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Autore: AceSpades    30/12/2014    0 recensioni
Questa storia è una mia esperienza vissuta a scuola tempo fa. Spero vi possa prendere, piacere e coinvolgere magari con qualche vostra esperienza similare o analoga!
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Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Un sereno giorno di scuola, verso Ottobre, mi diressi verso il liceo linguistico, che frequento tutt’ora, per la solita routine giornaliera.
Mi fermai all’entrata posando lo zaino sotto di me per sedermi sopra di esso, le mie compagne di classe mi fecero qualche battuta le quali ricambiai trasmettendo un fragile sorriso chiudendo gli occhi.
Nell’aprire gli occhi, mi ritrovai da solo assieme ad una mia compagna di classe e una sua amica: provavo un senso di affetto precoce, calore eccessivo e respiro affannato nei suoi confronti.
Origliai la loro conversazione: “Devo farmi un nuovo dilatatore, ma non so dove comprarlo” disse l’amica della mia compagna di classe.
Ed io risposi a lei di sfuggita in maniera quasi impulsiva: “Li puoi trovare a Via Sannio se t’interessano i dilatatori. Lì li fanno anche a 2 euro volendo…”
Mi guardò con uno sguardo profondamente docile, dolce e enigmatico, sorridendo a bocca spalancata e mi ringraziò.
Rimasi stupito, per la prima volta, nel vedere una ragazza essere contenta di una mia risposta, o meglio, della mia comparsa.
Ci mettemmo a parlare, il tempo non passava mai, e tra me e me pensavo d’aver intimorito il tempo con il mio cuore…
Ci sorridemmo a vicenda e parlavamo poco, qualche frase e dopo silenzi imbarazzanti ci circondavano, mentre fissavamo lo sguardo l’uno dall’altra.
Interruppi il silenzio dicendo “Oltre che a scuola, possiamo sentirci anche su Facebook, per qualunque cosa volendo. Oh… è suonata la campana, dopo ti aggiungo io. A dopo!”
“A dopo… verso ricreazione ci sei?”
Non risposi ed andai avanti facendole il gesto del pollice, avevo timore che poteva riconoscere la timidezza nel mio timido Sì.
Subito dopo essere entrato, entrò anche lei e si diresse in classe, e vidi di quale classe lei fosse.
Dopo aver scoperto di che classe era, entrai in classe anche io, sedendomi su quel banco ove ero, e sono, spesso solito sognare ad occhi aperti e seguire le lezioni.
Arrivò anche il mio compagno di banco, come solito, mi chiamava cercando di farmi tornare coi piedi per terra, ma stavolta mi vide diverso dalle altre volte che sognai con lo sguardo rivolto verso la finestra.
“Che sogno stai facendo stavolta?” chiese sorridendo e con voce seccata nello svegliarmi per l’ennesima volta.
“Ahaha, nulla di particolare… tranquillo” gli risposi in maniera innocua e tranquilla, ma notò ugualmente che qualcosa era cambiato.
“Non me la bevo, hai uno sguardo diverso. Raccontami un po’!” con voce sicura e affidabile.
“Una ragazza, una ragazza mi ha letteralmente preso l’anima con un solo sguardo ed io non ho potuto far nulla per fermarla… anzi! Ho avuto la sensazione che l’abbia voluta io questa situazione. Quando ho iniziato a provare questa emozione in maniera precoce, ho sentito la felicità tra le mie mani e un colpo di fulmine. Stento ancora a crederci! Ahahah” con voce bassa e tranquilla, allegra e poco udibile agli altri.
Si limitò a guardarmi con uno sguardo per dirmi che era il mio momento, e di andare in fondo a questa sfida che sembrava infinita.
Dopo quella conversazione rimanemmo in silenzio, e ci preparammo per seguire la lezione di Latino.
Il tempo passava lento, prendendo con sé il mio respiro, l’ansia chiudeva lo stomaco e la voglia di vederla chiudeva le vie respiratorie facendomi ansimare.
Il mio compagno di banco si girò di scatto e mi tirò una pacca sulla spalla e mi disse “ Muoviti a creare qualcosa di sicuro, non posso vederti insicuro né così… come posso definirti, male! Ecco sì, male! Perciò a ricreazione inventati qualcosa o ti meno!”
Gli risposi: “Quel che posso fare lo faccio, lo sai. Sento che questa volta è la svolta della mia vita, la situazione che cancella tutte le mie prospettive e ne ricrea altre… come le idee o le mie convinzioni.  Mi sento libero da tutto, ma incatenato da questo sentimento così forte… Ah già! Grazie per avermene fatto parlare, devo aggiungerla su Facebook… Ahaha!”
“Il solito spaesato che si dimentica le cose… Sei un genio!” ridendo come matti.
Iniziò la seconda ora, era quella d’inglese, la prof non guarda mai quel che facciamo, perciò lo sfruttai per aggiungerla su Facebook.
Dopo averla cercata e aggiunta, ricevetti 5-6 notifiche.
Rientrai a controllarle incuriosito, era lei che metteva mi piace alle mie foto, anche vecchie, ed io andavo poco a poco di più in panico perché non capivo.
Feci anche io la stessa cosa, per ricambiare il gesto, e trovai alcune sue foto di lei di qualche anno fa, era bellissima e sentivo il mio petto scoppiare ed in più lo stimolo del commuovermi a vedere tale splendore.
Arrossii dopo aver pensato a lei, per quasi tutta l’ora, non feci altro che vedere una foto in particolare, giacevo seduto sul banco e lo sguardo fisso nella foto a memorizzarla…
Poi guardai il cielo, era senza nuvole, e pensai “Lei di mattina è il Sole che illumina il mondo svegliando tutti col suo calore. Lei di notte è la mia Luna che si veste soltanto di cielo. Il suo profumo un vento soffice e dolce che ti prende e riscalda l’animo costringendoti a sorridere per via della calma che c’è intorno e dell’odore che ne emana la serenità interiore.
Mancarono 10 minuti alla fine della seconda ora, sembrava essere passata un’eternità, e non riuscivo a concentrarmi poiché i miei pensieri erano racchiusi solo su di lei e a come poteva andare a finire.
Iniziò la terza ora, ed io non vedo l’ora che arrivare la ricreazione per poterla vedere.
Mi andò di fortuna, in terza ora avevo Educazione Fisica, lì speravo che il tempo passasse veloce, ed invece no… non fu così.
Il tempo era diventato ancor più lento e i miei movimenti più lenti, l’ansia aveva cominciato a mangiarmi vivo.
Mi misi sdraiato e respirai profondamente, e lì per lì mi calmai.
Il professore mi fece sedere con le spalle al muro, e appena toccato il muro con le spalle mi sentii senza forze e senza respiro, ero bloccato tra l’ansia e il tremare solo al parlarle faccia a faccia di nuovo, ma non vedevo l’ora di vederla.
Guardai l’orologio e vidi che era l’ora della ricreazione, ma non sentii la campanella, ed io stavo lì a incitare di farla suonare al più presto.
Dopo qualche minuto di ritardo, finalmente essa suonò…

- Angolo dell’autore: Salve, questo è il primo capitolo di una mia storia, che ci tenevo a esternare qua sul forum. Spero vi piaccia, che vi prenda! Lasciate una recensione e ci vediamo alla prossima ;)
-Ace.






 
  
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