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Autore: Linda_Clemmings    30/12/2014    1 recensioni
Ashton non sapeva neanche che cosa fosse il sesso, lui non lo aveva mai fatto. Aveva sempre e solo fatto l'amore.
Invece Calum non sapeva che quello che avrebbe fatto quella notte, avrebbe poi cambiato radicalmente la propria vita.
Ho creato questa OS perchè sono letteralmente ossessionata dai Cashton, anche se non li shippo, e avevo bisogno di scrivere su di loro.
-Linda-
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi, Slash | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"T-ti prego, r-rallenta"

Singhiozzò il riccio inarcando la schienza all'indietro. Le dita lunghe a causa delle troope prove fatte alla batteria, erano accompagnate dalle unghie nel graffiare la schiena al ragazzo senza nome.

"Shh"

Lo sconosciuto soffiò sulle sue labbra lasciandogli un bacio umido sul collo.
Fu lì che Ashton lo vide finalmente per bene : i capelli color carbone erano diffusi in un ciuffo che gli copriva a malapena gli occhi. Ah, quegli occhi! Furono la cosa che colpì di più Ashton. Erano spenti, neri, ma allo stesso tempo avevano mille storie da raccontare, dovevano sfogarsi. I tratti orientali  si addicevano al suo viso come nient'altro potesse fare. Avrebbe potuto avere gli occhi blu come quelli di Luke, ma ora Ashton non stava pensando al suo ragazzo. Aveva ben altro per la testa, come per esempio il dolore che stava provando per colpa dello sconosciuto. Ma non era solo una senzazione di dolore quella che provava. La pancia sembrava essere calda e produrre una senzazione d'amore, e l'erazione che si ritrovava era tutt'altro che normale. E non era mai successo tutto ciò, nemmeno con Luke.

"P-per favore"

Sighiozzò un ultima volta il più grande.
L'orientale non se lo fece ripetere due volte che con un'unica spinta si ritrovò l'erezione bagnata. Sembrava farci apposta, quel misterioso ragazzo. Sembrava che volesse evitare ogni richiesta del suo "amico di letto".

"Oh cazzo"

Gridò in un gemito Ashton lasciandosi cadere all'indietro.
Egli era venuto precisamente due secondi dopo. Sembravano così vicini, i due ragazzi. Così vicini, ma così lontani.
Il piccolo uscì lentamente da Ashton lasciandogli una scia di baci in ogni dove. Mugularono entrambi, per poi ritrovarsi faccia a faccia.

"Come ti chiami?"

La voce di Ash uscì sottoforma di un sussurro strozzato. Non aveva più fiato presente nei polmoni, aveva dato davvero il meglio di se stesso quella notte.

"Ora sei sotto il mio controllo"

La pelle del ragazzo dai ricci d'oro rabbrividì sobbalzando leggermenrte.
Anche la sua voce era misteriosa. Roca, ma acuta. Vera e sincera. Provocante, ma dolce.
Il moro si alzò in piedi e si riinfilò i suoi skinny Jeans neri strappati al ginocchio.

"Quando ti rivedrò?"

Domandò Ashton impaziente.
Era consapevole di ciò che stava commettendo e sapeva benissimo che era tutto un errore, ma doveva farlo.

"Tu mi fai stare bene. Ho bisogo di rivederti"

Ma l'orientale non rispondeva.
Se,brava come muto. Non ci volle molto prima che sparisse dietro la porta della camera da letto. Ashton sapeva che andare alle feste che organizzava Michael poteva provocargli soltanto dei guai, ma non credeva che quest'ultimi potessero essere meravigliosi.

****************

Il biondo ridacchiò lasciando un bacio a stampo sulle labbra del più grande. I suoi occhi color ghiaccio erano stati fatti apposta per combaciare con quelli nocciola di Ashton.

"Ash che hai? E' da quasi una settimana che sei strano..."

Mormorò preoccupato Luke.
Ashton non rispose. Semplicemente se ne stava lì, fermo a fissare il vuoto.

"Ashton Irwin mi vuoi dire che cazzo ti prende?!"

Ma tanto era inutile.
Ormai il ragazzo dai tratti orientali non riusciva ad uscire dalla testa del piccolo Ash.

"Io..."

Balbettò il riccio.
Luke lo incintò a continuare innervosendosi un po' troppo. E aveva ragione a farlo. Ashton non era più lui stesso ormai da un bel pezzo.

"Ti ho tradito Lucas"

Disse tutt'ad un fiato il più basso chiudendo gli occhi per evitare di sentirsi male. Ma il malore al cuore lo sentì comunque.

Luke invece aveva sentito il mondo dividersi in due. Ormai niente aveva più senso. L'andare a scuola, lo studio, l'amore, il suo ragazzo. Lui l'aveva tradito. Aveva spezzato tutto quello che in due anni erano riusciti a creare, tutto ciò che ormai erano diventati.

Il blu immenso degli occhi di Luke si trasformò in un celeste grigiastro, del tutto privo di sentimento.

"Oh, Luke. Non piangere"

Fu tutto quello che venne detto in quel momento di massima tensione, di delusione.

"Ti prego Luke, non piangere..."


"Tu non mi ami, vero? Tu non mi hai mai amato"

Luke rivolse il viso verso il cielo per evitare che le lacrime arrivassero a sfiorare l'asfalto posto sotto i loro piedi.

"Io ci tengo a te, ma...i-io amo lui"

Ashton si morse il labbro inferiore e chiuse gli occhi trattenendo fin troppo un sospiro pesante.

"Lui? Lui chi?"

Continuò il più piccolo lasciandosi sfiorare da una lacrima congelata dal freddo di fine Dicembre.

La brezza di prima mattina rendeva il tutto anche più tragico, e fu anche molto più complicato del previsto la definitiva rottura della relazione dei due ragazzi.

"Non so chi sia, da dove venga, o quanti anni abbia...so solo che io con lui mi sono sentito nuovo, rinato. Lui mi rende speciale, Luke"

La scena più brutta fu quella che accadde subito dopo la confessione di Ashton.
Luke scosse la testa ridendo istericamente. Per come la pensava lui, non era possibile innamorarsi di una persona soltanto perchè essa ti ha scopato per bene. Poi però, gli occhi del ragazzo tornarono ad essere quelli blu di una volta.

"Sindrorme di Stoccolma"

Sussurrò.

"Cosa?"


"Sindrome di Stoccolma"

Ripetè nuovamente, questa volta con la voce maggiormente più alta.

No, non poteva essere. Ashton non era malato, si era soltanto innamorato.

"Domani ci rivediamo qui Ashton. E porta quel tuo cazzo di cervello!"

***********

"Con l'espressione Sindrome di Stoccolma ci si riferisce ad uno stato psicologico particolare che si manifesta in seguito ad un episodio violento o traumatico, ad esempio ripetuti episodi di violenza fisica o verbale. Il soggetto affetto da sindrome di Stoccolma, durante i maltrattamenti subiti, prova un sentimento positivo nei confronti del proprio aguzzino, che si può spingere fino all’amore, facendo sì che si crei una sorta di alleanza e solidarietà tra la vittima e il carnefice."


"Ed io dovrei credere a Wikipedia?"

Domandò Ashton inghiottendo un popcorn.
Luke bloccò il cellulare e se lo mise in tasca.

"Si Ashton. Tu mi ami, stai solo impazzendo. Ma insieme ce la faremo amore, ti giuro che ce la faremo a superarlo"


"No!"

Gridò poi la vittima con le lacrime agli occhi.

"Io non sono pazzo, sono solo innamorato. Anche se non conosco quel ragazzo sento che insieme potremmo diventare una cosa sola. Noi non abbiamo scopato, abbiamo fatto l'amore"

Singhiozzò poi mordendosi il labbro ormai già gonfio e arrossato.

Il biondino non poteva crederci, lui era della convinzione che Ashton stava piano piano impazzendo.
Avvicinò una mano alla sua guancia per accarezzarla dolcemente, con l'intento di fargli capire che qualsiasi cosa sarebbe successa, lui ci sarebbe stato.

"Scusami Luke, io non posso"

Ashton si ritirò facendo un passo indietro. E poi un altro, e poi un altro ancora. Finchè non si ritrovò del tutto voltato verso la via di ciottoli che portava al bosco lì accanto.

Corse, corse veloce fino a che non arrivò alla piccola casetta  fatta in legno posta in n piccolo angolo, proprio dove lui e Luke si erano dati il loro primo bacio.

Entrò balbuziente. Lo scricchiolio delle foglie secche sotto i suoi stivaletti marroncinicreavano uan senzazione confortevole, come se si trovasse nuovamente a casa sua.

Sussultò leggermente quando notò una chioma corvinea giocare con un rametto spezzato.

"Hey..."

Sussurrò impacciato.
Il moro si girò e i due si lanciarono un'occhiata negli occhi.
Oddio, era un sogno o cosa?
Era lui, il ragazzo dell'altra notte. Quello che aveva fatto sentire Ashton come nessuno era mai riuscito.

Ashton fece finta di non ricordarsi di lui

"Chi sei?"

Aggiunse poi.

"Calum"

Sussurrò con voce roca quello che sarebbe poi stato l'amore della sua vita.
   
 
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