)... che tata non vuol dire che farò tutto quello che vuoi, sia ben chiaro! E tata Care non si può sentire!”

Hope la guardò di traverso cercando il modo di aggirare le sue parole, ma Caroline la anticipò “Ma se in qualche modo tu dovessi convincere tuo padre a fare un pupazzo di neve, la scena sarebbe così divertente che giocherei con la neve con te per tutto il giorno!” disse soddisfatta.

Alla bambina si illuminarono gli occhi e con un sorriso furbo si mise i guantini “Papà! Papà!” cominciò ad urlare correndo alle scale, poi si fermò tornando da Caroline e la abbracciò, alle gambe, sorprendendola.

“Grazie Fiocco di Ne... emh Caroline! E’ il Natale più bello di sempre!” e detto questo tornò a correre su per le scale.

Aveva fatto felice una bambina, si disse Caroline, come poteva non sentirsi felice? Di conseguenza aveva fatto felice il suo  (fidanzato? Compagno? Amante? Mah! Meglio non pensarci!)... e questo la rendeva estremamente felice. Erano anni che anche lei non passava un così bel Natale e si sorprese di come, nonostante lo scorrere del tempo, lei si ritrovasse sempre a voler fare la cosa giusta.  Santa Klaus avrebbe dovuto portarle davvero un gran bel regalo!

“Caroline!” l’urlo furioso di Klaus, proveniente da chissà dove, la fece trasalire... forse non era così eccitato come sua figlia di fare un pupazzo di neve

 

 

 

*****angolo autrice

salve a tutti, anche se un po' in ritardo ho voluto scrivere un piccolo fluff natalizio! siate clementi, è il primo fluff in assoluto che scrivo, e la prima storia che parla anche di Hope come protagonista!

spero che abbiate gradito, e se vorrete lasciarmi le vostre recensioni ne sarò entusiata! 

grazie per aver letto! e buon natale! in ritardo!

un bacio, ale

Ps: per chi fosse interessato sto scrivendo una long in questo periodo, "Roar!" "/">http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2949160&i=1

 

 


  
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