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Autore: LaTuM    13/11/2008    5 recensioni
Probabilmente questa usanza è stata una delle conseguenze dell'essere diventati uno dei baluardi europei dell'America. Non che mi dispiaccia… Beninteso, l'usanza - perché sull'America ci sarebbero troppe cose da dire e una vita intera non credo basterebbe -, ma... Questo non era esattamente il modo in cui in trentuno - e non trentadue, mancano ancora ventidue giorni - anni di vita mi era capitato di festeggiare.
Vincitrice del Fidelity Halloween Party '08
Genere: Generale, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gas Lipstick, Lily Lazer, Mige Amour, Ville Valo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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They Only Come Out At Night [Non ci sono più i poeti maledetti di una volta] Disclaimer: Gli HIM - Ville Valo, Linde (Lily) Lazer, Migé Amour, Gas Lipstik, Emerson Burton - e i loro familiari non mi appartengono, non li conosco e quanto ho scritto non vuole assolutamente essere una rappresentazione della realtà ma si tratta solo del frutto della mia fantasia. Lo stesso titolo non mi appartiene ma è l'omonimo di una canzone dei Lordi. Questa storia, ovviamente, non è una fonte di guadagno per nessuno. Al massimo un po' di pubblicità gratuita di cui mi sarà inconsciamente grato l'ente del turismo finlandese.



They Only Come Out At Night

[Non esistono più i poeti maledetti di una volta]



Probabilmente questa usanza è stata una delle conseguenze dell'essere diventati uno dei baluardi europei dell'America. Non che mi dispiaccia… Beninteso, l'usanza - perché sull'America ci sarebbero troppe cose da dire e una vita intera non credo basterebbe -, ma... Questo non era esattamente il modo in cui in trentuno - e non trentadue, mancano ancora ventidue giorni - anni di vita mi era capitato di festeggiare.

Saranno state le dieci di questa mattina quando, mentre ero ancora assopito tra le calde coperte del mio letto - sul quale non dormivo da... mesi -, il telefono iniziò a squillare come un indemoniato. Provai ad ignorarlo, ma chiunque si trovasse dall'altro capo dell'apparecchio non sembrò minimamente intenzionato ad assecondare il mio bisogno di riposo.
Grugnii un qualcosa che avrebbe dovuto somigliare ad un "haloo"(*), ma tutto ciò che fuoriuscì dalla mia bocca fu un rantolo molto, molto assonnato.

Dall'apparecchio mi giunse il familiare borbottio di Linde.

- Che diavolo vuoi? - gli domandai, cominciando all'istante ad avvicinare il pollice a dove sapevo essere il tasto rosso che avrebbe interrotto la comunicazione seduta stante.

Nonostante l'apparenza, Linde era anche fin troppo sveglio e con un entusiasmo - misuratamente finnico - capace di mandare in catalessi chiunque, mi fece presente che, anche se non mi aveva dato un grande preavviso, quella sera sarebbe passato da casa mia insieme a Manna ed Olivia, Burton con sua moglie ed Heartta, Migé e signora, e Gas, in modo che io e lui potessimo tenere alto il baluardo dei single.

Non feci neanche in tempo a rispondergli con un cordiale "fanculo Mikko" che lui aveva già autonomamente chiuso la chiamata.

A quel punto feci l'unica cosa possibile: ripresi a dormire.


§

Inutile dire che quando mi risvegliai mi ero completamente dimenticato della telefonata di Linde di questa mattina. Mi aveva chiamato alle dieci e io avevo avuto la decenza di alzarmi solo alle tre del pomeriggio. Anche volendo, sarebbe stato impossibile ricordarsene.
Ancora stordito dal sonno, andai in cucina e cercai di ricordare dove tenevo il caffé solubile. Provai ad aprire le antine degli armadietti e, al quarto tentativo, lo trovai. Non avevo idea da quanto tempo fosse lì, ma scoprii che la donna delle pulizie era stata piuttosto caritatevole con me: prima del mio arrivo aveva portato qualcosa di commestibile in casa, con aggiunta di caffé e sigarette. Ed ecco per cosa stava lo scontrino che era stato lasciato sul tavolo del salotto vicino al telefono e alla posta.

Con la tazza di caffé fumante andai in salotto e sprofondai nel divano, coccolato dal profumo di caffé e nel frattempo annoiato dalla rassegna di video che MTV stava trasmettendo. Rimasi incuriosito dalla piega trash che aveva preso l’ultimo video degli Sturm und Drang, Break Away. Considerando che sono dei ragazzini a cui come minimo mancano due o tre anni per raggiungere la maggiore età, ed essendo anche particolarmente capaci, glielo si poteva anche concedere in fin dei conti…

Mi alzai svogliato dal divano e mi concentrai sulla vista del parco. La luce arancione del tramonto che proveniva dal grande finestrone sulla mia destra aveva orami letteralmente invaso l'intera stanza, creando un fastidioso riverbero sullo schermo del televisore ed impedendomi di vedere le immagini.

Tramonto e tre del pomeriggio di norma non dovrebbero stare insieme nella stessa frase, ma se sei finlandese sei abituato ad associare l'inizio e la fine delle giornate ad orari assolutamente improbabili. E questo rientrava perfettamente nella norma delle giornate di fine ott..- cazzo!

Fu Yle TV, che trasmetteva le interviste registrate fatte ai bambini durante il pomeriggio di giochi organizzati da chi di dovere all'Esplanadi, che risolse ogni mio dubbio obbligandomi a ricordare la telefonata ricevuta in mattinata da Linde.
Era Halloween e gli stronzi volevano festeggiare in una casa grande, riscaldata e non loro, prima di dare inizio al consueto giro della città per fare incetta di dolci.

Halloween non è una festa che ci appartiene. E la sua celebrazione benché meno.
Noi abbiamo il Vapunaatto, la notte dei santi, dei maghi, delle streghe e degli spiriti che, secondo la tradizione finlandese, festeggiamo il primo di maggio ingollando grosse quantità di alcolici e vino frizzante e manifestando per le strade.
Ma la tradizione americana si è radicata abbastanza da darci un pretesto per festeggiare un nostro personalissimo Halloween e carnevale ogni sei mesi. Ciò non toglie che la maggior parte di noi preferisca il Vapunaatto. Almeno a maggio non siamo costretti a ramingare per strade fredde e prossime all'essere invase dalla neve del primo freddo - freddo per noi - indossando un costume...

Cazzo.

Un costume che neanche avevo!.

Finii il mio caffé con la voce di Ozzy che mi pregava di dirgli, in nome dell'inferno, chi diavolo fossi.(**)

E tra una bestemmia e un insulto a Linde avevo trovato la risposta per Ozzy e il costume.


§

Era sera.
Che poi, visto l'orario, agli occhi altrui poteva benissimo apparire al più come un tardo pomeriggio, ma a fine ottobre in Finlandia la sera inizia non dopo le quattro del pomeriggio.

I miei amici - o colleghi, che dir si voglia - con i loro rispettivi familiari si erano presentati alla porta di casa mia non appena la lancetta dei minuti aveva segnato lo scoccare delle sei.

- Tempestivi… - mormorai scazzato, spostandomi per far passare un improbabile trio di maghi e il loro seguito.

Sapendo della vergognosa passione di Linde per i libri del mago occhialuto, non mi stupii di vedere la piccola Olivia con una semplice divisa di Hogwarts curata nei minimi dettagli, Manna con degli antichi abiti da strega e il mio chitarrista con gli stessi abiti – con un effetto decisamente più ridicolo su di lui – e con una lunga barba bianca. Considerando la nostra nazionalità, avrebbe potuto facilmente essere scambiato per la versione gay di Babbo Natale.

- Carino il… Gas, che cazzo ti sei messo? – non potei fare a meno di domandare vedendolo avvolto in vestiti argentati con degli strani tracciati neri che lo facevano sembrare una carta geografica .

- Ma da Morte Nera, naturalmente! -

- Noi l'avevamo scambiato per una patata al cartoccio. - mi rispose pacato Migé, che insieme a sua moglie aveva scelto un costume decisamente più tradizione e sicuramente in tema: zombie lei, lupo mannaro lui.

- Zio Ville! - sentii la vocina di Heartta che mi chiamava allegra e si dondolava avanti indietro facendo ondeggiare la sua grande gonna gialla.

- Fammi indovinare... - le dissi paziente - Tu sei Biancaneve. - conclusi con un sorriso per poi scoppiare a ridere quando l'occhio mi cadde su Burton, avvolto in una ridicola calzamaglia e pantaloni a palloncino azzurri.

- Sì. Papà è il mio principe azzurro e mamma la strega cattiva. - ci tenne a precisare, annuendo convinta, indicando Ilma che si aggiustava il cappuccio nero. Neanche conciata così riusciva a sembrare brutta.

- Ma la cena? - mi venne da domandare, vedendo che nessuno si era preoccupato di portare con sé qualcosa di commestibile.

- E' Halloween. - mi rispose Migé senza riuscire a dissipare i miei dubbi.

- Al Kauppatori(1) hanno allestito il mercato della festa. - mi spiegò Ilma, mentre si chinava per raddrizzare il fiocco rosso sulla testa di Heartta.

Vedrana intanto, sotto quei bizzarri strati di finta carne putrefatta e sanguinolenta mi stava osservando perplessa.

- Ma non ti sei ancora cambiato? - mi domandò infine.

- Certo. Questo è il mio costume. - gli risposi, mentre afferravo una sigaretta dal pacchetto e me la portavo alla bocca.

- E che razza di costume sarebbe?! - mi domandò un Albus Dumbledore di dubbia sessualità.

- Mi sono vestito da Ville Valo, problemi? - feci presente accendendomi la sigaretta sotto gli sguardi perplessi dei miei amici e delle bambine.

- Ma tu sei già Ville Valo! - protestò Olivia puntandomi contro la bacchetta magica che teneva in una tasca della mantellina nera.

Beata innocenza.

- Il tuo travestimento fa schifo. - non si fece problemi a farmi notare suo padre.

- Sarà bello il tuo... - mormorai osservando le bambine - già dimentiche del mio costume ben poco in tema - che confrontavano la somiglianza dei loro cestini raccogli dolci a forma di zucca, che Burton e Linde avevano comprato per entrambe durante una tappa americana del nostro precedente tour.

- Se mia figlia è Hermione Granger, perché io non posso essere Albus Dumbledore?! E' perfettamente in tema. -

Il mio sguardo parve essere abbastanza esplicativo.

- Da che volevi che mi travestissi, da chitarrista dei Tokio Hotel? -

- I dreads ci sono. La chitarra anche... -

Un vaffanculo non me lo risparmiò nessuno, se non che poi Manna provvide a tirare per un dreadlock il compagno e fargli presente con una ramanzina da Oscar, che nonostante passasse la sua vita on the road in nostra compagnia, questo non lo autorizzava a dare il cattivo esempio in presenza delle piccole.

Fu mentre ridevo per la lavata di capo del mio amico che Ilma mi prese per un orecchio e si chiuse con me in camera mia.

No, non ci fu niente di bello ed interessante. Ilma si limitò a segnare la mia condanna a morta di quella sera.

Frugò nel mio armadio per almeno dieci minuti finché non mi ritrovai tra le mani una maglietta rossa, una giacca di velluto rosso scuro, dei pantaloni - anch'essi rossi - che neanche mi ricordavo di possedere, e un cappellino verde che usavo raramente.

- E che dovrei farci con questa roba? -

- Indossarla, forse? -

Non feci neanche in tempo a ridere in modo alquanto strafottente che lei si era già richiusa la porta alle spalle, lasciandomi sommerso da quella marea di stoffa rossa.


§


- Oh, ora sei decisamente pronto per Halloween. - mormorò Burton, cercando di trattenere una risata.

- Zio Ville! Ti sei vestito così apposta per me! - disse Heartta, venendomi incontro e pretendendo di essere presa in braccio - Sei perfetto per stare con me e la mamma. - mormorò aggrappandosi al mio collo e affondando il viso nella stoffa della sciarpina - sì, rossa anche lei - che avevo indosso.

Spostai lo sguardo prima su Ilma. Poi su Burton. Heartta fu l'ultima, prima che tornassi a guardare nuovamente Ilma.

- Non mi avrai vestito da mela di Biancaneve, vero?! -

Risposte non ne ottenni, la risata di Migé, Gas e Burton fu sufficiente.

- La prossima volta chiedi a Tomi e i suoi (2) di aiutarti piuttosto che fare di testa tua! - ci tenne a farmi presente Linde prendendo in braccio Olivia e dirigendosi verso la porta.

Sarebbe stata una lunga serata.

Ed io ero vestito da mela...



§


Helsinki è una città semplicemente stupenda.
Da qualunque angolazione uno la guardi, qualsiasi giorno dell'anno, in qualsiasi stagione e che ci sia il sole, la neve o piova a dirotto, Helsinki è una città unica.
Unica perché riesce a portare con onore anche le coccarde e le decorazioni di una festa che non le è mai realmente appartenuta, senza perdere ciò che fa parte della nostra tradizione.
Non c'erano solo zombie, mummie, vampiri o streghe che si aggiravano per la strada, ma anche i nostri antichi eroi del Kalevala (3) e qualche vichingo. Non mancavano neanche rudimentali ma fedeli imitazioni dei costumi che Tomi usava durante le esibizioni o di noi musicisti di spicco.
Avrei potuto giurare di sentirmi più che sdoppiato. Avevo già individuato almeno cinque o sei ragazzi vestiti in modo alquanto familiare e provvisti di heartagramm. O piume.(4)
E io che avrei potuto permettermelo - con tutte le ragioni del caso - mi ritrovavo a camminare affiancato da una piccola Biancaneve e una strega cattiva vestito come una mela avvelenata.

Percorremmo tutto il Boulevardi fermandoci ad osservare incuriositi il piccolo spettacolo che era stato messo in scena nel cimitero della via.
Mi era capitato diverse volte di vedere gente fissare incredula le persone che si accampavano in quel vecchio cimitero per chiacchierare, suonare, leggere o riposare. Un cimitero - anche se ormai in disuso da quasi un centinaio di anni - in centro città era diventato il teatro perfetto per le rappresentazioni di Halloween.
Quell'anno - se i costumi degli attori non m'ingannavano e la mia conoscenza dei classici dell'orrore era ancora sufficiente - era stato deciso di mettere in scena Frankenstein, opera che si prestava particolarmente ad essere ambientata in un cimitero.
Vidi che mentre il pazzo di turno che interpretava il dottor Frankenstein alzava le braccia al cielo gridando come un ossesso "si può fare", Olivia si strinse al padre, mentre Biancaneve - trovando difficile arrampicarsi sulle calzamaglia di Burton - optò per me.

- Teoricamente toccherebbe ai principi azzurri portare in salvo la fanciulla. – mormorò Burton, cercando di vedere il suo ruolo – e il suo costume – riconosciuti come sarebbe stato corretto fare.

- Io non ne andrei troppo fiero. – risposi con un diabolico sorriso stampato sul volto – Non puoi dare torto a tua figlia se, vedendoti vestito il quel modo, preferisce buttarsi tra le braccia del nemico! -

C'incamminammo verso l'Esplanadi, lasciandoci alle spalle il generale Mannerheim (5) e un piccolo manipolo di soldati che chiacchieravano animatamente con un gruppo di persone travestite da Slipknot.

Quello che più amo dei finlandesi e della mia città è che nessuno è interessato a chi tu sia. Ad Halloween benché meno. Solo qui prendo, esco e vado ovunque io voglia senza pensare di essere fermato ogni due minuti da qualcuno che mi chiede un autografo. Al massimo mi domandano la strada.
Non che non sia mai capitato - e anche con persone dalle età più disparate. Di recente ho incontrato due signore di minimo settant’anni chiedermi un autografo da Ekberg (6) - ma lo spirito è completamente diverso. La gente è diversa qua ad Helsinki, e non mi riferisco solamente agli abitanti, ma anche ai turisti affezionati ed occasionali.

Nonostante il penetrante profumo di zucchero filato, mele candite e frittelle avesse completamente invaso l'Esplanadi, giù, sino al Kauppatori, insieme al vociare di adulti e bambini decisi a fare incetta di più caramelle e dolci possibili, chiudendo gli occhi era quasi possibile che tutto si mettesse a tacere e che le persone sparissero, lasciando spazio alle gigantesche figure che su antiche navi combattevano per la conquista del mulino portatore di ricchezze e felicità, il Sampo (7).
 
- Beh, ti sei incantato? - mi domandò Linde che, senza però aspettare una mia risposta m'indicò la statua dell'Havis Amanda (8) vestita da... Pin-up. - Certo che hanno fatto un buon lavoro. Quasi meglio della Valchiria dell'anno scorso. -

Vero, ma così uccideva totalmente il pathos epico che mi ero creato!

Mi affrettai a raggiungere il gruppo che per soddisfare le bambine (e anche Gas e Migé) si era avvicinato ad una bancarella che vendeva dolciumi a forma di zucca, ossa, bare, pipistrelli, ragni... Credo che di norma nessun bambino avrebbe accettato di buon grado di strappare con i denti le zampe di un grosso ragno di liquirizia, ma ad Halloween tutto era permesso.

- Da buon poeta maledetto dovresti apprezzare tutti questi riferimenti a mostri, creature della notte, tenebre e morte. - mi punzecchiò Burton, prima di porgere ad Heartta la metà di una lapide di cioccolato decorata con piccole meringhe a forma di osso e la tradizionale scritta R.I.P. in cioccolato bianco.

- Uouo...(9) - gli risposi con fare stizzito, accendendomi una sigaretta.

- Certo che per essere un vegetale t'immedesimi fin troppo bene nella parte. - mi canzonò Migé, beccandosi un occhiataccia dagli occhioni di Heartta.

- Lui è la mia mela. - protestò la bambina, mentre sentivo la ragazza che aveva appena finito di caramellare una mela per Olivia iniziare a ridere cercando di non dare troppo nell'occhio.

- Potrei benissimo essere un diavolo. -

- Col berrettino verde, quasi fosse la fogliolina del frutto appena colto?! -

Non gli risposi neanche e mi voltai a guardare il mare, nella direzione di Suomellinna. Le luci arancio della città si riflettevano sulla superficie nera del mare che da lì a breve avrebbe iniziato a ghiacciare e rendere difficoltosa l'entrata delle navi nel porto.

Era bello comunque, suggestivo e – sì - anche particolarmente a tema, considerando i colori e considerando la festa.
Dal canto mio - e il mio gruppo con Biancaneve e ridicolissimo Principe Azzurro al seguito - ero un pessimo rappresentante per questa festività, ma nonostante tutto ero lì, nella mia città, con quella che potevo anche considerare una famiglia allargata.

Percorremmo tutto il Kauppatori spendendo - gli altri - cifre preoccupanti in dolci e caramelle, ma quando dalla fortezza di Suomellinna, e contemporaneamente anche dalla Cattedrale dell'Uspenski e dalla Piazza del Duomo, vennero accesi i fuochi d'artificio che quasi andarono ad illuminare a giorno la città, pensai che in fondo non mi sarebbe dispiaciuto ricordare questo Halloween e festeggiare i prossimi a venire.

§

- Credo che sia ora di andare a casa... - mormorò Burton che teneva tra le braccia una - giustamente - addormentata Biancaneve.

Vedrana annuì e guardò nella direzione di Migé e Gas, implorando il marito e l'amico di portarla a casa perché cominciava ad essere stanca, avere freddo e lei - a differenza di noi fannulloni, come non mancava mai di farci notare - il giorno dopo avrebbe dovuto lavorare. Anche se era sabato.

- L'anno prossimo Ville lo voglio io! - decretò Olivia, appoggiando la testa sulla spalla del padre che, dopo averla presa in braccio, la coprì accuratamente con un lembo della lunga veste che portava.

- E da che cosa vuoi travestirti? - le domandò Linde.

- Da sirena. Così Ville può vestirsi da Spongebob, visto a lui piace tanto. - sentenziò. (10)

Improvvisamente l'idea di lasciarmi Helsinki alle spalle per qualche mese di tour non mi sembrò più orribile come prospettiva.



-Fine-


[6 ottobre - 31 ottobre 2008]

Note:
(*) haloo è il modo in cui finnici – di norma – rispondono al telefono. Sull’opinabilità del modo in cui esso è scritto non mi pronuncio XD
(**) Please I beg you tell me, In the name of hell, Who are you? (Who are you? - Black Sabbath)
(1) Il Kauppatori è la piazza del mercato sul porto della città. Alcune bancarelle sono piccoli ristoranti all'aperto che vendono specialità finniche e di giornata.
(2)Tomi Puutansuu è il cantante dei Lordi, gruppo dove ogni membro è mascherato da mostro. Foto qui.
(3) Il Kalevala è l'epopea nazionale finlandese. E' stato usato da J.R.R. Tolkien per la stesura de "Il Simarillion"
(4) Le piume sono un riferimento a Lauri Ylönen, il cantante dei The Rasmus che - prima della pubblicazione del nuovo album - era solito portare i capelli sparati in aria e piume nere di corvo al seguito.
(5) generale di origine svedese - che poi cambiò il cognome in finlandese per dimostrare la sua fedeltà alla patria - che condusse la Finlandia alla vittoria contro i Russi durante la Guerra d'Inverno (1939-40)
(6) Uno dei café più rinomati della città. Si trova all'inizio di Boulevadi, venendo dall'Esplanadi.
(7) Leggendario mulino forgiato da Ilmarinen. Si dice che sia in grado di macinare ricchezza e felicità per chiunque lo possieda.
(8) Statua/Fontana posizionata alla fine dell'Esplanadi e all'inizio del Kauppatori. Rappresenta la fanciulla del mare ed è il simbolo della città di Helsinki. Fu realizzata dallo scultore Ville Vallgren a Parigi nei primi anni del '900. Dal 1908 non è più stata spostata.
(9) Le canzoni degli HIM sono disseminate di uouo e questo li ha fatti diventare un il sinonimo del love metal e della musica del gruppo.
(10) Ville Valo è davvero un fan di Spongebob Squarepants. La prova fotografica.


Note dell'autrice:
Allora, questa storia è nata più per caso che per voglia vera e propria. E' stata scritta per il contest di Halloween indetto da Fidelity.
Le regole prevedevano che fosse una RPF (e gli HIM sono RP u.u) a tema Halloween (e anche questo c'è), che in una scena un colore tra rosso, bianco, nero e arancione giocasse un ruolo importante e che per scriverla usassimo uno dei prompt offerti. La mia scelta è andata a parare su mela. Cosa che mi ha permesso di utilizzare ampiamente anche il rosso ù_ù

A dire il vero ho iniziato a scrivere questa storia prima d'iscrivermi al contest e quando avevo oramai le prime due scene elaborate - e il prompt ancora disponibile - ho colto la palla al balzo. Che io scriva pochissimo sugli HIM - nonostante l'(h)immenso amore che provo per loro - è ampiamente risaputo, però mi sono detta perché no?
In fondo ho potuto giocare un po' con questi adorabili finnici, la loro mitologia e sproloquiare amabilmente su Helsinki spargendo amore incodizionatamente.

Credo che il succo delle nota possa tranquillamente essere un semplice è una storia molto finnica. Ragion per cui ci sono più note che storia fra un po’ -.-‘ però personalmente mi è piaciuto tanto scriverla proprioper questo suo essere intrinseca di finnicità e - si spera - anche himmicità XD


Contro ogni aspettativa, questa storia è stata la vincitrice del contest!!
   
 
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