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Autore: butterfly_heart    31/12/2014    1 recensioni
Contiene spoiler fino a "Il Professor Layton e l'eredità degli Aslant"! Vostra scelta se leggere o no!
Parla di Jean Descole, e della sua storia. Attenzione: aspetti e avvenimenti che non sono descritti nel videogioco sono completamente inventati da me, quindi la mia versione della vita di Descole sarà probabilmente diversa da quella ipotetica creata dalla "Level 5"!
Tratto dalla storia (capitolo uno):
Lo vedo allontanarsi da me, accompagnato dai suoi nuovi “mamma e papà”, titubante e pauroso come non mai. Perchè? Perchè deve andarsene? Il mio Theodore...
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hershel Layton, Jean Descole, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Chiedo perdono per l’imperdonabile (?) ritardo, ma ho avuto un po’ di problemi in famiglia...
...bene! Ecco un altro spezzone della vita di Descole. Ho immaginato che Hershel e Theodore avessero 4 anni di differenza.
Ringrazio anche chi legge e basta ^^
Una cosa: nel primo capitolo ho narrato in 1° persona, ma d’ora in poi narrerò in terza, perchè preferisco, e poi, per certi episodi più avanti, la 3° persona è d’obbligo. Finiti i preamboli, buona lettura!












Hershel Bronev ora aveva 14 anni. O meglio...Desmond Sycamore ora aveva 14 anni. Si, perchè Hershel era stato adottato dai coniugi Sycamore e viveva con loro. In un appartamento in una piccola città, come tanta altra gente normale.
Lo avevano portato lì da poco, circa 3 mesi. Erano due persone buone e gentili, Hershel doveva ammetterlo. Erano pazienti con lui, anche quando lui rispondeva con rabbia o non voleva stare con loro a tavola a mangiare. I primi giorni, gli permisero perfino di mangiare da solo nella sua nuova cameretta perchè lui altrimenti, aveva detto, non avrebbe toccato cibo.

Li sentiva ogni tanto discutere e, in ogni discussione, saltava fuori questa frase: “Ha bisogno di tempo, povero cucciolo”. Hershel pensava di essere fortunato, con loro stava bene, tutto sommato. Riusciva perfino ad essere felice. Tuttavia...nel cuore di Hershel c’era sempre un posto riservato alla sua famiglia d'origine, i Bronev. Hershel se l’era ripromesso...si era ripromesso che, quando sarebbe stato abbastanza informato riguardo l’archeologia e quell’organizzazione maledetta (della quale non sapeva il nome), sarebbe andato a prendere mamma Rachel e papà Leon. Si, perchè il loro allontanamento da lui non poteva restare impunito...Hershel si prenderà ciò che gli appartiene per diritto. L’aveva imparato a scuola: tutti i bambini hanno diritto ad avere una casa, un’istruzione, ma specialmente...una famiglia.
Ed Hershel semplicemente doveva lottare per quel suo diritto.

Quella mattina, era il primo giorno per tutti gli alunni della città. E’ il giorno in cui alcuni bambini iniziano il loro cammino scolastico, altri lo stanno per finire...per Hershel, quell’anno era il 1° anno alla scuola superiore...Hershel aveva chiesto ai genitori se poteva andare da solo, a piedi. I due acconsentirono subito.
Così, Hershel uscì di casa e si incamminò. Ma il ragazzo, invece che andare di corsa verso la sua scuola, deviò la strada per andare alla sezione delle scuole medie. Non era quella la sezione a cui apparteneva, Hershel lo sapeva bene, ma...era quella a cui Theodore doveva appartenere. Si, perchè, metti che Theodore, per un qualsiasi motivo, si fosse trasferito in quella città, avrebbe naturalmente dovuto iscriversi a scuola. A quella scuola, perchè era l’unica della città. Le probabilità che questo accadesse erano poche, tuttavia...la speranza è l’ultima a morire, giusto?
Perchè quella mattina, sapendo che era il primo giorno di scuola, si disse che doveva fare qualcosa...

Fa’ qualcosa, Hershel!

Quella frase, in realtà, risuonava ogni giorno nella testa di Hershel, ma quel giorno più che mai: il primo giorno di scuola è l’ideale per un bambino per cambiare scuola...chissà, forse la famiglia Layton, per un piacevole scherzo del destino, si sarebbe trasferita là, nella stessa città di Hershel...
“Dai che oggi è la volta buona...dai che è la volta buona...!”
Correva euforico ed agitato verso la scuola media così di fretta che non chiedeva nemmeno scusa a tutti quelli che spintonava per la strada per passare e andare più veloce.
Arrivò davanti al cancello aperto, si fece strada fra i bambini e ragazzini che entravano, chi di malavoglia, chi chiaccherando, e arrivò alla bacheca dei nuovi arrivati. Un respiro profondo.

Calma, Hershel, calma.
Premette il dito sui nomi facendolo scorrere man mano che leggeva...
“...Layton...Layton...possibile che non ci sia? Ah, in effetti è proprio possibile...No! Oggi è diverso...si, oggi vedrò scritto, fra gli altri nomi, Layton Hershel! OH! Ecco un Layton!”
Gli occhi di Hershel si illuminarono...

“...Jack. Layton Jack. Ma che cavolo...”

Hershel si incamminò verso la scuola superiore...

“Il cielo è cupo, oggi” pensò amaramente.
   
 
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