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Autore: DanyMery96    30/12/2014    3 recensioni
Brandon il solito ragazzo freddo e antipatico. Brandon quel ragazzo con un passato oscuro alle spalle. Brandon quel ragazzo che spera in un futuro migliore. Brandon quel ragazzo che non si sarebbe mai innamorato comincia a lottare per la donna della sua vita. Caroline giovane studentessa dai mille sorrisi e dalle mille sfacettature, non sai mai come prenderla. Caroline ha la mania di mettersi nei guai e lui è sempre pronto a proteggerla Solo che Caroline non sa' che il male che fà Brandon e il suo passato sono dovuti ad un membro della sua famiglia. Mille intrecci, mille pianti altri amori, segreti bugie morte illusioni speranza tutto è rinchiuso in questa storia.
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Contesto generale/vago
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  Brandon, è un lavoretto davvero importante. 
Caleb Wyston, il mio capo, ci guardó in un modo diverso dal solito.
Non aveva il ghigno vittorioso che portava prima di ogni lavoretto.
"Siamo pronti a tutto!" esclamai. "Non è questo il punto Brandon, siete sempre pronti a tutto, lo so, ma questa volta le opportunità di vincere, sono ridotte."
Mi girai tranquillo verso il mio migliore amico Mark, e ci guardammo a lungo. 
"Vada avanti Wyston!" disse Mark.  Caleb sorrise.
Si alzò lentamente dalla sedia e continuò a parlare
"Allora, il denaro qui da noi scarseggia, ed io dovrei portare gli affari avanti no?" spezzava il discorso ogni volta che si avvicinava a uno di noi.
Cominciò da Malcom.
"Quindi se non ci sono soldi per me e per i miei affari, non ci sono soldi per voi, e per i vostri vizi." 
Poi girò attorno a Bobby.
"Certo!" Bobby lo rispose velocemente, sapeva il fatto suo.
"Ecco..quindi questo lavoretto se non si fa bene, sarà una perdita per me, una vittoria per loro."
continuó con Darek.
Bene, questo volevo sentire, il succo della storia.
"Ma non è detto, potrebbe anche andare diversamente." sorrise, e si avvicinò a Mark con dei fogli.
"Una vittoria per noi, una perdita per loro!" scoppió a ridere.
Tra quei fogli c'era la mappa dell'esterno della dimora.
Sentivo che qualcosa doveva andare per il verso giusto, non mi sarei mai tirato indietro a un lavoro cosí facile.
"Arrivo al punto, dovete entrare in casa del primo, e più ricco imprenditore di New York.
Lionel Stwart!"
Il suo giro era finito.
I miei amici, sgranarono gli occhi, io invece non vedevo l'ora.
"Come possiamo entrarci se quell'enorme villa è circondata da centinaia di coglioni con gli occhiali, a ogni centimetro del giardino.?"
Era anche vero, ogni tanto Bobby metteva il cervello in moto.
"Stanotte, entrerete nelle loro rispettive stanze, senza farvi vedere. Tranquilli quei coglioni delle guardie, dormono a sonno pieno.
Uno stipendio senza niente.
Come lo so?
Abbiamo mandato un nostro caro e vecchio amico, cioè il coglione di Vinny, nella dimora Stwart, proprio di notte.
Ci ha raccontato che non fanno altro che mangiare e dormire tranquilli, quindi via libera.
Tu Brandon, nella stanza della piccola di papà: Caroline.
Avrà la mappa di quell'enorme dimora, non è tanto scemo da tenerla con lui.
Comunque, non farti sentire, o quel bastardo ti ammazza.
Mark, tu invece, nella stanza dei suoi camerieri.
E quanto a voi Bobby, Malcom, Darek fuori dalla villa, fate il palo!"
Scoppiai a ridere, e mi guardarono.
"È andata.
 Ragazzi andiamo." ordinai.
Stavamo uscendo dalla stanza e Caleb ci fermò.
"1000 dollari per voi, 500 per loro." indicò tutti noi. 
"Ah, un'ultima cosa: Brandon, Mark armatevi!" 
Avrei fatto a pezzi quel bastardo, se solo mi avesse sentito.
Ma non potevo rischiare.
Annuimmo, e tornammo a casa.
"Non è giusto, volevo vedere la piccola Caroline, sei sempre il solito fortunato!" scoppiai a ridere.
"Sono il capo è ovvio."  gli diedi una pacca sulla spalla. 
"Ti porto un pensierino!" schiacciai con un piede, una foglia secca che giaceva sul piccolo portoncino di casa.
 "Dovevano essere le ossa di quel traditore." gridó Malcom.
Noi eravamo dei fratelli e nessuno poteva batterci, nessuno poteva dividerci.
'Fino alla fine' era la nostra pomessa!
Due ore dopo, cominciammo a preparare l'occorrente necessario, per quella notte.
--------------*---------------

 {POV CAROLINE}
"Papà ma non è giusto!" sbuffai.
"Dai voglio stare con te, ti prego." bevve un sorso di vino, e poi parló:"Caroline, non te lo voglio ripetere un'altra volta, stanotte dormirai nella tua stanza sei grande e vaccinata, non ci sono lupi e nemmeno  fantasmi.
Credo che a diciannove anni non si ha più paura del buio!" 
Ma non centra proprio niente!
"Papà dai, la mamma non tornerà stanotte!" 
Lui scoppió a ridere e poi sbuffó. "Hai dormito cinque notti nel mio letto, e ho la schiena e tutto il resto a pezzi, tu dormirai nel tuo."
Mi alzai sbuffando, e non finii di cenare.
"Vado in camera!" sistemai la sedia, e andai verso la mia bellissima stanza.
"Caroline, sei proprio una bambina!"
Speravo solo di fargli cambiare idea.
"E se viene qualcuno?" 
Lui scoppiò a ridere.
Lionel, mio padre era sempre stato sicuro di sé, quindi non dovevo avere paura di nessuno.
"Non verrà nessuno!" sbottò infastidito ma allo stesso tempo divertito per il mio comportamento infantile. 
"Papà!" esclamai.
Ma perchè mi sentivo stordita?  Come se qualcosa nella mia testa stesse per scoppiare?
Il mio cuore aveva paura di qualcosa, e questo era terribile.
"Buonanotte papà!" gli stampai un bacio sulla fronte.
Chiusi la porta della mia stanza a chiave, e mi buttai sul letto.
Mi coprii fin sopra il collo e mi girai verso la finestra.
Qualche minuto dopo, mi alzai e corsi in cucina.
----------------*----------------
{POV BRANDON}
"Siamo arrivati!" disse Malcom.
"Non l'avevo notato!" rispose Mark.
"Dai guarda la cartina, è l'unica villa gigante qui, vedi ho ragione."
Mark gli diede una pacca sulla spalla.
Bobby era l'unico che non capiva un tubo.
Invece Malcom in certi casi lo superava.
"Ho detto che lo so, cazzo!" 
Scoppiai a ridere. 
In silenzio scavalcammo il muro che separava la Dimora dalla strada.
"Non fiatate voi tre, circondate la dimora!" ordinai.
Proprio come aveva detto Caleb, i coglioni stavano dormendo. 
"Dove cazzo è la stanza di quella stronzetta?" bonfonchiai.
"È una bambina Brandon!" sbuffai e roteai gli occhi, certo una bambina. "È figlia di Lionel, quindi è stronza!" scoppió a ridere, poi scalò il muro e aprí le finestre.
"Ciao caio Branduccio, io sono arrivato!" gli alzai il dito medio.
Ero dietro la Dimora, trovai la stanza di quella stronza finalmente, come cazzo si chiamava?
Salii quei piccoli scalini.
La finestra era socchiusa, che bel lavoretto, 1000 dollari per trovare una cartina in camera della piccina.
Aprii la finestra ed entrai. 
Era notte fonda, la mocciasa stava dormendo, guardai il suo letto ed era scombinato.
Sbagliato, non era a letto.
Sentii la porta aprisi.
'Dietro la tenda' pensai.
Un bambino non lo avrebbe fatto.
"Non puoi capire, sono in camera mia Benirice, e ho una paura terribile ho lasciato la finestra socchiusa, e credo che terrò la lampada accesa tutta la notte."
Era Caroline, la figlia di Lionel?
Mi domandai se quel coglione di Caleb avesse preso bene le informazioni.
"Questa stanza è immensa, è difficile starci da sola!" 
Scoppiai a ridere, non mi dovevo far vedere, eppure la tentazione di prenderla in giro era tanta.
"Mio dio" sgranó gli occhi impaurita.
Ero completamente impazzito.
  
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