LITTLE DEMIGODS AT THE OLYMPUS NURSERY
1. Tiny little demigods
“È tradizione,
amore.” Fece l’uomo, guardando la giovane donna. “Sì cioè… va bene.” Disse lei,
sorridendo nonostante tutto. L’uomo afferrò il piccolo bambino che lo guardava
curioso. “Avanti, ometto, si va sull’Olimpo!” Il bambino batté le mani. “Sii,
ciao mamma, vado con papà sull’Olimpo, ad avere tante avventure!” La madre
sorrise intenerita al bambino. “D’accordo Percy, fai il bravo.” Poi prese un
pacchetto che aveva lasciato sul tavolo. “Ecco a te, Percy. Dividilo con i tuoi
amici, su sull’Olimpo. Mi raccomando stai attento a lui, Poseidone.” L’uomo
sorrise. “Tranquilla, Sally! Io e quest’ometto ci divertiremo!” Sentì la donna
mormorare ‘è per questo che sono preoccupata!’.
“Eccoci qua,
ometto.” Disse Poseidone, finalmente mettendo giù il piccolo Percy. “Papà?”
tentò il bambino. “Dimmi Percy.” Il ragazzo si fissò i piedi. “E se agli altri
bambini non piaccio?” Poseidone tentò di trattenere una risata alla faccia
preuccupata del figlio. “Oh, gli affonder… volevo dire, certo che gli piacerai,
Perce! Dopotutto sei o non sei Perseus Jackson?” Il bambino guardò il padre
imbronciato, quasi come se il padre si fosse scordato qualcosa. “Papà, io mi
chiamo Percy! Come fai a non sapere il nome di tuo figlio?” Poseidone rise,
scuotendo i capelli del ragazzo. “E allora andrà tutto bene, mio piccolo
pesciolino di mare!” disse Poseidone, prendendo per mano il più piccolo e
portandolo con lui sull’Olimpo.
“Finalmente sei
arrivato!” tuonò Zeus (Ahaha, tuonò Zeus, l’avete capita?). Sarebbe potuto
apparire minaccioso se non avesse avuto due bambini sulle gambe. “Beh, alla
fine sono qui, no?” Atena lo osservò con il suo solito cipiglio. Poseidone
sbuffò e prese Percy in braccio, facendolo sedere sulle proprie gambe sul
trono. “Cominciamo no?” Disse facendo un cenno agli altri dei. Zeus si raschiò
la gola. “Bene, questi sono i miei pargoletti preferiti, Thalia e Jason.” I
bambini, una ragazza di 5 anni con i capelli scuri ed un ragazzo di 4 anni con
i capelli biondi li guardarono tutti con gli occhi blu spalancati. Gli occhi blu
erano l’unica cosa che i due bambini avessero di simile. “Ciao!” disse Thalia
con voce squillante sorridendo agli altri dei. Jason fece ciao con la manina.
“Bene, questo è
mio figlio, Percy.” Il piccolo Percy, con i capelli scuri e gli occhi color del
mare si fece più eretto. “Io sono Percy, piacere di conoscervi, ho 4 anni e mia
mamma si chiama Sally.” Poseidone sogghignò. Il ragazzo aveva imparato a
memoria quel discorso che gli aveva
insegnato la madre. Afrodite pigolò un ‘Che carino che è!’,
facendo arrossire il piccolo Percy.
Ade mostrò il
proprio pargolo. “Lui è il piccolo Nico. Ha solo due anni.” Il bambino gli
guardò con un piccolo sorriso sulle labbra. “Ciao.” Disse.
Fu poi il turno
di Afrodite. “Questa è la mia figlioletta, Piper!” La bambina era molto carina.
“Ciao, mi chiamo Piper, ma i miei amici mi chiamano Pipes. Mi date i biscotti?”
All’improvviso gli dei si sentirono proni a dare dei biscotti alla bambina. La
madre le accarezzò i capelli. “Pipes,
non è una buona cosa usare il proprio potere sulle persone.” La bambina si
imbronciò e mise il broncio.
Atena prese
controllo. “Lei è mia figlia, Annabeth.” La ragazzina bionda fece un
sorrisetto. “Io sono Annabeth e sono liea di conoscervi, dei e semidei.” La
madre la guardò, con orgoglio dipinto sul volto. “Ho 4 anni e mia madre è
Atena, la dea della saggezza.” Si sentì distintamente Poseidone mormorare ‘Fai
la figa ma mio figlio è più meglio’. La bambina lo guardò. “Zio Poseidone, non
si dice più meglio, è sbagliato.” Poseidone la guardò malissimo. “Porta
rispetto per i più grandi, piccolina. Lo so già!” Atena lo guard sconcertata. “Non
parlare così a mia figlia!” “Dille di non mancarmi di rispetto!” “Sei soltanto
uno stupido alito salmastro!” “Tu invece il risultato di una testa vuota!” “RAGAZZI!
CI SONO DEI BAMBINI QUI!” urlò Demetra. Finalmente i due si calmarono.
Efesto
presentò
suo figlio. “Questo è mio figlio. Il suo nome è Leo
Valdez.” Il bambino in
questione guardo gli altri. “Piacere! Chi di voi è
Era?” La regina degli dei lo
guardò, stupita. “Io, perchè?” “Ho
sentito che hai buttato mio papà giù dall’Olimpo
perchè secondo te era brutto. A me te sembri una
cornacchia.” Detto questo si
sedette come un boss, ricevendo una standing ovation dagli altri
bambini ed uno
sguardo assasino dalla dea, che non poteva vendicarsi del bambino in
pubblico.
Marte mostrò loro
la propria figlia. “Lei è Clarisse.” Lei li guardò, con faremolto gangster. “Io
sono Clarisse e prendo tutto ciò che voglio.” Poi si sedette accanto al padre
sul trono.
Ermes indicò un bambino
biondo. “Lui è Luke, ed ha la stessa età di Thalia.” Iil bambino gli guardò con
occhi dispettosi. “Io sono Luke e sono molto furbo, quindi state attenti
piccolini, vi insegnerò molte cose.”
è una piccola cosa che mi è passata per la testa. sarà corta, 3 o 4 capitoli massimo credo. Ciao, spero vi piaccia!