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Autore: M4RT1    30/12/2014    3 recensioni
What if? | Post 6x06 | Christmas
Perché Neal Caffrey è un Babbo Natale migliore di quanto ci si aspetti.
E Peter Burke avrebbe voluto un trenino elettrico, da piccolo.
Genere: Commedia, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Neal Caffrey, Nuovo Personaggio, Peter Burke
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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N.d.A.: in questo What if? Neal è vivo, obviously. E il figlio di Peter si chiama Alex U_U
Ho immaginato che, una volta libero, Neal abbia deciso di lavorare in una galleria d'arte come esperto di sicurezza - magari in quella dove lavora El :3



― Perché devo fare io Babbo Natale? Tu sei più anziano!

― Ma io sono suo padre, Neal. Si sa che i bambini hanno paura di Babbo Natale – vorrà correre da me per essere protetto.

Neal fece una smorfia, piegato nel sottoscala polveroso dei Burke. Erano passati quasi venti minuti dalla mezzanotte, eppure il piccolo Alex non aveva ancora ricevuto i suoi regali – né visto un Babbo Natale che, in effetti, tardava a comparire.

― Oh, Neal, insomma! Che ti costa? ― sbottò Peter per la decima volta, ignorando la voce di Mozzie che trapelava dalle mura sottili. ― Sei tu quello che sa improvvisare e tutto il resto.

Gli occhi del ragazzo si illuminarono:

― Stai ammettendo che sono più bravo di te? ― chiese, trionfante.

Peter scosse la testa, poi lo osservò: era vestito di tutto punto con uno dei completi più eleganti che aveva e aveva costretto perfino Mozzie a indossare una camicia che non fosse a pois o di colori improbabili. Eppure, non aveva esitato un attimo a togliersi la cravatta rossa con cui era arrivato (e che di certo apparteneva a qualche stilista famosissimo e valeva quanto tutta casa Burke) per allacciarsi al collo quella che Alex aveva decorato personalmente con glitter dorati e pennarelli. Sì, Neal Caffrey era evidentemente più bravo con i bambini.

― Allora? ― incalzò Neal. ― Ammettilo, sarei un Babbo Natale migliore di te.

Peter Burke odiò quel momento, eppure annuì. Perché gli serviva con urgenza un Babbo Natale che non avesse le stesse abilità recitative del comodino e non fosse allergico alla lana del vestito.

― Sì, sei più bravo ― sbottò, svelto. ― Ora vestiti ― aggiunse, mollando tra le braccia dell’altro il completo rosso. ― E fa’ presto.

Neal chiuse la porta, soddisfatto.
***
 
― Non ha avuto paura, neppure per un secondo.

― Non è vero, ha esitato.

― Su, Peter, non ti facevo così cocciuto. Ammettilo: tuo figlio ha lasciato perfino El pur di correre da Babbo Natale – che sarei io.

― Shh, può sentirti!

Erano seduti sul divano, intenti a raccogliere le noccioline che, secondo El, erano finite tra i cuscini per colpa loro – come se la gara a chi le lanciava più lontano non fosse stata l’ultima geniale idea di un Mozzie che, però, si era eclissato appena consegnati i regali, con gran sollievo di Peter  - “Stava traviando mio figlio”, aveva sussurrato alla porta chiusa.

Alex, invece, sembrava aver trovato molto interessante quel “signore con gli occhiali e la pancia” che l’aveva intrattenuto mentre Neal e Peter litigavano nel sottoscala e poi lavavano i piatti sotto le direttive di El.

― No che non può sentirmi, è troppo impegnato a usare il mio regalo ― ribatté Neal. Peter alzò gli occhi al cielo.

― Oh, smettila di vantarti ― quasi urlò, stizzito. ― Dei pennarelli non possono competere con il mio trenino telecomandato ― affermò,
sicuro. ― E’ solo troppo tardi per cominciare a usarlo, ma vedrai che domani-

― Domani continuerà a usare i miei pennarelli e lascerà che tu monti il trenino e ti diverta ― completò per lui Neal, sgranocchiando un biscotto. Ne porse uno anche all’agente. ― Dai, si sa che tendiamo a regalare le cose che ci piacerebbe ricevere.

Peter rimuginò per un secondo su quell’affermazione, accettando il biscotto. Lo ingoiò tutto prima di rispondere.

― Come i tuoi pennarelli?

― Come il tuo trenino.

Si fissarono negli occhi, sfidandosi. Poi Peter sbuffò.

― D’accordo, hai vinto ― si arrese, alzando le mani. ― Ma domani vedrai come Alex mi pregherà di montargli il nuovo regalo ― commentò.
L’ennesima nocciolina scivolò fuori dal divano, rimbalzando un po’ sul pavimento. Alex si voltò.

― Non dovevate tirarle così lontano ― commentò, serio. ― Ora la mamma si arrabbierà tantissimo e Neal farà di nuovo gli straordinari alla galleria.

Scosse la testa, come rimproverandoli. Indossava un pigiama celeste chiaro e aveva i capelli arruffati.

― Vado a letto ― sentenziò infine. ― Prima che la mamma si arrabbia anche con me. Neal, domani mi insegni a copiare quel disegno come hai fatto prima?

Peter spalancò gli occhi.

― Non si copiano i disegni ― disse, veloce. ― E’ una cosa illegale.

― Non preoccuparti, non dice sul serio ― lo contraddisse Neal, scuotendo la testa con una smorfia. ― Non è illegale copiare Mickey Mouse dalla scatola dei cereali ― scandì bene le ultime parole. ― E’ illegale copiare un Degas e spacciarlo per un originale.

Alex spalancò gli occhi scuri.

― Che vuol dire Degà? ― domandò, interessato. ― E’ un cartone?

Neal sospirò, stiracchiandosi.

― Te lo spiego domani ― disse. ― Ora vai a letto, papà non vede l’ora di raccontarti la storia della buonanotte ― aggiunse, sorridendo mellifluamente all’agente, che sbuffò: non era bravo con le storie.

― Ma certo che sì ― commentò, piatto. ― Andiamo, Alex.

Neal rimase seduto a mangiare biscotti, guardando i due allontanarsi vicini.
  
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