Libri > Hunger Games
Ricorda la storia  |      
Autore: MadamaBr    31/12/2014    3 recensioni
è uno dei tanti modi in cui io ho immaginato avvenga il celebre momento "Real or not real" tra i nostri amati Katniss e Peeta...Spero vi piaccia
Genere: Fluff, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
“Guardami…respira cazzo…Katniss guardami”.
La voce che sento è terrorizzata e lontana. Io guarda, ma non vedo…davanti ai miei occhi vedo solo fuoco…tanto fuoco…e Prim…la mia Prim…Sento qualcosa di caldo e bagnato rigarmi il viso. Sto piangendo.
“Katniss ti prego...” quella voce…è la voce di Peeta…Scuoto forte la testa e piano piano la sua figura prende forma davanti ai miei occhi. Prima tra tutti il colore del cielo delle sue iridi. Le sue labbra sono piegate in una smorfia spaventosa, i suoi occhi sembrano pieni di lacrime non rigettate. Perché ora Peeta non piange più. Non è più il bambino di 16 anni salito sul treno per Capitol city, che piangeva senza controllo. Questo Peeta è un uomo. Tira un sospiro di sollievo, vedendo il mio volto cambiare e tornare vigile. Mi stringe forte tra le sue braccia. Il suo profumo mi investe in pieno. Piano porto le mie braccia attorno alla sua nuca.
“Mi hai fatto spaventare….” Sbatto le palpebre confusa, e mi guardo intorno. Sono seduta a terra con le gambe scomposte. “Ti sei poggiata a terra, iniziando a respirare in modo affannato e il tuo viso è diventato tutto bianco”. Lo stringo più forte, mi dispiace. Lo penso, ma come al solito non lo dico. Mi dispiace averti fatto spaventare, mi dispiace…. Peeta si allontana e mi prende in braccio. Sale lentamente le scale, mettendoci tutta la cura e l’attenzione del mondo. Mi poggia sul letto della mia camera e mi rimbocca le coperte. Proprio come io facevo con Prim, mi scosta i capelli fradici dalla fronte. “Cerca di riposare”. Fa per alzarsi, ma lo trattengo per un braccio. Questo letto è troppo grande, troppo vuoto…proprio come me. Gli mimo silenziosa tra le labbra un “Resta” e lui si stende al mio fianco, mi prende tra le sue braccia e mi fa poggiare la testa sul suo petto. Quando lo tocco riconosco poco il suo corpo. I suoi muscoli, sotto le mani, sembrano più definiti. Il suo petto è gonfio. Le sue spalle più larghe. Sembra di stare tra le braccia di un estraneo, eppure è sempre Peeta. Il suo odore è sempre buono. Il suo occhi sono sempre blu come il cielo e i suoi capelli biondi come il grano. Ultimamente il suo sguardo diventa nero e lontano, sempre più raramente. La maggior parte del tempo Peeta è Peeta. Controlla con una grande forza d’animo i suoi episodi. Riesce a lottare contro sé stesso ed è sempre più forte. Alzo la testa e lo vedo fissare un punto indefinito della stanza, il suo viso è più rilassato. “Peeta…” Subito si volta a guardarmi, sorridendomi. Quel sorriso sembra sempre illuminare la stanza, come le sue parole sembrano sempre essere giuste. Mi ritrovo a guardare le sue labbra…sono rosse, e piene. Senza avere totale controllo delle azioni, passo un dito sul labbro inferiore, che si dischiude. Sento il suo respiro affannarsi e il suo cuore accelerare. Provi ancora qualcosa per me, Peeta?. Vorrei dirgli che la notte quando non mi perdo negli incubi di Prim, sogno quelle labbra mentre mi baciano. Sogno le sue braccia che mi stringono. Sogno lui che mi ama come prima. Ma ora lui non mi ama più. Come può Peeta amare un mostro?! Le mie dita segnano la circonferenza di quelle labbra, più e più volte. Poi passo ad accarezzare le sue guance, il suo mento. Quando passo un dito sul suo collo, sento il pomo d’Adamo sollevarsi nervosamente. Tu mi odi, vero Peeta? Come potrebbe essere diversamente, è tutta colpa mia se gli hanno fatto del male. Peeta, a me ci pensi mai? Forse sono io l’essere che costerna i tuoi incubi. Lo vedo quando mi guarda disgustato. La vista del mio viso martoriato dalle cicatrici. Il suo volto è sempre lontano e vuoto quando mi guarda. Ogni volta che vedo quello sguardo, mi faccio ancora più schifo. Ti faccio schifo, vero Peeta? Eppure non riesco a smettere di accarezzare il suo petto gonfio, non riesco a smettere di sognarlo. Poi senza preavviso mi poggia una mano sulla guancia e l’accarezza dolcemente, sorridendo. “Lo sai Katniss, sei diventata ancora più bella”. Mi allontano subito da lui, come può dire queste cose? Come può prendermi in giro così? Nascondo il viso tra le coperte. Perché mi fai questo? Forse me lo merito, merito che lui mi odi e mi sbeffeggi così, dopo tutto il male che gli ho fatto. Merito di essere punita. Le lacrime iniziano a scendere senza che io possa controllarle. Lui mi odia e io non riesco a smettere di pensare a lui. Vorrei ringraziarlo, perché nonostante mi odi mi riporta indietro sempre. Nonostante mi odi, non mi abbandona. Ma come al solito non riesco a parlare, riesco solo a piangere. Dopo la morte di Prim non ho fatto altro che questo, piangere senza parlare. Eppure lui è sempre stato lì. Peeta…io…. Le sue braccia mi stringono forte, facendomi aderire al suo corpo. “Mi dispiace Katniss, non volevo farti piangere.” Allora smettila…. Mi allontano da lui e arrabbiata e lacrimante lo guardo. “Allora smettila di prendermi in giro”. Urlo, sputandogli in faccia tutto il mio dolore. “Smettila di illudermi che…” le parole mi si bloccano in gola. Smettila Peeta, smettila…Il suo sguardo è spaesato e sorpreso. Le sue pupille sono dilatate, ma lucide. La suo petto si contrae velocemente, mentre respira. “Tu mi odi, vero o falso?” Gli dico in un filo di voce, ma assicurandomi che lui possa sentire. Io lo so che è così, che mi odia, ma forse se lo sentirò dalle sue labbra potrò finalmente mettermi l’anima in pace. Non esiste alcun brandello di Katniss e Peeta. Noi non esistiamo più. Però da brava tardona, come dice Johanna, ho bisogno che le cose mi vengano dette esplicitamente. Peeta non mi risponde, gli strattono un braccio, e urlando gli ripeto “Tu mi odi, vero o falso?”. E la risposta è molto diversa da quello che mi aspetto. Peeta scuote forte la testa, poggiando una mano sulla mia. Mi fa mollare la presa dal suo braccio e mi tira a sé. Ci incastriamo perfettamente, come pezzi di un puzzle. “No, Katniss…io non ti odio” mi stinge forte, i nostri corpi aderiscono e io sento caldo. Sono circondata dalle sue gambe e dalle sue braccia. “Non potrei odiarti neanche volendo…”. Gli circondo la vita con le braccia e accoccolo la testa sul suo petto. Il suo mento è poggiato sulla mia testa, senza alcuna pressione, ma sento dei piccoli colpi mentre lui parla. “Ci ho provato ad odiarti. Quando ho i miei episodi, tu sei la causa di ogni male. Ma ho imparato a lottare ed allontanare quelle idee di odio. Ricordi quando prima di entrare nella prima arena, ti dissi che l’unica cosa che volevo era dimostrare che non ero una pedina del loro gioco?” Annuisco con forza, certo che lo ricordo. Quando lo avevano trasformato nel mostro di Capitol City avevo subito pensato a quella frase, e a quanto loro in poco tempo fossero stati capaci di spazzare via tutti gli ideali di Peeta. “Io non sono una loro pedina. Non ti ho mai odiata, e non ti odierò mai….anzi….”. Quel anzi resta sospeso nell’aria come un punto interrogativo. Anzi cosa Peeta? Anzi ti voglio bene? Anzi sei mia amica? Anzi ti amo? Anzi cosa…?
Mi allontana leggermente e mi guarda dritto negli occhi. Mi accarezza il viso, sul lato martoriato dalle cicatrici e dal fuoco. “Quando ti ho detto che sei bellissima, lo penso davvero”. Cerco di nascondermi il viso tra le mani, ma lui me lo impedisce. “Questo…” e mi accarezza cicatrice per cicatrice sul volto, poi le mani, le braccia….Ogni suo tocco è un brivido. Dove lui passa le dita, lascia calore. “è quello che sei. Quello che sei diventata dopo tutto quello che hai passato. Questo è la testimonianza della tua forza Katniss. Tu sei Katniss Everdeen, la ghiandaia imitatrice….il volto della rivoluzione.” Fa una piccola pausa, aspettando che io provi ancora a nascondermi. Questa volta non lo faccio, lo guardo fisso e aspetto che lui concluda. “Questo è il volto che la gente ama…” dice piano e poi aggiunge in un filo di voce, quasi impercettibile “Questo è il volto che io amo…..” Resto schiacciata da quelle parole. Aleggiano nell’aria pesanti e dolcissime. Cerco di capire se le ha dette davvero, o se è solo il mio subconscio desideroso di lui averle percepite. Lo guardo stranita, sorpresa…ma il mio cuore è impazzito e fa su e giù nel mio stomaco. Tamburella senza sosta. Non sono in grado di muovere un muscolo. “Katniss….di qualcosa ti prego…” muovo le labbra, ma da esse non esce alcun suono. Io voglio parlare. Voglio parlargli dei miei sogni. Voglio dire che nei sogni anche io gli ho detto quelle parole. Voglio provare ad essere quella che lui ha sempre meritato. Voglio essere la SUA Katniss. Ma come al solito non riesco a parlare, come al solito i miei sentimenti restano lì sospeso. Restano non detti. So che se non mi sbrigo a fare qualcosa, probabilmente Peeta non tornerà mai più e questa volta non avrò alcun modo per rimediare. Così mi avvicino a lui, prendendogli il viso tra le mani…poggio le mie labbra sulle sue. Prima piano, poi un po’ più convinta. Lui dischiude le labbra e asseconda le mie. Accolgo nella mia bocca la sua lingua calda. È un bacio pieno di parole e frasi non dette. Un bacio di desiderio e passione. Un bacio di saluto. Un bacio d’addio. Un baci ritorno.
Peeta mi stringe più forte a lui e io gli poggio le braccia attorno al collo. Ho bisogno di sentire il suo calore. Ho bisogno di sentirlo più vicino, infatti mi stringo a lui molto di più. Ti prego Peeta, non smettere…. Prego che torturi le mie labbra per sempre. Prego di sentire le sue mani e il suo corpo ancora e ancora. “Peeta…” il suo nome non mi è mai parso così dolce. Lo ripeto ancora, per inebriarmene, per appagarmi di lui. “Ssh…” Mi sibilla lui tra le labbra. “Sono qui….sono qui….amore…” quella parola mi riempie le orecchie. Mi stordisce come il rumore di una bomba. Peeta si stacca e mi guarda fisso. Il suo sguardo mi fa annegare, eppure mi tiene in vita. Le sue labbra sono state capaci di scaldarmi, come neanche il fuoco è capace. Le sue carezza sono riuscite a penetrarmi sotto la pelle. Ed ogni cosa è perfetta, proprio come nei miei sogni. È proprio là che le parole di Gale mi ritornano alla mente: “Katniss sceglierà chi la farà sopravvivere”. Ti sbagliavi Gale…Ho scelto chi è capace di farmi vivere ed è per questo che quando lui mi dice “Tu mi ami, vero o falso?” senza pensarci un secondo, io rispondo: “Vero…” 
  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Hunger Games / Vai alla pagina dell'autore: MadamaBr