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Autore: simore    30/12/2014    2 recensioni
Quel giorno avrei voluto urlare, piangere a dirotto, strapparmi la pelle per far uscire quell’apatia che mi affliggeva; invece non feci nulla, rimasi immobile a fissare il vuoto, mentre la testa mi si riempiva delle urla disperate di mio padre. Il mondo aveva perso tutti i suoi colori e la vita appariva grigia ai miei occhi.
Eppure il tempo scorre, la vita va avanti e qualche volta nel buio si riaccende una piccola luce capace di tornare a colorare le splendide sfumature della vita.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La sveglia suonò troppo presto la mattina dopo. Gli occhi non volevano aprirsi e le gambe non ne volevano sapere di collaborare. Riuscii ad uscire di casa in orario, soltanto trascinandomi sotto una doccia gelata e trangugiando un'enorme tazza di caffè espresso.
Era una splendida mattina limpida dall'aria frizzante e mentre camminavo verso la mia nuova scuola, scorsi poco più avanti i lunghi e argentei capelli di Rosalya.
“Ehi Rosa!”
“Oh ciao Ivy!” mi rispose fermandosi per aspettarmi.
Abbozzai una leggera corsa per colmare la poca distanza che ci separava e la raggiunsi accorgendomi, soltanto allora, che era in compagnia di un ragazzo dai capelli argentei come i suoi e dai tratti fini e delicati.
Rosa non aspettò a schiarirmi le idee e rispondere alle mie domande mentali...
“Dunque... Lei è Hevelyn, per gli amici Ivy...- disse rivolgendosi al ragazzo - e lui è Lysandro, per gli amici Lys!” concluse guardandomi dal profondo dei suoi occhi dorati.
“Che nome sublime, Hevelyn! E' un piacere conoscerti!”
Ma che razza di modo di parlare è questo?! Ed ora come rispondo ad uno che mi si presenta già così? Bah... Mancava solo che mi facesse il “bacia-mano” poi era perfetto come ragazzo del settecento!
“Oh! Ma che maleducato! Non mi sono nemmeno presentato come si deve... Vuoi scusarmi Hevelyn?” dopo aver detto ciò, prese la mia mano e la baciò... come un perfetto ragazzo del settecento.
Arrossii all'istante e riuscii soltanto a balbettare un misero “E' un piacere anche per me”.
Fortunatamente i due ragazzi cominciarono a parlare tra loro cosicché io potessi “sbollentire” il mio imbarazzo in santa pace...
“Hai sentito cos'è successo a scuola, Lys?”
“No veramente... Cos'è accaduto?”
“Pare che qualcuno abbia imbrattato diversi armadietti con delle bombolette spray!!!”
“Oh santi numi! E chi può essere stato?”
“E' quello che stanno cercando di scoprire! Ciò che è certo è che la direttrice è fuori di sé dalla rabbia e se mai scopriranno il colpevole passerà guai seri!”.
Ormai mi ritrovavo sempre più spesso a pensare in che diamine di posto ero finita: in un liceo c'era ancora gente che passava il tempo pasticciando allegramente mura e armadietti? Bah!
Immersa nei miei pensieri da “nuova arrivata” arrivammo finalmente a scuola e nei corridoi scorsi la figura di Nathaniel che agitando la mano, mi faceva segno di raggiungerlo...
“Buongiorno Ivy!”
“Ciao Nath!”
“Dunque... Con i documenti dell'iscrizione sei a posto, non mi resta che farti vedere qual'è la tua classe e... Metterti in guardia su alcuni elementi presenti in questo istituto!”
“Ehm... Ok...” risposi molto lentamente, non capendo se davvero stesse dicendo sul serio...
“La classe è la porta qui di fronte... E beh... Voglio metterti in guardia su alcuni individui perchè si vede che sei una ragazza diligente e rapportarsi con gente del genere porta soltanto guai! In particolare vedi di stare alla larga da Castiel: è un tipo davvero poco raccomandabile!”
Gli stavo rispondendo “E chi è Castiel???” quando un braccio mi cinse la vita trascinandomi via e una voce al mio orecchio disse: “Vedi di renderti utile pigmea!”.
Mentre venivo trascinata lontano da Nathaniel nel corridoio affollato, riuscii soltanto più a leggere il labiale della risposta di Nath: “E' lui Castiel”.
 
Il watusso rosso mi trascinò lungo il corridoio per poi raggiungere una sorta di sottoscala buio, isolato: sembrava l'ambientazione ideale per un film horror!
“Oh mio dio! Ma non mi libero mai di te!?” sto ragazzo era come il prezzemolo!
“Ma smettila che ti ho tratta in salvo da quel morboso di un segretario delegato!”
“Non mi sembrava di averti chiamato!?”
“Perchè non sai il mio nome!”
“E invece sì, signor Castiel!”
“Uh là là! Il cravattato mi ha già nominato?!”
“Lui …” venni interrotta da una voce alle mie spalle...
“Perdonami Ivy! E' colpa mia se Cas ti ha trascinata fin qui...”
Mi girai per capire chi fosse e riconobbi i lineamenti delicati di Lysandro.
“Lys...”
“Lo so... Non mi sono comportato per niente bene, ma è perchè pensiamo che solo tu ci possa aiutare!”
Mi raccontarono di avere un gruppo, in cui Lysandro cantava e Castiel suonava, e di pensare e discutere dei loro pezzi a scuola durante le lezioni, in modo tale che, finite le ore tra i banchi, potessero direttamente provare le “novità”. Il giorno prima, a quanto mi narrarono, stavano lavorando alla loro musica durante la lezione come di consuetudine, quando la professoressa decise di raccogliere i quaderni per controllare i compiti e raccogliendoli di banco in banco, Lys non si accorse di averle consegnato il quaderno delle canzoni al posto di quello della materia. Oggi la professoressa se li sarebbe portati a casa per controllarli e avrebbe scoperto in cosa erano impegnati i due ragazzi durante le sue lezioni.
“Io... Mi dispiace ragazzi, ma non capisco come io vi possa aiutare?”
“Tu dovresti tenerla occupata mentre noi recuperiamo il quaderno!” mi rispose sbrigativo Castiel;
“Quello che non capisco è: perchè proprio io?”
Sbuffando Castiel mi rispose come se mi stesse spiegando perchè due più due fa quattro: “Perchè tu sei la nuova arrivata e in quanto tale hai più possibilità rispetto agli altri, ormai veterani, di distrarre la prof!”.
Forse era così come diceva il watusso, ma io non ne ero molto convinta. Fatto sta che mi ritrovai in classe, davanti alla cattedra e alla classe gremita, a dover affrontare quell'energumeno della nuova professoressa. Quella “omona” si era avvicinata a me e mi stava parlando delle regole da rispettare in classe, della serietà dell'istituto, mentre i due ragazzi erano scivolati a passo felpato dietro la cattedra e stavano rovistando ovunque alla ricerca del quaderno. Quando la professoressa sembrava aver finito il suo discorso, lanciai un'occhiata furtiva a Castiel per capire se avevano portato a termine la missione, ma il watusso mi fece un rapido cenno negativo, per cui cercai un argomento con il quale tenerla occupata ancora un po'...
“Professoressa! Ehm... Potrei sapere quale parte del programma sta affrontando al momento?”
“Oh, ma certo cara!”
Ed ecco che partì con un'altra filippica sul programma della materia.
Alla fine cercai disperatamente di capire se avevano trovato quel benedetto quaderno e, all'ennesimo responso negativo, i miei assi nella manica erano finiti. L'energumeno si stava per girare, così, presa da coraggio, la fermai...
“Professoressa!”
“Sì cara...”
“Ehm...”
“Mi dica, signorina...”
“Ecco...”
“Orsù! Non abbiamo tutto il giorno!”
“Ha presente quei disegni sugli armadietti?.... Beh..... Li ho fatti io!”
Ero un'idiota! Primo giorno di scuola e mi prendevo le colpe di un qualunque demente che aveva combinato pasticci... Sì, ero proprio un'idiota!
La faccia dell'omona cambiò repentinamente ed il tono di voce divenne quasi un sibilo...
“Signorina, non immagina nemmeno in che guai si sia cacciata! Per ora si vada a sedere laggiù accanto al signorino Dakota e poi la manderò dritta dritta in presidenza!”.
Forse avrei dovuto spiegarle che per me era già una punizione più che sufficiente essere la vicina di banco di Dake!
Se non altro il mio “sacrificio” era servito ed ora Lys aveva il suo tanto prezioso quaderno.
Mi sedetti sconsolata al mio posto mentre la professoressa ricominciava a parlare e quell'odioso elemento accanto a me cominciava a stuzzicarmi...
“Capisco perchè mi hai respinto così in spiaggia! Tu non eri arrabbiata con me... Semplicemente hai già un nuovo amichetto!”
“Non so di cosa tu stia parlando...!” gli risposi stancamente;
“Ma certo! Ed ora, che tenerella, s'immola davanti al mondo per salvarlo dalle grinfie della professoressa cattiva!”
Non gli diedi nemmeno risposta.
Io ora ero nei pasticci... E chi si sarebbe immolato per me? Avessi potuto lanciare un messaggio di s.o.s. l'avrei fatto!
Avevo cominciato proprio bene!
  
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