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Autore: PZZ20    30/12/2014    6 recensioni
Qualcuno mi vorrà fucilare per cotanta schifezza... Abbiate pietà, è... Come dire... Ispirata ad una storia vera.
Spero vi faccia almeno divertire.
Buona lettura!
Sophya.
Genere: Demenziale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Vegeta
Note: Missing Moments, Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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Non era solo una questione di “aprire bene le gambe” e sottomettersi al suo tocco brutale, Bulma lo sapeva fin troppo bene… Era più una sfida con se stessa e il suo orgoglio, ed il solo fatto che lui stesse li a fissarla come se l’avesse in pugno, non le permetteva assolutamente di demordere. Doveva finire quello che aveva iniziato, doveva farlo senza mostrarsi debole e, soprattutto, doveva farlo in silenzio. Dopo di ché avrebbe pensato a prendersi la rivincita.

Faceva caldo, dannazione, la stanza era ben illuminata, forse troppo, e non lasciava alla scienziata scampo alcuno. Gli occhi del principe scorrevano lungo le sue gambe nude ed i suoi fianchi vulnerabili con una bramosia ed una sfacciataggine degne della sua fama, o della peggiore delle canaglie; ma in fondo lui non era nient’altro che quello: un bastardo che godeva delle sofferenze altrui.

Una mano, ruvida, calda e pesante, del Principe, ad un tratto aveva iniziato a scorrere con malizia su e giù dal suo polpaccio, tastando, accarezzando, afferrando - anche con troppa irruenza, ma d’altronde c’era da aspettarselo da uno come lui – per poi andare con la mano proprio lì, al centro di tutto, dove il calore, iniziava ormai a farsi davvero insopportabile, doveva succedere qualcosa, Bulma ne aveva dannatamente bisogno, oppure da li a poco sarebbe impazzita.

“Dannazione Vegeta, vuoi sbrigarti a farlo?!? Sto diventando matta!”
Una risata sinistra, accompagnata da un’espressione altrettanto inquietante si era allora dipinta sul volto del saiyan.
“Ripetilo, Bulma, dimmi, cosa vuoi che faccia…”

Sadico bastardo, ci godeva, ci godeva eccome; vederla lì, nuda, vulnerabile, le cosce divaricate e la sua parte più intima in bella mostra. Ovvio che ci godesse, era stata lei a chiamarlo, a sottomettersi, ad ammettere di aver bisogno di lui in quel modo.

Lo sguardo di Vegeta andò a posarsi prima sul suo volto arrossato, trovandolo davvero magnifico, poi sui suoi seni ansanti ed in fine, proprio lì: occhi profondi, neri e sfacciati che accompagnarono la mano pesante al centro del “problema”.

“Avanti, Vegeta, non farmi supplicare! La ceretta scotta e io mi sono incollata tutta. Vuoi strappare o no, quella dannata striscia?”

“Chiama tua madre, io non mi abbasserò a farti la ceretta all’inguine! Dannata donna.”
Maledetto scimmione, doveva immaginarlo che l’avrebbe volentieri abbandonata così, al momento del bisogno.





Bene, applausoni per chi ha avuto il fegato di giungere fin qui...
Vi ha almeno strappato una smorfia?
Vi ha lasciato nella completa indifferenza?
Non siete obbligate/i a rispondere... Ditemi almeno se reputate corretto il "rating giallo" che ho messo alla storia.
Grazie per aver letto!
:*
Sophya.
  
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